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E CRESCE IN MODO DEFORME); DALLE FASE INIZIALE OVVERO DALLA FASE
EMBRONIARIA, INCONGRUENZA ARTICOLARE, USURA E QUINDI ARTROSI.
DALL'EPIDEMIOLOGIA NON E' FREQUENTE MA E' GIA' PRESENTE ALLA NASCITA PERCHE'
SE SI SVILUPPA NELLA FASE EMBRIONARIA IL DANNO E' PRESENTA ALLA NASCITA.
E' PRESENTE NELLE FEMMINE IN PERCENTUALE MAGGIORE
PUO' ESSERE SIMMETRICA, ASSOCIATA AD ALTRE DEFORMITA', DAL PUNTO DI VISTA
TERRITORIALE E' PIU' PRESENTA NELLA RAZZA BIANCA CON MAGGIOR FREQ RISPETTO
AD ALTRE OPPURE A PATOLOGIE CONGENITE.
Eziologia
La displasia dell'anca è causata da un'interazione tra predisposizione genetica e fattori ambientali.
Predisposizione Genetica
a displasia dell'anca è da considerarsi una malattia ereditaria a carattere poligenico. La probabilità
che un neonato sia portatore di displasia dell'anca è pari a:
• 6% se i genitori sono normali e vi è un fratello colpito;
• 12% se vi è un genitore colpito, ma nessun precedente fratello;
• 36% se vi sono un genitore e un precedente fratello colpiti.
Patogenesi
Esistono due teorie maggiormente accreditate in letteratura: la teoria della displasia acetabolare e
la teoria della lassità capsulo-legamentosa.[3]
• Teoria della displasia acetabolare
La testa del femore, deformando la cavità acetabolare per via della ridotta resistenza della sua
cartilagine, perde i normali rapporti anatomici e si disloca.
• Teoria della lassità capsulo-legamentosa
La lassità dei mezzi di fissità favorisce la dislocazione della testa del femore.
Anatomia patologica
La displasia dell'anca è classificata in base ai rapporti che la testa del femore contrae con
l'acetabolo e alle alterazioni graduali indotte dalla perdita dei normali rapporti anatomici.
Classificazione di Dunn
• Stadio 1: Displasia o Anca instabile (caratterizzata da un acetabolo ovalizzato)
• Stadio 2: Sublussazione
• Stadio 3: Lussazione Franca
• Stadio 4: Lussazione con formazione di neucotile (o neoacetabolo)
Il 98% dei neonati affetti mostra una lesione di stadio 1
Clinica
La clinica della displasia dell'anca cambia a seconda dell'età del paziente. L'esame obiettivo e
l'anamnesi sono utili per indurre un primo sospetto.
Segni e sintomi
I segni e sintomi della displasia dell'anca sono variabili a seconda del grado di Dunn e dell'età del
paziente.
Esami strumentali
L'ecografia delle anche e la radiografia del bacino sono gli esami strumentali che aiutano a porre la
diagnosi di displasia dell'anca.
Ecografia delle anche: Consente di fare diagnosi precoce. Il periodo migliore per eseguire
l'ecografia è dal secondo al terzo mese di vita
Radiografia del bacino: La radiografia del bacino consente di fare diagnosi tardiva di displasia
dell'anca durante l'epoca precedente alla deambulazione ma non in epoca neonatale.
Terapia
Il trattamento della displasia dell'anca è strettamente dipendente dal grado di gravità della
patologia. L'esito è tanto favorevole quanto più la terapia è precoce.
Trattamento della displasia: L'applicazione di un tutore ortopedico che mantenga l'anca abdotta
per pochi mesi è la strategia più usata per garantire il corretto sviluppo dell'articolazione.
