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Estratto del documento

Atti persecutori —> reato di danno. Dal momento in cui una persona ha

una condotta di molestie o minacce andando a mettere pressione e

diminuendo la libertà di autodeterminazione della persona che ne è

vittima.

TEST SU PERICOLO ASTRATTO E CONCRETO:

Se è pericolo concreto, il giudice deve valutare la sua pericolosità sul

bene protetto. Valutazione più complessa e discrezionale con margine di

opinabilità.

Accensioni ed esplosioni pericolose: reato di pericolo concreto. Art. 703

cp —> il bene tutelato è la sicurezza pubblica.

Incendio di cosa propria: reato di pericolo concreto. 423 comma 2, se

fosse stato comma 1 avremmo detto pericolo concreto.

Delitto tentato: pericolo concreto. Art 56 si richiede come requisiti degli

atti punibili come delitto tentato si chiede la idoneità che equivale a

pericolosità. Se dichiaro che gli atti sono idonei ad uccidere allora c’è

adeguatezza nel realizzare il danno e la lesione.

Associazioni sovversive: pericolo concreto. Nella norma si richiede

l’idoneità a sovvertire violentemente gli ordinamenti economici e include

quindi solo situazioni pericolose.

Omissione di soccorso: reato di pericolo astratto. Non c’è nessuna

indicazione nella norma che il giudice debba accettare situazione di

pericolo. La condotta è astrattamente pericolosa secondo ciò che

succede in queste situazioni.

Attentato contro presidente della repubblica: art. 276 —> reato di

pericolo concreto. È concreto perché è un atto in cui giudice deve

valutare l’effettiva pericolosità (riprende art. 56)

Associazione per delinquere ( art. 416): reato di pericolo astratto MA

bisogna sempre accertare che l’associazione sia idonea a raggiungere lo

scopo di delinquere, magari è un’associazione palesemente inoffensiva.

Abbandono di persone minori e incapaci: pericolo astratto.

Nell’abbandonare un minore o incapace si presume la sua messa in

pericolo. C’è presunzione da parte della legge.

Esercizio abusivo di presunzione: pericolo astratto.

Getto pericoloso di cose (art 674): pericolo concreto. Nella norma si dice

“atte a” quindi “idonee a”.

CONCORSO DI PERSONE NEL REATO:

La norma fondamentale è 110 cp: Quando più persone concorrono nel

medesimo reato,

ciascuna di esse soggiace alla pena per questo stabilita , salve le disposizioni

degli articoli

seguenti.

Se non ci fosse il 110, le persone che concorrono nel reato non sarebbero

punite (si tratta di un moltiplicatore di tipicità).

Il 110 non dice che rispondono tutti con la stessa pena, deve essere

uguale il reato ma le posizioni individuali saranno diverse. Ogni persona

potrà andare incontro ad una pena diversa rispetto agli altri concorrenti.

Quale criterio utilizziamo per capire che una persona è concorrente nel

reato. A partire da quale momento diventa penalmente rilevante l’azione

che tu hai compiuto. La disciplina dell’art 110 serve per punire situazioni

di conocorso di persone rispetto a situazioni monosoggetive compiute da

una sola persona (serve per differenziare).

Il legislatore del 1930 dice che per accertare la sussistenza di un

concorso nel reato si fa riferimento al nesso causale già menzionato

nell’art 40-41. Partecipazione di tipo causale, devo aver dato un

contributo e come lo accerto? Come accerto il nesso e la partecipazione?

Attraverso la teoria condizionalistica o teoria dell’equivalenza. Andiamo a

verificare se il reato si sarebbe verificato lo stesso anche senza il

contributo di quella persona. Cosa succede se ci accordiamo per aprire

una cassaforte (reclutiamo un esperto per perforare cassaforte in tempi

rapidi) e poi il giorno prima della realizzazione del furto scopriamo che

dipendente della barca può essere corrotto e ci facciamo dare la

combinazione. Quello che abbiamo reclutato è un concorrente o no? Se

uso la teoria condizionalistica direi che il furto si sarebbe realizzato lo

stesso perché abbiamo trovato chi ci ha dato la combinazione. Quindi la

persona che avrebbe dovuto aprire la cassaforte non verrebbe punito.

Allora introduciamo una valutazione ex ante in cui il suo contributo

diventa fondamentale fino al giorno prima. È un complice che poi è

risultato non necessario. Bisogna valutare il reato in modo complessivo,

non solo la sua realizzazione materiale dell’ultimo momento. La teoria

condizionalistica quindi sembra essere, se correttamente applicata, il

modo per capire il contributo.

Contributo materiale e morale. Morale quando c’è istigazione o

determinazione (fai nascere un’idea criminale in una persona che non

avrebbe fatto nulla). Materiale quando porto un pezzo del puzzle.

Il concorso di persone può essere anche in forma omissiva, se si ha una

forma di garanzia. Il 40 comma 2 dice non impedire il reato commesso da

altri quando bisognerebbe impedirlo. Rimanere inerti davanti ad un reato

—> sto commettendo anch’io un reato.

L’art 110 disciplina le ipotesi di concorso eventuale nel reato. Situazioni

in cui reato potrebbe essere realizzato da una sola persona, allora solo in

via eventuale può essere realizzato da più persone.

