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POTERE DI MERCATO E CONCENTRAZIONE: INDICE DI HERFINDHAL - HIRSCHMAN
Massimizzazione del profitto per l'impresa "i"
Q = quantità totale prodotta dal mercato = quantità prodotta dall'impresa "i" + sommatoria delle quantità prodotte dalle "j imprese presenti sul mercato" (esclusa l'impresa "i")
Si è portato fuori dalla sommatoria "qi".
Ultima riga, ultima frazione = qi/Q = quota di mercato dell'impresa i-esima; il resto della formula è l'inverso dell'elasticità della domanda.
L'indice di Lerner per una singola impresa del mercato è uguale all'indice di Lerner per il monopolista, ma invece che 1 a numeratore (ossia il 100% delle quote di mercato) ho la quota di mercato dell'impresa i-esima (qi/Q).
Come abbiamo accennato: indice di lerner per l'impresa Oligopolista
Dove m rappresenta la "quota di mercato dell'impresa
i” = qi/Q (maggiore quota di mercato, maggiore potere di mercato); se ci troviamo in una situazione di monopolio m = 1
Ora possiamo trovare l’indice di Herfindhal – Hirschman. Esso è un indice aggregato del potere di mercato nell’intero settore e si trova facendo la sommatoria degli indici di Lerner delle varie imprese, pesati per le quote di mercato quindi, Sommatoria delle quote di mercato al quadrato (Utilizza la somma dei quadrati delle quote di mercato).
É un indice molto utilizzato per misurare la concentrazione di un settore industriale. La somma dei quadrati penalizza le quote basse. ε può essere portato fuori dalla sommatoria. HHI varia tra 0 e 1; tende a far sparire le quote piccole e a pesare di più le quote grandi. HHI è elevato quando il mercato è altamente concentrato (ossia quando sono presenti poche imprese con elevate quote di mercato), viceversa è piccolo quando il mercato è costituito da molte.
imprese che possiedono piccole quote di mercato. 16In questo esempio stiamo assumendo che tutte le imprese operanti all'interno dello stesso mercato producano la stessa quantità (ma nella realtà non è sempre così).
Ricapitolando, L'indice HHI può solo assumere valori compresi fra 0 e 1:
- 1 mercato concentrato
- 0 mercato poco concentrato
All'aumento delle imprese HHI diminuisce.
HHI per le fusioni (rimando al capitolo sulle fusioni qualche pagina più avanti) HHI (che misura la concentrazione di un settore) Quando una fusione autorizzata?
- HHI < 0,1 fusione ok
- HHI compreso tra 0,01 e 0,18 allora si ma Delta HHI deve essere <0,01
- HHI >0,18 solo se Delta HHI è < 0,05
Per tutti gli altri casi la fusione non è concessa 17
COLLUSIONE Le imprese mantengono il potere di mercato colludendo tra di loro (mettersi d'accordo e coordinarsi) e non mettendosi in concorrenza; così facendo agiscono come se fossero un unico monopolista.
Potendo poi dividersi i profitti che saranno più alti di quelli in situazione di concorrenza tra di loro. L'economista ragiona su quanto questi accordi siano sostenibili e rispettati nel tempo.
Collusione: La collusione non è un accordo scritto ma è un esito di mercato nel quale le imprese praticano prezzi più elevati rispetto a quelli di un equilibrio non cooperativo di riferimento. Questa definizione contiene due aspetti molto importanti:
- Parte da un equilibrio di mercato senza collusione tra le imprese che dipende da come è fatto il mercato (competono alla Bertrand o alla Cournot ad esempio). Se io economista noto che i prezzi presenti in mercati dove si compete alla Cournot o alla Bertrand sono elevati, al di sopra della media, significa che ci sarà una qualche sorta di collusione tra le imprese.
- Per collusione noi intendiamo un esito del mercato, e non come questo esito sia stato raggiunto (gli economisti non indagano sul com'è).
Nata la collusione; essa viene presa come un esito fatto e finito). Collusione tacita e esplicita
La collusione può essere sia tacita che esplicita:
- Se è tacita vuol dire che nella situazione di riferimento non c'è un accordo formale tra le imprese, ognuna sa che il mercato funziona meglio così, dunque tacitamente continuano ad operare per mantenere prezzi più alti e profitti migliori. Questo comportamento non è sanzionabile, ma rimane un esito di tipo collusivo che porta a prezzi più alti sul mercato. Se io quindi osservo un accordo collusivo, ma senza nessun accordo formale, le autorità anti-trust non possono fare assolutamente nulla per punire ciò. Può però agire ante accordo, creando norme che disincentivino la collusione.
- Se la collusione è esplicita, vuol dire che c'è un accordo formale tra le imprese e quindi sanzionabile, che falsa il gioco della competenza per tenere i prezzi alti.
