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Il genere epistolare con Montesquieu

La geniale originalità di Montesquieu, che lo rende così difficile da interpretare e che lo distingue dai modelli epistolari satirici o ideologici precedenti (Marana, Cotolendi), è l'articolazione di un argomento e di un intreccio. Nelle Lettres, il meccanismo principale non è la frammentazione del contenuto, anche se a volte accade, ma uno scambio tra pensiero e romanzo, un'articolazione di romanzo, filosofia e satira. Ma a ben guardare, la novità delle Lettres è ancora più radicale e si può declinare come segue: Innanzitutto, si tratta del primo romanzo epistolare polifonico della storia della letteratura, romanzo polifonico e con precedenti antichi. Ci sono diversi narratori e una pluralità di destinatari che comunicano veramente, c'è uno scambio di risposte, mentre il modello precedente era quello di lettere inviate ad un solo destinatario. Il genere monodico.continua a svilupparsi parallelamente al romanzo polifonico nel 1700. Mentre in Guilleragues il destinatario non rispondeva alle lettere (o le risposte non avevano nessuna importanza), con Crébillon figlio, per esempio, il destinatario risponde ma le lettere non sono pubblicate (il che crea un effetto di assenza che gioca su una sorta di polifonia incassata). In ogni caso, è il modello inventato da Montesquieu che crea il genere, molto rappresentato nel 1700, e che si trova soprattutto nella seconda metà del secolo: in Inghilterra, con Richardson (Pamela e Clarissa, 1748), con traduzione molto libera di Prévost del 1751), in Francia con Rousseau (La nouvelle Héloïse, 1761), o Laclos (Les Liaisons Dangereuses, 1782). Il solo limite della polifonia che si trova nelle Lettres è il fatto che Montesquieu, apparentemente, non osa ancora separare la lettera-risposta dalla lettera originaria. L'evoluzione del romanzo polifonico ha preso questa direzione, ma

Il gioco dello scarto tra le lettere è ancora assente, o si tratta di scambi differiti, di lettere che non richiedono esplicitamente una risposta, e dove la risposta, quando arriva, è di tono completamente diverso, come se domanda e risposta si ignorassero tra loro.

La seconda invenzione della raccolta, si è detto, è l'articolazione di un soggetto romanzesco e di una raccolta di lettere, cioè il viaggio dei Persiani ed il "romanzo" del serraglio. Le prefazioni strutturano la raccolta e le conferiscono il suo significato, giustamente complesso perché nato dall'invenzione narrativa, o almeno legato ad essa, e non dai messaggi veicolati. La forma epistolare consente così di svolgere su una durata fittizia di dieci anni il racconto di un romanzo di serraglio, riflessioni filosofiche, religiose e politiche, annotazioni satiriche, ritratti. L'originalità di Montesquieu non sta quindi nell'uso della lettera.

satirica né nella finzione di uno sguardo pensosostraniero, che hanno precedenti (es. Pascal o Marana), ma nel fatto di inserire ilromanzo in una raccolta epistolare ideologica, e, all’inverso, dell’ideologia in unromanzo epistolare fino allora concepito alla maniera passionale di Guilleragues.La terza originalità riguarda la polifonia, non più solo strutturale ma ideologica e stilistica: Montesquieu sfrutta tutta la versatilità del modello lettera; voci discordanti espongono i loro punti di vista, e la lettera ricorre alla gamma più varia di mini generi o sotto generi, lettere inserite, parodia, favole, apologia, racconti, storia sentimentale, polemica, dissertazione, filippica teatrale, ritratti ecc. Uno stesso mittente può adattare il suo discorso al suo destinatario e fornire così al lettore due punti di vista contraddittori.Quello che è fondamentale ricordare, dunque, per le Lettres Persanes, è che ilromanzo punta sul gioco degli scambi, l'intreccio delle soggettività. Il lavoro del romanziere, in questo caso, ha molto in comune con quello del drammaturgo: non c'è un punto di vista unico o onnicomprensivo del narratore o dell'autore, ma una molteplicità di punti di vista, che possono essere anche contraddittori, e che sono sempre, in ogni modo, in antagonismo tra loro. A differenza di una raccolta estremamente polifonica, fino al virtuosismo, come quello di Laclos, in cui alcune note, qua e là, lasciano nondimeno intravedere una voce dominante, quella di chi mette insieme e redige le lettere, anche se è ironica: qui, niente nella raccolta stessa invita a privilegiare una voce: quella di Usbek è senz'altro maggioritaria ma non dominante, poiché la fine, per esempio, sembra dargli torto. Questa drammaturgia epistolare si basa dunque allo stesso tempo sulla varietà dei destinatari e sulla datazione delle lettere: percapire bene il sistema di Montesquieu, bisogna pensare che una lettera impiegava 5 mesi e mezzo, 6 mesi al massimo per andare da Ispahan a Parigi (tempo ragionevole dati i trasporti dell'epoca), e che dunque, tra la lettera e la sua risposta passa un anno. Il colpo damaestro di Montesquieu sta quindi, oltre che nel fatto che fonda il genere del romanzo polifonico, nella particolarità di utilizzare tutte le sue possibilità: oltre la varietà dei destinatari e dei luoghi, le Lettres moltiplicano i meccanismi di attesa o di illusione. Varie lettere sono delle "finte risposte", cioè creano l'illusione di una risposta, si ha l'impressione che rispondano ad una lettera sullo stesso argomento, mentre si tratta di una semplice convergenza tematica. Queste lettere evocate ma che sono, apparentemente, andate perdute, sfuggite alla collezione dell'editore, personaggio vicino ai Persiani costruito nell'Introduzione del 1721, arricchiscono.

