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TRADUZIONE E MEDIAZIONE

Traduzione intralinguistica o riformulazione: è un'interpretazione di segni verbali per mezzo di altri segni della stessa lingua.

Esempio: - Il presidente del consiglio si chiama Mario Draghi; - Il nome del presidente del consiglio è Mario Draghi; - Mario Draghi è il capo del governo; - Mario Draghi è il primo ministro.

Traduzione interlinguistica o traduzione vera e propria: è un'interpretazione di segni verbali per mezzo di un'altra lingua.

Traduzione intersemiotica o trasmutazione: è un'interpretazione di segni verbali per mezzo di segni di sistemi semiotici diversi tra loro, come quando per esempio si "traduce" il romanzo in un film, un poema epico in un'opera a fumetti o si trae un quadro del tema di una poesia.

PERCHÉ LA MEDIAZIONE È DIVERSA DALLA TRADUZIONE?

Traduzione e interpretariato non sono altro che particolari, ulteriori forme di mediazione.

Undoubtely the

most laborious, justifiably the most expensive. (Pym, 2002).

Entro i confini segnati dal plurilinguismo e dalla competenza linguistico-comunicativa è posta l'attività di mediazione fra individui che non abbiano una lingua in comune. Si tratta di mediazione nel senso che aiuta a far comunicare gli individui che si trovino in tale condizione, e che non coincide con la traduzione intesa come una meccanica traslazione di sensi da una lingua all'altra, ma lo sforzo di far entrare in contatto prospettive culturali, modi di vita, modalità di interazione diverse (Vedovelli, 2010).

Un mediatore culturale è colui che facilita la comunicazione, la comprensione e l'interazione tra individui o gruppi che si differenziano per linguaggio e cultura. Il ruolo del mediatore viene svolto interpretando le espressioni, le intenzioni, le percezioni e le aspettative di ogni gruppo culturale verso l'altro, vale a dire stabilendo e bilanciando la comunicazione tra di loro.

Per agire come tramite in questo senso, il mediatore deve essere in grado di prendere parte in qualche misura ad entrambe le culture, un mediatore deve dunque essere in un certo qual modo biculturale (Taft, 2010).

PRESUPPOSTI PER OPERARE COME MEDIATORE

Per operare come mediatore tra diverse culture, una persona deve avere riconoscimenti pertinenti a ogni cultura:

  • Conoscenza della società (ossatura condizioni cognitive): la storia, il folklore, le tradizioni, le usanze, abitudini, i valori, i divieti, le condizioni ambientali e la loro importanza, i popoli confinanti, geografia e storia sociale, politica contemporanea, cultura popolare (personalità di rilievo nella società, eroi, tv, film, ecc...).
  • Tradurre da una cultura all'altra: richiede una distorsione del messaggio in superficie per mantenere invariato il messaggio nascosto (quindi non più "cosa dice o cosa fa", ma "cosa intende dire o fare"). Bisogna trovare un corrispettivo (es.

Piazza del Campo – Tienanmen).Doti comunicative: a livello scritto, orale, non verbale Doti tecniche: quelle richieste dalla professione di mediatore, ad esempio NTIC (tecnologie dell’informazione e della comunicazione.Doti sociali: conoscenza delle norme che regolano le relazioni sociali nella società, competenza a livello emotivo (esempio – quanti baci sullaguancia?).L’obiettivo di un mediatore culturale è quello di variare il carico informativodel testo di lingua di arrivo, tenendo presente quello del testo della lingua dipartenza.La grande dote del mediatore deve essere la capacità di ORIENTASImentalmente tra due culture e non tradurre a livello lessico-grammaticale.MEDIAZIONE COME TRANSLANGUAGINGDOMANDA ESAME: RAPPORTO TRA MEDIAZIONE E TRANSLANGUAGINGMediazione come pratica di translanguaging, intesa come l’uso da parte deiparlanti dell’intero repertorio linguistico – senza prestare attenzione aiconfini,

socialmente e politicamente definiti di una data lingua.
Mediazione come interazione tra lingue, pratica ibride di languaging che contribuisce a rendere chiaro come non esistano confini netti né tanto meno barriere tra le lingue in essa coinvolte.
Mediazione come processo dinamico e potenzialmente definito di usare la lingua per creare significati.
DEFINIZIONE DI REPERTORIO LINGUISTICO
Il repertorio linguistico è l'insieme delle risorse linguistiche possedute dai membri di una comunità linguistica, non inteso semplicemente come una mera somma lineare di varietà di lingua, ma che comprende anche, e in maniera sostanziale, i rapporti fra di esse e i modi in cui questi si atteggiano, la loro gerarchia e le norme di impiego (Berruto, 1995).
Al concetto di repertorio linguistico possiamo associare il concetto di spazio linguistico: questo modello di repertorio idiomatico è capace di organizzare sinotticamente e sincronicamente le varie dimensioni degli usi.

linguistico-comunicativi nella competenza individuale e a livello collettivo (Vedovelli2011).

Lezione 7 - 18/10/21

LANGUAGING

Al concetto di translanguaging si associa quello di Languaging, che è articolato in due modalità:

  1. Collaborative dialogue: interazione dialogica in ambito sociale.
  2. Private speech: parlato interiore portato alla conoscenza tramite la mediazione simbolica del languaging. Mediazione intermedia tra linguaggio interiore e quello esteriore.

SUPERDIVERSITÀ

Blommaert e Rampton sono gli studiosi che definiscono tale concetto.

