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Evergetismo in Grecia e Roma

L'evergetismo, in Grecia, si manifestava quando gli edifici pubblici o religiosi venivano finanziati dai cittadini più ricchi e donati alla città come beneficio. I ludi furono uno dei principali campi in cui prese forma l'evergetismo, ovvero la generosa elargizione di spettacoli al popolo romano da parte del potere. Questo fenomeno si manifestò come una relazione molto più complessa della semplice politica delle masse, a cui allude il motto di Giovenale "panem et circenses".

L'evergetismo divenne necessario per l'avanzamento nella carriera politica, poiché attraverso questi atti di generosità, i politici ottenevano il consenso del popolo. Le elezioni dei magistrati erano in mano alla classe equestre, che partecipava come pubblico ai giochi, manifestando la propria opinione e dando il segnale di avvio agli applausi. L'evergetismo continuò a esistere anche con l'instaurazione del regime imperiale, attraverso ludi sempre più sontuosi e l'edificazione di strutture apposite, dimostrando la volontà benefica dell'imperatore nei confronti del suo popolo.

Architetture monumentali in tutto l'impero

Le architetture monumentali rappresentavano la dignità romana nel mondo. Nell'età di Augusto, vennero costruiti e ristrutturati maestosi teatri e anfiteatri in pietra in Europa occidentale, in Africa e in Oriente. Il teatro era integrato nel tessuto urbano e ubicato nei luoghi di maggiore rilievo della città, al contrario di quanto avvenuto in Grecia, e largamente decorato con statue e simboli imperiali.

I ludi in età repubblicana

Le magistrature repubblicane incaricate dell'organizzazione dei "aediles" o dei "praetores urbani" erano responsabili del buon esito degli eventi. I ludi a cadenza annuale erano detti stativi.

Ludi Romani

I più antichi erano i Ludi Romani in onore di Giove Ottimo Massimo, istituiti a cadenza annuale nel 367 a.C. presso il Circo Massimo. Essi prevedevano:

  • Quattro giornate per i ludi scaenici
  • Una per i ludi circenses

Alla fine del periodo repubblicano, i Ludi Romani occupavano 16 giornate di cui 9 erano riservate ai ludi scaenici.

Ludi Plebei

Vi erano anche i Ludi Plebei dedicati a Giove istituiti nel 220 a.C., che si tenevano nel Circo Flaminio il 15 novembre. Entrambi i Ludi vennero largamente estesi in età imperiale, testimoniando il crescente interesse del popolo romano per lo spettacolo.

Ludi Florales o Floralia

Si svolgevano tra la fine di aprile e i primi giorni di maggio per celebrare la dea Flora. Esaltavano il principio gioioso della fecondità con parodie dei giochi marziali, sostituendo gli atleti con prostitute che combattevano contro conigli o altri animali domestici. Con il tempo, divennero un luogo per le attrici delle compagnie girovaghe di mimi.

  • I Ludi Apollinares si tenevano a luglio, prima nel Circo Massimo e poi presso il tempio di Apollo, ospitando rappresentazioni drammatiche e svolgendo un ruolo importante per l'affermazione dell'arte del teatro.
  • I Ludi Megalenses erano in onore della Grande Madre e si svolgevano il 4 aprile nei pressi del tempio sul colle Palatino.
  • I Ludi Ceriales erano dedicati a Cerere dal 202 a.C.

Le personalità più di spicco indicevano dei ludi a titolo privato per rafforzare la propria posizione di potere, cioè i ludi votivi, che celebravano circostanze particolari come funerali di importanti personalità, vittorie militari e inaugurazioni di monumenti.

Ludi Circenses

Lo storico Tito Livio racconta l'introduzione di intrattenimenti pubblici nelle feste religiose, in riferimento al re Tarquinio Prisco, che aveva celebrato i Ludi Romani con uno sfarzo mai visto prima, dedicati a Giove Ottimo Massimo. Nelle cerimonie che onoravano i defunti, le corse dei cavalli e dei carri (bigae e quadrigae) si trasformarono in uno spettacolo agonistico con diverse fazioni dai diversi colori.

Circo Massimo e Circo Flaminio

Le corse dei cavalli e dei carri si tenevano all'interno del Circo Massimo, un edificio molto ampio con una pista ad anello circondata dalle tribune per il pubblico. Sopra la spina (barriera attorno alla quale si svolgeva la gara) erano posizionate statue, obelischi, templi dedicati alle divinità protettrici. Non molto lontano, venne eretto il Circo Flaminio, di dimensioni inferiori.

I munera

I giochi circensi preferiti dai romani erano i combattimenti gladiatori, violenti e crudeli, detti munera. Più tardi, questo termine indicò tutti i giochi circensi. Erano eventi spettacolari rari poiché costosi, ma i più amati dal pubblico. Nel corso del tempo, i duelli si arricchirono con ambientazioni scenografiche, e ai combattimenti tra gladiatori si alternò l'esposizione dei condannati all'attacco di belve feroci.

L'anista e gli anfiteatri

I lanisti erano i proprietari delle palestre e spesso anche istruttori, mentre i gladiatori potevano aver scelto liberamente di farlo oppure no, in quanto prigionieri di guerra o criminali condannati ad gladium.

