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SPLENECTOMIA:
rimozione completa della milza.
È nell’ipocondrio addominale.
- Masse neoplastiche
- Torsione milza
- Rottura traumatica
- GDV
Milza è un organo con forte componente vascolare quindi ci possono essere neoplasie che la
colpiscono che ne aumentano il volume e ne comportano anche la rottura a volte.
Si verifica nelle razze di taglia grande e in soggetti adulto anziani.
Strumentario:
- Set di base
- Aspiratore
- Divaricatore addominale, che è utile ma non indispensabile
- Sealing device, strumenti che rapidamente chiudono i vasi e tagliano i vasi;
- Lavaggio
- Sintesi
Concetto di questa procedura è:
quello che si deve fare è legare a monte e a vale tutti i vasi.
- Elettrobisturi su pinza
- Si identifica la linea alba che viene incisa
- Con le forbici entriamo in addome
- Si esegue una celiotomia in senso craniale
- Rimozione legamento falciforme che crea una copertura che si può facilmente
rimuovere
- Retrarre in senso craniale l’addome così hai 3 punti di presa
Quando si fa una chirurgia di questo tipo, è sempre opportuno per tutte le volte che si lavora in
addome, fare una ispezione degli organi che si trovano in addome stesso.
Si ha l’obbligo di verificare lo stato dell’addome.
Si verifica lo stato dell’intestino.
Neoplasia della milza molto frequente.
Coinvolgimento multi organo si può verificare.
I vasi vanno scollati in prossimità dell’organo.
Arterie gastriche brevi dalla milza vanno allo stomaco.
Per cui se si fa una chiusura in prossimità dello stomaco rischiamo di mandare in necrosi la
parete.
La sola rimozione della neoplasia non ha senso nella milza perché: non solo nodulari ma
distribuite su tutto l’organo.
È un rischio.
Si tenga presente che si è tolto l’organo, quindi nell’addome si è aumentato lo spazio di mobilità
dello stomaco. Se c’è un cane di taglia grande, quindi, si deve pensare che lì dentro c’è la
possibilità che si possa creare un volvolo. Può avere senso discutere circa la possibilità di fare
una plessi dello stomaco.
Post operatoria:
- Ricovero per 24-48 h
- Monitoraggio
- Gestione dolore
- Fluidi
- AB
Complicazioni:
- Emorragia perché si chiudono tanti vasi e alcuni come la splenica hanno un certo
diametro, grande, quindi se siamo sfortunati può accadere che ci sia un’emorragia nel
post operatorio;
- Progressione della patologia neoplastica
- CID
Problema di base è che ci accorgiamo della massa sulla milza quando questa è rotta. Quindi è
una patologia che può progredire in modo silente.
EPATECTOMIA parziale: rimozione di un lobo del fegato. È molto più richiesta perché il lobo è
suddiviso in 6 lobi da sx verso dx.
Riguarda il singolo lobo e tendenzialmente si ha come procedura da eseguire una epatectomia
parziale, non rimuovi il fegato in blocco. In umana si fa, seguito da trapianto, ma non in vet.
- MASSE NEOPLASTICHE
- Ascessi, interessante perché il fegato non è sterile. Contiene al suo interno una
colonizzazione di batteri clostridi ed è un organo che si trova intersecato nelle vie biliari
che conducono tramite il coledoco il fegato e l’intestino, quindi col duodeno, dove c’è
colonizzazione batterica. Possibilità di risalita di batteri dal duodeno è possibile.
- Cisti, meno frequenti;
- Torsione di lobo (rara);
- Rottura traumatica.
Queste sono le indicazioni principali.
Strumentario: stesso di prima per la splenectomia.
Approccio sempre uguale, quindi decubito dorsale, accesso celiotomico craniale, applicazione
del divaricatore, eventuale aspirazione di liquidi addominali, mobilizzazione del lobo epatico.
Legatura a monte e a valle di tutti i vasi. Controllo dell’emorragia e lavaggio e sintesi.
Divaricatore in questo caso è un passaggio FONDAMENTALE. consente di lavorare nel
quadrante craniale.
Lo spazio si riduce in modo drastico perché è sotto le coste.
Se c’è liquido in addome si può aspirare, si raggiunge il lobo su cui si lavorare e si cerca di
immobilizzare.
Ha una vascolarizzazione.
Un vaso che rientra nel lobo, va identificato e chiuso.
Si fa, non è semplice da fare a mano e si usano questi strumenti elettrocauteri, sailing device che
consentono di eseguire l’operazione.
MANOVRA DI PRINGLE:
il fegato sopporta meglio l’ipossia che l’emorragia.
Introdotta da questo medico, Pringle, è una manovra che consente e prevede il fatto che
manualmente si va nel forame pilorico, si individua la vena porta e si chiude con le mani.
Chiude l’afflusso di sangue al fegato.
Può essere fatta anche in modo preventivo: se si devono fare operazioni preventive.
Apporto di sangue ridotto e in chirurgia, pensiamo che ci possa essere emorragia importante,
consente di lavorare senza sanguinamento.
Post operatorio esattamente come prima e anche le complicanze.
22-5-2024
Medicina operatoria:
Apparato urinario:
- Reni
- Ureteri
- Vescica
- Uretra
Reni: regione periretroneale.
Uretra: ci sono metodiche che spesso si possono eseguire e soprattutto vediamo come
funzionano. La vescica è singolo e si trova nell’addome caudale.
