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Il coyote e il trickster nelle storie dei nativi americani

Pettazzoni fa riferimento ad una civiltà di nativi americani di lingua del gruppo linguistico caddo in cui si narrano storie che hanno come protagonista un coyote. Un personaggio mitico sfida il coyote a chi racconta più storie ed è presente questa competizione di storie, ma a un certo punto ci si rende conto che il coyote è un personaggio ingannatore e ha dei tratti del trickster ( = ingannatore). Paul Radin, grande studioso della figura del trickster, sostiene che esista un po' universalmente. Ritroveremo la figura del trickster anche in racconti greci di Ermes che ruba i buoi ad Apollo (in qualche modo il trickster contribuisce all'origine e alla creazione del mondo)! La creazione del mondo è stata molto condizionata da questo personaggio trickster. Solitamente, il vincitore della competizione è il coyote, perché conosce più storie. In quanto trickster, è ingannatore e racconta storie false (mentre le storie vere sono poche, le storie false sono...).infinite)

Pettazzoni nota dunque che esistono storie vere e storie false, cosa le differenzia? Le storie di lingua caddo si possono narrare solo in determinati momenti, non di notte, le può raccontare solo una certa categoria di persone, in certi giorni; non sono storie che si possono raccontare in ogni momento e ci sono delle punizioni per chi le racconta nei momenti sbagliati. Le storie vere sono quindi le storie che raccontano le origini della civiltà > riferimento esplicito a Malinowski che aveva definito i miti come carte fondanti della civiltà! Questi racconti mitici coincidono con i racconti fondativi. Quando un mito è vero? Esso è vero quando, all'interno di una società, si crede che sia il racconto fondatore, è vero quando è creduto, quando la società ci crede. Al contrario (idea della fenomenologia), il mito in quanto espressione del sacro ci può dire qualcosa al di là della società in cui ci troviamo. La favola quando il mito perde di credibilità, non

È più un mito, perde il suo valore di verità e, secondo la sua definizione, non è neanche più un mito, ma diventa una favola. Per la questione della verità del mito si risponde in questo modo. Quando Pettazzoni va in pensione il concorso per la sua sostituzione è stato vinto da tre professori che rappresentano uno sviluppo di queste sue tematiche storiciste: Angelo Brelich, Ernesto De Martino e Ugo Bianchi. Tutti e tre sono stati discepoli di Pettazzoni, ma nessuno dei tre accettò la proposta metodologica da lui proposta, ovvero quella dell'associazione tra fenomenologia e storicismo. Ritengono che la storia delle religioni possa realizzarsi sotto un'ottica esclusivamente storica, senza il bisogno di ricorrere alla fenomenologia, ma propongono tre teorie diverse tra di loro. Brelich riprende il punto di vista di Croce: non si può paragonare un rituale cristiano con un rituale pagano e non si può neanche comparare un rituale di confessione del medioevo cristiano.

Con un rituale di confessione del mondo moderno nella storia ogni fatto è differente dall'altro, poiché la storia ha a che fare con fatti che sono individuali e non paragonabili - paragonandoli togliamo la loro specificità e li rendiamo tutti uguali (questo era quello che facevano i fenomenologi)! È sbagliato astrarre troppo la questione senza considerare i fatti storici comparativismo differenziale (o differenziante) Brelich introduce questo concetto e dice che la comparazione non serve per trovare somiglianze tra i fatti religiosi delle diverse culture, ma per trovare le differenze. La comparazione non è inutile, ma lo strumento cardine della storia - noi possiamo capire le peculiarità del sacrificio romano se lo paragoniamo con il sacrificio greco. Se non usiamo la comparazione, le peculiarità culturali ci sfuggono. Capiamo che la mela è diversa dalla pera quando effettuiamo una comparazione, ma allo stesso tempo sappiamo che entrambe fanno parte di.

un'unica classe, quella della frutta bisogna classificare in un contesto di somiglianze, (sia il sacrificio greco che quello romano, pur essendo così diversi, sono entrambi sacrifici, quindi paragonabili) problema delle somiglianze il comparativismo differenziale non elimina però il problema delle somiglianze e quella risposta di Brelich vuole rimanere all'interno del dato puramente storico le somiglianze secondo lui si spiegano perché sono prodotti degli archetipi, ma ciò significa uscire dalla storia, anche se Brelich vuole rimanere all'interno di essa criterio di diffusione Brelich sostiene che l'umanità sia nata tutta in un'unica parte del mondo in una certa data, quindi all'inizio dell'umanità era presente un unico gruppo umano, da cui sono poi creati tutti gli altri gruppi che a loro volta colonizzano altri territori, che sviluppano culture diverse e avvengono degli scambi tra differenti popoli secondo lui, le iniziazioni

derivano da quel primo gruppo umano da cui gli altri si sono staccati. Tutto parte da una cultura, e tutto quello che cambia si differenzia. Il concetto di religione è un altro concetto a cui Brelich si riferisce. Il suo problema di partenza è quello di non voler dare una definizione universale di religione, per non rischiare di cadere in una prospettiva etnocentrica. Per individuare qualcosa che corrisponda alla nostra religione in altri contesti culturali, Brelich pensa a una civiltà della Nuova Guinea e ad alcuni uomini che stanno costruendo un'imbarcazione. Una serie di azioni compiute per costruire la barca è costituita da azioni che si spiegano sulla base di esigenze tecniche/utilitaristiche (ad esempio si utilizza una riforma allungata che le permetta di navigare). Altre azioni, però, come ad esempio il fatto che la barca presenti varie decorazioni di coccodrilli, non sono spiegabili sulla base della tecnica o dell'utile.