La parte romanzesca della raccolta, infittendo gli scambi e avvolgendoli di mistero. Il dispositivo polifonico funziona come una macchina dei segreti: li svela e allo stesso tempo li ricrea. Si vede, questo meccanismo complesso non è a costo zero; si tratta ogni volta di sperimentare una nuova situazione, di moltiplicare i meccanismi, le condizioni e le circostanze di un avvenimento o di un'opinione, e da lì di fare un lavoro di storico, e non solo di romanziere.

Montesquieu nel suo romanzo fonde in maniera particolare le riflessioni ideologiche, la filosofia e la trama romanzesca. La novità non è di usare la lettera satirica o uno sguardo straniero, riflessivo e straniante, ma è di inserire l'ideologia all'interno del romanzo, e, viceversa, di presentare un racconto che ha contenuto ideologico sotto forma di un romanzo epistolare.

Questo assemblage non avviene semplicemente mettendo insieme diverse lettere variamente ordinate cronologicamente,

ma attraverso la presa di parola dei personaggi: non solo i personaggi importanti sono messi in rilievo, ma tutti considerati importanti in quanto partecipano alla mise en function.

La realtà non è univoca, si assiste infatti ad una sorta di coralità espressiva che fa sì che non si incorra in un pamphlet. I personaggi entrano in rapporto con i temi principali ognuno a suo modo: i temi sono analizzati, filtrati, trattati.

Non sono un pamphlet proprio in funzione di questa varietà di personaggi che partecipano all'intrigo.

Il racconto diventa metafora della storia e della materia ideologica.

L'ideologia rimanda alla storia e viceversa.

Circuito continuo ed innovativo tra ideologia e trama del romanzo.

Lettera 76

Nella lettera 76 Usbek scrive ad un amico, Ibben, sul suicidio. Presso il regno di Usbek, se una persona si suicidava, la sua famiglia veniva espropriata dei beni, a svantaggio per gli eredi: era come far male due volte alla stessa persona.

Come una doppia violenza. In questa lettera sul suicidio si fa riferimento alle idee deiste: non si guarda alla piccolezza dell'uomo, ma alla grandezza dell'universo, in cui la vita del singolo conta, certo, ma in modo relativo.

Les lois sont furieuses en Europe contre ceux qui se tuent eux-mêmes: on les fait mourir, pour ainsi dire, une seconde fois ; ils sont traînés indignement par les rues; on les note d'infamie; on confisque leurs biens. Il me paraît, Ibben, que ces lois sont bien injustes. Quand je suis accablé de douleur, de misère, de mépris, pourquoi veut-on m'empêcher de mettre fin à mes peines, et me priver cruellement d'un remède qui est en mes mains?

Pourquoi veut-on que je travaille pour une société, dont je consens de n'être plus? que je tienne, malgré moi, une convention qui s'est faite sans moi? La société est fondée sur un

avantage mutuel: mais lorsqu'elle me devient onéreuse, qui m'empêche d'y renoncer? La vie m'a été donnée comme une faveur; je puis donc la rendre lorsqu'elle ne l'est plus: la cause cesse; l'effet doit donc cesser aussi. Le prince veut-il que je sois son sujet, quand je ne retire point les avantages de la sujétion? Mes concitoyens peuvent-ils demander ce partage inique de leur utilité et de mon désespoir? Dieu, différent de tous les bienfaiteurs, veut-il me condamner à recevoir des grâces qui m'accablent? Je suis obligé de suivre les lois, quand je vis sous les lois: mais, quand je n'y vis plus, peuvent-elles me lier encore? Mais, dira-t-on, vous troublez l'ordre de la providence. Dieu a uni votre âme avec votre corps; et vous l'en séparez: vous vous opposez donc à ses desseins, et vous lui résistez. Que veut dire cela?

Troublé-je l'ordre de la Providence, lorsque je change les modifications de la matière, et que je rends carrée une boule que les premières lois du mouvement, c'est-à-dire les lois de la création et de la conservation, avaient faite ronde? Non, sans doute: je ne fais qu'user du droit qui m'a été donné; et, en ce sens, je puis troubler à ma fantaisie toute la nature, sans que l'on puisse dire que je m'oppose à la providence.

Lorsque mon âme sera séparée de mon corps, y aura-t-il moins d'ordre et moins d'arrangement dans l'univers? Croyez-vous que cette nouvelle combinaison soit moins parfaite et moins dépendante des lois générales? que le monde y ait perdu quelque chose? et que les ouvrages de Dieu soient moins grands, ou plutôt moins immenses?

Pensez-vous que mon corps, devenu un épi de blé, un ver, un gazon,

soit changé en un ouvrage de la nature moins digne d
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
118 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/03 Letteratura francese

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Andricel di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Letteratura francese i e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Perugia o del prof Alessandrelli Susanna.