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SOFOCLE
Le tragedie attribuite a sono 92 ma a noi oggi ne possediamo 17.
EURIPIDE
Il merito di aver contribuito sulla conservazione di 31 testi in forma integrale si deve alla
commissione ateniese istituita da nel 330 a.C. con l’incarico di stabilire l’edizione ne
LICURGO
varietur delle tragedie giudicate degne di formare il canone del genere tragico.
Queste sono arrivate ai Bizantini e poi all’Europa medievale, all’Umanesimo e all’epoca in cui si
sviluppò la stampa pag. 9
ESCHILO: (Eleusi, 525 a.C. – 456 a.C.)
“Persiani”:
● primo testo tragico completo dell’anno 472 a.C ed è il più antico che conosciamo;
● appare come un’opera già matura;
● concepita per due soli attori;
● gran parte dell’intreccio è affidato al coro;
● tratta di un evento di attualità => la vittoria dei Greci sui Persiani nel 480 a.C. (evento
fondamentale per la storia di Atene, che le fa guadagnare prestigio e traguardi nel campo
dell’arte e della filosofia) Eschilo sceglie di ricostruire drammaticamente degli eventi vissuti
dovuti alla sua partecipazione alla Battaglia di Salamina nel 480 a.C.,
● Eschilo ricostruisce la storia dal punto di vista dei vinti, facendo ricadere la colpa su re
Serse che era stato punito dagli dèi per la sua folle superbia e la vana presunzione di
invincibilità per aver peccato di ubris e riconducendo a lui anche la sconfitta del suo
esercito;
● per Eschilo il corso degli eventi non è determinato dai singoli individui ma da una volontà
superiore; la colpa di un delitto originario si ripercuote su chi lo ha commesso e sulla sua
discendenza (ghenos)
● Le tragedie di Eschilo esaltano i valori della giustizia e della saggezza, manifestando
l’intensa religiosità dell’autore e la fermezza dei suoi principi morali.
“Orestea”:
● scritta nel 458 a.C;
● unica trilogia giunta integralmente a noi;
● Ghenos => ritorna questo principio; il delitto di Atreo contro il fratello Tieste si ripercuote
di generazione in generazione;
● Trama di Agamennone: Agamennone, figlio di Atreo torna da Troia ad Argo e viene ucciso
dalla moglie clitennestra e dal suo amante Egisto, discendente di Tieste;
● Trama delle Coefore: Oreste, figlio di Agamennone, insieme alla sorella Elettra, si vendica
della morte del padre uccidendo la madre di Egisto. Le Erinni (dee vendicatrici dei delitti tra
consanguinee) perseguitano Oreste facendo impazzire;
● Trama delle Eumenidi: Oreste, consigliato da Apollo, si reca ad Atene per essere giudicato
dall’Areopago (tribunale presieduto da Atena) e viene assolto dal suo crimine. pag. 10
T ’O
o RILOGIA DELL RESTEA
Eschilo, nell'ultima fase della sua vita, predilige la trilogia legata (come l’Orestea) perchè è la più
funzionale per rappresentare le vicissitudini del ghenos in un lungo arco di tempo.
Fu contemporaneamente autore ed attore dei suoi testi, istruttore del coro, coreografo ed autore
delle musiche, e coniò un linguaggio innovativo padroneggiando l’arte della messa in scena
attraverso apparizioni spettacolari e terrificanti che segnavano la memoria del pubblico.
IL MITO
PER
ESCHILO
RAPPRESENTAVA LA TRAMA CON CUI TESSERE LA TELA DEL DESTINO DI UNA STIRPE.
pag. 11
SOFOCLE: (Colono 496 a. C. – 406 a. C.)
Autore di oltre 100 drammi, di cui solo 7 tragedie sono giunti a noi.
INNOVAZIONI
Nel 468 a.C. sancisce subito il ruolo da protagonista del nuovo autore sulla scena ateniese.
● entra in gioco il terzo attore (progressivo affermarsi della parte recitata su quella corale)
● la trilogia legata viene sostituita da una trilogia di tragedie con tematiche indipendenti l’una
dalle altre;
● nuova attenzione per la raffigurazione di un personaggio circoscritto ad una tragedia, un eroe
dalla forte volontà che lotta fino alla morte per i principi;
● non manifesta religiosità, piuttosto si sofferma sulla solitudine dell’individuo e sulla vanità
della vita, la cui unica consolazione è la compassione umana.
PER SOFOCLE IL MITO RAPPRESENTA UNO SFONDO DAL QUALE EMERGE IL PROFILO
DEGLI EROI CHE LOTTANO FINO ALL’ULTIMO PER I PROPRI PRINCIPI ANCHE A COSTO
DI SACRIFICARE LA PROPRIA VITA.
Egli si sofferma sulla solitudine dell’individuo e sulla vanità della vita rischiarata solamente dalla
possibilità della reciproca compassione. pag. 12
EDIPO RE
O
Ritenuta da Aristotele l’esempio perfetto di tragedia;
● T =>Edipo, re di Tebe, svolge un’indagine per scoprire il colpevole della morte di re Laio,
RAMA
il suo predecessore al trono. I personaggi vengono progressivamente interrogati da Edipo, che
mettendo insieme i pezzi del mosaico scopre delle terribili verità: Edipo stesso era l’assassino di
Laio (suo padre segreto) marito incestuoso di Giocasta (vedova di Laio) e padre di figli
marchiati dalla colpa di due genitori incestuosi. Nonostante tutto, Edipo prosegue
coraggiosamente le indagini, in quanto ha giurato di liberare Tebe dalla pestilenza causata dagli
dèi come punizione verso la città per non aver trovato l’assassino di Laio. Alla fine, Giocasta si
suicida e edipo si acceca (dietro la skenè) per poi mostrarsi sfigurato prima dell’esilio da Tebe.
