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LA CONCORRENZA PERFETTA

In economia tradizionalmente si assume che l’obiettivo principale dell’impresa sia la

massimizzazione del profitto: il profitto, chiamato “profitto contabile” è la differenza tra i ricavi

totali e i costi sostenuti esplicitamente (es. Costo del lavoro).

Il profitto è anche definito come economico cioè come la differenza tra i ricavi totali e i costi sostenuti

esplicitamente e implicitamente (costi opportunità - es. costo del capitale).

Molti economisti si chiedono se davvero l’obiettivo principale dell’impresa sia quello di

massimizzare il profitto, oppure dei ricavi, vendite totali oppure di semplicemente sopravvivere.

Si tende a pensare che l’obiettivo dell’impresa sia quello di massimizzare i profitti perché:

• Il mercato è un ambiente competitivo, perciò questo porta l’impresa a cercare di ottenere il

maggior profitto possibile per sopravvivere;

• Il profitto serve a pagare i dirigenti e quindi è un incentivo a lavorare;

LE 4 IPOTESI BASE: LE 4 CONDIZIONI DELLA CONCORRENZA PERFETTA

1. Le imprese producono un bene “indifferenziato” o “omogeneo”: bene che presenta molto

sostituti all’interno del mercato;

2. Le imprese sono “price takers”, nel prendere le loro decisioni come dato il prezzo del

prodotto: l’impresa non ha un potere decisionale sul prezzo del prodotto che si vende, perciò

non fa variare il prezzo della sua produzione;

3. I fattori produttivi sono perfettamente mobili nel lungo periodo: le imprese possono trasferire

la propria attività produttiva dove il lavoro è meno caro (nel caso del lavoro, è un esempio);

4. Le imprese e i consumatori dispongono di informazioni perfetti: vi è una perfetta conoscenza

del mercato sia da parte della domanda che dell’offerta (entrambi hanno le stesse

informazioni);

BENI INDIFFERENZIATI

I beni indifferenziati sono beni altamente sostituibili difficili da trovare nella realtà e soprattutto

individuati nei prodotti agricoli. In concorrenza perfetta il bene venduto da una impresa è il sostituto

perfetto dei beni venduti da tutte le altre imprese.

PRICE TAKERS

Il mercato in concorrenza perfetta si caratterizza dalla presenza di molti consumatori: se dal lato

della domanda si caratterizza da un gran numero di compratori, anche il lato dell’offerta è

caratterizzato da molti venditori.

Le caratteristiche della curva di offerta andranno a determinare che tipo di mercato si studia: nel

caso del mercato in concorrenza perfetta si parla di mercato caratterizzato da un grande numero di

venditori.

ESEMPIO DI MERCATO IN CONCORRENZA PERFETTA

− Facilità di ingresso: qualsiasi donna che voglia intraprendere l’attività deve investire una

cifra molto basse in dispositivi di telefonia wireless;

− Prodotto standardizzato: la tariffa telefonica può essere venduta da qualsiasi venditrici (bene

omogeneo);

− Elevato numero di microimprese: capillare a livello locale e quindi dalla parte dell’offerta ci

sono molte donne che realizzano questo lavoro;

− Il prezzo è dato: le donne wireless non hanno decisione finale sul prezzo della tariffa

telefonica;

MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO NEL BREVE PERIODO

L'obiettivo dell’impresa è quello di massimizzare il profitto economico: si consente di determinare la

quantità di output offerto dall’impresa tale da rendere massima la differenza tra ricavi totali e costi

totali (considerando costi espliciti ed impliciti).

In termini grafici bisogna individuare la curva di costo totale (TC) e la curva di ricavo totale (TR):

quando la distanza tra le due curve è massima allora si soddisfa l’obiettivo di massimizzazione del

profitto dell’impresa.

Il ricavo totale varia in misura direttamente proporzionale al variare della quantità offerta

dall’impresa.

Per valori di Q compresi tra 0 e 4,7 i costi sono più alti rispetto ai ricavi; per valori di Q compresi tra

4,7 e 8,7 i ricavi totali sono maggiori rispetto ai costi totali, poiché la curva di ricavi totali sta al di

sopra della curva di costi totali. In questo intervallo vi sono profitti positivi.

Per valori di Q superiori a 8,7 i costi totali si trova al di sopra della curva di ricavi totali, quindi di

nuovo profitti negativi.

Il secondo grafico esplicita l’andamento del profitto al variare della quantità Q. In corrispondenza di

4,7 e 8,7 il profitto è nullo (ricavi e costi si uguagliano). Quando Q = 0 il profitto è negativo e pari al

costo fisso. In corrispondenza Q = 7,4 la distanza tra ricavo totale e costo totale è massima perciò

l’impresa ha raggiunto la massimizzazione del profitto.

Nell’esempio quindi quando l’impresa non produce nulla l’impresa sostiene comunque dei costi (i

costi fissi) e inoltre sappiamo che il prezzo del prodotto è uguale alla pendenza della curva di ricavo

totale è pari al ricavo marginale.

LA SCELTA DI Q PER LA MASSIMIZZAZIONE DEL PROFITTO

Quando è massima la distanza tra le curve di RT e TC, il profitto diviene massimo si ottiene nel punto

in cui le rette tangenti sono parallele.

La pendenza della retta del ricavo totale rappresenta il Ricavo Marginale (MR); la pendenza della

curva del costo totale rappresenta il Costo Marginale (MC).

