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Approccio Maturazionista: secondo questo approccio lo

Sviluppo Motorio segue un Processo Maturativo delle

strutture fisiologiche, quali nervi, scheletro, articolazioni,

muscoli ecc… Che avviene attraverso delle Tappe Fisse

Universali, quindi uguali per tutte le specie animali. In tutto

ciò l’Esperienza non ha nessuna influenza (Approccio

riduzionista, unidirezionale e predeterminato per ciò

criticato, ma con alcuni vantaggi, come l’inserimento dello

sviluppo di determinate abilità motorie in specifiche

finestre temporali).

Secondo quest’approccio lo sviluppo motorio va in due

direzioni specifiche:

- Direzione Cefalocaudale controllo del capo e

dell’asse corporeo per poi arrivare agli arti. Legato più

alla postura

- Direzione Prossimodistale controllo di movimenti

più fini (Es. movimento delle braccia nel Cefalocaudale

e delle dita nel Prossimodistale)

Ci sono comunque ampie differenze individuali nelle tempistiche di sviluppo di

queste qualità motorie. (Es. alcuni bambini seguono questo ordine: rotolare

sulla pancia-alzarsi sulle ginocchia e sulle mani-gattonare-aggrapparsi ai mobili

e camminare, ma altri possono sostituire il gattonamento con lo stare seduto e

poi camminare)

Approccio dei Sistemi Dinamici: più completo perché

considera l’integrazione tra Componenti Anatomo-

Fisiologiche e Componenti Neuro-Cognitive. Questo modello

fa riferimento anche alle Proprietà Bio-Meccaniche, ovvero

vincoli legati all’ambiente e all’evoluzione della nostra

specie a cui siamo sottoposti (Es. possiamo piegare il

braccio solo in un modo o la forza di gravità a cui non

possiamo sfuggire). Ci sono anche vincoli legati

all’Esperienza e alla Motivazione del bambino che variano

in base a quante occasioni per imparare offre l’ambiente in

cui il bambino è immerso. Secondo questa teoria lo

sviluppo motorio è un mezzo per il Problem Solving, in

quanto ogni individuo impara a coordinare le proprietà bio-

meccaniche in base alla proprie limitazioni biologiche

(peso, dimensioni, flessibilità degli arti) ed all’ambiente in

cui si trova

Il Processo dello Sviluppo Motorio:

- Periodo dei Riflessi nelle prime 2 settimane di vita

il bambino vive per lo più di Riflessi (appresi già in

epoca fetale) utili a sopravvivere

- Periodo dei mov. Pre-adattivi si tratta dei primi

movimenti volontari che gli garantiscono una certa

autonomia il cui sviluppo continua fino all’anno di vita

(Es. tenere in mano il biberon per autonutrirsi)

- Periodo degli Schemi motori di Base fino a 7

anni circa, c’è un lavoro di integrazione tra diversi

schemi di locomozione e manipolazione che

consentono di adattarsi flessibilmente a diversi

contesti

- Periodo dei movimenti di Contesto Specifici Va

fino all’inizio della pubertà, dove il bambino adatta gli

schemi motori di base ad una molteplicità di situazioni.

In questo periodo vi è una crescente

individualizzazione delle prestazioni motorie

- Periodo dei movimenti abili inizia con l’età

puberale, dove vige la ricerca di comportamenti motori

efficienti e strategie utili a massimizzare le prestazioni

motorie e ridurre lo sforzo

- Periodo di compensazione va dall’adolescenza

fino alla vecchiaia, dove viene adottato un

comportamento adattivo in seguito all’insorgenza di

cambiamenti associati ai processi di invecchiamento o

di condizioni di disabilità

Molti dei movimenti fatti in epoca fetale, come ad esempio ruotarsi

continuamente, sono movimenti che torneranno utili dopo la nascita, in questo

caso il ruotarsi rimanda al rotolamento per imparare a camminare. Dunque

alcuni movimenti fatti in età infantile ed in certi casi anche in età adulta, sono il

riflesso dei movimenti fetali. C’è quindi una certa continuità tra l’attività

motoria fetale e quella neonatale che è determinante, che è determinante per

lo sviluppo definitivo delle abilità motorie.

Riflesso di Grasping o di Prensione:

Riflessi – i riflessi

sono i primi movimenti che notiamo in un neonato e

vengono spesso presi in esame dai neonatologhi. In

particolare il Riflesso di Graspring o di Prensione si riferisce

alla tipica predisposizione nei neonati di stringere con le

manine il dito del genitore. Questo riflesso si attiva con la

stimolazione del palmo del bambino tramite il dito

dell’adulto. Scompare dopo i due mesi di vita e si sviluppa

in un movimento più raffinato in funzione a prendere e

tenere in mano oggetti

Riflesso di Moro: riflesso con origini molto antiche ed

evoluzionistiche, risalenti alle scimmie. Consiste

nell’estensione degli arti delle braccia e dei muscoli del

collo in risposta ad uno spavento

Riflesso di Stepping: flessione di gambe e simulazione di

passi in risposta al posizionamento dei piedi del bambino

su una superficie piana sorretto da qualcuno. Verrebbe da

pensare che il neonato sappia quindi camminare sin dalla

nascita, ma non è così perché questo riflesso funziona solo

se con un supporto, perché i muscoli non sono ancora

abbastanza forti da sorreggerlo. Questo riflesso scompare

dopo il 3 mese, secondo l’Approccio Sistematico

l’aumentare del peso del bambino rende più difficoltoso il

cammino. Verso l’anno di vita, questi vincoli non sono più

problematici ed il bambino inizia a camminare

Sensazione: l’effetto immediato provocato dagli stimoli

sensoriali che viene elaborato sottoforma di impulso

elettrico dal sistema nervoso. Processo Passivo

Percezione: interpretazione Cognitiva dello stimolo

sensoriale. Processo Attivo.

