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MOTO DEI FLUIDI
Ricorda: Per un sistema aperto in condizioni stazionarie che scambia calore con una sola sorgente i due
principi della termodinamica danno:
Dividendo per la portata in massa, considerando una lunghezza infinitesima si ottiene l’equazione
dell’energia meccanica, che scritta in forma integrale diventa:
(spesso in prima approssimazione di trascura
l’effetto delle irreversibilità: ottenendo la forma
semplificata di Eulero).
Nel caso particolare di fluidi incomprimibili (il cui volume specifico è costante), si ottiene l’equazione di
Bernoulli:
Lo sforzo di taglio è proporzionale al gradiente della velocità dove µ è detto viscosità, (questi
fluidi sono detti newtoniani). = )
µ/
La viscosità cinematica invece si indica con (
Altri fluidi oltre quelli newtoniani sono fluidi per cui la viscosità diminuisce con il gradiente di velocità
(pseudoplastici), mentre per altri aumenta (dilatanti). Altri fluidi (viscoelastici) hanno un comportamento che
associa viscosità ed elasticità. Altri ancora hanno viscosità dipendente dal tempo: applicando a lungo uno
sforzo di taglio la viscosità diminuisce nei fluidi tixotropici ed aumenta in quelli reopectici.
Equazione energia meccanica in regime stazionario senza scambio di lavoro per un fluido a densità costante
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Per determinare R tranne che in alcuni casi semplici, occorrono prove sperimentali arrivando ad esprimere R
come: f= fattore d’attrito di Darcy, che è in funzione del numero di Reynolds
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=
Per condotti a sezione non circolare si introduce un diametro equivalente
Numero di Reynlods: =
Per il moto laminare (Re<2300): e
Esempi di applicazione (vedi slide): Calcolo potenza pompa data la portata, svuotamento serbatoio, altezza
massima di aspirazione di una pompa, circuito di riscaldamento con caldaia e radiatori in parallelo, misure di
portata e di velocità, camino.
Spiegazione riguardo a velocità del suono
All’interno di un fluido, le piccole variazioni di pressione si propagano
con una velocità caratteristica c, dipendente dalle proprietà del fluido.
Applichiamo la conservazione della massa attraverso il volume di
controllo che si muove con l’onda di pressione:
Equazione di Hugoniot 8
SCAMBIATORI DI CALORE
Processo di ebollizione forzata (come avviene il fenomeno, le zone più interessanti, come si calcola lo
scambio termico) Nel caso di flussi interni, l’evoluzione dà luogo ad un flusso
bifase. Partendo dal liquido sottoraffreddato (titolo x=0),
per il quale si ha una normale convezione forzata, si ha
formazione di bolle a contatto con le pareti. Le bolle si
accrescono e uniscono fino a formare dei “tappi” che
occupano tutta la sezione del tubo. Per titolo ancora
maggiore segue il REGIME ANULARE dove il liquido è
adiacente alla parete mentre il vapore sta nel mezzo,
questo perché il liquido ha tensione superficiale maggiore
rispetto al vapore oltre ad essere più denso, quindi va più
piano. Andando oltre si entra in un regime di transizione
dove non ho più prevalenza del liquido ed il coefficiente di convezione cala drasticamente, da questo
momento fino al 100% ho un REGIME DI NEBBIA.
Il punto critico è detto punto di DRY-OUT (si ha quando le pareti si asciugano e finisce il moto anulare), con il
dry-out introduco una resistenza termica molto forte; pertanto, la temperatura della parete schizza in alto
con il rischio di fondere il metallo.
Lo scambio termico si può ricondurre ad una convezione forzata fra la parete ed il liquido, nella quale la
velocità è quella delle bolle che si allontanano dalla superficie e la dimensione caratteristica è il diametro
delle bolle.
Tubo verticale: suddivisione liquido-vapore: simmetrica
Tubo orizzontale: si formano delle asimmetrie a causa della gravità
ESPERIMENTO DI NUKIYAMA (ebollizione in liquido stagnante (pool boiling)) e come mai in questo caso i
valori di convezione sono così alti (Esperimento di Nukiyama, consiste nel
riscaldare acqua satura in quiete entro un
recipiente tramite un filo di nickel-cromo,
misurando la potenza assorbita dal filo).
Per bassi valori di flusso termico valgono le
usuali leggi della convezione naturale e il
numero di Nusselt è proporzionale al numero di
Rayleigh elevato ad 1/3. Aumentando il flusso
termico inizia la formazione di bolle. Oltre certi
valori di flusso la formazione di bolle è così
intensa da causarne la coalescenza in colonne
di vapore continue. Questa regione della curva
è detta “ebollizione a nuclei”. Nella zona delle
bolle singole, queste provocano un violento mescolamento del liquido vicino al filo caldo, aumentando lo
scambio termico, ma è il liquido che trasporta la maggior parte del calore. Invece, nella zona delle colonne
continue l’interferenza tra le bolle rende difficile il contatto tra liquido e filo. Pertanto, il massimo del
coefficiente di convezione si ha in corrispondenza di un punto intermedio della curva (ricordando che il
coefficiente di convezione è maggiore nei fluidi). Giunti al punto a si ha un improvviso e violento aumento
della temperatura del filo, che giunge rapidamente a fusione (punto di “burn-out”). Da a a d ho una zona di
transizione dove aumenta la temperatura del filo e diminuisce lo scambio termico (se il filo fonde a d non ci
arrivo). Ripetendo l’esperienza con un filo di platino (punto di fusione 2045°C), si percorre il tratto a-b in cui
il flusso termico si mantiene costante, mentre la temperatura ha un brusco aumento. Ulteriori aumenti del
flusso hanno luogo sul tratto di curva a destra del punto b. Al decrescere del flusso invece si torna indietro
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sulla stessa curva. In questa zona si osserva la formazione di una pellicola stabile di vapore intorno al filo, che
giustifica la maggiore resistenza termica tra questo ed il liquido. Nella zona dell’ebollizione pellicolare,
essendo il contatto tra filo e liquido impedito dal vapore, diviene significativo lo scambio termico radiativo
tra filo e liquido. La curva dell’ebollizione pellicolare decresce sino ad un punto di minimo d, in corrispondenza
del quale si ha un brusco decremento di temperatura e si torna alla curva dell’ebollizione a nuclei (punto c).
