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AUTO DA BARCA DA GLORIA (1519)
Anche quest’opera viene rappresentata durante una festività liturgica, ovvero durante la Settimana Santa, nel 1519. Quest’opera, fra le tre, è quella che si differenzia di più sia per la struttura sia dal punto di vista linguistico. Si tratta di un’opera scritta completamente in lingua spagnola, mentre le due precedenti in lingua portoghese.
I personaggi che arrivano sulla riva dove sono attraccate le due barche sono i grandi della società, i potenti che si presentano in due gruppi: da un lato le alte gerarchie del potere temporale, dall’altro le alte gerarchie del potere spirituale (vescovo, arcivescovo, cardinale, papa).
La differenza dal punto di vista strutturale è che i personaggi che arrivano sulla spiaggia sono accompagnati da un nuovo personaggio, ovvero la personificazione della morte. L’allegoria della morte accompagna i personaggi sulla spiaggia, man mano che arrivano. Quest’opera si
avvicina al motivo iconografico e letterario delle danze della morte, ovvero rappresentazioni che alludevano al destino nell'aldilà degli uomini, che venivano rappresentati in una sorta di danza. In quest'opera manca la vivacità dei dialoghi con l'angelo e con il diavolo; c'è una solennità quasi liturgica: tutti i personaggi pregano l'angelo di poter salire sulla sua barca. In un primo momento, nessuna di queste anime è ammessa sulla barca dell'angelo, e anzi il diavolo ricorda a tutti i personaggi i peccati da loro commessi nel corso della loro vita. Sembra che il destino di queste anime sia proprio la dannazione, la situazione apparrebbe rimanere così bloccata se non che, nella scena finale, vi è l'apparizione dello stesso Gesù Cristo, che li fa salire tutti sulla barca dell'angelo, nonostante i loro peccati. Qual è il senso dell'arrivo di Gesù Cristo? UnaSpiegazione più semplicistica ma che non è del tutto estranea all'intento di Gil Vicente potrebbe derivare dalla situazione in cui l'autore si trovava a adoperare. Gil Vicente scriveva le sue opere per la corte dei portoghesi: se egli avesse rappresentato un'opera in cui duchi, arcivescovi, ecc., erano destinati all'inferno, non sarebbe stato visto di buon occhio dalla corte.
LE COMMEDIE
Questo filone di produzione più di tematica laica, Gil Vicente lo coltiva soprattutto nella seconda parte della sua produzione teatrale, che viene a coincidere con il regno di dom João III. L'anno del 1521 è considerato l'anno che fa da discrimine fra una prima fase di Gil Vicente più orientata verso un teatro religioso, e una seconda fase, dove inizia una produzione più esclusiva di commedie.
Le commedie di Gil Vicente possiamo suddividerle in due gruppi:
- commedie romanzesche, in cui Gil Vicente riprende intrecci tratti
dai romanzicavallereschi e in cui si sofferma soprattutto su vicende di tipo sentimentale;
commedie allegoriche, che ruotano intorno ad una rappresentazione di tipo allegorico.
Queste commedie sono scritte da Gil Vicente in occasione di alcuni eventi importanti per lacorte portoghese, come matrimoni, ecc.
Nel 1521 egli scrive la sua prima commedia romanzesca, ovvero la Comédia de Rubena e nellostesso anno rappresenta anche la prima commedia allegorica, ovvero Cortes de Jupiter.
COMMEDIE ROMANZESCHE
COMÉDIA DE RUBENA (1521)
Questa commedia segna qualcosa di nuovo nella produzione di Gil Vicente, a partire dalla suaestensione, poiché egli non aveva mai scritto un'opera così lunga prima.
L'opera è divisa in tre scene.
Nella prima scena troviamo Rubena, una giovane di famiglia nobile che è rimasta incinta a causadella relazione segreta con un giovane servitore. Ella ha tenuto segreta la gravidanza, e quandoiniziano le doglie chiama una
levatrice per assisterla, insieme ad una feiticeira, ovvero unafattucchiera, che invoca dall'inferno quattro diavoli, che portano via la bambina appena nata,eliminando ogni traccia di questa relazione clandestina. C'è poi l'intervento di due fate che fannoun incantesimo alla bambina, garantendole un futuro prospero. Cismena, la bambina di Rubena,verrà portata dai diavoli sull'isola di Creta, e sarà lei la protagonista delle altre due scene.
Nella seconda scena ci troviamo sull'isola di Creta e Cismena, allevata da una famiglia di pastori.In città, Cismena verrà adottata da una ricca signora.
Nella terza scena, la ricca signora muore e Cismena entra in possesso di una ricca eredità. Ricevepoi la visita di tre pretendenti che vorrebbero sposarla. Il primo pretendente è Felìcio, personaggioche, parlando di sé stesso, dice di essere il più infelice poiché respinto da Cismena. Inizia
Un monologo in cui lamenta questa sua sofferenza amorosa. Troviamo il tema della sofferenza amorosa, in cui il personaggio si scinde in due, diventando il suo stesso nemico. Quest'idea della scissione la si trova nella scena in cui troviamo come protagonista Felicio, che dopo essere stato respinto da Cismena, cammina da solo nella natura. In questo paesaggio naturale, Felicio inizia a lamentare il suo dolore: egli è da solo, ma c'è l'eco che gli risponde, che, ripetendo l'ultima sillaba delle sue frasi, sembra rispondergli, dando una risposta ai quesiti che Felicio si pone. Tutta questa scena è basata sull'idea che Felicio non riconosce che siano le sue stesse parole a rispondergli, e tanto è la sua sofferenza che Felicio decide di lasciarsi morire per amore: tema del suicidio per amore. C'è poi un lieto fine per Cismena: Felicio si era presentato accompagnato da un paggio, che alla fine dell'opera si rivela essere un
principe e decide di chiedere la mano di Cismena, che accetta. L'opera, quindi, termina con un lieto fine. C'è quindi il tema del principe sotto mentite spoglie, un principe che si cela sotto un'identità fittizia. Questo tema lo riscontriamo anche in un'altra opera di Gil Vicente, ovvero quella denominata Dom Duardos.