● Sofocle, invece di usare strumenti per creare effetti di grande impatto visivo, preferisce affidarsi
alla recitazione degli attori e alla suspense della catastrofe incombente.
ESCHILO SOFOCLE
Due attori Tre attori pag. 13
Nel mito costruisce la storia di una stirpe (ghenos) Storie di singoli eroi dalla volontà di ferro che
lottano fino alla morte per i propri principi
Manifesta spirito religioso e i suoi principi morali, Si sofferma sulla solitudine dell’individuo e sulla
da spazio alle divinità olimpiche vanità della vita, rischiarata solo dalla
compassione umana
Cura la messa in scena attraverso apparizioni Si affida alla recitazione degli attori e alla
spettacolari e terrificanti che segnano la memoria suspense della catastrofe incombente
EURIPIDE: (Salamina 480 a. C. – 406 a. C.)
Di Euripide conosciamo solo 17 tragedie all’interno delle quali spicca una maggiore attenzione per
il dialogo, il linguaggio sembra tratto dalla quotidianità parlato, anche all’insegna del realismo,
rivelando il passaggio dalle tragedie euripidee verso un maggiore realismo e segnando una grande
distanza rispetto agli autori precedenti.
INNOVAZIONI
● Euripide era un grande sperimentatore che tuttavia non ottenne l’immediato apprezzamento
dei contemporanei a causa delle trasformazioni che egli introdusse nel mito e nella forma tragica
portata da Eschilo e Sofocle; venne accusato di misogina, ateismo e incoerenza. Solo dopo la
sua morte, le sue due ultime opere: “Ifigenia in Aulide” e “Baccanti” presentate dal figlio
vinsero l’agone e da quel momento le sue tragedie vennero replicate e i suoi temi diedero
spunto alle commedie nuove.
● Il suo sperimentalismo deriva dal clima intellettuale ateniese del V secolo, influenzato dalla
sofistica e da un forte razionalismo che metteva i principi tradizionali; dai sofisti deriva la sua
passione per la retorica e per il confronto dialettico che poi inscenano i suoi personaggi;
● indaga la tradizione per smascherare l’immortalità dei miti, sottolineando i comportamenti
meschini e ambigui delle divinità e distrugge l’aura sacrale delle leggende mitologiche, e si
concentra sui valori umani, prendendo di mira spesso, con gusto paradossale e polemico, i
comportamenti meschini e disonorevoli delle divinità e della società ateniese, mostrandoli nella loro
;
fragilità
● maggiore realismo => utilizzo di un linguaggio che pare tratto dalla quotidianità; pag. 14
● nelle odi corali c’è un liricismo elegante e ricercato (cori delle Baccanti)
● i personaggi non sono statuari come quelli sofoclei ma rivelano le loro fragilità e le loro
angosce, spesso risolvibili solo con la morte (ricerca interiore degli stati d’animo), da qui la
predilezione per la rappresentazione di protagoniste femminili;
● alterna a una retorica parlata più orientata al naturalismo alla presenza di odi corali molto
eleganti e ricercate.
● centralità di un solo personaggio, o episodi dedicati ciascuno ad un personaggio diverso;
● EURIPIDE SPEZZA NETTAMENTE LO SCHEMA IN DUE PARTI, invece che
incentrato su un solo personaggio, crea due situazioni separate, una di seguito all’altra
ciascuna dominata da un personaggio o addirittura frammenta l’unità strutturale mettendo
episodi dedicati a un personaggio diverso, mettendo in scena la collettività.
● Nell’ultimo periodo, Euripide sperimenta sviluppi avventurosi, inediti per la forma tragica, il
lieto fine, il carattere “borghese” dei personaggi intercettato, sotto la nuova direzione del gusto
verso una rappresentazione maggiormente realistica
● Nuova funzione attribuita da Euripide => il prologo diventa anche espositivo, poichè
esponeva l’antefatto di una vicenda complessa e anticiparne lo scioglimento; perdendo
, dal momento che
relativamente importanza rispetto allo scavo psicologico all’interno dei personaggi
per l’autore il pregio della rappresentazione consisteva nella nuova interpretazione del mito e
NON nel suo finale
● Gli venne criticato l’abuso del deux ex machina (intervento di un’entità divina che scioglie i
nodi del dramma, che appariva attraverso la mechanè) pag. 15
IL DRAMMA SATIRESCO
O
Il dramma satiresco del V sec. A.C. era una breve composizione comica (come il Ciclope di
Euripide) rappresentata in coda alla trilogia tragica per formare la tetralogia e composta dallo stesso
autore.
Di norma, si riprendeva, temi o protagonisti della trilogia stessa in chiave comico-burlesca, e con
comicità con lo scopo di risollevare gli animi del pubblico e per concludere in tono scherzoso e
comico la giornata teatrale.
Il dramma era detto “satiresco” per l’importanza che vi ricopriva il coro, costituito da satiri:
(figure mitologiche metà umane e metà caprine), dove alla guida c’è il loro genitore Sileno.
I protagonisti della tragedia creano trappole per i nemici, intralciati però dai satiri che creano
situazioni assurde e ridicole.
I temi sono ricorrenti:
▪ la sconfitta di mostri o di giganti
▪ l’ospitalità violata
▪ salvataggio finale dell’eroe che riacquista la libertà perduta
▪ condivide con la tragedia gli aspetti formali: essa è composta da 5 episodi,
▪ con la commedia invece condivide il fine, ridicolo o meglio grottesco, tuttavia a differenza sua,
il dramma satiresco è