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B).
Progresso tecnico e aumento dei costi
Il cambiamento tecnico rappresenta una fonte importante di risparmio di
costi perché sostituisce fattori relativamente più costosi con fattori meno
costosi.
Questo non deve essere confuso con il cambiamento tecnologico che
spesso genera aumenti della spesa attraversi aumenti della qualità delle
cure e nuove opportunità di trattamenti ma non aumenta il costo di un
dato servizio.
Lo sviluppo della tecnologie ja portato ad una produzione più facile e
meno costosa di diversi beni e servizi (es. in agricoltura con il passaggio
dall’uso del cavallo alla tecnologia meccanica). Nell’industria la
meccanizzazione, la divisione del lavoro e la disponibilità di nuovi
materiali hanno portato ad una produzione e meno costosa di diversi beni.
Progresso tecnico e aumento dei costi sanità
Ma alcuni servizi sono prodotti da settori “manuali” (Baumol, 1995), ad
alta intensità di lavoro, e queste industrie hanno meno opportunità di
progresso tecnologico e riduzione di costi.
Parte del settore sanitario ha queste caratteristiche. Nonostante
l’automazione di molti servizi, nuovi farmaci ed apparecchiature, una larga
parte dei costi delle cure deriva dal lavoro di professionisti che si
prendono cura di pazienti ed è più difficile avere progresso tecnico in
questo tipo di lavoro.
Il prezzo di beni ad elevata intensità du lavoro aumenta nel tempo. Mentre
in altri settori con progresso tecnico si possono ottenere salari più elevati
beneficando dei guadagni di produttività, i maggiori salari nel settore
sanitario portano generalmente a costi più elevati.
Le curve di costo di breve e di lungo periodo
10
Abbiamo visto che nel breve periodo (periodo operativo) il livello di alcuni
fattori non può cambiare. Questi fattori generano quindi dei costi fissi.
Tutti gli altri fattori di produzione (capitale incluso) sono invece variabili
nel lungo periodo o nel periodo di pianificazione. Nel lungo periodo costi
sono tutti variabili.
I costi di produzione di lungo periodo
La curva dei costi medi di lungo periodo (LCMe) si ottiene dall’inviluppo
delle curve di costo medio di breve periodo, cioè per diversi livelli dei
fattori fissi (dimensione dell’impresa).
La curva dei costi medi di lungo periodo consente di individuare la
dimensione ottima dell’impresa, quella che minimizza i costi nel lungo
periodo Relazione tra curve di
costo di breve e lungo
periodo
CMe1, CMe2 e CMe3
rappresentano
rispettivamente
dimensioni delle strutture
piccole, medie e grandi.
Se le imprese scelgono le dimensioni più efficienti per produrre l’output
nel lungo periodo, la curva del costo medio di lungo periodo (LCMe) si può
derivare dall’insieme delle curve di costo medio di breve periodo,
generate cioè da differenti quantità di capitale
Le curve di costo di lungo periodo
La curva di costo medio di lungo periodo (LCMe) decresce all’aumentare
della quantità fino a raggiungere un minimo, poi cresce.
Ha quindi una forma ad U in quanto riflette economie e diseconomie di
scala.
Economie di scala
Al crescere delle dimensioni di un’impresa il costo medio può diminuire a
causa del maggiore grado di specializzazione di lavoro e capitale
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Abbiamo quindi dei rendimenti di scala crescenti (o economie si cala): un
aumento di tutti i fattori produttivi porta ad un incremento più che
proporzionale dei servizi di cura erogati
Diseconomie di scala
Quando la dimensione aumenta oltre un certo livello i costi medi
aumentano all’aumentare della dimensione.
Abbiamo dei rendimenti di scala decrescenti (o diseconomie di scala): un
aumento di tutti i fattori porta ad un incremento meno che proporzionale
dei servizi di cura erogati
Quando i costi medi di lungo
periodo sono orizzontali dei
rendimenti di scala costanti
Rendimenti di scala e scelta
della dimensione ottima
In presenza di costi medi di lungo
periodo decrescenti (economie di
scala), in corrispondenza della
quantità qa, l’impresa avrà convenienza a rivedere la sia dimensione
aumentando la quantità di capitale k1 a k2. Al contrario in presenza di
costi medi di lungo periodo crescenti (diseconomia di scala) in
corrispondenza della quantità qb, l’impresa avrà convenienza a rivedere la
sua dimensione diminuendo la quantità di capitale k3 a k2.
Stima delle funzioni di costo
La storia dello sviluppo delle strutture sanitarie degli ultimi 50 anni ha
mostrato una tendenza ad enfatizzare la presenza di economie di scala
portando alla chiusura di piccoli ospedali e spostando servizi in un numero
minore di strutture più grandi.
In molti casi non c'è ragione di aspettarsi maggiore efficienza ma è ancora
frequente sentire politici e medici parlare di questi cambiamenti e
razionalizzazioni.
Nel passato molta parte dello sviluppo di strutture sanitarie è stato
intrapreso senza buone evidenze sulla relazione tra quello che viene
prodotto, come viene prodotto e quali costi vengono generati. La stima di
funzioni di costo per la produzione di cure può consentire un
miglioramento della conoscenza.