Quindi il punto di massimo profitto definisce la relazione tra prezzo del prodotto e ricavo marginale

nel breve periodo.

In termini economici il ricavo marginale misura la variazione del ricavo totale quando varia di una

unità la quantità venduta (è una sorta di beneficio marginale, cioè il beneficio che l'impresa ottiene

dalla vendita di un’unità in più di un determinato bene).

Per l’impresa concorrenziale il ricavo marginale è uguale al prezzo di mercato.

Quando il prezzo viene definito in un’impresa che opera in un mercato di concorrenza perfetta,

l’impresa è chiamata price-taker, cioè che l’impresa considera il prezzo come dato e potrebbe

vendere in corrispondenza di quel determinato bene una qualsiasi quantità senza che con le proprie

decisioni si vada ad intaccare il prezzo del mercato stesso.

La massimizzazione del profitto in concorrenza perfetta impone l’eguaglianza tra ill prezzo di

mercato e il costo marginale:

Quando il prezzo è uguale al costo marginale, si verifica in corrispondenza di un particolare livello

di Q che si trovi lungo il tratto crescente della curva del costo marginale e al di sopra del punto di

minimo della curva di costo medio variabile (AVC): qualsiasi altro livello di produzione, minore o

maggiore, risulta non ottimale ai fini della massimizzazione del profitto.

In corrispondenza di Q=7,4 la retta del prezzo interseca la curva di costo marginale nella sua parte

crescente e al di sopra del punto di minimo della curva di costo medio variabile.

Nel caso di Q2 dovremmo diminuire la quantità prodotta poiché abbiamo un costo marginale più

alto rispetto al prezzo; se ci trovassimo nel caso di Q1 invece converrebbe aumentare la quantità di

output prodotto.

CURVA DI OFFERTA DI BREVE PERIODO PER LA SINGOLA IMPRESA

Oltre all’eguaglianza tra il prezzo di mercato e il costo marginale l’impresa deve anche rispettare

una seconda condizione, cioè il prezzo deve superiore rispetto al livello minimo dei costi medi

variabili e in corrispondenza del tratto crescente della curva di costo marginale.

Queste condizioni sono importanti perché insieme definiscono la curva di offerta di breve periodo

I tratti in rosso rappresentano la curva di offerta di breve periodo per l’impresa tenuta in

considerazione: quando Q=0 evidenziamo la retta verticale, successivamente coincide con il tratto

crescente della curva di costo marginale.

Se il prezzo di mercato è inferiore al punto di minimo della curva di costo medio variabile

(nell’esempio P < 12), allora quell’impresa nel breve periodo converrebbe non produrre affatto

perché non si sarebbe in grado di coprire nemmeno i costi variabili sostenuti per la produzione o i

costi fissi, quindi ci troviamo nel tratto verticale della curva di offerta dell’impresa di breve periodo;

se invece il prezzo è superiore a 12, allora quella impresa produrrà.

Se il prezzo fosse pari a 20, allora l’impresa produce una quantità pari a 7,8 e quindi ottiene anche un

profitto positivo; se invece si fissasse un prezzo compreso tra i punti A e B, l’impresa produce ma con

profitti negativi perché per P=14 non è in grado di coprire interamente i costi di produzione.

Quando il prezzo fissato dal mercato ricade nel tratto AB, cioè tra il punto di minimo della curva ATC

e il punto di minimo della curva AVC allora l’impresa produce con profitti negativi.

Nel breve periodo, quindi, coprire i costi medi non significa necessariamente coprire i costi fissi; in

definitiva la curva di offerta dell’impresa di breve periodo nel mercato in concorrenza perfetta è

ottenuta come:

• P = MC nel tratto crescente della curva del costo marginale

• P maggiore del punto di minimo ella curva del costo medio variabile

• La curva di offerta di breve periodo mostra la relazione tra output prodotto per ogni livello

di prezzo

Ad ogni dato prezzo, la curva di offerta di mercato di breve periodo è pari alla somma delle

quantità offerte da tutte le imprese operanti sul mercato a quel prezzo.

CURVA DI OFFERTA AGGREGATA

Il procedimento di realizzazione è analogo alla curva di domanda del consumatore: la curva di

offerta di mercato è uguale alla somma orizzontale delle curve di offerta individuali di ciascuna

impresa. Bisogna perciò, fissare il prezzo e si sommano le quantità che ogni impresa desidera offrire

a quel prezzo.

EQUILIBRIO DI MERCATO DI BREVE PERIODO IN CONCORRENZA PERFETTA

L’equilibrio di mercato di concorrenza perfetta di breve periodo si realizza quando la quantità

domandata eguaglia la quantità offerta: dall’intersezione delle curve di domanda e di offerta

scaturisce perciò il prezzo di mercato.

Per la singola impresa tale prezzo determina la curva di domanda (perfettamente orizzontale) alla

quale fare riferimento, mentre la curva di domanda per il mercato è decrescente (inclinazione

negativa) come di consueto.

Area rettangolare della singola impresa (intero grafico non solo parte blu) rappresenta l’andamento

totale del ricavo (da cui ricaviamo 1.600) mentre il costo totale si determina come l’area del

rettangolo bianco (960 euro). Calcoliamo sia il ricavo che il costo totale come base x altezza dei

rettangoli e troviamo così il profitto come l’area azzurra (differenza tra area grande e quello

bianco.

Calcolo il ricavo tota

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
75 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher jackediamante di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Microeconomia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Parma o del prof Landini Fabio.