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DETERMINAZIONE DEL VALORE DA AMMORTIZZARE

VALORE STORICO = valore iniziale = costo capitalizzabile = V. originario = valore di fattura valore storico –

(oggettivo) valore di residuo realizzo -

oneri accessori +

Valore che include i costi sostenuti da un'impresa che non vengono considerati nel conto

economico poiché relativi a un’immobilizzazione (bene pluriennale o cespite). Valore da ammortizzare

Esso comprende:

a) Prezzo di acquisto, dazi di importazione e tasse non recuperabili

b) Costi trasporto

c) Costi rimozione del bene Altri costi

Fabbricati Impianti e macchinari Mobili • Costi dei benefici per i dipendenti

• • •

Spese notarili Spese di progettazione Trasporto (IAS 19)

• • •

Tasse registrazione atto Trasporti Dazi su importazione • Costi preparazione sito

• •

Onorari per la progettazione Dazi su importazione • Costi consegna e movimentazione

• •

Costi per opere di urbanizzazione Spese di installazione • Costi di installazione e

primaria e secondaria Spese di onorari di perizie e collaudi assemblaggio

• •

Compensi di mediazione Spese di montaggio e posa opera • Onorari professionali

• Spese di messa a punto

L’iva non è da considerarsi un

costo facente parte il valore storico, è un credito verso l’erario, salvo il caso di iva indetraibile.

I principi contabili evidenziano come la quantificazione di tale costo sia soggetta al metodo con cui l’impresa è venuta in possesso

del bene:

• Apporto soci

• Acquisto da terzi (economie terze):

• Costruzioni interne – utilizzo dei propri operai

• Donazione o eredità

• Permuta – scambio

ONERI ACCESSORI (oggettivo) : costi da sopportare per l’utilizzo del bene. (Oggettivo)

esempi di costi che non fanno parte degli oneri accessori :

• Costi di apertura di un nuovo impianto

• Costi di introduzione di un nuovo prodotto o servizio

• Costi di gestione di un’attività

• Spese generali amministrative

In generale, la rilevazione dei costi nel bilancio cessa quando un elemento è nella condizione di funzionare così come predisposto

dalla direzione aziendale, quindi, tutti i costi sostenuti per riutilizzare un elemento non sono inclusi. Per esempio:

• Costi sostenuti poiché l’elemento non è stato ancora azionato o non funziona a piena capacità

• Le perdite operative iniziali

• I costi di ricollocamento

VALORE DI RESIDUO REALIZZO (soggettivo) : ammontare che si presume incassare al momento della vendita del bene. Spesso è

approssimato a 0, ma in caso contrario va detratto al valore storico. Deve essere determinato con professionalità e buona fede.

L’iva non è da considerarsi un costo facente parte il presunto realizzo, è un credito verso l’erario, salvo il caso di iva indetraibile.

VALORE DA AMMORTIZZARE: rappresenta la quota effettiva che deve essere ammortizzata (soggettivo). 18

DETERMINAZIONE DELLA VITA UTILE DEL BENE PLURIENNALE (soggettivo)

La vita utile di un bene indica il periodo in base al quale il valore da ammortizzare deve essere ripartito ed è

identificabile tenendo presente della residua possibilità di utilizzazione (valore storico - f.nd ammortamento), la quale

è strettamente legata alla sua durata economica .

La durata economica rappresenta il periodo per cui si prevede che il cespite sarà utile per l’impresa e non la sua

effettiva durata temporale. Generalmente è inferiore alla durata fisica e viene stimato secondo i seguenti fattori:

• deterioramento fisico legato al trascorrere del tempo;

• grado di utilizzo;

• esperienza relativa alla durata economica dei cespiti sia dell'impresa;

• stime dei produttori del cespite;

• perizie;

• obsolescenza, sia del cespite che del prodotto per cui viene adoperato;

• correlazione con altri cespiti: se un cespite viene acquisito per migliorare un altro cespite originario, ma non ne prolunga in modo apprezzabile

la vita, il nuovo cespite deve essere ammortizzato sulla residua possibilità di utilizzazione del cespite originario;

• piani aziendali per la sostituzione dei cespiti;

• fattori ambientali;

• condizioni di utilizzo, quali i turni di produzione, il corretto utilizzo, il livello tecnico del personale addetto, i luoghi di utilizzo (aperti o chiusi,

umidi o asciutti) ecc.;

• politiche di manutenzione e riparazione: un'inadeguata manutenzione può ridurre la durata economica del cespite, una manutenzione

diligente può prolungarla, ma non indefinitamente;

• fattori economici o legali che impongono limiti all'uso del cespite

La politica di gestione del bene può proporre la sua dismissione dopo un tempo determinato, quindi, la vita utile di un bene può

essere comunque inferiore rispetto alla sua vita economica. La stima della vita utile è il risultato di una valutazione soggettiva che si

basa sulle esperienze delle attività similari.

L’ammortamento è un costo ricorrente che va registrato a prescindere dal fatto che l’esercizio abbia una perdita o se il cespite stesso

non sia stato sfruttato al massimo delle sue potenzialità. Inoltre l’ammortamento di un’attività ha inizio quando questa viene inserita

nello SP ed è disponibile all’uso, la sua cessazione avviene, invece, quando il cespite è classificato come posseduto per la vendita e

successivamente eliminato del tutto, in conformità con l’IFRS 5.