DOM DUARDOS (1522)
A differenza della Comedia de Rubena, opera scritta in portoghese, Dom Duardos è un'opera scritta interamente in spagnolo. Si tratta di una commedia romanzesca che si richiama alla tradizione dei romanzi cavallereschi: il protagonista della commedia, dom Duardos è un personaggio che compare all'interno di un romanzo cavalleresco spagnolo, Prima Leon, pubblicato a Salamanca nel 1512.
Quest'opera teatrale è stata composta nel 1522.
Il romanzo Prima Leon conteneva moltissimi personaggi e avventure, sarebbe stato impossibile rappresentare tutta l'opera; perciò, Gil Vicente decide
di focalizzarsi su un unico episodio del romanzo, di natura sentimentale. Dom Duardos, figlio del re di Inghilterra, gira il mondo come cavaliere errante in cerca di avventure, finché un giorno arriva a Costantinopoli. Qui, conosce Flerida, figlia dell'imperatore e immediatamente si innamora di lei. Dom Duardos vorrebbe che Flerida ricambiasse, ma vuole essere sicuro che lei lo ami per quello che lui è come persona, e non per la sua ascendenza. Perciò ritroviamo il trema del principe sotto mentite spoglie: per essere sicuro che Flerida si innamori di lui, dom Duardos si finge giardiniere e va a lavorare nei giardini del palazzo reale di Flerida. Troviamo il tema del locus amenus: il giardino diventa il luogo deputato agli incontri amorosi. Flerdia si innamora di dom Duardos ma allo stesso tempo è incerta sul da farsi. Lei sente che questo umile giardiniere è degno del suo amore, ma al tempo stesso sa che non è possibile che per una principessa come
lei non è possibile sposarsi con un umile giardiniere. Arriva poi nella conclusione il momento del riconoscimento, ovvero la rivelazione della vera identità di dom Duardos. Quando Flerida ha già confessato il suo amore al giardiniere, dom Duardos le dice di essere il figlio del re d'Inghilterra. C'è quindi un lieto fine.
Questa è la trama principale. In realtà, l'intreccio dell'opera è vivacizzato dalla presenza di una sottotrama che si svolge in parallelo, che ha un carattere comico e grottesco, e ha per protagonisti sempre una coppia di innamorati, Camilote e Maimonda, che però rappresentano il rovesciamento comico grottesco della coppia dom Duardos-Flerida (essi rappresentano l'ideale cavalleresco).
AMADIS DE GAULA
Anche qui, Vicente riprende e dà forma teatrale ad una vicenda tratta dai romanzi di cavalleria. Egli scrive l'opera probabilmente nel 1523-24, e anche qui, Vicente fa utilizzo della
lingua spagnola. Il protagonista è il cavaliere Amadis de Gaula, che era protagonista di una serie di romanzi cavallereschi. Anche qui, Vicente si concentra su un unico episodio da questo lungo romanzo cavalleresco, e anche qua si tratta di un episodio di natura sentimentale: amore fra Amadis e Oriana. L'opera di Gil Vicente inizia con l'appuntamento che si sono dati i due innamorati nel giardino (topos del locus ameno). Durante questo incontro notturno, Amadis dichiara il suo amore per Oriana in termini così intensi che Oriana si sente offesa dall'eccessiva veemenza, perciò lo respinge. Momento di litigio fra i due innamorati. Avviene la separazione fra Amadis e Oriana; Amadis si allontana, e a questo punto interviene un personaggio che rappresenta l'elemento comico e grottesco all'interno della vicenda, ovvero un nano che va a raccontare a Oriana che Amadis si è innamorato di un'altra fanciulla. Oriana crede alle parole del nano einvia una lettera ad Amadis in cui lo lascia. Amadis riceve la lettera, si dispera e decide di ritirarsi su un'isola per fare vita da eremita, e cambia anche il suo nome in Bel Tenebros. Oriana scopre successivamente di essere stata ingannata dal nano, perciò gli invia una seconda lettera per riappacificarsi. Alla fine, i due si riuniscono; c'è anche qui un lieto fine.COMMEDIE ALLEGORICHE
Ci concentriamo su quattro commedie allegoriche:
- Cortes de Jupiter (Lisboa, 1521)
- Fragua de Amor (Evora, 1524)
- Templo de Apolo (Almeirim, 1526)
- Nau de Amores (Lisboa, 1527)
L'elemento in comune fra queste commedie allegoriche è che qui non troviamo un intreccio di tipo sentimentale e romanzesco, bensì abbiamo un motivo allegorico centrale attorno a cui ruotano una serie di episodi. Qui troviamo allegorie di tipo profano, e i personaggi che calcano la scena sono allegorie di virtù e qualità, o divinità della mitologia classica.
Queste opere Gil Vicente parrebbe anche ricollegarsi ad una tradizione più antica, ovvero quella dei momos: si trattava di mascherate