La superdiversità è una consapevolezza di una crescita particolare del mondo in cui viviamo, legata alla globalizzazione e determinata dall'immigrazione, accompagnata da cambiamento a livello culturale, linguistico e sociale. Attenzione a non limitare la superdiversità alla dimensione della migrazione: ci sono tante altre lingue, religioni e culture; vari motivi per cui si migra; diversi processi di inserimento.

Nella società (lavoro, scuola). È importante anche il superamento dei pregiudizi e la presenza di un mediatore in ambito amministrativo o giuridico.

RIEPILOGO:

La comprensione non è stata studiata per lungo tempo dai linguisti. - Lingua e dialetti: i dialetti sono idiomi, i linguisti hanno iniziato a occuparsi di comprensione davanti a una lingua straniera.

Culture: in continuo cambiamento, bisogna essere biculturali. - Linguaggi codici verbali e non verbali: il mediatore non deve solo passare da una lingua ad un'altra, ma anche tradurre le emozioni e il linguaggio del corpo.

Negoziazione del senso. - Traduzione - Interpretariato. - Translanguaging. - Superdiversità.

LA MEDIAZIONE LINGUISTICA NEL QCER12

DOMANDA ESAME: QUALI SONO LE VISIONI DELLA MEDIAZIONI NEL QCER?

Mediazione come interazione semiotica: componente essenziale ed irrinunciabile della costruzione e negoziazione di senso. La mediazione può quindi avvenire tra parlanti di lingue diverse.

La mediazione non è quindi da intendere come una categoria professionale, bensì come una condizione del farsi semiosi. Mediazione come nuova abilità linguistica: si aggiunge alle 4 canoniche abilità ricettive e produttive, orali e scritte. Si specifica che è anche un'abilità scritta, orale e interattiva, equivalente al ribaltamento del fondamento teorico della prima visione che sosteneva che la mediazione fosse un elemento intrinseco e naturale dello scambio semiotico. La mediazione viene attribuita ad una terza persona, responsabile del passaggio dell'informazione tra due interlocutori, e va dunque a coincidere con la traduzione o l'interpretariato, siano esse attività di parafrasi, riassunto o riformulazione. Mediazione come macrocategoria: all'interno della quale si vanno a collocare traduzione e interpretariato. La traduzione e l'interpretariato sono in effetti descritti come esempi della mediazione.

Hatim e Mason (1990) ricordano a questo proposito che un traduttore è prima di tutto un mediatore tra due parti per le quali la comunicazione potrebbe altrimenti essere problematica - e questo vale per l'interprete simultaneo che può essere visto come mediatore in modo molto diretto.

DOMANDA ESAME: DIFFERENZA TRA MULTILINGUISMO E PLURILINGUISMO?

MULTILINGUISMO

Prevede una visione statica della compresenza e della convivenza delle lingue e del loro apprendimento. Secondo tale visione, diverse lingue possono essere presenti in un territorio, in un'istituzione scolastica o nel repertorio linguistico di ciascun individuo, ma in modo separato e impermeabile.

Prevede insiemi finiti e chiusi di strutture, lessico e uso della lingua. Le lingue non entrano mai in contatto. I singoli locutori hanno un atteggiamento di monolinguismo in un contesto multilingue.

PLURILINGUISMO

È una condizione per realizzare piani di azione e strategie per diversificare e intensificare

l'interattività e di favorire la partecipazione degli studenti. La mediazione permette di creare un ambiente di apprendimento collaborativo, in cui gli studenti possono confrontarsi e scambiarsi informazioni. La mediazione nei contesti didattici può avvenire attraverso diverse modalità, come ad esempio l'utilizzo di strumenti tecnologici, la creazione di attività di gruppo o l'organizzazione di discussioni guidate. L'obiettivo è quello di favorire la costruzione del sapere in modo attivo e partecipativo. La mediazione linguistica è un elemento fondamentale per favorire l'apprendimento delle lingue straniere. Attraverso la mediazione, gli studenti possono sviluppare le proprie competenze linguistiche e comunicative, mettendo in pratica ciò che hanno appreso in situazioni reali. La mediazione linguistica si basa sulla capacità di comprendere e interpretare i messaggi, facilitando la comunicazione tra persone che parlano lingue diverse. Questo processo richiede una conoscenza approfondita delle lingue coinvolte e delle loro caratteristiche culturali. In conclusione, la mediazione nei contesti didattici è un elemento chiave per favorire l'apprendimento linguistico. Attraverso la mediazione, gli studenti possono interagire, confrontarsi e sviluppare le proprie competenze linguistiche in modo attivo e partecipativo.

La densità comunicativa e l'input di apprendimento nel gruppo classe, attivando gli interessi dell'allievo, aiutando l'allievo a scoprire le sue competenze "nascoste" e valorizzando quelle già evidenziate, rappresentano la mediazione come comunicazione didattica a isolotti. Gli studenti sono divisi in gruppi e interagiscono tra di loro e con il docente (mediatore).

Lezione 8 - 19/10/21

L'apprendimento di una lingua straniera:

  1. Ipotesi dell'identità → l'apprendimento di una lingua si fonda su un meccanismo genetico (Language Acquisition Device) che, essendo universale, orchestra qualunque forma di apprendimento linguistico.
  2. Ipotesi contrastiva → fa riferimento all'ipotesi comportamentarista.
Dettagli
A.A. 2021-2022
53 pagine
SSD Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-LIN/01 Glottologia e linguistica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher elisamessina182 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Teoria della mediazione e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università per stranieri di Siena o del prof Siebetcheu Raymond.