Sono questi fattori?
L'impresa confronta il vantaggio che ottiene "tradendo" l'accordo, con il profitto a cui rinuncia a causa della reazione dei rivali (mi sto chiedendo quale situazione mi genera più profitto, tradire o non tradire?).
Quindi l'accordo sarà rispettato più facilmente:
- Minore è il vantaggio della deviazione (tradimento)
- Maggiore è il danno della punizione (ritorsione delle altre imprese)
- Maggiore è il valore che l'impresa assegna ai risultati futuri (se pone molta fiducia nei risultati futuri molto probabilmente non tradirà)
Molti fattori quindi possono influenzare queste tre variabili dette "vincoli di incentivo".
Formalmente descriviamo ed analizziamo il modello:
- Si considerino "n" imprese: i =1,2,3 ... simmetriche (tutte uguali, stessa struttura produttiva)
- Se non colludono giocano alla Bertrand ovvero competono sui prezzi ed i loro profitti sono pari a zero:
Se colludono praticano il prezzo di monopolio (operando come se fossero un unico monopolista) e si dividono equamente i profitti congiunti: - Se una impresa tradisce l'accordo, e compete alla Bertrand abbassa il prezzo di un ammontare piccolo a piacere (epsilon) e ruba tutto il mercato alle altre imprese, divenendo monopolista. Se le imprese per mantenere in piedi l'accordo utilizzano la "strategia del grilletto" o "trigger strategy" che implica che se uno devia dall'accordo, d'ora in poi si competerrà alla Bertrand per sempre (non c'è possibilità di tornare a cooperare). Se una impresa dovesse tradire l'accordo andrebbe incontro ad una punizione severa nei confronti dei suoi profitti futuri (quindi viene disincentivata a tradire e continua ad agire in collusione). La prima parte rappresenta l'incentivo a non tradire. La seconda parte rappresenta l'incentivo a tradire. Delta è il fattore di.sconto(Delta propensione a non tradire)Delta: rappresenta l'incentivo a NON tradire. Più il fattore di sconto è alto, più i miei profitti futuri sono alti edunque sono incentivato a NON tradire (dato che se tradissi l'accordo i miei profitti nel lungo periodo diverrebbero pari a 0)
"r" è il tasso di interesse
Nella formula scritta sopra, il profitto in collusione è maggiore del profitto che ottengo tradendo l'accordo 19
Concentrazione (1 Fattore)
Maggiore è il numero di imprese "n" che vogliono fare l'accordo (nella formula al denominatore), maggiore è l'incentivo a tradire. Più il mercato è concentrato e più è facile colludere
Regolarità degli ordini (2 Fattore)
Pensiamo che al tempo 0 ci sia un evento che faccia aumentare drasticamente gli ordini e quindi i miei profitti (aumentano di un fattore k) per poi tornare ad un valore normale in poco tempo; Il
vincolo di incentivo diviene:
Quindi se una impresa decide di tradire al tempo 0, si prenderà tutto il profitto di monopolio moltiplicato per il fattore k, mentre se rispetta l'accordo prenderà solo una piccola parte di questo profitto di monopolio aumentato.
La serie converge dunque a:
Elasticità della domanda (3 Fattore)
Riconsidero il vincolo di prima:
L'elasticità della domanda non ha influenza sulla stabilità dell'accordo perchè:
Il profitto (in cui era centrale l'elasticità della domanda) si toglie ed elide dalla disequazione
Questo però deriva anche dal fatto che stiamo ipotizzando una competizione alla Bertrand! Se fosse stata una competizione alla Cournot, in caso di tradimento, nella parte destra della disequazione del vincolo, sarebbero comparsi anche i profitti di Cournot generati dopo il tradimento di un'impresa, quindi in presenza di profitti il ruolo dell'elasticità tornerebbe sarebbe
20Andamento della domanda (4 Fattore)- Se gli shock della domanda sono casuali (boom e recessioni casuali) si ripropone lo scenario di primaovvero durante il boom l'accordo si rompe perché tutti vogliono accaparrarsi l'incremento di domanda.- Se gli shock sono positivamente correlati (la domanda non ha un andamento incostante, ma uncomportamento più correlato; se in un periodo la domanda cresce è più probabile che continui a crescerenel periodo successivo e viceversa) le cose cambiano e sarà più facile mantenere la collusione.- Se la domanda varia in modo costante nel tempo ad un tasso "g", allora il profitto al generico tempo "t" incaso di collusione si può scrivere come:La crescita costante della domanda, quindi, tende a mantenere il cartello più stabile perché è meglio puntare suprofitti che crescono indefinitamente piuttosto che accaparrarsi il