Belvedere (Vienna).
Luigi Lanzi dà un ordinamento al museo degli Uffizi e impone la suddivisione delle opere per
scuola ed epoca, cosicché anche i non esperti possano comprendere.
Vincolo dei fedecommesso: prevedeva che ci fosse un passaggio di beni dai genitori ai figli in modo
che il patrimonio non si disperdesse. Tale passaggio viene cancellato con la Rivoluzione francese,
per fare in modo che le opere diventassero fruibili a tutti. In Italia fu definitivamente soppresso nel
1865.
Editto del cardinale Annibale Albani: voleva evitare che le opere finissero fuori dallo stato vaticano.
Le novità introdotte riguardano infatti l’esportazione (lo stato Vaticano con la legge del Cardinale
Vacca si vieta l’esportazione dei beni fuori dallo stato vaticano); in tale editto si ha connessione
evidente tra crescita culturale e formazione di un’identità nella quale riconoscersi. Il palazzo che
ospita i musei capitolini viene edificato nel 1603 da Carlo Rainaldi.
Nascono nel 1700 le prime case d’asta che sorgono in Inghilterra Christie’s e Sotheby’s.
Joseph of Derby diventa il pittore della nuova borghesia inglese: lui immagina un’iconografia in
cui il borghese sta in piedi accanto al tavolo di lavoro, con la macchina che gli consente di lavorare.
Capisce che la borghesia deve essere rappresentata. La società inglese cambia prima delle altre
nazioni perché lì si è avuta prima la rivoluzione industriale.
Lezione 5 (21-3-24)
Lezione 6 (25-3-24)
Due tipologie di musei legati alla rivoluzione industriale: musei industriali e musei d’arte e
industria. Si tratta di due categorie diverse, ma che coesistono
Musei industriali: presenti in aree che all’inizio non hanno risentito della rivoluzione industriali (in
Inghilterra non ci sono, visto che l’Inghilterra è una delle prime che aderisce alla rivoluzione
industriale). In Italia ce ne sono alcuni a Torino; in Francia
Musei artistico-industriali: si trovano in Inghilterra, dove la rivoluzione industriale prende piede
prima che altrove. Di conseguenza l’Inghilterra che non è patria dell’arte ha bisogno di rendere
artisticamente appetibili anche gli oggetti d’uso, come vasi, sedie, posacenere, elementi di arredo.
Spesso tali musei avevano anche delle loro scuole in cui gli allievi imparavano a rendere appetibili
degli oggetti d’uso utilizzando il design di un architetto noto e poi tali oggetti potevano essere
venduti su richiesta.
Il più noto di tali musei è il Victoria and Albert museum. Tale abitudine a rendere elementi di alto
livello gli oggetti d’uso e quelli di arredo diventa prassi consolidata. Anche nel meridione abbiamo
architetti che disegnano elementi di arredo e che vengono poi portati verso ditte specializzate che li
producono. Una di tali ditte è di origine francese con sede a Palermo e si chiama Ducrot. È una ditta
di nobili che realizzava principalmente mobili, ma anche carte da parati con i disegni dell’architetto
Basile. Ad Acireale ha sede un’altra importante ditta, la ditta Sardella, che produceva mobili. Essa
copia il brevetto della ditta Thonet che aveva imparato a realizzare il regno curvato e quando tale
brevetto scade, la Sardella si cimenta nella produzione della Thonet. Essa produceva oggetti
scomponibili e che poi venivano montati in loco.
Oggi né queste ditte, né queste scuole esistono al sud. In alcuni casi le scuole erano separate dai
musei ed erano frequentate da figli della fascia operaia della popolazione. È significativo il fatto che
di queste scuole si occupasse non il ministero dell’istruzione, ma il ministero dell’agricoltura,
industria e commercio. Il ministero dell’istruzione si occupava di altre scuole, come scuole medie,
elementari e licei. Emerge che in tali scuole imparavano a diventare pittori, regolatori e in generale
imparavano le arti minori. Molti di loro venivano avviati alla lavorazione del ferro battuto. Di tali
scuole sappiamo poco perché hanno subito molti traslochi e hanno perso molto patrimonio storico-
artistico. Alcune di queste scuole esistono ancora ma hanno modificato l’ordinamento scolastico. La
scuola delle arti e dei mestieri di Catania è diventata l’industriale.
Si ha una distinzione di tali scuole tra scuole per giovani fuori dal mondo del lavoro e scuole per
operai che già lavorano. Le seconde sono scuole legate alla politica, alla massoneria e alle
associazioni mazziniane. Non a caso alcune di tali scuole diventano iperattive nel periodo delle
elezioni. Alcune di tali scuole vengono chiuse quando arriva la polizia perché diffondono libretti
contrari alle norme di sicurezza che ogni scuola dovrebbe avere.
Movimento arts and crafts: nasce in Inghilterra e serviva a tutelare l’arte in caso di produzione
industriale con alti numeri. Si cercava di badare alla qualità, nel tentativo di tutelare la qualità.
Le scuole che sopravvivono diventano Istituti d’arte e questo permette loro di continuare a vivere
seguendo il filone del campo artistico, cosicché il patrimonio all’interno venga tutelato.
Il ministro Majorana voleva che il museo artistico industriale di Roma divenisse il fulcro di tutte le
scuole di Italia e che si Realizzasse un laboratorio per la produzione di gessi che dovevano finire in
tutte le scuole italiane.
Esposizione Universale di Vienna del 1873 (insegnanti qualificati)
Esposizione Nazionale di Torino del 1884 (unico comune denominatore il Disegno; differenze dei
programmi didattici; comincia a lavorare la commissione centrale per l’insegnamento artistico
industriale)
La scuola delle arti e dei mestieri di Catania nel 1918 diventa regia scuola industriale; istituto
tecnico industriale (1933) intitolato ad Archimede (1937).