Il punto di minimo relativo tra la zona di transizione e la zona di ebollizione pellicolare stabile è detto punto
di Leidenfrost.
I valori di convezione sono così alti perché si ha intenso mescolamento del fluido dovuto al movimento delle
bolle che salgono verso l’alto e questo è dovuto alle forze di galleggiamento, quindi alla differenza di densità
tra il liquido e il vapore).
Scambiatori di calore, efficienza scambiatore, dimensionamento scambiatore
Gli scambiatori di calore vengono principalmente utilizzati per la termoregolazione, ossia per il controllo delle
temperature all’interno del ciclo produttivo, per il raffreddamento dei fumi rilasciati in atmosfera e per il
recupero termico.
Il principio di funzionamento degli scambiatori si basa sull’idea che, mettendo a contatto due corpi a
temperature diverse, il corpo più caldo si raffreddi mentre quello più freddo si riscaldi. La progressiva
riduzione della differenza di temperatura è dovuta a uno scambio di energia che continua fino al
raggiungimento dell’equilibrio termico. Questo trasferimento di energia viene espresso come quantità di
calore q trasmessa nell’unità di tempo t; è un flusso di calore che prende il nome di flusso termico Q.
Il trasferimento di energia si realizza in tre modi che la maggior parte delle volte coesistono:
• conduzione: quando il trasferimento di calore, prodotto dal gradiente di temperatura, avviene in un
corpo solido oppure in un fluido in quiete
• convezione: si tratta invece del trasferimento di calore che avviene tra una superficie ed un fluido in
movimento dotati di temperature diverse
• irraggiamento: tutte le superfici che si trovano ad una data temperatura emettono energia sotto
forma di onde elettromagnetiche. Perciò, in assenza di un mezzo situato tra di esse, il calore tra le
due superfici a diversa temperatura viene trasferito per solo irraggiamento
I meccanismi che governano il trasferimento d’energia negli scambiatori di calore sono soprattutto quelli di
convezione e di conduzione.
Dimensionamento di uno scambiatore di calore
Il dimensionamento di uno scambiatore di calore consiste nel selezionare un tipo di scambiatore di calore e
nel determinare l’area di scambio termico A necessaria per ottenere la desiderata temperatura in uscita.
Per farlo bisogna conoscere le portate massiche, le temperature di ingresso dei due fluidi e la temperatura
di uscita voluta.
Applicando le equazioni di bilancio di massa e di energia al fluido freddo e a quello
caldo possiamo scrivere le equazioni bilancio massa energia fluido freddo caldo.
Nell’ipotesi che i due fluidi non subiscano cambiamenti di fase e che i corrispondenti calori
specifici e pressioni siano costanti, le equazioni dimensionamento scambiatori precedenti divengono:
Dove m[kg/s] sono le portate dei due fluidi, cp [J/ (kg K)] è il calore specifico
a pressione costante, h [J/kg] è l’entalpia e T è la temperatura [K].
A queste due equazioni di bilancio energetico si può associare una
equazione di scambio
termico che può essere ottenuta mediante il metodo della media logaritmica delle differenze di
temperatura (o MLDT).
Il metodo MLDT per il dimensionamento scambiatore 10
Nel metodo della media logaritmica delle differenze di temperatura (o MLDT) la potenza termica scambiata
tra i due fluidi viene legata alla differenza di temperatura tra il fluido caldo ed il fluido freddo:
Dove A [m^2] è l’area di scambio e U [W/ (m^2 K)] è il coefficiente di scambio termico globale calcolabile
mediante tabelle o correlazioni.
Tuttavia, poiché ΔT varia con la posizione all’interno dello scambiatore di calore, è
necessario utilizzare una differenza di temperatura opportunamente mediata.
Nel caso degli scambiatori di calore equi-corrente o controcorrente, la differenza di temperatura da utilizzare
è la media logaritmica (Tml) tra le differenze esistenti a monte e a valle dello scambiatore. Si ottiene così la
seguente equazione di scambio termico:
Dove
E
Figura 1: Scambiatore equi-corrente Figura 2: Scambiatore contro-corrente
Riassumendo, la procedura di dimensionamento scambiatore di calore è la seguente:
1. si determina la potenza termica scambiata facendo uso di una delle due equazioni di bilancio
dell’energia, in cui tutti gli