12
Minimizzazione dei costi di lungo periodo e indivisibilità dei
fattori fissi
Per poter minimizzare i costi nel lungo periodo è necessario che tutti i
fattori si possano modificare senza costi addizionali. Ma talvolta il capitale
non si può aggiustare facilmente.
Le imprese sanitarie possono modificare i fattori piuttosto lentamente:
• Non producono quindi in un equilibrio di lungo periodo, cioè con la scala
minima efficiente. • Operano generalmente con
un eccesso di capitale
rispetto al livello di
equilibrio di lungo periodo.
Disequilibrio di lungo
periodo nelle imprese
sanitarie
Un’impresa può non operare
in un equilibrio di lungo periodo perché i costi di aggiustamento a seguito
di un repentino cambiamento della domanda. Ad esempio, se una clinica
per cure dentali sta producendo la quantità di equilibrio di lungo periodo
q0 e la domanda diminuisce improvvisamente ad una quantità pari a q1, il
processo di ridimensionamento del capitale può richiedere molto tempo.
La clinica sosterrà quindi dei costi più elevati (punto b) rispetto a quelli di
equilibrio di lungo periodo (punto a).
Minimizzazione dei costi di lungo periodo
In un equilibrio di lungo periodo, per minimizzare i costi, il risparmio di
costi variabili realizzato a causa della sostituzione di un’unità di capitale
(ΔCV/ΔK) dovrebbe eguagliare il prezzo (di affitto) del capite (i),
Ciò significa che i costi e i benefici marginali di sostituzione del capitale
devono essere uguali.
13
La
condizione necessaria per la minimizzazione dei costi di lungo periodo è
quindi:
Se ΔCV/ΔK non ha valore negativo allora le imprese sanitarie stanno
utilizzando capitale in eccesso in quanto la sostituzione di capitale genera
diminuzione di costi.
Il costo di sostituzione del capitale (i) supera quindi i suoi benefici (in
termini di riduzione dei costi variabili).
Economie di scopo
Le economie di scopo sono il risultato della condivisione di risorse tra beni
e servizi collegati. Otteniamo delle economie di
scopo se il costo congiunto di
produzione di due servizi
medici è minore della somma
dei costi di produzione separati dei due servizi
Peculiarità della produzione e dei costi nel settore sanitario
La teoria neoclassica dei costi ipotizza:
• Che le imprese producano in modo efficiente
• In assenza di incertezza
• Con perfetta informazione
Dato un livello di cure, i costi di breve e di lungo periodo sono quindi
determinabili e osservabili come punti sulle curve di costo.
14
Peculiarità della produzione e dei costi nel settore sanitario
Nel settore sanitario molte aziende non sono però a dopo di lucro o sono
rimborsate con un margine sui costi (cost plus)
Non sono quindi sempre incentivate a minimizzare i costi e possono
operare al di sopra di una data curva di costo
La domanda di cure mediche è incerta. Le imprese possono quindi
produrre con capacità di riserva per far fronte a picchi inaspettati della
domanda.
La valutazione dei costi
cap.8
La scarsità delle risorse sanitarie obbliga la società a prendere delle
decisioni
Ma il processo di ottimizzazione delle scelte individuali non si applica
automaticamente alle decisioni collettive
Se cerchiamo di confrontare differenti opzioni sommando costi e benefici
ci troviamo subito di fronte al problema del confronto dei benefici tra
individui differenti
Domande
• CHI => un’operazione di cataratta che mi restituisce la vista offre più
benefici di un’operazione che restituisce la vista ad un assiduo lettore,
ad un artista, ad un contadino o ad una mamma?
• QUANTO => quanto varrebbe la pena di pagare in più per un nuovo
trattamento che non ha impatto sulla sopravvivenza ma ha minori effetti
collaterali
• COSA => dovremmo dare priorità a trattamenti di cura che allungano la
vita rispetto a trattamenti che aumentano la qualità di vita?
L’approccio alla valutazione delle scelte collettive
Generalmente una persona potrebbe rispondere a queste domande per se
stesso e decidere delle sue priorità. Ma se ci sono due o più persone
coinvolte abbiamo difficoltà a confrontare persone con preferenze
richieste e bisogni differenti.
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In un certo senso il dilemma non può essere risolto. Ma ci sono alcuni
principi che possono essere applicati alla presa di decisioni sull’uso delle
risorse partendo dalla teoria sull’economia del benessere
L’economia sanitaria analizza il processo attraverso il quale il sistema
sanitario prende decisioni sui diversi programmi di cura. Tale processo si
basa su insieme di metodi di valutazione
La valutazione dei costi
L’approccio più semplice alla valutazione economica dei programmi di
cura è il calcolo del costo totale per il sistema economico di un certo stato
di salute o di un comportamento legato alla salute
Si effettuano quindi degli studi chiamati studi sui costi delle malattie
Quindi studi considerano 3 componenti principali di costo:
1) I costi diretti delle cure mediche
2) I costi diretti non sanitari
3) I costi indiretti
Costi diretti
Comprendo tutti i costi sostenuti dai fornitori di cure
Questi costi includono:
• I test e gli esami medici necessari per la cura
• La somministrazione delle cure mediche
- Risolvere un problema di matematica
- Riassumere un testo
- Tradurre una frase
- E molto altro ancora...
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