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FENOMENOLOGIA E I SIGNIFICATI
Quando spiego il fenomeno nella sua oggettività, con un dato di fatto (tedesco Erklären = spiegare). Quando devo comprendere dall'interno il senso, (tedesco Verstehen = comprendere): cogliere il senso di ciò che pensa, dice e fa. La spiegazione può essere simile, ma la comprensione è unica: ogni cosa ha un suo senso preciso. Intenzionalità è il termine chiave, l'intenzionalità degli atti umani (viene dal latino = intendere verso qualcosa di diverso). Quando Bertolini studiava i ragazzi difficili, aveva dei ragazzi che avevano compiuto reati, ma la sua domanda pedagogica: Perché hanno fatto quei gesti? Che significato hanno quei gesti? Che cosa voleva dire quel gesto? Se capisco la ragione e il significato dietro il gesto, posso aiutare la persona a cambiare comportamento, modificando non il gesto in sé ma l'intenzionalità, la sua struttura intenzionale, cioè la sua.
Percezione di sé, degli altri e del mondo. Il lavoro educativo, dice Bertolini, che agisce non sul comportamento ma sull'intenzionalità: cambiare il loro interno. Per esempio, la costituzione dice che la pena deve avere un carattere riabilitativo e educativo: che cosa possiamo modificare e aiutarlo per far si che quando esce non ripeta gli stessi errori/reati? "Bottiglia di Pernod con bicchiere" (1912, Picasso): storia di un amico che ha dato buca all'altro che ha tirato fuori una bottiglia invecchiata: dopo la buca, l'amico vede la bottiglia in modo diverso: prima la bottiglia era il simbolo della gioia, attesa, l'esperienza. È cambiato il rapporto intenzionale con la bottiglia: prima significava una cosa, dopo significava un'altra cosa: la nostalgia, l'appuntamento sfumato, la delusione. Cambia la percezione, il significato. Ronald Laing è stato uno psichiatra: parla di cosa succede in una relazione con un'altra persona.
La fenomenologia sociale studia la relazione umana (intersoggettività): "Io tivedo e tu mi vedi. Io esperimento te e tu esperimenti me. Io vedo il tuo comportamento. Tu vedi il mio comportamento. Ma io non ho nessuna possibilità di vedere, né mai vedrò la tua esperienza di me. Proprio come tu non puoi "vedere" la mia esperienza di te. La fenomenologia sociale è la scienza della mia e altrui esperienza. Essa si occupa della relazione tra la mia esperienza di te e la tua esperienza di me. Vale a dire dell'inter-esperienza. Inoltre, riguarda il tuo e il mio comportamento come io lo sperimento, e il tuo e il mio comportamento come tu lo sperimenti." I TRE PILASTRI FENOMENOLOGICI 1. Erlebnis = esperienza vissuta, come ci sente, il significato dell'esperienza, comprendere l'esperienza fatta da qualcuno. L'esperienza è sempre soggettiva, fatta con i sensi e conle emozioni.
2. Epoché = sospensione del giudizio, se so tutto non ascolto più, cioè non fare immediatamente uso delle proprie conoscenze pregresse: "abbiamo avuto tanti casi, ma questo è diverso"
3. Einfuehlung = comprensione empatica, comprendere il punto di vista dell'altro, entrare in sintonia con l'altro, mettere da parte quello che penso io ed entrare nel tuo modo di pensare e vedere: sentire dentro, immedesimarmi nell'altro.
FILM - WILL HUNTING
"Will Hunting" è un film che racconta di un ragazzo un po' ribelle, intelligente, però ha un passato difficile con un padre. Lo psicologo fa un discorso per aiutarlo: è un monologo. L'essenza del discorso: per conoscere una persona bisogna conoscere il suo vissuto, "non sai nulla" = c'è una differenza tra leggere e vivere per davvero un'esperienza, non posso sapere l'effetto che produce su di me entro
Quello spazio (elemento soggettivo, solo mio). C'è un'esperienza in prima persona che è insostituibile, nessuno può farla al tuo posto, ci dice e ci dà cose che altri tipi di esperienza non possono dare. "Io non posso pensare di conoscere la tua esperienza se non me la racconti tu" posso solo ascoltarti, se non ti racconti e non ti apri non posso accedere alla tua esperienza. In questo discorso sono presenti i tre pilastri fenomenologici: Erlebnis (l'esperienza mediata, raccontata, in terza persona); Epoché (sospendo il romanzo Oliver Twist, perché sono interessato ad ascoltare la tua esperienza); Einfuehlung (quando gli dice che deve parlare di sé, farsi conoscere). Il professionista cerca di cogliere il significato dell'esperienza, cerca di sviluppare il rapporto di fiducia con il ragazzo problematico (deve dargli fiducia, deve scommettere su di lui, assicurare che l'educando si fidi dell'educatore, la
La fiducia è il motore della crescita. L'educazione deve giocare in anticipo, deve individuare una potenzialità e crederci (profezia che si auto verrà).
EDUCATORI E PEDAGOGISTI
FILM - ASINI
Il libro tratta diverse dimensioni fondamentali della professionalità educativa: sono nove capitoli.
