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L'AMICIZIA È UNA RELAZIONE AFFILIATIVA CHE METTE IN CAMPO COMPETENZE COLLABORATIVE E PROSOCIALI come la reciprocità.

L'amicizia in età prescolare è basata sulla popolarità e sull'appartenenza. Il collante è il gioco, non per condivisione, ma per soddisfazione personale. Non c'è percezione di reciprocità, cioè l'amicizia è prettamente strumentale e punta al soddisfacimento di sé.

L'amicizia durante la fanciullezza è prettamente legata alla differenza di genere (maschi con maschi, femmine con femmine). I gruppi sono scolastici, legati ad amicizie di famiglia o sportive. La vita relazionale è ancora regolata dalla vita familiare. L'amicizia inizia a significare molto, perché l'amico è supporto e risorsa (si dà e si riceve). L'amico è scelto non più solo per caratteristiche esteriori, ma in base ad accettazione reciproca e lealtà.

I temi di discussione sono i gossip, ma non si parla di sé (perdere la faccia). L'amicizia nell'adolescenza diventa fondamentale per la necessità di svincolo dalle figure parentali. Si sviluppa il bisogno di affiliazione (cioè di essere accettati) che determina il bisogno di appartenenza ad un gruppo. I gruppi iniziano a diventare vere e proprie cricche, che si arricchiscono di soggetti di diverso genere. Le amicizie diventano elettive e intime. Si inizia a parlare di sé, c'è uno scambio di esperienze private, ci si consulta per risolvere problemi.

Nel gruppo, online o in presenza, si possono verificare episodi in cui le relazioni diventano potenzialmente difficili e cominciano a diffondersi comportamenti aggressivi. L'aggressività si distingue in:

  • Aggressività strumentale: raggiungere un obiettivo, senza l'intenzione di danneggiare l'altro.
  • Aggressività ostile: danneggiare l'altro intenzionalmente.
A sua volta si distingue in: Aggressività proattiva: con minacce di aggressione fisica o reale. Aggressività relazionale: con minacce ed effettivo danneggiamento delle relazioni. La scuola dell'infanzia è una delle prime palestre di acquisizione di modalità di negoziazione e gestione del conflitto. La scuola primaria, spesso, è il primo luogo dove monitorare la presenza di frequenti comportamenti aggressivi che, se non adeguatamente seguiti, possono sfociare in problemi della condotta e dell'adattamento con l'avanzare dell'età. Parlando di aggressività in soggetti in via di sviluppo bisogna considerare un fenomeno fortemente attuale: il bullismo e il cyberbullismo. Il bullismo è la manifestazione di comportamenti aggressivi che hanno lo scopo volontario di nuocere a qualcuno. Per definire un atto come bullismo, questo deve avere determinate caratteristiche: - Intenzionalità, cioè la volontà di

nuocere alla vittima.- Reiterazione cioè l'azione aggressiva deve essere ripetuta nel tempo.- Squilibrio di potere cioè la relazione tra bullo e vittima deve essere asimmetrica.

Ci sono diverse forme di bullismo:

  • Fisico: qualunque contatto fisico in cui un partecipante esercita potere o forza su un altro (come colpire, calciare, danneggiare un oggetto della vittima).
  • Verbale: qualunque commento offensivo o minaccioso per la vittima (minacciare, umiliare, offendere).
  • Socio-relazionale: alterazione intenzionale della vita sociale della vittima, delle sue amicizie e relazioni (escludere, diffondere pettegolezzi).

Gli atti di bullismo fisico e verbale sono di tipo diretto cioè le azioni sono rivolte direttamente dal prevaricatore sulla vittima. Gli atti di bullismo socio-relazionale sono di tipo indiretto cioè le azioni colpiscono indirettamente la vittima, andando a colpire il suo contesto relazionale e sociale.

Sia il bullo che la vittima, a lungo andare, sono

A rischio di problemi scolastici, psicologici e comportamentali. Più è lungo il tempo in cui si è vittima di episodi di bullismo, più gli esiti sul benessere psicofisico possono essere gravi (abbassamento dell'autostima e dell'autoefficacia, innalzamento dei livelli di ansia, sintomi depressivi, sintomi psicosomatici, innalzamento del rischio di suicidio).

Il cyberbullismo è la diffusione attraverso i mezzi offerti dalle nuove tecnologie di insulti, diffamazioni, minacce e materiale compromettente. Anche il Cyberbullismo, si definisce sulla base delle 3 caratteristiche che permettono di definire un atto come bullismo, ma ha anche una serie di caratteristiche peculiari:

  1. Causa scatenante: motivazione reale che spinge ad utilizzare i mezzi tecnologici come terreno di confronto.
  2. Facilità: progettare e realizzare un atto di bullismo online è facile perché logisticamente usiamo strumenti a portata di tutti e che non richiedono

costi ostrategie particolari.

3. Viralità: ciò che viene condiviso si diffonde a macchia d'olio, raggiungendo un numero di persone elevatissimo.

4. Rapidità: ciò che viene condiviso si diffonde rapidamente e in modo incontrollato.

5. Memorizzabilità: ciò che viene condiviso rimane. Post e stories possono essere condivisi su più profili, salvate sui dispositivi e anche fotografate attraverso gli screenshot.

6. Pervasività: ciò che viene condiviso su internet sono sempre attivi 24 ore su 24 e 7 giorni su 7.

7. Adesione di gruppo: possibilità di condividere e fruire con ampio gruppo abbassa la percezione di responsabilità individuale.

