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SECONDO PERCORSO: FUNZIONI DEL LINGUAGGIO
Stretto collegamentp tra lo sviluppo del linguaggio e esigenze o bisogni delle utenze,
nel momento in cui portiamo l’attenzione sulle funzioni del linguaggio, teniamo
presente questo aspetto secondo cui poi si sono sviluppati linguaggi diversi per
soddisfare usi eo bisogni diversi:
informativo: categoria di genere rispetto a una serei di specificazioni come
descrittivo, comunicativo, esplicativo; siamo nella stessa famiglia tutte
ricondotte sotto lo stesso nome. L’uso del linguaggio finalizzzato ad arricchire il
nortro patrimonio di conoscenze; siamo nell’ambito del conoscitivo.
Espressivo: vanno gli usi di liguaggio che non hanno la finalità di conoscenza
ma soddisfano altre esigenze come quelle in cui si vuole andare ad esprimere
emozioni, espressione dei sentimenti e quell’ambito in cui l’articolazione
aumenta notevolmete e si arriva alla costruzione dei linguaggi di tipo artistico
Operativo/performativo: ce ne occuperemo perchè questa funzione è stata
chiamata in causa in certe categorie di norme che ne offrono interessanti
esemplificazioni, l’etichetta usata sarà norme o regole costitutive. Si tratta di un
tipo di linguaggio tale per cui il solo pronunciare determinate parole porta ad
esistenza di qualche effetto nella realtà (il varo della nave, ti battezzò il solo
pronunciare queste parole vede la trasformazione di un’acquisizione di una
nomina come cattolico)
Prescrittivo: ci sono delle sottoclassificazioni come direttivo, normativo e
regolativo e hanno la funzione di soddisfare l’esigenza di indirizzare la condotta
di altri soggetti. Con l’intento di far fare.
Di queste funzioni, quelle su cui porteremo l’atenzione saranno la prima e la quarta
alle quali ci rapporteremo tenendo la denominazione di descrittivo e di prescrittivo.
Linguaggio descrittivo: è stato quello fatto oggetto di attenzione per primo in quelli
studi di filosofia del linguaggio del novecento ed è stato così perchè un’esigenza
avvertita in questi pensatori che recepivano la concezione metodologica del pensiero
moderno sul piano critico, l’esigenza fondamentale fu quella di tracciare una linea di
demarcazione molto precisa tra gli usi dei linguaggi che si potevano ritenere affidabili
e linguaggi che non potevano essere considerati tali. Questo approccio critico si
pervenne già dopo la rivoluzione scientifica e ci si rivolge al linguaggio descrittivo
perchè si ritiene di rivedere degli utili perchè di questo linguaggio si potesse accertare
la verità o la falsità mediante controlli empirici o logici. Si arriva a delimitare l’ambito
della significanza a enunciati sostanzialmente di due tipi: enunciati qualificati come
empiricamente veri ( possono essere messi in corrispondenza con i fatti del mondo
cioè rispetto a cui possiamo acdertare la verità esercitando un confronto con
l’esperienza), e quelli enunciati verità logica (enunciati predicabili di enunciati
correttamente prodotti, rispettando regole logiche di formazione e trasformazione, il
confronto non è offerto dall’esperienza ma dalle regole logiche di base che ha ccome
principio di base il principio di non contraddizione come ad esempio tutti gli scapoli
sono non sposati che è un enunciato qualificabile come vero, per dire questo non
abbiamo biosgno di fare delle ricerche empiriche tra la popolaizone ma basta
ragionare sui significati attribuiti).
Per metafisica di intende quell’insieme di discors che oretendono di poter proporre,
dare luogo a conoscenze relative ad elementi che stanno al di la dell’esperienza sia
attuale che potenziale; qui non si ha una valenza puramente logica, non si può avere
certezza dalla realtà vengono fatti infatti discorsi privi di significati perchè non
rientranti nè tra le verità empiriche nè tra le verità logiche.
Linguaggio prescrittivo: caratterizzante tutti gli ambiti dell’etica, della morale e del
diritto e si ha quando si vuole orientare il comportamento umano e quindi danno un
criterio per far fare. Siamo nell’etica nella quale rientra anche il diritto e la morale. Qui
vengono svolti discorsi di senso proprio privi di significato, come quelli della metafisic
perchè non caratterizzabili come veri o come falsi come ad esempio il seguente
enunciato: “chiudi la porta” è un enunciato in funzione prescrittiva e non si può
qualificare come vero o falso perchè “la porta è chiusa”-“ la porta è aperta” queste
possono avere una qualifica di vero o falso, quelli prescrittivi no.
Vi fu una svolta prescrittiva legata proprio al nome di Hare e si baso sul : superare
l’idea che la significanza di un enunciato dipenda dalla verificabilità e poi riconoscere
che gli enunciati prescrittivi come quelli descrittivi, sono dorati di significato se
contengono il riferimento (attuale o potenziale) ad un certo stato di cose del mondo,
ad un’azioneo una serie di azioni ferma restando la loro diversa funzione quindi privi di
significato sono tutti gli enunciati qualunque ne sia la funzione, incpaci di fare
riferimento a una situazione o a un’azione (nel mondo empirico) per descriverla
piuttosto che per qualificarla.
