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COMPLESSE:

• frasi con un verbo, fatte di proposizione, procedimenti per crearle:

GIUSTAPPOSIZIONE: Il processo + semplice, proposizioni senza congiunzioni (Parto,◦ prendo).

FRASI PARATATTICHE: frasi tenute insieme da congiunzioni coordinanti (e, ma)◦ SUBORDINAZIONE: processo + complesso, frasi che uniscono proposizioni ‘principali con◦ altre grazie a congiunzioni subordinanti (quando, perchè, in cui, da cui). Queste frasi siIPOTATTICHEdicono perchè contengono subordinanti.

Se si usano frasi debolmente ipotattiche (poco complesse) le frasi saranno di più facilecomprensione. Per guadagnare chiarezza è preferibile usare congiunzioni coordinanti.

USO DELLA PAROLAE’ data dalla moltiplicazione tra:

FREQUENZA D’USO x DISPERSIONE

Frequenza = quante spesso viene usata una determinata parola (nei vocabolari gli articolideterminativi sono quelli con frequenza maggiore perchè utilizzati maggiormente)

Dispersione = numero di testi diversi in

cui la parola appare (se in un testo si parlerà di dinosauri la frequenza di quella parola sarà elevata, ma in realtà nel vocabolario di base è ben poco utilizzata, valuta quindi l'utilizzo in generale di una determinata parola) Se la parola appare in tutti i testi analizzati ha una dispersione massima, al contrario se appare in uno solo la dispersione è minima. Quindi per determinare l'uso di una parola si valuta sia la sua frequenza sia la sua dispersione.

DISPONIBILITÀ, È importante anche, però, la ovvero alcune parole sono poco usate ma sono molto conosciute nel vocabolario di base perché legate a esperienze comuni (come 'zuppa' o 'abbagliante') che rischiano però di andare in disuso.

Infine, se usiamo parole del vocabolario di base possiamo sperare di venire capiti da chi ha fatto la terza media, se usiamo solo quello fondamentale verremo capiti da chi invece ha fatto anche solo le elementari.

quello che pensiamo, dovremmo organizzare le frasi in modo coerente e chiaro. Inoltre, nella scrittura ordinaria è importante seguire le regole grammaticali e lessicali per garantire la comprensione del testo. DISCORSI FORMALI E TESTI SCRITTI FORMALI Nei discorsi formali e nei testi scritti formali, come ad esempio quelli di natura argomentativa, normativa o letteraria, è necessario adottare uno stile più complesso e articolato. In questi contesti, è importante utilizzare un linguaggio appropriato e preciso, evitando espressioni colloquiali o informali. Inoltre, è fondamentale organizzare le idee in modo logico e coerente, utilizzando paragrafi e segnali di connessione tra le frasi. In conclusione, sia nel parlato corrente che nella scrittura ordinaria, è importante adattare il proprio linguaggio e stile in base al contesto comunicativo.che "Ho visto il Signor Pippo che attraversava la strada" dovremmodare maggiori informazioni di contesto: quando? Chi è Pippo? Quale strada? Lo stesso contenuto sarà: "Stamattina, uscendo di casa, ho visto il vicino di casa che tu conosci, il Signor Pippo, che attraversava via Milano" La trasmissione del messaggio è più distaccata e volta a far comprendere meglio il concetto. Italo Calvino - raccomandava ai suoi amici scrittori di stare attenti a questo aspetto della comunicazione scritta e di applicare un certo "strabismo", con un occhio guardare a ciò che si scrive e con l'altro a chi riceverà il nostro scritto. DISCORSI FORMALI E TESTI SCRITTI FORMALI Nel parlato e nello scrivere possiamo essere sospinti a staccarci dall'immediatezza della comunicazione e dare una maggiore cura formale ed esigenze proprie di chi riceve il nostro discorso. Discorsi e testi formali: di distaccano dall'immediatezza e

massimizzano le esigenze sintattiche, che prevarrà.

FUNZIONI DELL'ENUNCIATO

  • Qualsiasi enunciato che cerca di stabilire un rapporto tra noi e l'interlocutore (funzione pragmatica o di appello) di rappresentazione)
  • Qualsiasi enunciato trasmette qualche contenuto (funzione espressiva, SEGNALI DI
  • Qualsiasi cosa diciamo rivela la nostra posizione (funzione TERRITORIO)
  • Qualsiasi enunciato deve essere fatto con determinate parole secondo determinate regole di sintattica) una lingua (funzione TESTI FORMALI.

Nei testi formali, quindi, si accentua l'accento sul modo in cui massimizziamo l'utilizzo delle funzioni sintattiche, assistiamo al delinearsi di diversi tipi di TESTI FORMALI.