Il piano predisposto deve prevedere un riesame periodico per verificare che non siano avvenuti cambiamenti tali da richiedere una

modifica delle stime delle residue possibilità di utilizzo. Se quest’ultima richiede una modifica il valore contabile

dell’immobilizzazione (valore storico – ammortamenti) va ripartito sulla nuova vita residue del bene.

Utilizzare una politica di bilancio, per la quale si valuta la vita utile del bene in relazione alle esigenze soggettive dell’azienda non è

accettabile e si può incorrere a sanzioni penali.

DETERMINAZIONE DEI CRITERI DI AMMORTAMENTO (P.161)

I criteri di ammortamento sono le diverse metodologie con la quale vengono determinate le quote annue di ammortamento. Essi

devono essere scelti riflettendo le linee con le quali si suppone che i benefici economici futuri del bene siano utilizzati dall’entità. Sia

il codice civile che i principi contabili OIC e IAS/IFRS sono concordi che i cespiti vadano ammortizzati sistematicamente durante la

loro vita utile.

La prassi e la dottrina individuano una serie di criteri, alcuni dei quali non accettabili economicamente e giuridicamente. E’ evidente

come l’applicazione di un criterio non corretto porti alla stesura di un bilancio illecito. 19

1) criterio di ammortamento in base all'applicazione di politiche di bilancio:

Secondo tale metodologia l’ammortamento viene iscritto in bilancio in base ai risultati che chi stila il documento vorrebbe venissero

resi pubblici indipendentemente dai dati reali.

Applicando tale criterio, si inserirebbero in bilancio i risultati economici che si desiderano pubblicizzare e successivamente i relativi

ammortamenti. Tale metodologia, ampiamente diffusa, è illecita poiché basata su dati fittizi e puramente finalistici.

Es.1) Nel caso in cui un’impresa necessiti di fidi bancari, l’evidenziazione di un utile elevato, tramite la riduzione degli

ammortamenti, comporterebbe una concessione sicura.

Es.2) Nel caso in cui un’impresa sia in una contrattazione con i sindacati, l’evidenziazione di un utile ridotto, tramite l’accrescimento

degli ammortamenti, comporterebbe una più facile negazione di aumenti salariali.

2) criterio di ammortamento in base al valore dei beni oggetto della procedura di ripartizione dei

costi pluriennali:

Tale metodologia fa si che, dopo la determinazione dell’ammortamento annuo, il valore netto contabile risultante dallo stato

patrimoniale sia il valore di mercato del bene. L’applicazione di tale criterio risulta inaccettabile poiché genera talvolta risultati

illogici e non razionali dal punto di vista operativo e teorico.

L’obiettivo dell’ammortamento è quello di frazionare il costo pluriennale di un elemento che sviluppa la propria utilità sul numero

degli esercizi, questa metodologia, al contrario, determina un valore di mercato di tali beni e, dunque, non può essere considerato

un vero e proprio criterio di ammortamento.

3) criterio di ammortamento funzionale

Tale metodologia fonda le proprie basi sul fatto che ad ogni esercizio, deve essere imputata una quota di ammortamento che riflette

l’effettivo utilizzo del bene pluriennale attraverso l’identificazione di un parametro rappresentante la perdita di utilità.

E’ molto corretto civilisticamente e giuridicamente ma non è diffuso, perché:

1) non può essere applicato a tutti i beni: es. fabbricati

2) La scelta del parametro di utilizzo è estremamente complessa e soggettiva: esso dovrebbe essere contraddistinto da una

serie di caratteristiche che catturino ogni particolarità di utilizzo del bene. Es. in un’ora un macchinario può produrre 500

pezzi come 2000.

3) La scelta del parametro di produzione indicato per ogni anno di vita è estremamente soggettiva. Es. programmare le ore di

utilizzo per 15 anni è incerto.

Es.

VAL STORICO IMPIANTO: 1000

VITA UTILE: 5y

Parametro di utilizzo scelto: ore macchina

(Spiegazione calcolo: 3000x100/17500= 17,14%) 20

4) criterio di ammortamento a quote decrescenti

Tale metodologia, corretta economicamente e giuridicamente, si basa sull’ipotesi che l’impresa tragga dall’immobilizzazione una

maggior utilità nei primi anni della sua vita, perché:

- efficienza produttiva maggiore

- costi di manutenzioni direttamente proporzionali all’invecchiamento del bene (vecchio= + manutenzione)

Con il OIC 16 Immobilizzazioni materiali tale criterio viene accettato, non vengono definite le modalità di calcolo

dell’ammortamento. Esistono infatti due procedimenti:

• logaritmico

Sul valore contabile netto dei cespiti viene applicata la percentuale determinata da:

N: vita utile

B: valore netto di realizzo (B ≠ 0)

V: valore originario (V: fattura + oneri acc.

% x Valore da ammortizzare

N.B: L’ammortamento dell’ultimo anno si determina per differenza per evitare che le approssimazioni delle percentuali

possano influire sul valore.

Es.

N=3

B=5

V=100

Val da ammortizzare= 95

%= 63

N

A= 63% x 95= 59,9 F.nd A= 59.9

N+1:

A= 63% x (95-59,9) = 22,1 F.nd A= 22.1+59,9= 82

N+2

A= 95-59,9+ 22,1= 13 F.nd A= 82+13= 95

• aritmetico

Preve

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Publisher
A.A. 2023-2024
50 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/07 Economia aziendale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Anthea04 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia aziendale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi Ca' Foscari di Venezia o del prof Avi Maria Silvia.