PROPRIETÀ DELLA CURVA DI DOMANDA ENGELIANA
- I beni non possono essere tutti inferiori: Se il reddito aumenta, in qualcosa verrà speso
- I beni non possono essere tutti inferiori o necessari: All’aumentare del reddito, i consumi non possono
aumentare (tutti) di meno
- I beni non possono essere tutti di lusso: All’aumentare del reddito, i consumi non possono aumentare
(tutti) di più. 22
CURVE PREZZO-CONSUMO
Studiamo il comportamento delle curve di domanda mantenendo costante il reddito, e facendo variare i prezzi
(o solo uno). Ammettiamo che il reddito sia mantenuto costante al livello M^ ed il prezzo del bene 2 al livello
p2^ e facciamo variare solamente il prezzo del bene 1.
Se il valore iniziale del prezzo del bene 1 è p1, una sua diminuzione a p’’1 provoca una rotazione verso l’esterno
della retta di bilancio, mentre un suo aumento a p’1 provoca una rotazione della retta di bilancio verso
l’interno. Su ognuna di queste rette di bilancio possiamo ottenere un paniere ottimo per il consumatore, ed
unendo questi punti otteniamo la curva prezzo-consumo. Essa è il luogo geometrico dei punti di ottimo che si
ottengono quando uno dei prezzi varia, mentre i prezzi degli altri beni ed il reddito rimangono costanti.
DETERMINAZIONE ANALITICA DELLA CURVA PREZZO CONSUMO
X =g(x ) è la forma esplicita della curva prezzo-consumo, questa relazione ci dice qual è la quantità del bene 2
2 1
presente all’interno del paniere ottimo ed economicamente fattibile che contiene una quantità x del bene 1.
1
CURVA DI DOMANDA
Possiamo derivare dalla curva prezzo-consumo la curva di domanda di un bene. Essa ci fornisce la relazione tra il prezzo
di quel bene e la quantità del bene stesso che il consumatore domanda a quel prezzo, mantenendo gli altri prezzi ed il
reddito costanti; pertanto, lungo la curva di domanda, la quantità domandata di un bene dipende esclusivamente dal
prezzo. Graficamente la curva di domanda viene rappresentata su un grafico dove sull’asse delle ordinate vengono
riportati i valori del prezzo del bene, mentre sull’ascissa la troviamo la quantità domandata a quel prezzo.
DETERMINAZIONE ANALITICA 23
BENI ORDINARI E BENI DI GIFFEN
Il primo grafico presenta una curva di domanda per il bene 1 decrescente, cioè la domanda del bene aumenta
al diminuire del prezzo del bene stesso. I beni con questa tipologia di curva di domanda vengono detti BENI
ORDINARI. Possiamo anche determinare che un bene è ordinario dalla derivata parziale della funzione di
domanda rispetto al prezzo; infatti, un bene è ordinario se: ∂x1 < 0
∂p1
Il secondo grafico invece mostra una curva di domanda per il bene 1 che, per valori compresi tra 0 e p1, è
crescente, ossia la domanda aumenta all’aumentare del prezzo del bene stesso. Beni di questo tipo sono detti
BENI DI GIFFEN. Possiamo anche determinare che un bene è di Giffen dalla derivata parziale della funzione di
domanda rispetto al prezzo; infatti, un bene è di Giffen se: ∂x1 > 0
∂p1
COMPLEMENTI E SOSTITUTI
Cosa succede alla domanda di un bene quando varia il prezzo di un altro bene? Possiamo rispondere a questa
domanda osservando il segno della derivata parziale della funzione di domanda di un bene rispetto al prezzo
di altri beni. Prendiamo ad esempio il caso di due beni: ∂x2(p1,p2)
- Diremo che il bene 2 è un sostituto del bene 1 se > 0, ed analogamente diremo che il bene
∂p1
∂x1(p1,p2)
1 è sostituto del bene 2 se > 0. In altre parole, due beni sono sostituti se all’aumentare del
∂p2
prezzo di uno di essi, il consumatore reagisce con un aumento nel consumo dell’altro. (Burro e
margarina). ∂x2(p1,p2)
- Diremo che il bene 2 è un complemento del bene 1 se < 0, in altre parole possiamo dire
∂p1
che il bene 2 è complemento del bene 1 se all’aumentare del prezzo del bene 1 il consumatore reagisce
diminuendo anche la quantità del bene 2, e viceversa.