Trattamento della sublussazione e della lussazione: Per una risoluzione del quadro è necessario,
come primo intervento, ricostituire i normali rapporti anatomici, abbassando la testa femorale e
successivamente ottenendo la riduzione della testa femorale all'interno dell'acetabolo. In caso di
lussazione "alta" della testa del femore, l'approccio più usato per ottenere l'abbassamento della
testa femorale è la trazione a cerotto,previo ancoraggio del paziente al letto mediante gessatura di
entrambi gli arti inferiori: la trazione è ottenuta in modo graduale e monitorata attraverso controlli
radiografici.
Una volta ottenuto l'abbassamento si passa alla riduzione della testa femorale: se non ci sono
strutture anatomiche che ostacolano la riduzione si procede, previo manovra ortopedica di
riduzione incruenta, all'applicazione di un apparecchio gessato che mantenga l'anca flessa a 100°
e abdotta di circa 65°. La durata del trattamento non è standard, ma dipende dalla risposta del
paziente. Il trattamento andrà verificato mediante esecuzione di esame radiografico; Dopo si passa
all'applicazione di un tutore per altri 2-3 mesi.
GINOCCHIO: ANATOMIA FUNZIONALE: Il ginocchio è una grande articolazione
dell'arto inferiore. L’anatomia del ginocchio è formata da: Femore - è l'osso della gamba,
situato nella coscia, che costituisce anche parte dell'anca e del ginocchio. È l'osso più lungo,
voluminoso e resistente del corpo;Tibia - è un osso voluminoso posto nella parte inferiore
della gamba. Il femore si poggia su di essa;Perone (O FIBULA) - è un osso lungo e sottile
della gamba, situato parallelamente e lateralmente alla tibia, con cui si articola alle estremità
superiore e inferiore. Serve da punto di collegamento per i muscoli ed il legamento
è l’osso sesamoide più grosso(le ossa sesamoidi
collaterale laterale; Rotula o patella -
servono per ottimizzare il braccio di leva del tendine del muscolo che le ingloba in qualsiasi
situazione, migliorando la trazione tendinea);è situata nella parte anteriore dell’articolazione
del ginocchio, davanti al femore e alla tibia. Quando il ginocchio si muove, la rotula scivola
all'interno di una scanalatura. E’ formato da due articolazioni-> L’ARTICOLAZIONE
FEMORO-TIBIALE condiloartrosi [SUPERFICI CONCAVO CONVESSE.Fa parte
:
dell’articolazione diartrosi, e le superfici articolari hanno forma di ellisoide cavo (cavità
glenoidea)e pieno(condilo). Sporgenza ossea di forma rotondeggiante o elissoidale
appartenente ad un’articolazione e la cui funzione è di permettere i movimenti dell’osso con
cui si articola]. Fra condili e il piatto tibiale (intende la parte prossimale della tibia ovvero
quella più vicina al ginocchio) si trovano i menischi, due speciali cuscinetti cartilaginei, uno
a forma di mezza luna o di C, (menisco mediale o interno) e una a forma di cerchio quasi
completo (menisco laterale o esterno). I menischi,sono formati da cartilagine fibrosa che
ammortizza la pressione che subisce l’articolazione; aumentano la congruenza tra i condili
femorali (convessi) e i piatti tibiali (sostanzialmente piani), distribuendo così il carico in modo
uniforme su tutta la superficie articolare; partecipano alla stabilità del ginocchio in modo
sinergico con il legamenti; migliorano la distribuzione del liquido sinoviale sulla cartilagine
articolare in modo da rendere più fluido il movimento perché diminuisce l’attrito. I menischi
sono fissati ai piatti tibiali (o cavità glenoidea) attraverso punti fissi chiamati corni (posteriore
e anteriore). I menischi presentanoOltre ai menischi, per diminuire l’attrito tra i capi articolari
delle due ossa, vi sono: la cartilagine riveste i capi articolari e svolge un ruolo fondamentale
di cuscinetto ammortizzatore evitando l’attrito diretto tra le ossa. La cartilagine si può
deformare, comprimere ed estendere;il liquido sinoviale è un lubrificante sprigionato dalla
delimita la cavità articolare, riveste l’intera capsula
membrana sinoviale. Tale membrana
articolare, le porzioni ossee entro la cavità e termina lungo il contorno delle cartilagini.
