IBRIDAZIONE COMPETITIVA (CISS),
Solitamente per la FISH viene usato un approccio definito “competitive in situ suppression” perché vengono
usate sonde di DNA genomico che contengono delle sequenze ripetute intersperse come Alu e L1 usando sonde
à
così grandi che vanno da 40 a 400 o più Kb, queste sonde contengono anche sequenze ripetute marcate insieme alle
sequenze singole.
Insieme alla sonda marcata, viene aggiunto nel mix di ibridazione un eccesso di DNA genomico oppure meglio un DNA
Cot1.
arricchito in sequenze ripetute, chiamato Sonda+Cot1 vengono denaturati e lasciati a 37°C in una fase di PRE-
ANNEALING e poi la sonda viene messa sul vetrino. In questo modo l’eccesso di DNA ripetuto,
ossia il Cot non marcato, satura tutte le
regioni presenti sulla sonda marcata che
riconoscono sequenze ripetute vengono
à
neutralizzati tutti i frammenti della sonda
marcata, che riconoscono sequenze
ripetute e che quindi non ibriderebbero in
maniera specifica una particolare regione,
ma potrebbero attaccarsi su tutti i
cromosomi dell’intero genoma.
In realtà, oggi non viene effettuato il pre-annealing: alla sonda marcata viene aggiunto Cot1 e poi denaturati e messi
sul vetrino.
Cot1 rappresenta la prima frazione di DNA che si riannila dopo la denaturazione.
Noi utilizziamo una sonda molto grande che viene marcata: questa conterrà per forza anche sequenze ripetute, che si
attaccano potenzialmente a tutte le regioni genomiche ripetute del DNA target. Per eliminare questo problema,
denaturiamo la sonda insieme al DNA Cot1, che è un DNA altamente ripetuto. Il Cot1 non è marcato e si lega alla
sonda marcata che riconosce le sequenze ripetute → in questo modo le sequenze ripetute della sonda non si
appaiono al DNA target. A volte si riesce ad usare il cDNA (che non ha sequenze ripetute) ma c’è un alto limite di
risoluzione. Per questo vengono sempre usate sequenze genomiche, anche piccole, con sequenze ripetute. 54
POST-IBRIDAZIONE
LAVAGGI:
1) effettuati con condizioni appropriate di forza ionica e temperatura che dipenderanno dall’entità di
omologia della sonda con la sequenza bersaglio:
l’alta temperatura diminuisce la stabilità dell’ibrido (sonda-regione target) e favorisce la denaturazione
la forza ionica aumenta la stabilità dell’ibrido e favorisce la rinaturazione.
Si utilizzano lavaggi a:
• stringenza alta per sonde con omologia alta temperatura alta e forza ionica bassa
à
• stringenza bassa con omologia bassa temperatura bassa e forza ionica alta
à
Se voglio ibridare DNA di specie diverse bisogna usare lavaggi meno stringenti.
BLOCCAGGIO
2) trattamento con BSA (siero albumina di bovino), satura i siti a cui si potrebbero legare in
maniera aspecifica l’anticorpo/avidina coniugati al fluorocromo
DETECTION:
3) se la sonda non è marcata direttamente con fluorocromo, ma è marcata con una molecola
reporter, bisogna visualizzare la sonda
ibridata trattando l’ibrido con
molecole fluorescenti in grado di
riconoscere in modo specifico le sonde
marcate. L’ibrido viene messo a
contatto con un anticorpo che
riconosce la molecola reporter. Nel
caso della biotina si utilizza l’avidina
legata al fluorocromo.
MARCATURA
La tecnica è molto duttile: permette di usare più sonde contemporaneamente. Questo perché ci sono molti
fluorocromi che possono marcare sonde diverse. Di solito si usa il DAPI per vedere i cromosomi. Una sonda può anche
essere marcata in combinazione con due diversi fluorocromi.
La marcatura avviene:
mediante l’incorporazione di un precursore nucleotidico (dUTP) legato direttamente a coloranti fluorescenti
o METODO DIRETTO
(viene saltato lo step della detection) à
mediante l’incorporazione di dUTP legato ad una molecola indicatrice (reporter) come la biotina (BIO) e la
o METODO INDIRETTO
digoxigenina (DIG) che vengono rilevate mediante anticorpi fluorescenti à
NICK TRANSLATION
Per la FISH solitamente si usa marcare mediante “nick-translation”, metodica enzimatica che si basa sull’attività della
Dnasi1 pancreatica e della DNA polimerasi I di E. Coli e ricalca quasi per intero la reazione di riparo dei danni causati
sul DNA batterico dai raggi UV: 55
Dnasi I
- La (endonucleasi) produce su entrambi i filamenti dei tagli (“nick”) tra le due basi adiacenti
DNA Pol I
- La ha un’attività esonucleolitica 5’-3’ e attività polimerasica 5’-3’.
Questa tecnica solitamente si utilizza quando è necessario marcare sonde di una certa dimensione. L’endonucleasi fa
tagli sul doppio filamento di DNA: a livello di questi gap la DNA polimerasi, poiché è in presenza sia di nucleotidi
marcati che non marcati, mediante l’attività esonucleotidica da una parte e polimerasica dall’altra fa sì che ci sia
l’inserimento di nucleotidi marcati all’interno di questi frammenti di DNA a doppio filamento.
Per effettuare questa marcatura esistono dei
kit per cui è possibile comprare soltanto gli
enzimi necessari e mettere a punto questa
metodica: per controllare la qualità della
marcatura basta soltanto valutare la grandezza
dei frammenti che devono essere intorno ai 500-200
nucleotidi.