ELASTICITÀ DELLA DOMANDA RISPETTO AL PREZZO
Possiamo introdurre il concetto di elasticità rispetto al prezzo di un singolo bene: questa grandezza misura la
sensibilità della domanda di un bene alle variazioni del prezzo. L’elasticità della domanda rispetto al prezzo è
definita come il rapporto tra la variazione percentuale della domanda e la variazione percentuale del prezzo
che ha indotto quella variazione della domanda.
Poiché la domanda di un bene può essere influenzata sia dalla variazione del prezzo del bene stesso che dalle
variazioni del prezzo di altri beni, dovremmo definire due tipi di elasticità:
1) Elasticità diretta, che misura la sensibilità della domanda di un bene a variazioni del prezzo del bene
stesso, a parità dei prezzi degli altri beni. ∂x1 · p1 = η1,1
∂p1 x1
Se η1,1 < 0 allora il bene 1 è un bene ordinario, se η1,1 > 0 allora il bene 1 è un bene di Giffen.
2) Elasticità incrociata, che misura la sensibilità della domanda di un bene a variazioni del prezzo di uno
degli altri beni. ∂x1 · p2 = η1,2
∂p2 x1 24
Se η1,2 > 0 il bene 1 è sostituto del bene 2, se η1,2 < 0 il bene 1 è complemento del bene 2.
PROPRIETÀ DELLA FUNZIONE DI DOMANDA AL VARIARE DEI PREZZI
Quando il reddito rimane costante, la funzione di domanda di un bene gode di alcune proprietà:
1) Un bene non può essere di Giffen per tutti i livelli di prezzo
Se il prezzo aumenta, prima o poi bisognerà smettere di consumare quel determinato bene
2) In un’economia con due beni:
se il bene 2 è sostituto del bene 1, allora il bene 1 è ordinario
Se il bene 1 è un bene di Giffen, allora il bene 2 è complemento del bene 1
CAP.6 (6.3.1)
Cosa succede dentro alla variazione di un prezzo?
Contemporaneamente cambia:
- La convenienza relativa del bene
Il potere d’acquisto del consumatore.
-
SCOMPOSIZIONE DELLE VARIAZIONI DELLA DOMANDA SECONDO SLUTSKY
Supponiamo di partire da una situazione come quella rappresentata in figura, in cui dato un reddito M ed un
sistema di prezzi p* = (p1*; p2*), il consumatore sceglie un paniere ottimo x* sul vincolo di bilancio (A).
Ora supponiamo che, fermi restando il reddito ed il prezzo del bene 2, il prezzo del bene 1 aumenti, provocando
perciò una rotazione interna del vincolo di bilancio, che diventerà il vincolo di bilancio B, su questa nuova retta
il consumatore troverà un nuovo paniere ottimo x**. Perciò il bene 1 registra una variazione complessiva di
∆x = x ** - x *. Se analizziamo più attentamente quello che succede a seguito dell’aumento del prezzo del bene
1 1 1
1, possiamo spiegare tale variazione complessiva della domanda come la somma di due sottovariazioni.
L’EFFETTO SOSTITUZIONE
Innanzitutto, a seguito di un aumento del prezzo del bene 1, il potere di acquisto del reddito monetario M si
riduce, tant’è vero che, ai nuovi prezzi, il consumatore potrebbe acquistare il vecchio paniere di beni x* solo
se possedesse un reddito M**= p1** x *+ p2* x * (questo reddito è quello che genera la retta di bilancio C).