Approccio Bottom-Up o Teoria della Percezione

Diretta – Gibson: lo stimolo sensoriale è già completo di

tutta l’informazione per poterlo interpretare. Dunque i

processi cognitivi non presiedono la percezione dello

stimolo sensoriale, bensì è la ricezione dello stimolo

sensoriale a presiedere la percezione cognitiva di esso

Approccio Top-down – Piaget: per riuscire a dare un

senso agli stimoli sensoriali, si parte da processi cognitivi di

più alto livello (quindi dal cervello, alla periferia/organi di

senso)

Sviluppo Sensoriale-Percettivo: già alla nascita il

neonato possiede già una serie di abilità legate ai 5 sensi

(Es. discriminazione dei sapori, odori e dei suoni). In Età

Prescolare si manifesta il così detto Sincretismo

Infantile, ovvero l’uso dei 5 sensi in maniera rigida e poco

flessibile (Es. se viene presentato un omino con una pera

nella pancia ad un bambino di 4/5 anni, questo noterà

solamente l’omino, perché lo stimolo più grande prevale su

quello più piccolo), fanno fatica a svincolarsi dall’insieme

ed a considerare gli elementi che compongono l’insieme,

quindi hanno basse competenze analitiche. Dopo i 7 anni,

la percezione diventa Analitico-Sintetica, con lo sviluppo

delle capacità attentive e selettive.

Abilità uditive: le abilità uditive sono le basi per lo

sviluppo del linguaggio. Fino al primo anno di vita il

neonato è in grado di riconoscere ed apprendere i fonemi di

una determinata lingua più di quanto lo riesca a fare un

adulto, questo perché il neonato è in fase di adattamento

ed ha bisogno di quante più informazioni possibili per

sopravvivere

Abilità visive: le strutture visive sono quelle più immature

alla nascita, in quanto in Epoca Embrionale non vengono

mai utilizzate. In Epoca Natale, il neonato risponde a stimoli

complessi e strutturati (Es. curve, linee, quadretti), ad alto

impatto visivo (Es. luce, buio, colori molto accesi, cose

vicine, cose grandi), in movimento e sociali. Per studiare

quali sono gli stimoli che un neonato preferisce gli vengono

presentati due diversi stimoli e si verifica quale dei due

guarda di più, se però li guarda entrambi o non è in grado

di distinguerli o non ha preferenze su di essi. Secondo il

Paradigma dell’Abituazione, possiamo capire se il

neonato riesce a distinguere stimoli diversi tramite la

presentazione di un primo stimolo che viene fatto guardare

per tanto tempo e poi, quanto il tempo di fissazione

diminuisce, l’aggiunta di un secondo stimolo più o meno

simile al primo e verificare se questo cattura l’attenzione

(percepito come diverso) oppure no (non viene distinto).

Una delle preferenze innate dei neonati che sono state

rilevate sono i volti (stimolo fortemente sociale e

complesso). L’osservazione di come e cosa il bambino

guarda possono essere indicatore di una diagnosi da

disturbo o da anomalia (Es. i bambini a sviluppo tipico

tendono a guardare occhi e bocca perché elementi

fortemente sociali, mentre bambini a sviluppo atipico come

gli autistici guardano capelli o zone circostant+i alla

faccia). A partire dai 3 mesi, iniziano ad avere la percezione

della Profondità, un’abilità che permette di evitare pericoli

ad esempio legati all’altezza e quindi di sopravvivere

LEZ 7

Teoria Interazionista – Lev Vygotskij: il pensiero di un

individuo è plasmato dalle interazioni tra esso e l’ambiente.

Il bambino viene visto come un tutt’uno con l’ambiente e

mai come una mente solitaria. Il contesto e lo scambio

sociale determinano lo sviluppo dell’individuo, infatti se

isolassimo un bambino dai contesti sociali/culturali questo

non si svilupperebbe in modo adeguato. La lingua, la

cultura e le informazioni non vengono acquisite

passivamente, ma attivamente, cioè dalla continua

relazione di scambio e di conflitto costruttivo con esse. È

necessario che ci sia un tramite tra il contesto ed il

bambino (Genitore) che promuova la crescita cognitiva, la

comunità degli adulti è quindi responsabile dello sviluppo

dei bambini. Questa teoria è priva di regolarità, come

invece non è quella di Piaget, che prevede tappe universali,

questo perché non vi è regolarità nei contesti (Es. è stato

fatta una ricerca sul livello di empatia tra bambini inglesi e

bambini italiani, ed è risultato che gli inglesi sono più bravi

a capire glia altri, questo perché vivono in un contesto

culturale in cui l’istruzione è più rigorosa, dunque lo

sviluppo delle abilità non è uguale per tutti, ma cambia in

base al contesto)

Zona di Sviluppo Prossimale o Potenziale – Lev

Vygotskij: si tratta del confine tra ciò che il bambino sa

fare da solo e ciò che sa

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
55 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Appuntixola di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo 1 e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pavia o del prof Lecce Serena.