Partiamo dalla visione di un film "Asini": racconta di un uomo che però non ha trovato il suo posto nel mondo, ha lavorato nell'ambito sportivo, ma per i conflitti, è rimasto senza lavoro, ha una fidanzata, e alla fine gli viene chiesto di fare l'insegnante di ginnastica nel collegio. È un posto particolare: cerca il sistema scolastico, perché quando pensa alla scuola pensa a una struttura. Essenzialmente è l'insegnamento, la vita che si svolge dentro.
Il primo motivo di spaesamento è che gli manca tutta la struttura e rimane solo lui: senza la struttura deve adattarsi, deve esercitare una creatività,
tutto dipende da lui, deve costruire una relazione educativa anche in assenza di tutti gli altri supporti che non ci sono. L'assenza di queste cose, lo porta a chiedersi "ci sono io, ci sono i ragazzi, dobbiamo costruire qualcosa". Lui non è solo un professore (non ha un titolo, non ha probabilmente tutto il sapere necessario), ma è una persona che sta ancora crescendo, è uno che non sa cosa fare nella vita, e qualcuno l'ha chiamato per lavoro, e probabilmente qualcuno voleva offrirgli un'opportunità: non si smette mai di imparare. Non è un adulto in senso etimologico, ma è uno che cresce insieme agli altri, non è uno che è già arrivato a formarsi completamente, ma si sta ancora formando. Questo film si chiama "Asini" perché questo convento tiene gli asini: sono animali che non servono più a nessuno, ma in questa storia sono i ragazzi, che sono inadatti alla scuola, che nonSono intelligenti, che con la scuola hanno avuto un'esperienza fallimentare. Si propone un ambiente diverso per questi ragazzi con attività diverse da quelle tradizionali. Lui professore di questi ragazzi, in realtà è asino anche lui come loro: anche lui non è stato un alunno modello, anche con lui la scuola ha fallito. Possiamo fare riferimento anche all'opera "Lettera alla professoressa" (di Lorenzo Miniani) scrivono una lettera a una standard professoressa, "Perché la scuola è inadatta per i ragazzi e non viceversa?" La scuola è una specie di ospedale, non è in grado di assicurare a tutti la possibilità di imparare e di crescere: è una scuola selettiva che finisce per produrre disuguaglianze sociali tra alunni. L'essenza dell'educatore è la formazione professionale e quella personale in qualunque luogo di lavoro.
CAPITOLO 1 - LE PROFESSIONI EDUCATIVE E
LA FORMAZIONE PEDAGOGICA Tradizionalmente, la professione educativa era quella del docente fino a qualche anno fa: la professione educativa coincideva con la scuola, ma dagli anni Sessanta e Settanta, hanno cominciato a sviluppare delle attività extrascolastiche. Progressivamente, si sono moltiplicate le figure educative: animatori, educatori, operatori; persone che accompagnavano altre persone in un percorso di crescita, di cambiamento. Nascono i primi centri di disabilità, comunità per minori, per famiglie. Le professioni educative si ampliano non solo più nell'insegnamento, ma acquisiscono altri compiti e altri contesti al di fuori della scuola. Oggi si parla sempre del welfare generativo: per welfare si intende il benessere sociale, un insieme di servizi a favore del benessere delle persone, che aiutano a rispondere ai loro bisogni. Lo stato si assume questa responsabilità di proteggere i più fragili, preoccuparsi della vita, la salute ditutti, garantire a tutti occasioni di crescita e di sviluppo attraverso una rete di interventi e di servizi finanziati dalle tasse. Il sistema ha dei limiti: più cresce il numero dei fragili, più servono fondi. Il welfare è in grado di dare alle persone e di ricevere. Per esempio, ho bisogno di un sussidio per la fine del mese, in cambio offro alcune ore del mio tempo per ricevere. L'intervento educativo consiste nell'insegnamento: pone fine all'assistenzialismo, provoca dipendenza. L'approccio educativo li rende autonome, meno dipendenti, non più in carico dal sistema di welfare. La competenza pedagogica è diventata strategica. Il lavoro educativo è un fenomeno molto complesso e multiforme: si svolge in tante situazioni, con persone diverse. Ha creato un insieme di saperi, per comprendere meglio. La pedagogia è stata marginalizzata per l'avvento di tutte queste altre discipline. Oggi si è ripresa, cheL'interdisciplinarità va bene ma serve un punto centrale, un baricentro. Ecco perché la legge ha stabilito che l'educatore ha bisogno di un titolo: la sua formazione va in altre direzioni poi. Definisce l'educazione come disciplina attraverso alcuni aggettivi:
- Come fenomeno relazionale: suppone una relazione tra due o più soggetti, le capacità relazionali sono indispensabili nell'ambito educativo, così come tante altre capacità essenziali.
- Come fenomeno sistemico: un sistema è una somma di elementi. Un'interdipendenza di elementi, se manca un elemento, il sistema non funziona. Se modifico un elemento automaticamente il sistema viene modificato. Gli elementi agiscono l'uno con l'altro, una sorta di organismo (es. sistema circolatorio, sistema nervoso). Il sistema avviene all'interno di un preciso contesto. L'educato è posto all'interno di sistemi, personali (famiglia).
eallargati (quartiere, città). Brofenbrenner ha scritto "Ecologia dello sviluppo umano" dove si occupa proprio dell'educazione come sistema, espressione di relazioni immediate e non immediate.- come fenomeno intenzionale: inte