CATEGORIE DI TESTI FORMALI (distaccati dall'immediatezza)

TESTI INFORMATIVI E ARGOMENTATIVI

  • Miriamo a dare un'informazione mirata su un'argomento, una situazione, e argomentiamo (quindi cerchiamo di connettere) l'informazione stabilendo connessioni ad altre
informazioni dandoanche un'interpretazione. Dominano le funzioni sintattica e semantica

TESTI DI ISTRUZIONI E NORMATIVI

Sono avvisi ("Si prega di chiudere la porta", "Area tra co limitato") e testi che, con una loro sintattica, dominano il nostro comportamento. (Ad esempio: I testi legislativi che vogliono regolare i comportamenti della società)

Domina la funzione pragmatica

TESTI LETTERALI

Sono testi che si distaccano dall'immediatezza e cercano di raggiungere tutte le collocazioni sociali delle persone, sono spesso scritti con l'intenzione di durare nel tempo. (Romanzo, poesia...)

L'autore non vuole parlare OGGI di qualcosa che sta avvenendo ora, ma cerca l'attenzione a lungo termine verso anche chi non è ancora nato puntando sull'interesse che potrebbero scaturire.

Italo Calvino: dice che un testo Classico è un testo che solo col tempo potrà essere apprezzato, con il passare delle

generazioni.

Aristotele: si è soffermato sulle caratteristiche del linguaggio poetico che suona straniero (peregrino) se è innovativo, e caratterizzato da un grande senso di distacco dal linguaggio corrente, grazie al potere evocativo di ciascuna parola. Domina la funzione espressiva. Quindi chi li produce sta attento al contenuto semantico, alla dimensione sintattica, pragmatica ma soprattutto alla modalità espressiva (ritmo della narrazione, suono delle parole, potere di associazioni evocative di alcune parole).

SEGNALE [ x ] qualcosa che si collega a qualcos'altro. È segnale. Questo rapporto è il SEMAINEIN. Ci sono vari modi per chiamarlo: legomenon, lekton, semainomenon, semeium; il significato si può chiamare con signicatum, acceptio, suppositio, denotatio, connotatio, significatio, meaning, signification, sens, sinn, bedeuntung.

SENSO " x " indicato con un segnale percepito da un utente. È ciò che è eMorris: chiama il rapporto

senso-segnale SEMIOSI o RAPPORTO SEMIOTICO

ATTO SEMICO (o meglio dire PROCESSO SEMICO)

azioni per stabilire rapporto semiotico

Serie di che un utente compie un

Questo processo può essere:

produttivo:

  • da un senso l’utente produce il segnale

ricevito:

  • da un segnale l’utente attribuisce un senso al segnale

SEGNO

E’ la forma* (vedi FORMA) di un rapporto semiotico.

Rapporto tra /signi cante/ e “SIGNIFICATO”

SIGNIFICANTE / x /

Classe a cui appartiene il ‘segnale’.

Faccia del segno prodotta facilmente e che invia il segno al destinatario ‘ricevente’.

SIGNIFICATO “ X ” (x maiuscola)

Classe a cui appartiene il ‘senso’, è realizzato dai SENSI.

insieme di ciò che si può comunicare con il segno. Si realizza in ‘sensi’

ENUNZIATO

Tra signi cati e signi canti incappiamo sempre nelle loro ‘realizzazioni’ la realizzazione di un segno è detta ENUNZIATO. Tutti i possibili

Segni si realizzano attraverso concreti enunziati.

LIMITI DELLA COMUNICAZIONE

La comunicazione può avere limiti:

  • Materiali - qualità fisica/meccanica delle fonti/soggetti emittenti
  • Formali - costrizioni entro cui deve muoversi il mittente/destinatario per comunicare.

ARBITRARIETÀ SEMIOTICA o MATERIALE

Il materiale che diverrà senso/segnale e/o viceversa è definito dal contesto e dalle scelte degli utenti interessati nel rapporto semiotico.

ARBITRARIETÀ SEMIOTICA FORMALE

Per far sì che si possa stabilire un rapporto semiotico tra due entità, bisogna poterle individuare. In questa fase sorge un problema di identificazione delle entità alla sorgente dell'atto semico.

Se l'entità si trova in un universo con un numero finito di entità, avrà necessariamente un numero finito di sensi. Al contrario, se, come per le lingue storico-naturali,

si organizzano le classi e le forme all'interno di un sistema.viene scelto che un segnale appartiene ad una classe e che abbia quello speci co signi cato. CODICE due entità facenti parte di due sistemi. E’ l’accoppiamento di di erenti nei quali sono state identi cate. CODICE Se i sistemi di identi cazione sono quelli di SENSO e SEGNALE il codice si dice SEMIOLOGICO. Ogni rapporto semiotico non è mai immediato e implica quindi la connessione di due forme edue sistemi di classi. Il rapporto tra /signi cante/ e “SIGNIFICATO” è detto SEGNO. PREESISTENZA E CREATIVITÀ’ segni mai utilizzati da qualcuno ma Nei codici di natura creativa possono esserci dei esistenticomunque in quel sistema grazie.
Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
47 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-FIL/05 Filosofia e teoria dei linguaggi

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Manila96 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Semiotica e linguaggi e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica internazionale UNINETTUNO di Roma o del prof De Mauro Tullio.