L’ARTICOLAZIONE FEMORO-ROTULEA unisce il femore e la rotula e si trova nella parte
->
anteriore del ginocchio. Durante i movimenti di flessione e di estensione la rotula “scorre”
presente sulla superficie del femore. Quest’articolazione, rispetto alle altre del corpo
troclea
umano, è instabile e sostenuta da muscoli e tendini.Ci sono 4 compartimenti:
DALL’APPARATO ESTENSORE COSTITUITO DA MUSCOLO
ANTERIORE(FORMATO
QUADRICIPITE,ROTULA,TENDINE ROTULEO); POSTERIORE(CAPSULA,LOGGIA
POPLITEA DELIMITATA SUPERIORMENTE DAI MUSCOLI FLESSORI OVVERO IL
SARTORIO,BICIPITE FEMORALE,SEMITENDINOSO,SEMIMEMBRANOSO,TIBIALE
ANTERIORE,ED INFERIORMENTE DAI DUE CAPI DEL MUSCOLO GASTROCNEMIO
NOTO ANCHE COME GEMELLI); LATERALE(LEGAMENTO COLLATERALE
LATERALE,TENDINE BICIPITE FEMORALE,TENDINE DEL MUSCOLO
POPLITEO,LEGAMENTO POPLITEO ARCUATO);MEDIALE(TENDINE DELLA ZAMPA
D’OCA TENDINE COMUNE DEL MUSCOLO SARTORIO, SEMITENDINOSO E IL
GRACILE,LEGAMENTI MENISCO FEMORALI,LEGAMENTO COLLATERALE
MEDIALE,LEGAMENTO POPLITEO OBLIQUO).
parte dell’articolazione femoro-tibiale):
I legamenti del ginocchio sono(fanno I due
legamenti crociati che si trovano tra tibia e femore permettono i movimenti di flessione e di
Questi legamenti si incrociano al centro dell’articolazione ed ognuno ha una
estensione.
particolare funzione di sostegno:
legamento crociato anteriore (è lungo 3,3cm/bu chiedi a qualcuno) livello della tibia si
inserisce anteriormente alla spina tibiale e termina sulla faccia mediale del condilo
esterno,non è molto vascolarizzato ed è definito fragile perché è soggetto a lesione più
frequentemente del LCP.Ha un ruolo fondamentale nel mantenere la stabilità
dell’articolazione, limita la rotazione interna e l’iperestensione, inoltre durante la flessione
riduce lo spostamento in avanti della tibia rispetto ai condili femorali.
Legamento crociato posteriore origina nella rientranza intercondiloidea tibiale e si
inserisce sul condilo mediale del femore nella parte interna, è ben irrorato ed è molto più
robusto del LCA, è fondamentale nel controllo della rotazione e durante l’estensione riduce
lo spostamento posteriore della tibia rispetto ai condili femorali.I legamenti crociati sono a
forma di “X”, incrociati su tutte le tre dimensioni dello spazio. Vi sono due fasci :1-quello
antero-laterale più grosso e resistente ed teso in flessione formato dai legamenti menisco
femorali anteriori di Humphrey;2-postero-mediale più piccolo e teso in estensione formato
dal legomaneto menisco femorale di Wrisberg .
I due legamenti collaterali, mediale e laterale, bloccano i movimenti di inclinazione laterale
della tibia sul ginocchio. Le estremità dei due legamenti raggiungono la massima tensione
a ginocchio esteso, mentre con l’articolazione in flessione la tensione si riduce.
Il legamento collaterale mediale origina dalla faccia esterna del condilo mediale e si
interna della tibia,è più sottile del LCL ed ha la forma di una striscia
inserisce sull’area
elastica. Si trova all&rsquo