Perché lo fanno? La motivazione in questo caso si basa sull'estetica, ma allora ci si domanda anche perché non facciano disegni più belli dei coccodrilli. Può essere riconosciuto qualcosa di potenzialmente religioso > considerando la cultura di questi aborigeni in modo più ampio, Brelich nota che hanno sei racconti, che noi chiamiamo miti, che hanno a che fare con dei coccodrilli. Il fatto di rappresentare coccodrilli quindi non è una pura casualità, ma rientra in una catena di significati religiosi o mitologici > bisogna individuare il religioso nel residuale, in qualcosa da cui abbiamo sottratto ogni altra spiegazione. Il religioso ha un ordine diverso rispetto a quello dell'utile, dell'economico e Brelich si pone il problema di capire a cosa serve il religioso. A cosa serve il religioso? La sua risposta non parte dalla definizione di religione in quanto tale, come aveva fatto Durkheim, per Brelich è importante capire cos'è il.

religiosa e a cosa serve e perché farlo fa riferimento a tre concetti chiave: essere sovrumano, rito e mito. Essere sovrumano: Brelich non usa l'espressione "dei" e nemmeno "esseri soprannaturali", perché entrambi presuppongono una natura diversa, mentre la funzione degli esseri sovrumani è diversa. Prende come esempio il signore degli animali nelle civiltà di caccia. Secondo lui, il signore degli animali serve ai cacciatori come un interlocutore con cui poter negoziare. Infatti, per poter cacciare, i cacciatori devono esplorare territori sconosciuti, pericolosi e incontrollabili e per poter vincere questo problema danno a questi territori un volto. Nel momento in cui la foresta non è qualcosa di completamente altro dal nostro mondo sociale, noi possiamo ad esempio compiere un sacrificio in nome di questo volto. Il signore degli animali dà un volto all'incontrollabile, che è il mondo selvaggio, la realtà.

altra in cui dobbiamo inserirci per viverec’è dunque la volontà di avere qualcuno con cui negoziare e intrattenere relazioniche altrimenti sarebbero inumane > volontà di controllare una parte del cosmoil ritoegli esplora soprattutto i rituali di passaggio, considerando ad esempio un rituale dipassaggio adolescenziale, è una cosa che subiamo, è una circostanza biologicache non controllabilec’è però bisogno di un controllo > la società dunnque, non controlla la pubertà macontrolla il rito di passaggio che conduce alla pubertàla religione serve a dare un controllo umano e culturale a qualche cosa chesfuggirebbe sennò a questo controlloil mitoesso non serve per spiegare, poiché questo termine è legato a un discorso di tiporazionale > esso non spiega, ma fonda ciò che c’è di importante in una societàconferisce un senso a qualcosa di incontrollato (es. la morte)➔! tramite la religione inseriamo tali racconti in

Un orizzonte di senso e di fonazione 63Dario Sabbatucciegli è stato un allievo di Brelich che ha portato avanti le sue idee insieme a quelle di Pettazzoni, radicalizzando queste idee di cui abbiamo appena parlato.

Nella vanificazione dell'oggetto religioso, nello studio delle religioni l'unico approccio possibile è quello storico, che porta a contestualizzare tutto in maniera razionale, allora bisogna contestualizzare anche il concetto di religione. Bisogna capire cos'è religioso e cosa no e tale distinzione è un prodotto culturale particolare.

È nell'antica Roma che si pone l'opposizione tra civico e religioso, secondo lui infatti, la dinamica culturale che ha portato a questa distinzione è tipicamente romana, dato che Roma è la culla del diritto, la gestione giuridica dello stato romano assume una sua autonomia rispetto al religioso.

Il concetto di religione è dunque un concetto molto nostro, che non può essere applicato alle altre.

Culturea Sabbatucci interessa molto affermare il metodo comparativo, sviluppando il concetto di comparazione differenziale e sostenendo che una volta che non c'è più la religione, perché è stata vanificata, l'unico strumento cardine sarà una comparazione e dovrebbe essere così per tutte le discipline storiche.

Sabbatucci rifiuta anche il concetto di dema e critica anche il concetto del trickster, in quanto questa natura del trickster come essere trasgressivo è in realtà propria di tutti gli esseri che si muovono all'interno di un cosmo in trasformazione e siamo in un tempo in cui l'universo non esiste ancora come lo conosciamo oggi, non ha nulla di definitivo, è parzialmente caotico. All'interno di questo mondo primordiale mitico si muovono delle figure che hanno dei tratti più o meno forti di trasgressività. Tutti i personaggi che si muovono in questo tempo per lui presentano questi tratti, come ad esempio gli eroi che hanno sempre d

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A.A. 2022-2023
77 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/01 Psicologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher n0emii di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia della comunicazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Spineto Natale.