In origine, i munera si tenevano al Foro con tribune temporanee; in seguito si iniziarono a costruire edifici lignei provvisori di pianta circolare o ellissoidale. Vennero chiamati anfiteatri poiché le gradinate continue apparivano come la congiunzione di due teatri con al centro l'arena. Il primo fu quello di Pompei, mentre quello più noto è l'Anfiteatro Flavio.

L'anfiteatro Flavio

L'Anfiteatro Flavio è l'anfiteatro più noto. Esso ha pianta centrale ellissoidale; al centro si trova lo spazio livellato e coperto di sabbia dell'arena, un piano munito di botole e piani inclinati che sorgeva su un sistema di celle e corridoi sotterranei (ipogei). Attorno all'arena si innalzavano le gradinate della cavea per il pubblico, con i vomitoria d'accesso e corridoi longitudinali. I gradoni più bassi erano divisi dall'arena da un alto parapetto.

All'interno degli anfiteatri si tennero anche le venationes: sfilate di animali esotici e le naumachie, battaglie navali realizzate con navi piccole ma ben accessoriate.

Esibizioni atletiche

I romani apprezzavano anche il pugilato e la lotta totale (pancrazio), ma non l'atletica al contrario dei Greci.

Ludi scaenici

Nel 365 a.C., il programma dei Ludi Romani venne arricchito con aggiunte spettacolari di origine etrusca per ingraziarsi il favore divino e scongiurare una grave pestilenza. Erano danze propiziatorie, eleganti sequenze di movimenti ritmici eseguite senza canto ma solo con il suono del flauto.

Dai Fescennini alla Satura

Genere inedito nato da ragazzi che apprezzarono queste danze propiziatorie, rallegrati dallo scambio in versi improvvisati detti fescennini (festiva rurale), e li imitarono nei festeggiamenti privati dando vita al genere della satura.

La satura era uno spettacolo che innestava lo scambio di motteggi in versi accompagnati dal canto. La legge proibiva ai cittadini romani di esibirsi nei ludi publici, pena la perdita dei diritti politici; quindi, tale nuova formula di spettacolo è nata all'interno di un esclusivo intrattenimento di dilettanti appassionati. Presto la satura entrò a far parte dei Ludi Romani: il danzatore era denominato "ister" e gli attori presero il nome di histriones.

Si pensa fosse uno spettacolo ricco di elementi differenti e costituito da scenette ciascuna di argomento diverso, eseguite con mimica elaborata, gesti danzati, accompagnamento di musica e canto. La satura ebbe il merito di formare una nuova generazione di attori esperti nel canto, nella danza e nell'interpretazione mimica. I giovani romani, con ormai la satura rubata dagli attori, tornarono all'originale improvvisazione in versi mescolata alla farsa atellana, originaria della città di Atella e che sviluppava un intreccio comico sul quale gli attori improvvisavano buffonate.

  • Maccus (semplicione mammalucco)
  • Buccus (becero ghiottone)
  • Pappus (vecchio scemo)
  • Dossenus (gobbo, furbo e scroccone)

Dall'atellana, gli attori professionisti derivarono gli exodia (spettacoli di chiusura), brevi farse recitate a conclusione di una tragedia o commedia, sull'esempio del dramma satiresco greco.

La diffusione del mimo greco

Il mimo si era diffuso nelle regioni italiche grazie al nomadismo delle compagnie di mimi, le uniche che ospitavano anche donne. A Roma si era evoluto in rappresentazioni di numeri di arte varia, improvvisazioni, danze, giochi di abilità e recite con trame semplici e un finale inaspettato. Ottenne il massimo successo nell'età imperiale, popolando la scena di maestosi teatri in pietra.

I ludi scaenici erano allestiti in età repubblicana su strutture lignee provvisorie nei circhi o addossate ai templi e agli edifici pubblici; erano formate da un palco rettilineo sopraelevato (proscaenium) disposto lungo una parete scenica nella quale erano presenti una o più porte. Gli spettatori assistevano in piedi, seduti su panche o sulle gradinate degli edifici. Non era concesso costruire teatri stabili, e questo portò a un "ritardo" romano per l'edificazione di teatri in muratura.

La coesistenza delle fabulae

Il modello testuale drammatico di origine greca era diverso da quello della satura: ogni testo comico o tragico di ambientazione greca o romana veniva chiamato fabula, ed era basato su un intreccio unitario in cui gli ambienti, gli argomenti e i personaggi derivavano dalle commedie e tragedie degli autori greci, soprattutto Euripide e Menandro; per questo si parla di "contaminatio" (derivante in realtà dalle tecniche ellenistiche). Il nuovo teatro si basava su un testo scritto e memorizzato dagli interpreti, attori esperti nella recitazione, nel canto e nella gestualità.

  • Fabula cothurnata → tragedia di argomento greco
  • Fabula praetexta → tragedia di argomento romano
  • Fabula palliata → commedia di argomento greco
  • Fabula togata → commedia di argomento romano

Canto, danza e contaminatio nel teatro latino di imitazione greca

Livio Andronico e i primi poeti di stato

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Scienze antichità, filologico-letterarie e storico-artistiche L-ART/05 Discipline dello spettacolo

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