Qualche esempio:
Pietro chiude la porta DESCRITTIVO
o Pietro, chiudi la porta! PRESCRITTIVO
o L’assoluto è verde sembra sintatticamente DESCRITTIVO
o Pietro, rendi l’assoluto verde! sembra sintatticamente PRESCRITTIVO
o
Le differenze tra i due gruppi di frasi sta nel fatto che nel primo gruppo vi è un
enunciato di significato in cui è possibile la verificazione empirica.
Svolta prescrittivista vuole cambiare lo sguardo, comportò il superamento
dell’asimmetria tra linguaggio descrittivo e prescrittivo, riabilitazione della piena
ragion d’essere, riconosciuta anche in relazione al linguaggio prescrittivo l’importanza
del riferimento di stati di cose del mondo ad azioni almeno astrattamente concepibili,
per poter dire che una prescrizione è stata osservata o violata. Trovate, a livello di
teoria del linguaggio, le premesse della considerazione anche del linguaggio in
funzione prescrittiva come ambito di operazioni logihe e di argomentazione razionale.
L’argomentazione logica in diritto è importantissima, come è importante vedere come
le prescrizione escono anche da una sentenza e siano supportate da una motivazione,
vedremo come la motivazione non sia altro che una argomentazione logica.
Le differenze sono di formulazione linguastuca in quanto il linguaggio descrittivo abbia
una forma indicatuva mentre quello prescrittivo una forma deontica (il campo del
dovere) però il collegamento tra forme e funzioni è tipico ma non necessario e poi ci
sono possibili enunciati prescrittivi espressi in diverse forme linguistiche (imperative,
performative, indicative...).
Dopo aver illutrato la svolta prescrittivistica abbiamo iniziato a vedere le differenze:
formulazione linguistica, una differenza del comportamento del destinatario
(lingugagio descrittivo prova dell’accettazione è credenza, mentre il prescrittivo prova
dell’accettazione è l’esecuzione).
Rapporto essistente tra la funzione descrittiva e prescrittiva: dobbiamo distinguere
due tesi la prima è la tesi divisionistica che prevede che fra le posizioni descrittive e
quelle prescrittive c’è un salto logico; quando io combino i due linguaggi valgono
entrambe le cose che sto per scrivere
Una conclusione consistente in una proposizione prescrittiva non può essere
o derivata da sole premesse descrittive
Una conclusione consistente in una proposizione descrittiva non può essere
o derivara da premesse prescrittiva
La tesi antidivisionistica invece non ammette una netta distinzione semantico
pragmatica al punto che sencondo loro si possono da premesse prescrittive ricavare
conclusioni descrittive e viceversa.
In questo salto logico viene sottinteso un passaggio come nella frase “c’è la guerra,
deve essere ricercata la pace”, c’è la guerra è descrittivo da cui derivno conclusioni
prescrittive, per i divisionisti c’è un salto logico in cui viene sottinteso il fatto che la
guerra abbia un valore negativo. Se ci muoviamo in un orizzonte antidivisionistico
abbiamo un mondo diverso; possiamo tranquillamnte derivare le cose da come sono a
come devono essere attraverso un concetto di natura. La natura è quel concetto che è
servito per millenni ed è legata al giusnaturalismo il cui concettto centrale è il diritto
naturale che esprime una giuridicità superiore al dirittto positivo e che trova un
insieme di valori assoluti, universali e indiscutibili la sua forma prima.
Le obiezioni che vengono mosse agli natidivisionisti sono obiezioni dotate di una certa
condivisibilità in quanto dicono che la derivazione di prescrizioni da fatti avviene
introducendo premesse prescrittive/valutative nascoste (il sottinteso) e quindi la
derivazione di prescrizioni da fatti impedisce chele scelte di valore si manifestino con
chiarezza.
Ha delle ricadute anche sulle teorie morali; in particolare c’è una distinzione tra due
tipologe di teorie morali: oggettiviste e non oggettiviste. Secondo la teroia oggettivista
valori e norme morali hanno e sono suscettibili di verità, falsità e giustizia. Le non
oggettiviste invece prevede solo norme soggettivamente giuste, qualificabili intermini
di valori.
Abbiamo quindi cercato di vedere il problema del rapporto con le due tesi divisionistica
(Hume) e la tesi antidivisionistica che è presupposta da chi rinviene dal concetto di
Natura un concetto sia prescrittivo che descrittivo (ciò che vedo è come deve essere).
Nuovo argomento: MODELLI DI RAGIONAMENTO
Ridefinizione di cosa si intende con l’espressione ragionamento: è una concatenazione
di proposizioni ma il problema che sorge è come le concateno, come le lego l’una alle
altre in maniera logica.
Modelli che noi usiamo quando ragioniamo arriviamo a una deduzione. I termini hanno
un loro nucleo semantico del semantico e uno tecnico.
Aristotele studia il ragionamnento deduttivo estudia il modello deduttivo per
eccellenza cioè i sillogismi; il ragionamento deduttivo è un ragionamento in cui si
ricava una conclusione logicamente necessaria da premesse date, la verità delle
conclusioni si ricava dalla verità delle premesse. La verità di cui si parla è una verità
logica cioè un ragionamento deduttivo, in particolare nella sua espressione per
antonomasia rappresentato dal sillogismo, non ènecessario fare uun controlllo o una
verifica empirica p