Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
P* P’, P’’
usando infatti la definizione di raffinamento troviamo che //
⊂
P) P P) P
Dato un H { S(, : } e un K { s(, : }, notiamo che H ≥ K poichè se H,K allora H e K,
ℝ
∈ ∈ ∈ ∀a ∈ ∀b ∈
anche a ≥ b poichè: inf(a) = inf(H) ≥ sup(b) = sup(K)
P) P P) P
Dato un H { S(, : } e un K { s(, : }, se è Riemannintegrabile, o in altre parole integrabile, allora:
∈ ∈
∃P’ /2 /2
sup K = s = S = inf H, poichè parliamo di sup e inf possiamo, date le definizioni, ammettere l’esistenza di un intorno
di raggio > 0 : s(P’) > sup K - e : S(P’’) < inf H + , che a sua volta può essere scritto come:
∃(P’’)
a b
_
_
_ _
_
> 0 H a < inf H + = sup K > 0 K b > sup K - = a
∀ ∈ ∀ ∈ _
da questa definizione però troviamo che = sup K - a, che è
assurdo
Definizione di Integrabilità pag 479
) )
Se s = sup(s(P), P = inf (S(P), P = S si dice che la funzione è integrabile secondo Riemman nell’intervallo
∈ ∈
[a,b] e il valore comune s = S si dirà integrale definito di in [a,b] e si indicherà con:
indica perciò un numero che può essere anche nullo
ℝ,
∈
Per poter definire la prossima funzione abbiamo bisogno di conoscere la seguente proprietà:
(x)
Integrabilità di una pag 480
Una funzione limitata : [a,b] è Riemman integrabile solo se > 0 esiste una partizione P* di [a,b], ovvero la
ℝ
⟶ ∀
partizione che comprende tutto l’intervallo, tale che S(P*) - s(P*) <
∀ ∃P* ∈
([a,b]) > 0 possiamo anche affermare secondo la proprietà sopra che 0 ≤ S(P*) - s(P*) <
∈
data la definizione di integrale possiamo anche affermare che s() = S() = allora:
∀ ∃P’ ∈ ∃P’’
> 0 s(, P’) > - allora S(, P’’) < + poichè se s() = S() è ovvio che
∈ P*
aggiungendo o togliendo una quantità la loro uguaglianza cambia, definiamo ora :
∪
P* P’ P’’
= allora P*)
s(, ≥ s(, P’) > - P*)
s(, - S(, P*) <
P*)
S(, ≤ S(, P’’) < +
Continuità e monotonia con gli integrali pag 481
(x) continua monotona
Una funzione si dice integrabile in [a,b] se essa è: e/o
⟶ [a,b]
Data una monotona e crescente in [a,b]
(b) (a) ∈
(b) (a)
> |P*| < ___________
∀ |P*| = max | |
-
P*) P*)
S(, - s(, =
[a,b] [a,b] ∃ ∀x,y ⟶ (x) (y)
se > 0 > 0 > 0, [a,b], |x-y| < - <
∈ ⟶ ∈ ∀ ∈
P* = max |I | <
<
dove in questo caso è
Proprietà degli integrali pag 483
([a,b])
Sia una funzione integrabile:
)
)
)
) inf
imostrazione
& poichè P’’ = P’ U { r } abbiamo considerato P’’ come un
P’) P’) P’’) P’’)
S(, - s(, < e S(, - s(, < r r
raffinamento di P’ e r
P’’) P’’) P’{a,r})
S(, - s(, = S( , + S( , P’’{r,b}) - s( , P’{a,r}) + s( , P’’{r,b}) //
r r [a,r] [r,b]
[r,b] [a,r]
) )
Nel caso della troviamo che è vero anche per il contrario ovvero
è verificata sia se abbiamo ≥ che ≤
NE
IMOSTIZAXIo
↓
(x) (x)
- [a,b]
∈
)
Dimostrazione ₊ ₋
= max (0,) ≥ 0 = min (0,) = max (0, -) ≥ 0
Parte positiva di una funzione
N (x) ₊(x) ₋(x)
= -
~ (x) ₊(x) ₋(x)
↑ | | = +
↑
↑
:
↑ (x)
-
I ↑
↑ il - perchè abbiamo bisogno della parte negativa di
↑
- S
↑
~ negativizzata così da poter ottenere una parte positiva e
# in completare il valore della funzione, poichè stiamo parlando
di aree
(x) (x) (x)
- | | ≤ ≤ | | è uguale a dire pertanto possiamo affermare:
Teorema della media integrale pag 488
∃c
Sia : [a,b] una funzione continua, [a,b] tale che
ℝ
⟶ ∈ m = min
max = max m (x) M ∀c
Poichè parliamo di funzioni continue possiamo affermare per il teorema di Weierstrass che esiste un e un
di conseguenza ≤ ≤ [a,b], date inoltre le proprietà precendenti degli integrali ():
∈
pertanto:
sfruttiamo ora il teorema dei valori intermedi:
∃c [a,b]
∈
Altre proprietà degli integrali pag 489
(x)
Data una funzione [a,b] e = la funzione di secondo estemo integrale, x, viene chiamata funzione
∈
integrale, si può prendere un qualsiasi estremo c [a,b] e notiamo come la funzione integrale differisce solo di una
∃M ∀x
∈
costante, deve essere sempre limitata > 0 : [a,b] |(x)| ≤ M
⟶ ∈
Da ciò possiamo affermare anche le seguenti proprietà:
[a,b]
1) è continua ∈
2) Teorema della derivata della funzione integrale
continua
f
Dimostrazione (x) (x₀)
Consideriamo la differenza tra la e in valore assoluto, possiamo affermare che la funzione ≠ e che