8. Reazione e riduzione empatica: facilità di commento e reazione perché le vittime non sono presenti fisicamente.

9. Escalation comunicativa: facilità di commento e adesione rapida portano la comunicazione ad una rapida escalation conflittuale di insulti sempre

più grandi, sino al crash comunicativo.

10. Escalation emotiva: reazioni emotive forti (paura- disagio) non solo nella vittima, ma anche nei soggetti che fanno parte del sistema più vicino alla vittima.

Oggi non si può parlare di sviluppo, senza considerare l'evoluzione della società digitale. L'avvento delle nuove tecnologie, in particolare di Internet, ha realizzato l'avvento di nuovi ambienti di apprendimento, socializzazione e informazione. I social media hanno realizzato l'integrazione tra il mondo reale e il virtuale, creando un solo mondo, attraverso strumenti che permettono di portare la vita personale sulla rete e la rete nella vita reale. A livello relazionale, il mondo social permette nuove e diverse esperienze di socializzazione che hanno un importante effetto sullo sviluppo sociale, emotivo e cognitivo di ogni individuo. I giovani sono definiti "madrelingua digitali" perché è la lingua che si utilizza come

strumento dei contatti con il mondo esterno. Per gli studenti non c'è una "percezione alternativa", perché Internet per loro esiste da sempre, come vero e proprio contesto di socializzazione, informazione e apprendimento. I social piacciono perché contribuiscono alla soddisfazione di alcuni bisogni, considerati fondanti per la specie umana: 1. Bisogno di soddisfazione/gratificazione: le notifiche da smartphone o da videogioco colpiscono le aree cerebrali relative al "sistema del piacere e della gratificazione", rilasciando dopamina e attivando il meccanismo "I need more". Da qui deriva la ricerca costante nell'adolescente di situazioni eccitatorie. 2. Bisogno di comunicazione: per sviluppare la nostra identità personale, abbiamo bisogno di essere immersi in un "racconto" e di scrivere una nostra "narrazione" personale dei fatti e degli eventi che fanno parte della nostra vita. 3. Bisogno di connessione: i social media offrono la possibilità di connettersi con altre persone, di creare e mantenere relazioni sociali, di sentirsi parte di una comunità. Questo bisogno di connessione è particolarmente importante per gli adolescenti, che stanno cercando di costruire la propria identità sociale. In conclusione, i social media sono diventati uno strumento fondamentale per gli studenti, che li utilizzano per soddisfare bisogni di gratificazione, comunicazione e connessione. Tuttavia, è importante trovare un equilibrio tra l'uso dei social media e altre attività, per garantire una vita equilibrata e sana.per semplice navigazione. Questo può portare ad un sovraccarico di informazioni che può essere difficile da gestire. - Dipendenza tecnologica: l'utilizzo costante delle tecnologie digitali può portare ad una dipendenza, con conseguenti problemi di concentrazione, isolamento sociale e difficoltà nel gestire le relazioni interpersonali. - Distrazione: l'uso delle tecnologie digitali può facilmente portare ad una distrazione costante, con conseguente diminuzione della produttività e difficoltà nel concentrarsi su compiti importanti. - Privacy: l'utilizzo delle tecnologie digitali può mettere a rischio la nostra privacy, con la possibilità che i nostri dati personali vengano raccolti e utilizzati senza il nostro consenso. - Cyberbullismo: l'utilizzo delle tecnologie digitali può facilitare il bullismo online, con conseguenti problemi di ansia, depressione e isolamento sociale. - Sovraccarico emotivo: l'utilizzo delle tecnologie digitali può esporci a contenuti emotivamente intensi, come notizie negative o immagini violente, che possono avere un impatto negativo sulla nostra salute mentale. In conclusione, l'utilizzo delle tecnologie digitali offre molte opportunità, ma è importante utilizzarle in modo consapevole e responsabile, tenendo conto dei potenziali rischi e problemi che possono derivarne.

per accesso causale, per cui abbiamo una buona base informativa ma abbiamo difficoltà di processamento cognitivo profondo e elaborazione.

- Direct forgetting: abbiamo la possibilità di recuperare ogni informazione in qualsiasi momento, grazie ai dispositivi elettronici. Questo genera la tendenza nel lungo periodo a non allenare la memoria.

- Always on: abbiamo accessibilità continua. Per i bambini e adolescenti è difficile da comprendere che esistano priorità e contesti, perché loro sono nati e cresciuti in un mondo ad accessibilità continua.

- Facilità e impulsività relazionale: la facilità di commento e di utilizzo di emoticon sia in positivo che in negativo comporta una riduzione del pensiero critico e della riflessione prima di socializzare con gli altri.

- Galateo delle comunicazioni: le chat sono uno strumento rapido in cui si scrive spesso tralasciando le regole comunicative che rappresentano la base della convivenza civile.

Della partecipazione e della gentilezza. Per gli haters, i social permettono di avere un riconoscimento semplice e rapido, sia positivo che negativo. Anche il "riconoscimento negativo" aumenta il numero di follower e quindi può essere considerato comunque utile.

Teorie comportamentali per l'apprendimento e la pratica sportiva. L'apprendimento è il processo che, attraverso l'esperienza e la pratica, provoca un cambiamento più o meno permanente nella conoscenza, nel comportamento, nel potenziale di comportamento. Il cambiamento deve essere indotto dall'esperienza. Il processo di apprendimento consiste in un cambiamento nel comportamento e dipende dagli eventi esterni, che influiscono sui comportamenti delle persone.

Gli studiosi delle teorie comportamentali studiano come si può indurre dei cambiamenti sui comportamenti delle persone portando l'individuo ad acquisire comportamenti nuovi e/o

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
16 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher SeRg1 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pavia o del prof Percivalle Valentina.