È costituita da un apice rivolto in senso craniale e si sviluppa in senso caudale per dare origine
all’uretra. Nella zona del trigono, la parte più caudale della vescica, c’è lo sbocco degli ureteri.
Dal punto di vista tecnico va tenuta in considerazione perché ciò che è craniale al trigono si
gestisce in modo abbastanza agevole.
La maggior parte delle cose che si fa, si riesce a gestire qui.
Nel maschio c’è la prostata.
Innervazione:
- Dorsale
- Nervo pudendo (innervazione somatica)
- Originano a livello sacrale, S1-S3.
Muscolo periuretrale e collo della vescica, muscolo detrusore.
Alterazioni di tipo anatomico possono riflettersi sulla muscolatura.
Vasi:
- Dorsale
- Arteria vescicale caudale (uterina/prostatica)
- Branca arteria pudenda interna
- Vena pudenda interna
Cistotomia: apertura della vescica.
Indicazioni:
- Calcolosi: formazioni pietriformi che si possono formare in vescica;
- Biopsie
- Masse vescicali
Preparazione:
- Decubito dorsale
- Accesso celiotomico caudale (pene)
set di base:
- Aspiratore
- Divaricatore
- Sintesi (sutura giustapponente / introflettente).
Mediante l’uso di un set di base si ha la possibilità di fare molti interventi, specie sui tessuti
molli.
Tecnica:
applicazione di sutura di sostegno con nylon, incisione cranio caudale, dorsale o ventralem
evitare i vasi.
L’accesso è intraluminale.
La vescica è un organo semi mobile.
Non ha la mobilità dell’intestino.
Accesso più comodo è il ventrale: si fa il celiotomico, si incontra il versante ventrale della
vescica. C’è anche quello dorsale che è stato portato in discussione per molto tempo e prevede il
discorso di ribaltare la vescica in senso caudale, fare l’accesso dorsale. La logica è legata al fatto
che essendo in stazione il paziente, la sutura si trova sul versale dorsale e non ventrale dove c’è
l’urina. Ma per fortuna è opinione diffusa che questo tipo di accesso dorsale non è necessario.
Abbiamo ugualmente la possibilità di avere una sintesi efficace.
Una volta dentro la vescica, tendenzialmente, si fa quello che si fa, rimozione calcoli, biopsie o
necessità di rimuovere masse a carattere peduncolato.
Contatto con urina va limitato.
La sintesi della vescica si può eseguire con:
sutura giustappontente, continua o altre, punti a x, punti a U.
Nella vescica non ci sono problematiche legate alla stenosi. Ha una sua dinamica, urina
all’interno.
Ha più strati: sierosa ,muscolare, sottosierosa e mucosa.
La parte che includi per forza è la sottomucosa.
Si fa una sutura a tutto spessore che ci garantisce di aver incluso la sottomucosa.
Si cerca di avere una distanza di 3-4 millimetri dal margine chirurgico.
Si può fare una prova di tenuta: fine della sintesi, si inserisce soluzione fisiologica nella vescica e
si vede.
Includere la fascia del piano muscolare che è quella che tiene. Perché se prendi solo il muscolo
la sutura cede.
La fascia è quella struttura adesa alla parete muscolare e va inclusa.
Cistectomia:
indicazioni: calcolosi, biopsie, masse vescicali.
È un’asportazione parziale.
Preparazione è la stessa: stesso accesso, stessa tipologia di strumentario.
Cambia quello che si può fare; bisogna ricordare che si ha la possibilità di rimuovere tutto ciò
che è craniale rispetto al trigono.
Nel momento in cui si sacrifica la zona del trigono, non è sufficiente questo intervento maa
vanno fare operazioni più specialistiche.
Da un punto di vista tecnico: abbiamo casi in cui la vescica è aperta, esiti traumatici.
Rimosso un tratto, ci troviamo con un quadro come questo:
Sutura punti a x, sutura continua. Si sutura in modo abbastanza libero, tenendo presente che
l’obiettivo è quello di avere la parete funzionale.
Puoi anche fare due linee di sutura, se non si è tranquilli.
Gestione post operatorio:
- Catetere urinario 3-5 giorni
- Antibiotici
- Analgesia
- Fluidoterapia
Complicazioni:
- Uroperitoneo: spandimento di urina all’interno dell’addome come conseguenza di una
sutura che non ha tenuto.
- Prognosi riservata 3-7 giorni
Uretrostomia:
creazione di un’apertura all’uretra per ostruzione delle vie urinarie.
- Apertura permanente dell’uretra
- Sutura alla cute
- Perineale (gatto)
- Orchiectomia
Indicazioni:
- Ostruzione delle vie urinarie.
Preparazione: molto frequente nel gatto maschio;
- Decubito sternale
- Arti posteriori estesi
- Coda retratta cranialmente
- Borsa di tabacco retto: si entra ed esce intorno allo sfintere anale, per serrare ed evitare
di avere materiale fecale che fuoriesce durante l’intervento.
- Catetere urinario C’è un angolo e tutte le volte che si deve inserire
un catetere urinario, bisognerà bypassare questo
angolo.
L’applicazione di un catetere urinario apre le vie
urinarie ( che è la ragione per cui
quell’intervento viene fatto ). Le vie urinarie
sono bloccate e col catetere si bypassa e funge in
modo utile da guida durante l’intervento.
Avere un riferimento derivante da un pezzo di
plastica è utile. Ci si pone in senso caudale: quindi