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Mcanone fisso aumentare i profitti?
Analizziamo graficamente la situazione:
D rappresenta la curva di domanda di un singolo consumatore che, a seconda del prezzo praticato, consuma più o meno quantità di un certo bene prodotto dal monopolista (ad esempio, un servizio telefonico, un servizio internet, ecc.).
Il monopolista (che per semplicità immaginiamo abbia un costo marginale C’ fisso) produce la quantità q e la vende a un prezzo pari a p. Facendo questo, lascia al consumatore un surplus “A” e produce un profitto pari a “B” (consideriamo i costi fissi costanti).
Se il monopolista volesse incamerare nel suo profitto anche l’area “A”, come potrebbe fare?
Potrebbe vendere il prodotto ad un prezzo p e dire al cliente che per accedere al prodotto deve pagare un canone fisso pari all’area del triangolo “A”. Il consumatore in questo caso non avrà più surplus ma accetterà ancora di
acquistare il bene perché tutta l'area facente parte di A era un sovrappiù che aveva e che derivava dal fatto che egli poteva comprare ciascuna unità del bene a un prezzo più basso di quello a cui lui sarebbe disposto a pagarle. In questo modo il monopolista si approprierebbe della parte di surplus corrispondente al triangolo A della figura. Tuttavia il monopolista potrebbe fare ancora meglio di così. In che modo? Come aggiungere "C"? Il monopolista può implementare il surplus che sarà così composto da tutti e tre i triangoli "A", "B" e "C" dicendo al consumatore di non voler vendere il bene al prezzo p, ma ad un prezzo molto più basso pari al costo marginale C. Ad esempio, nel traffico dati di internet, il monopolista può dire al cliente "ti do giga illimitati (questo significa che il costo del singolo giga è pari a 0) ma tu mi paghi un canone
Il monopolista può praticare una tariffa in due parti, composta da una parte variabile p pari al costo marginale e un canone fisso (il cui ammontare è pariall'area "A"+"B"+"C"). In questo modo, il monopolista riesce a prendersi tutto il surplus del consumatore e vendere la parte a consumo del bene a un prezzo molto basso (al limite pari a 0 se il costo marginale C' è vicino allo 0).
Implicazioni riepilogative:
- Se il venditore può praticare una tariffa in due parti e tutti i consumatori hanno la stessa curva di domanda, la tariffa che massimizza i profitti è costituita da una parte variabile p pari al costo marginale ed un canone fisso pari al surplus del consumatore.
- Ottengo così, esattamente come in discriminazione perfetta un surplus del consumatore nullo.
- Esiste un trade off tra efficienza allocativa, ossia benessere sociale (surplus del produttore + surplus del consumatore), e benessere dei consumatori.
Esempi di tariffe in due parti: tariffe di servizi telefonici, elettricità, acqua...
Se consideriamo un quadro di
equilibrio generale all'interno del quale i consumatori sono anche in qualche modo i proprietari azionisti delle imprese, tutto sommato avere un'efficienza allocativa conviene, perché una maggiore quantità di surplus viene restituita al consumatore in veste di azionista dell'impresa. Tuttavia, se separiamo i consumatori dai produttori, da un punto di vista sociale si verifica un incremento del surplus ma questo si traduce in un miglioramento delle condizioni del produttore e in un peggioramento di quelle dei consumatori.
Se tutti i singoli consumatori hanno la stessa curva di domanda, sono cioè consumatori omogenei, non stiamo facendo una discriminazione di prezzo vera e propria, ma stiamo soltanto stabilendo una tariffa che ci permetta di sottrarre tutto il surplus al consumatore.
Il vero tema della discriminazione di II grado è quanto i consumatori sono eterogenei, cosa succede in questo caso?
Consumatori eterogenei
Eterogeneità ossia ci sono
esempio privati e aziende) in modo da poter applicare tariffe diverse in base alla loro intensità di utilizzo del bene. Per risolvere questo problema, il monopolista potrebbe adottare una strategia di discriminazione dei prezzi, offrendo tariffe diverse per i due tipi di consumatori. In questo modo, il consumatore a bassa intensità (Tipo1) pagherebbe un prezzo inferiore rispetto al consumatore ad alta intensità (Tipo2). Tuttavia, il monopolista potrebbe incontrare delle difficoltà nel distinguere tra i due tipi di consumatori. Se il monopolista non è in grado di identificare separatamente i due tipi di consumatori, potrebbe essere costretto ad applicare lo stesso prezzo per entrambi, nonostante la loro diversa intensità di utilizzo del bene. Questo potrebbe comportare un surplus del consumatore più basso per il consumatore a bassa intensità, semplicemente perché ha una domanda più piccola. In altre parole, il triangolo del surplus sarebbe più piccolo per il consumatore a bassa intensità rispetto al consumatore ad alta intensità. In conclusione, se il monopolista fosse in grado di distinguere tra i due tipi di consumatori, potrebbe applicare tariffe diverse in base alla loro intensità di utilizzo del bene. Tuttavia, se non è in grado di farlo, potrebbe essere costretto ad applicare lo stesso prezzo per entrambi, nonostante la loro diversa intensità di utilizzo.Esempio un viaggiatore che prende l'aereo per lavoro o turista), e dunque di associare loro tali surplus. In questo caso, il monopolista deve creare delle tariffe che inducano una delle due tipologie di consumatori a rivelarsi. Se il venditore non riesce ad identificare separatamente i consumatori, in alternativa può offrire due tipologie di tariffe in due parti differenti, tra cui ciascun consumatore può scegliere liberamente.