Segmento non completamente marcato, ma che ha pezzi di DNA marcati.
RANDOM PRIMING
quando si hanno sonde molto piccole, nell’ordine dei 8-10 kb, la
nick translation non va bene perché si degraderebbe tutto (dalla
DNasi) non si riuscirebbe ad avere frammenti utilizzabili come
à
sonda.
La random priming è utilizzata per marcare sonde più piccole,
solitamente ottenute mediante Long Range PCR, dell’ordine di 6-8
Kb. Questa tecnica si basa sull’utilizzo di primer multipli, che
riescono a riconoscere tutte le sequenze presenti sul DNA
Klenow,
mediante l’utilizzo di un che ha soltanto attività
polimerasica e non quella esonucleasica (è una DNA polimerasi modificata). Quindi il random priming è una marcatura
enzimatica che utilizza una serie di 9-meri primers degenerati capace di amplificare l’intero frammento di DNA
linearizzato.
Mediante la Klenow si ha la formazione di piccoli frammenti: nella reazione oltre ai nucleotidi normali, ci sono anche
quelli marcati alla fine si ha un mix di frammenti tutti marcati, che poi vengono successivamente utilizzati come
à
sonda.
Infine, è possibile utilizzare anche un altro tipo di approccio, simile alla random priming
DOP-PCR (DEGENERATE OLIGONUCLEOTIDE PCR)
dove si utilizzano oligonucleotidi degenerati (mix di primer) in grado di riconoscere tutte le sequenze. Aggiungendo un
nucleotide marcato mediante Long Range PCR si ha l’amplificazione di frammenti a loro volta marcati. 56
AFFIANCO ALLE MARCATURE DI TIPO ENZIMATICO, ESISTONO ANCHE MARCATURE CHIMICHE
solitamente sono kit commerciali contenenti molecole, ad esempio, con un atomo di platino in grado di legarsi in
maniera specifica sia al DNA sia all’RNA mediante legame con l’azoto della guanina in posizione 6, oppure possono
marcare le proteine attraverso legame con lo zolfo della metionina o di cisteina oppure con l’azoto dell’istidina. Non è
nota la molecola che permette la marcatura perché è un prodotto si trova sul commercio.
Questa metodica però è raramente usata in quanto il costo è più elevato rispetto ad una metodica enzimatica.
FISH: MICROSCOPIO OTTICO A FLUORESCENZA
Possono essere usate lampade a vapori di mercurio oppure lampade a fibre ottiche (quelle più comunemente usate
oggi). Quest’ultima emette un fascio di luce che attraversa il filtro di eccitazione e che attraverso lo specchio dicroico
viene deviato attraverso l’obiettivo/condensatore sul
vetrino.
Poiché sul vetrino sono presenti molecole fluorescenti
queste vengono eccitate e a loro volta emettono una
luce che attraversa il filtro di emissione può essere
à
rilevata attraverso gli oculari dall’osservatore oppure
attraverso una fotocamera o una CCD camera (che
inizialmente veniva utilizzata per osservare le stelle à
sensibilità estremamente elevata). Dopodiché queste
immagini vengono elaborate al computer.
spettro di eccitazione spettro di emissione
Ogni fluorocromo ha uno e uno specifico se si utilizzano nello stesso
à
esperimento più fluorocromi è importante sceglierli in modo tale che lo spettro di emissione non sia sovrapposto, in
modo tale da distinguere bene il segnale emesso da un fluorocromo piuttosto che da un altro.
Il microscopio a fluorescenza è corredato di filtri specifici per i fluorocromi utilizzati per visualizzare la sonda. Al
microscopio è collegata una fotocamera in grado di captare l’immagine vista al microscopio e trasmetterla ad un
computer come immagine in bianco e nero (è in bianco e nero perché
quelle a colori hanno una risoluzione più bassa).
Fotografando la stessa metafase e utilizzando i vari filtri, si ottengono
singole immagini che vengono registrate separatamente e con programmi
appropriati vengono pseudo-colorati.
Esempio: è utilizzata una singola sonda/fluorocromo, i filtri usati sono due:
prima si usa il DAPI, che evidenzia le metafasi e i nuclei in interfase,
successivamente cambiando il filtro si vedono soltanto i segnali
fluorescenti dati dalla sonda. È poi possibile decidere quale colore
associare a questo fluorocromo pseudo-colorarlo e sovrapporlo in
à
modo tale da vedere esattamente i segnali a livello dei cromosomi specifici
riconosciuti da queste sonde. 57
APPLICAZIONI GENERALI DELLA FISH
• Identificazione di anomalie di numero (poliploidie, trisomie, monosomie): non utilizzando le metafasi, ma i
nuclei in interfase
• Identificazione di riarrangiamenti strutturali e loro caratterizzazione:
• MICRODELEZIONI
• MICRODUPLICAZIONI
• TRASLOCAZIONI CRIPTICHE
• INVERSIONI
• CROMOSOMI MARCATORI O AD ANELLO
• Mappaggio cromosomico di una regione specifica: localizzazione di specifiche sequenze geniche su specifici
cromosomi
SONDE
Esistono diversi tipi di sonde che possono essere utilizzate:
Chromosome painting: sonde di DNA costituite da un’ampia collezione di frammenti differenti derivati da un
Ø unico cromosoma colorano completamente il cromosoma. Inizialmente venivano costruite a partire da
à
librerie genomiche plasmidiche cromosoma specifiche (costruite a partire da cromosomi isolati mediante
flow-sorting: venivano sortati i singoli cromosomi, tagliati e clonati in plasmidi) si aveva una libreria formata
à
da una collezione d
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