1 2
Quindi per consentire al consumatore di acquistare ai nuovi prezzi il paniere di beni acquistato prima della
variazione stessa, ossia per far si che il suo potere di acquisto reale rimanga invariato, dovremmo
sovvenzionarlo con un ammontare di reddito pari a:
∆M= M**- M= (p1** x *+ p2* x *) - (p1* x *+ p2* x *) = (p1**- p1*) x *= ∆p*1 x*1
1 2 1 2 1
In altre parole, per mantenere costante il potere di acquisto del nostro individuo dovremmo variare il suo
reddito di un ammontare pari alla variazione del prezzo moltiplicata per la quantità acquistata originariamente.
Una volta che il consumatore ha la sovvenzione al suo reddito ed avrà M**, acquisterà il paniere ottimo
originario (x*)? 25
La risposta è no, infatti anche a parità di potere di acquisto il consumatore modificherà le sue scelte per il
semplice fatto che i prezzi relativi ai beni sono cambiati. Infatti, il nuovo paniere domandato sarà y* = x(p**1,
p*2, M+∆M) che si trova sulla nuova retta di bilancio C.
In particolare, la domanda del bene 1 passa da x*1 a y*1, questa variazione della domanda del bene 1 dovuta
alla sola variazione dei prezzi viene chiamata l’effetto sostituzione di Slutsky e lo indicheremo con
x1(p′1, p2, M′) − x1(p1, p2, M) = ∆xS1 effetto sostituzione di Slutsky
1S
∆x = y *- x *= x (p **, p *, M+∆M) - x (p *, p *, M)
1 1 1 1 2 1 1 2
L’EFFETTO REDDITO
L’effetto sostituzione è stato ottenuto mediante una finzione mentale, ossia supponendo di poter compensare
la perdita di potere di acquisto all’aumentare del prezzo del bene 1. Adesso rimuoviamo questo artificio e
riportiamo il reddito al suo valore effettivo, cioè ai nuovi prezzi togliamo al consumatore la sovvenzione che
aveva permesso di neutralizzare la perdita di potere di acquisto. In questa maniera la retta C traslerà fino a
coinciderà con la retta B. A seguito di questa diminuzione di reddito, il consumatore cambierà il suo paniere
ottimo, la domanda del bene 1 aumenterà se il bene 1 è un bene inferiore mentre diminuirà se è un bene
normale. Poiché tale variazione di domanda è imputabile alla sola variazione del reddito essa costituisce
l’effetto reddito di una variazione del prezzo del bene 1.
1M
L’effetto reddito corrisponde perciò alla riduzione ∆x = x **- y * nel consumo del bene 1.
1 1
SCOMPOSIZIONE DELLE VARIAZIONI DELLA DOMANDA SECONDO SLUTSKY
La variazione complessiva della domanda è uguale alla somma delle variazioni dovute all’effetto sostituzione
e all’effetto reddito.
∆x= x **- x *= (x **- y *) +( y *- x *)
1 1 1 1 1 1 1M 1S
Possiamo notare che il primo termine è ∆x mentre il secondo termine è ∆x , per cui la variazione complessiva
1S 1M
della domanda del bene 1 può essere scritta come: ∆x= ∆x + ∆x . A questo punto definiamo una nuova
1R 1M
grandezza: ∆x =- ∆x possiamo perciò riscrivere la formula della variazione complessiva della domanda come:
1S 1R
∆x= ∆x - ∆x
Inoltre, se dividiamo tutto per la variazione del prezzo del bene 1, ossia per la variazione di prezzo che ha
causato la variazione della domanda otteniamo:
1S 1R
∆x = ∆x - ∆x
∆p * ∆p * ∆p *
1 1 1
Il secondo termine può presentare qualche problema di interpretazione, in quanto misura la variazione della
domanda al variare del reddito rapportata alla variazione del prezzo e perciò non è economicamente
significativo. Per ovviare al problema moltiplichiamo il secondo termine per ∆M. Sappiamo che
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