Ci sono delle figure di reato, come quelli associativi, che vengono detti a

concorso necessario (associazioni a delinquere: almeno 3 persone). La

legge richiede che ci siano più persone e tutte sono agenti/autori del

fatto tipico. Non c’è il complice la cui condotta deve essere realizzata.

Concorrente esterno: posto che la norma individua più persone che fanno

parte dell’associazione, ci potrebbe essere un soggetto, che rimanendo

esterno concorre comunque con gli associati. Sarebbe un caso in cui ad

esempio io ho il medico che cura L’associato che lo va a curare dopo un

conflitto a fuoco, oppure politico che fa passare una legge che favorisce

l’associazione a delinquere. Occorre un contributo causale effettivo alla

conservazione della struttura associativa.

C’è stata una pronuncia della corte europea dei diritti dell’uomo nel caso

contrada contro Italia, in cui la corte ha dichiarato che costituisce una

violazione la condanna del signor contrada ( un personaggio molto

influente delle forze dell’ordine e servizi segreti) per concorso esterno

che approfitta della posizione e del suo ruolo. Questo senza che ci sia

stata la prova di una sua affiliazione all’associazione criminale. Tuttavia

c’è un comportamento che ha tenuto che ha accertato la consapevolezza

e volontà di agevolare associazione criminale.

La giurisprudenza ha faticato un po’ a mettere pilastri ben precisi, il

problema è stato fino a che punto mi puoi accusare di concorso esterno.

Occorre contributo causale effettivo. Non basta che io sia andato affinché

c’è stato qualcuno in fin di vita e io sia andato, ci vuole un contributo

oggettivamente e soggettivamente evidente alla conservazione della

struttura associativa.

Come faccio a distinguere una persona che definisco estranea ma che

con un contributo ha dato un effettivo contributo. Come faccio a non

chiamarlo associato? Ci ha detto di riflettere.

Art. 116. Reato diverso da quello voluto da taluno dei concorrenti.

Quando si arriva al processo io contesto che nel reato non era

contemplato un altro reato da quello che è stato compiuto. (Ex: rapina in

cui non era contemplato un omicidio e una violenza sessuale). Ma ne

rispondo anch’io. La norma dice non ha importanza se non volevi quel

reato, ne rispondi se il reato stesso è conseguenza della tua azione od

omissione. C’è un legame sul piano oggettivo ma non soggettivo perché

non lo volevi. Quel reato diverso deve essere riconducibile

oggettivamente alla tua condotta (responsabilità oggettiva). La

responsabilità oggettiva è personale, c’è legame tra condotta e evento.

Ultimo comma del 116, ti do la responsabilità, ne rispondi se c’è legame

causale, ma se il reato commesso è più grave di quello voluto, la pena è

diminuita riguardo a chi volle il reato meno grave.

Per poter essere chiamato il “palo” per rispondere di violenza sessuale o

omicidio è necessario che questi fossero prevedibili, la prevedibilità è la

soglia entro la quale si può essere chiamati a rispondere per colpa. Art

116 armonizzato con art 27 primo comma.

Il 116 è più frequente di quanto si creda, pene frequenti, chi viene

condannato lo trova ingiusto. Se è prevedibile che il reato che si va a

commettere potrebbe dare luogo a un reato più grave (omicidio ad

esempio) io vengo condannato per omicidio anche se io che facevo il

palo ero lì per una rapina ma non per omicidio. Ma l’omicidio era una

conseguenza prevedibile della rapina, quindi io ne rispondo. Magari meno

prevedibile potrebbe essere una violenza sessuale in conseguenza di una

rapina violenta concordata.

La valutazione deve essere fatta in concreto, andiamo a verificare

effettiva responsabilità del soggetto. È sufficiente non la volontà ma la

prevedibilità. Io rispondo, in quanto sviluppo prevedibile, di un reato che

magari non desideravo. Ci si ritrova con una pena più alta, ma ne

risponde comunque perché doveva prendere le conseguenze del reato

che stava andando a commettere. Si risponde di un reato doloso che io

non ho voluto.

Art. 117 sul mutamento del titolo del reato. Ipotesi in cui per le condizioni

del colpevole o per i rapporti tra colpevole o offeso, muta il titolo del

reato per taluno di coloro che vi sono concorsi, anche gli rispondono dello

stesso reato. Nondimeno, se questo è più grave, il giudice può, rispetto a

coloro per i quali non sussistono le condizioni, le qualità o i rapporti

predetti, diminuire la pena.

Lo stesso comportamento da vita a un titolo diverso di reato, rispetto alla

posizione del soggetto. Se io fin dall’inizio mi metto d’accordo con un

pubblico ufficiale e gli dico fai tante multe così stasera andiamo a

mangiare insieme in un buon ristorante, se io fin dall’inizio concordo e

sono consapevole della posizione del soggetto con cui mi metto

d’accordo allora il mutamento del titolo del reato non c’è.

Devo ignorare la posizione del soggetto per avere diminuzione della

pena. Tu comunque vai incontro a responsabilità penale, il mutamento

del titolo del reato, diminuisce la condanna. Cambia solo titolo e pena

che ne deriva. Si risponde del reato pur non sapendo che fosse pubblico

ufficiale solo se la qualifica del pubblico ufficiale ha portato ad un

mutamento del titolo del reato. Stessa condotta ma

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
10 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/17 Diritto penale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher alba.cenaliaj di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto penale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano - Bicocca o del prof Pecorella Claudia.