(x)
rappresenti l’integrale di tra a e x, grazie alla 4a proprietà degli integrali possiamo dividere l’area di tra a e b in
x₀ x₀ x
2 aree, in questo caso scegliamo il punto semplifichiamo e troviamo il valore assoluto dell’integrale di a
DIMOSTRAZIONE DERINATA
TERREMA [a,b] ¹[a,b] (x) ’(x) (x)
DELLA
DELLA FUNZIONE INTEGRALE
Questo teorema afferma che data una sapendo che = pertanto =
∈ ⟶ ∈
Supponiamo x > x₀ con x₀ ≠ b
L’ultima uguaglianza è verificata dal teorema della media integrale guardando la definizione notiamo che:
teorema dei 2 carabinieri:
x₀ ≤ c(x) ≤ x pertanto applicando un limite possiamo usare il
Avendo presupposto che x > x₀ dobbiamo pertanto calcolarci il limite destro:
Possiamo portare fuori la poichè essa è costante, e grazie al teorema dei 2 carabinieri possiamo finire il passaggio
Primitive pag 490 con Φ intediamo una funzione qualsiasi
[a,b] (x) (x),
(x)
primitiva
Sia : [a,b] data una funzione Φ e derivabile in ]a,b[ essa è una di se Φ’(x) = ]a,b[
ℝ,
⟶ ∈ ∀x ∈
possiamo affermare pertanto che una primitiva è la funzione che derivata da come risultato la funzione
Proprietà delle primitive pag 491
) ,
Se Φ è una primitiva di allora anche Φ + c, dove per c intendiamo una costante, è una primitiva di pertanto ogni
ha infinite primitive che differiscono di una costante
(x)
IMOSTRAZIONE
U
Φ’(x) = (Φ(x) + c)’= Φ’(x) = //
) ∃c ⟶ _
_
Se Φ e G sono 2 primitive di in [a,b] allora G = Φ + c
e
(x) (x)
D(x) = G(x) - Φ(x) si ha che D C[a,b] è derivabile in ]a,b[ e D’(x) = G’(x) - Φ’(x) = - = 0
∈
L’ultimo passaggio è possibile grazie al teorema di Lagrange, secondo il quale esiste un c tale che G(x) - Φ(x) = c
pertanto G(x) = Φ(x) + c
)
Data la prima e seconda definizioni allora possiamo affermare che ogni primitiva di sia un Φ + c, al variare
di c ℝ
∈
Tabella primitive pag 492
Teorema fondamentale del calcolo integrale pag 494
[a,b],
Sia allora
∈ (x) (x),
Consideriamo Φ(x) e come 2 primitive di troviamo ora Φ(a) e Φ(b): Φ(b) posso trovarla prendendo per
vera la tesi
pertanto
Integrazione per parti pag 499
, , ’ [a,b] :
Sia funzioni e Φ una primitiva di
L'uguaglianza, è tra due famiglie di funzioni, A e B: le funzioni appartenenti a ciascuna di esse differiscono per
una costante. Basta quindi dimostrare che una generica funzione della famiglia A ha la stessa derivata di una
(x)﹒(x);
generica funzione della famiglia B. Per definizione di integrale indefinito la derivata di una funzione in A è
(x)
derivando una funzione di B si ottiene
﹒’(x) ﹒’(x) ﹒g(x)
- Φ(x) = Φ’(x)﹒(x) =
Φ’(x)﹒(x) + Φ(x)
Le derivate sono uguali //
Integrali di funzioni razionali pag 510
Dato un integrale di questo tipo in base al grado del numeratore e del denominatore possiamo
risolverlo in 2 modi:
1) Se N(x) è di grado maggiore di D(x) allora possiamo scrivere che:
Q(x) è il polinomio quoziente, mentre R(x) è il polinomio del resto
dove
2) Se invece N(x) è di grado minore di D(x) allora ci sono 3 casi possibili:
in questo caso avremmo sempre un integrale
fondamentale
∆
Nel caso 2.B invece verifichiamo che il sia negativo pertanto C² - 4BD < Δ
Nel punto 2.C dobbiamo invece fattorizzare l’espressione ed in base ai risultati ottenuti associare la corrispondente:
Fattorizzazione Associamo
Fatto ciò non ci resta che integrare i fratti semplici ottenuti, sono degli integrali elementari di facile risoluzione
Integrali impropri o integrali in senso pag 533
generalizzato
Ricapitolando le condizioni di esistenza di un integrale proprio:
• la zona di integrazione deve essere limitata
• la funzione da integrare è limitata integrale improprio o generalizzato
Quando una di queste condizioni viene a mancare, o entrambe parliamo di
ε
Pertanto agli estermi di integrazione, aggiungiamo o togliamo un certo che ci permette di poter avvicinarci al limite
della porzione della funzione da osservare
pertanto, dobbiamo calcolare il limite di ε che tende a 0⁺ se lo applico al punto b mentre a 0⁻ se lo applico al punto a
graficamente parlando: (x) (x) converge
in entrambi i casi se il limite esiste ed è finito la è integrabile