I fratelli Gherardi erano coloro che erano stati incaricati di produrre oggetti in gesso che poi
sarebbero andati in tutte le scuole d’Italia (anche a Catania)
Lezione 7 (28-3-24)
Lezione 8 (4-4-24)
Visione del docufilm “Nel nome di Antea” (l’arte ai tempi della guerra)
Ministro Bottai decide che le opere devono rimanere in Italia ma non nei musei
Urbino, palazzo ducale (fondato da Federico da Montefeltro): Pasquale Rotondi viene incaricato di
adibire il palazzo al fine di raccogliere le opere per salvarle dalla guerra. Tuttavia, il piano fallisce
perché Urbino diventa bersaglio politico
Alle donne viene affidato il compito di svuotare i musei e riporre le opere in teche per proteggerle.
Di alcune opere vennero scattate foto in bianco e nero.
La rocca di Sasso Corbaro (Svizzera) fu scelta per conservare le opere delle Marche.
Monumenti, chiese e palazzi, che non potevano essere spostati, furono coperti o con strutture lignee,
o con sacchi di alghe o sabbia
A Firenze le porte del battistero furono tolte e portate al sicuro
Nonostante questo, vi furono anche attacchi diretti ad alcuni monumenti con lo scopo di provocare
la reazione della popolazione. L’incendio della basilica di Santa Chiara a Napoli provocò la
distruzione dell’intera struttura
19 luglio 1943: viene attaccata Roma
Alcune opere (di Venezia e Milano soprattutto) furono portate presso il Palazzo dei principi a
Carpegna. Due mesi dopo dal trasporto delle opere a Carpegna, la pinacoteca di Brera venne
distrutta (quindi si fece appena in tempo a trasferire le opere)
Palma Bucarelli rese possibile il trasferimento delle opere romane a palazzo Farnese
Nel 1938 Mussolini realizza un museo e lo riempie con opere provenienti da tutto il mondo
(soprattutto dall’Italia).
Presto le SS giunsero anche a Carpegna e così Rotondi, dopo aver tolto tutti i cartellini dalle opere,
sottrae i ritratti più piccoli e li porta nella sua casa
Reggia di Capodimonte
Il giorno prima dell’armistizio del 1943 le opere sono portate presso l’Abbazia di Montecassino.
Spesso l’Abbazia si popola anche di gente che fugge dai paesi circostanti. A metà ottobre i tedeschi
portano via le opere dall’Abbazia. I beni dell’Abbazia vengono dati a Castel Sant’Angelo, ma le
opere di Napoli vennero condotte a Spoleto, in una villa occupata da un collezionista. Nel febbraio
più di 250 bombe colpiscono l’Abbazia e un’ora dopo si ha la seconda ondata di bombe.
Alla fine del 1943, l’unico posto sicuro era il Vaticano, luogo sacro e neutrale. Ci si rivolge allora a
Papa Pio XII e si cerca di creare un accordo: furono gli stessi tedeschi a portare a portare le opere
presso il Vaticano. Ma tra le casse di Spoleto che furono condotte presso il Vaticano mancavano ben
15 casse che vennero mandate a Berlino. Palma Bucarelli, invece, fece condurre alcune opere a
Castel Sant’Angelo
I ritratti di Andrea Mantegna, collocati a Padova vennero distrutti pressoché tutti e si cercò, nel
dopoguerra, di restaurarle, seppur con scarsi risultati.
Se una parte di opera è andata perduta va restaurata?
Nell’ultima estate di guerra toccò ai musei fiorentini, le cui opere non erano state portate a Castel
Sant’Angelo, ma che in tutta fretta furono condotte in alcune ville del nord (ma non fu possibile
salvare tutte quante le opere fiorentine). Alla fine, tali opere ritornarono a Firenze.
Le opere napoletane che erano state portate a Berlino, furono salvate dai “monuments men”, cioè
gli americani, che riportarono a Napoli molte di tali opere (molte invece andarono perdute)
Museo dell’arte in Ostaggio (Milano): museo in cui vi è un elenco di tutte le opere andate perdute
Lezione 9 (8-4-24)
I musei della Seconda guerra mondiale in Sicilia: il concetto di beni culturali arriva già a partire
dalla Prima guerra mondiale, in quanto esistevano i musei e dovevano essere tutelati secondo le
leggi vigenti. Inoltre, per proteggere opere all'aperto come i portali di una chiesa venivano messe
delle protezioni in metallo/legno con sacchetti di sabbia in modo da danneggiare minormente le
opere. Inoltre, il periodo della Seconda guerra mondiale fu una fase di aggiornamento per quanto
riguarda il valore etico dei beni culturali, l'Italia è relativamente giovane a partire dall'unità d'Italia.
Per la tutela italiana dei beni culturali ci sono leggi originariamente: editto pacca, legge nasi, legge
rava-rosadi (questa legge fu la più organica delle 3), dopo queste nel 1923 ci fu la legge bottai
(1089 sulla tutela delle cose d'interesse artistico o storico, 1497 sulla protezione delle bellezze
naturali). I soprintendenti sono figure molto importanti per controllare e dirigere i vari musei.
Inoltre, c'è la protezione preventiva del patrimonio quando il ministero si prepara alla Prima guerra
mondiale, dove si individuano i ricoveri delle opere per proteggerle in caso di guerra tramite le
forze d'intervento. Per Messina un esempio è il museo nazionale di Messina, per la messa in
protezione del patrimonio ci sono dei punti di ricover