Massimizzazione dei profitti in caso di discriminazione di II tipo
Prima intuizione:
- A chi domanda una quantità più elevata è meglio far pagare una quota fissa più elevata;
- A chi domanda una quantità minore è meglio far pagare una quantità variabile superiore.
Partiamo da un caso estremo:
Al consumatore a bassa intensità viene chiesta una quota fissa pari a zero ed un prezzo pari al prezzo monopolistico
F = 0; F = suo surplus
P = P ; P = C'M
Questi due tipi di contratti non funzionano
molto bene perché non rispettano il vincolo di incentivazione, ossia non riescono a indurre i consumatori a dividersi nei due gruppi: perché? Il consumatore ad alta intensità, accettando il contratto di Tipo 2 avrebbe un surplus nullo, mentre se accettasse il contratto di Tipo 1 avrebbe il normale surplus garantito a un soggetto a cui viene praticato il prezzo di monopolio senza tariffe fisse. Per massimizzare il profitto il produttore deve fare in modo che: - I consumatori di Tipo 2 non abbiano incentivo a selezionare il menù 1 (vincolo di incentivazione) - I consumatori di Tipo 2 non rinuncino del tutto al consumo perché magari a loro viene chiesto troppo (vincolo di partecipazione). Quali sono le caratteristiche di una soluzione che rispetti sia il vincolo di incentivazione che quello di partecipazione? La soluzione ottimale sarà quella in cui avrà una tariffa fissa F sia nel contratto 1 (F1) che nel contratto 2 (F2). Tale tariffa fissa peròsarà un po' più bassa nel contratto 1 rispetto a quella del contratto 2, ma la tariffa del contratto 2 sarà a sua volta inferiore del surplus del consumatore 2 (è necessario lasciare un po' di surplus al consumatore ad alta intensità, altrimenti egli non rispetterà il vincolo di incentivazione e preferirà il contratto offerto ai consumatori a bassa intensità, quindi si "travestirà" da consumatore 1).
Il prezzo per il consumatore 2 sarà pari al costo marginale P = C'. Invece per il consumatore di tipo 1 si potrebbe offrire una tariffa fissa esattamente pari al surplus del consumatore di tipo 1 e un prezzo superiore al costo marginale P > C'.
Ricapitolando, i consumatori a bassa domanda pagano un prezzo superiore al costo marginale; il vincolo di incentivazione è rispettato ma il consumatore di tipo 1 non sarà disposto a pagare un canone pari a quello del consumatore di tipo 2.
Perché la tariffa fissa diventerebbe troppo alta. Il problema è che il monopolista accetta una forma di "inefficienza paretiana" perché sta vendendo ad un prezzo superiore al costo marginale (quindi la quantità è leggermente razionata per i consumatori di tipo 1). I consumatori ad alta domanda pagano un prezzo inferiore al loro surplus; questo vuol dire che il venditore non è in grado di assorbire l'intero surplus; quindi il minor profitto del produttore rappresenta la rinuncia necessaria per poter indurre i consumatori all'auto selezione: deve lasciare ai consumatori ad alta intensità un po' di surplus sennò questi si "travestono" da consumatore a bassa intensità.
Esempio: Tariffe a consumo sulle linee ADSL dati ad alta velocità. Ci sono altre forme di selezione dei consumatori: le classi di prodotti (ad esempio la prima e la seconda classe nei treni e aerei); in questo caso
diinducono i consumatori ad autoselezionarsi in base alla loro disponibilità a pagare
Esistono casi estremi in cui un'impresa deve addirittura sostenere un costo addizionale per abbassare la qualità (al fine di realizzare una discriminazione fra consumatori). Esempio per i prodotti High Tech ad esempio se qualcuno compra Office versione studenti o Office versione professionale per PC, è evidente che la prima versione costa meno, ma l'impresa ha dovuto sostenere dei costi per abbassare la qualità del prodotto offerta. Questo perché? Perché gli studenti non comprerebbero la versione professionale dato il prezzo.
- Vendite collegate
- Bundling puro: prodotti venduti solo congiuntamente (o l'intero pacchetto o niente); ad esempio i distributori di film che vendono ai cinema;
- Bundling misto: prodotti acquistabili come pacchetto oppure anche separatamente; ad esempio prodotti per macchina fotocopiatrice (fotocopiatrice più toner e
assistenza post acquisto oppure solo la fotocopiatrice).- Esempio tipico: Vendita del programma Microsoft office (Escel, Word, PowerPoint, Access, sono acquistabili tutti insieme ad un prezzo notevolmente inferiore rispetto alla somma dei singoli prodotti venduti separatamente).
Altro esempio: DP = disponibilità a pagare Se vendessi i miei prodotti separatamente ad un prezzo di 50, il profitto sarebbe pari a 4000 (perché al generalista non venderemmo nulla, in quanto egli ha una disponibilità a pagare inferiore, pari a 30). Se abbassassi il prezzo invece venderei a tutti, ma il profitto sarebbe inferiore rispetto al primo caso (3600 contro 4000). Se invece proponessimo una vendita abbinata al prezzo di 60: lo scrittore e il contabile comprerebbero il prodotto singolo, perché lo pagherebbero meno rispetto al prezzo combinato, il generalista invece opterà per acquistare i prodotti con la formula abbinata (perché il prezzo proposto per acquistare interamente).
Il pacchetto è piè