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Appunti lezione - 9 - Diritto industriale Pag. 1
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IL DISCREDITO

Il "discredito" è quindi la perdita della buona reputazione e fiducia di cui una impresa o i suoi prodotti

godono sul mercato, ed è essenziale proteggerlo e tutelarlo per il valore e la competitività di un’impresa.

Nel caso in cui queste notizie o apprezzamenti colpiscano negativamente la reputazione dei prodotti o

delle attività di un’azienda, si parla sempre di contenuti a carattere negativo. Per qualificarsi come

denigrazione, però, non solo il contenuto deve essere negativo e diffuso intenzionalmente, ma deve anche

essere sufficientemente grave e credibile da produrre un impatto reale sul mercato. Questo parlare male

deve essere sufficientemente grave e attendibile da dar luogo a un effetto screditante sul mercato.

In ambito giudiziario, dimostrare l’effetto screditante di queste affermazioni è importante: se non si prova

che hanno realmente avuto un impatto negativo sul mercato, il giudice può decidere di non riconoscere la

richiesta di tutela.

Tuttavia, l’effetto negativo può riguardare non solo clienti e fornitori, ma anche i finanziatori, il che risulta

ancor più rilevante.

ESEMPIO: Se venisse diffusa una notizia secondo cui i miei giocattoli sono prodotti con materiali non

idonei, i finanziatori potrebbero interrompere le collaborazioni o, per timore di insolvenza, richiedere

l'immediato rimborso dei prestiti concessi. Similmente, i fornitori potrebbero interrompere le forniture di

materie prime o merci a causa di pagamenti ritardati, aggravando ulteriormente la difficoltà dell’azienda.

OGGETTO DELLA DENIGRAZIONE

Passiamo ora a definire l'oggetto della denigrazione. Affinché un comportamento possa essere

considerato illecito, deve rispettare alcuni requisiti specifici stabiliti dalla normativa. In particolare, le notizie

rilievo concorrenziale (anche per avere valore legale),

e gli apprezzamenti negativi devono avere un

ossia devono incidere effettivamente sulla concorrenza tra aziende; questo aspetto è fondamentale e non

è facile da dimostrare. Inoltre, tali azioni devono causare un danno concreto.

La denigrazione può riferirsi in modo specifico a un singolo prodotto dell’azienda o all’attività aziendale nel

suo complesso. La normativa parla di denigrazione riferita a “prodotti” e “attività”, ma la giurisprudenza

ha chiarito che questa interpretazione non deve essere restrittiva: anche notizie o apprezzamenti negativi

su aspetti più ampi o situazioni collegate all’azienda possono costituire denigrazione. Pertanto, un’azienda

può richiedere tutela legale non solo per il danno diretto a un prodotto o alla propria attività principale, ma

anche per altre situazioni aziendali danneggiate da azioni denigratorie.

Quali situazioni, oltre ai prodotti e alle attività principali, possono incidere sul mercato e causare danno?

Ad esempio, notizie su un cambio di amministratore, l'acquisizione da parte di una società straniera,

accuse di sfruttamento dei dipendenti o difficoltà finanziarie e rischio di dissesto dell'impresa stessa.

Anche informazioni sulla disorganizzazione interna dell’azienda o su una fase di stallo dell’attività (come il

calo delle vendite) possono scoraggiare la clientela e costituire atti denigratori. Questi elementi, pur non

riguardando direttamente i prodotti o i servizi offerti, possono avere un impatto rilevante sulla percezione

del mercato e, di conseguenza, sulla reputazione e competitività dell’azienda.

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
5 pagine
SSD Scienze giuridiche IUS/04 Diritto commerciale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Caretta01 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Diritto industriale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Postiglione Annalisa.