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PARTE SECONDA – STORIA DELL'ARTE E STORIA DELLE IMMAGINI: Bradekamp – Una tradizione trascurata? La storia dell'arte come Bildwissenschaft
Alla domanda "qual'è stato e quale dovrebbe essere il rapporto fra la storia dell'arte e la scienza dell'immagine?" Bradekamp cerca di rispondere ripercorrendo alcune delle fasi più importanti in cui la storiografia artistica si è aperta a metodologie, oggetti e orizzonti di immagine non tradizionalmente riconosciuti come immediatamente appartenenti alle belle arti, ovvero la fotografia, i media visuali, i film, le cartoline, i manifesti e la stampa illustrata.
[L'immagine e le arti: una divisione artificiale] La Bildwissenschaft (=scienza dell'immagine; la parola bild significa immagine) si fonda su una storia dell'arte capace di rivolgersi all'intero campo delle immagini. Nei paesi anglofoni la proliferazione dei media, non è l'unico fattore che ha reso
Difficile raggiungere un consenso su come dovrebbe essere definita la Bilwissenschaft. I visual studies comprendono quindi, tutto ciò che non è presente nella più stretta definizione di storia dell'arte. Questa divisione fra storia dell'arte e visual studies ha avuto un significativo sviluppo anche in Germania e in Austria. Recentemente si è ottenuto che la storia dell'arte intesa come Bildwissenschaft è fallita perché non si è mai confrontata con i media moderni. L'iconologia sarebbe potuta diventare una Bildwissenschaft se Panofsky non avesse ridotto questo metodo unicamente all'analisi delle allegorie rinascimentali. Seguendo quindi la tradizione del XIX secolo, la storia dell'arte si è trovata costretta a trascurare le opere d'arte create con i nuovi media e a concentrarsi solo sulle opere dell'arte "alta". [Una storia delle immagini attraverso la fotografia] Heinrich Dilly
vent'anni fa, sostenne che la nascita della storia dell'arte come materia di insegnamento all'università (principalmente quelle tedesche), non sarebbe stata possibile senza la fotografia. Il primo professore universitario di storia dell'arte a Berlino (1873), Hermann Grimm, sostenne la necessità di una raccolta di fotografie di opere d'arte, affermando che questi archivi avrebbero potuto avere una grandissima importanza, perfino più delle opere d'arte stesse. Questa affermazione di Grimm, è ciò che Panofsky chiamò più tardi "rifiuto degli originali", ovvero il rifiuto del fatto che lo studio dell'opera d'arte deve avvenire direttamente sull'opera stessa originale. Quindi, grazie a Grimm, il pericolo che le grandi opere d'arte sparissero e che perdessero il loro potere, sarebbe stato d'ora in poi scongiurato dalla fotografia. Ma nelle università non veniva usata solo la
avrebbe potuto adempiere alla propria responsabilità nei confronti delle arti soltanto allargando il proprio campo di studio fino a comprendere le immagini nel senso più ampio. Prendendo in considerazione una fotografia di un affresco di Raffaello, Warburg rappresentò l'essenza della storia dell'arte come Bildwissenschaft che aveva come obiettivo studiare con passione libera anche ciò che potrebbe sembrare marginale e privo di interesse.
Questo titolo, è un saggio di Panofsky, nel quale parla di film e cineteche, sua grande passione. In questo suo saggio, definisce il cinema come unica forma d'arte di rilievo della modernità.
La separazione tra studi visuali (visual studies) e storia dell'arte, potrebbe portare alla fine della storia dell'arte come storia delle immagini (Bildgeschichte).
Elkins – La storia dell'arte e le immagini che arte non sono
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funzione pratica anziché estetica. Tuttavia, queste immagini informative sono fondamentali per la comunicazione visiva e svolgono un ruolo essenziale nella nostra società. Le immagini informative, come i grafici e le tabelle, sono utilizzate per rappresentare dati complessi in modo chiaro e comprensibile. Le mappe ci aiutano a orientarci nello spazio, mentre le figure geometriche ci permettono di visualizzare concetti matematici. I documenti ufficiali, come i certificati e i contratti, sono spesso accompagnati da immagini che ne facilitano la comprensione. Nonostante la loro importanza, queste immagini informative sono spesso trascurate nel campo dell'arte. La storia dell'arte si è concentrata principalmente sulle opere d'arte tradizionali, come i dipinti e le sculture, trascurando le immagini informative. Tuttavia, queste immagini hanno un valore estetico e concettuale proprio come le opere d'arte. Le immagini informative possono sollevare interrogativi sulla rappresentazione, la convenzione, il medium e la produzione. Possono essere altrettanto espressive e significative di qualsiasi opera d'arte. Sono un mezzo di comunicazione visiva potente e possono trasmettere una vasta gamma di significati. In conclusione, non dobbiamo sottovalutare l'importanza delle immagini informative. Sono parte integrante della nostra vita quotidiana e svolgono un ruolo fondamentale nella comunicazione visiva. Dobbiamo apprezzare e riconoscere il valore estetico e concettuale di queste immagini, anche se non sono considerate opere d'arte tradizionali.funzione utilitaria. Quindi Elkins sostiene che una storia dell'arte che voglia andare al di là dei suoi confini tradizionali al fine di dar vita a dei veri e propri image studies capaci di rendere conto dell'intero campo delle immagini prodotte e utilizzate nei vari ambiti del sapere, non può ignorare queste immagini informazionali. Esse non rientrano nell'ambito artistico, ma possono essere studiate proprio con gli strumenti concettuali elaborati nel tempo dalla storia dell'arte. Il loro studio, decisamente complesso e articolato, ci costringe a rielaborare la storia dell'arte in una più ampia storia delle immagini. [Le immagini non-artistiche nella storia dell'arte]
Possiamo analizzare tre utilizzi che la storia dell'arte ha fatto delle immagini non artistiche:
- gli artisti hanno guardato alla scienza per trarne ispirazione per le loro immagini. La tendenza degli artisti a impiegare la scienza per ispirare l'arte è
Le immagini sono costruite per raffigurare il mondo in un certo modo. Le immagini di cui si occupa la storia dell'arte cambiano significato di continuo a causa del mutare del panorama della ricezione critica e delle circostanze storiche. Le immagini non-artistiche sono ancora più instabili, perché si basano meno sulla somiglianza e più su pratiche interpretative che nel tempo cambiano e si perdono con facilità. Nel campo della scienza, come notiamo nelle immagini di Wright e Ehrlich, le immagini divennero la teoria spronando la ricerca.
PARTE TERZA - LA LEGGIBILITÀ DELLE IMMAGINI
Mieke Bal pone in osservazione la possibilità di una lettura delle immagini che rivendica la legittimità di un approccio che al contempo non accetta la tradizionale caratterizzazione del visuale operata dalla storia dell'arte. Non tutti i fattori visivi che compongono l'immagine devono essere per forza presi in considerazione.
della sua interpretazione. Questi elementi possono includere il contesto storico, culturale e sociale in cui l'opera è stata creata, nonché le intenzioni dell'artista e le influenze che ha subito. Inoltre, la composizione, il colore, la prospettiva e altri elementi visivi possono comunicare significati simbolici o emotivi che vanno oltre la semplice rappresentazione visiva. Pertanto, l'analisi di un'opera d'arte richiede una comprensione approfondita di questi elementi e delle loro interazioni per cogliere appieno il suo significato e il suo impatto.