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Equilibrio tra lavoro al mare e lavoro in montagna durante l'estate

ESTATEsx → al mare è alta la D di lavoro → se fossero tu a lavorare al mare il salario è più alto dx → in montagna è bassa la D di lavoro → se fossero tu a lavorare in montagna il salario è più basso → se sono tu al mare allora in montagna il salario è più alto (viceversa sopra). In estate chi non lavora al mare può lavorare in montagna in modo che la Pma sia uguale nei due pidi lavoro. La figura di Dx → rovesciata sopra la figura di SX → D lavoro del mare scende da sx vs dx → D lavoromontagna scende da Dx vs sx → nel punto in cui si incrociano le due curve si ha un equilibrio efficiente in cui non si può aumentare la produzione → quelli che lavorano in montagna sono anche quelli che non lavorano al mare. L’alternativa di lavorare al mare è lavorare in montagna → riguarda l’allocazione del lavoro. Nel punto di incrocio la Pma è uguale.

entrambi gli stabilimenti → se da quel punto aggiungo uno al mare perdo molto in montagna e viceversa. Se c'è piena occupazione di una forza lavoro data (la freccia verde → forza lavoro stagionale) chi non lavora al mare lavora in montagna. INVERNO e ESTATE stessa cosa di prima. produzione e domanda di lavoro cambiano in base alle stagioni. più lavoro al mare d'estate e più lavoro d'inverno in montagna. problema di riallocazione del lavoro → il lavoro va dove è più produttivo → uguaglia la Pma ma si deve spostare. piena occupazione e perfetta flessibilità grafico in questo caso ci sarà massimo surplus del prodotto in entrambe le stagioni → aree blu → surplus grande al mare e piccolo in montagna nel caso dell'estate → la società sta bene perché i lavoratori sono nel posto giusto ed efficiente. il surplus è profitto del prodotto ma anche il rendimento degli investimenti. ma se si

passa al inverno → mol lavoratori devono spostarsi ad ogni cambio di stagione → che ècostoso e spiacevole. → il salario è sempre lo stesso sia al mare che in montagna → spos esoppor un costo che non è compensato da un salario più alto. (il lavoratore può usare la buonuscitaper pagare il suo costo di spostamento) → ma in questa storia non c'è una buona uscita.piena occupazione e completa rigiditàgrafico → re a centrale → i lavoratori non si spostano, non c'è mobilità del lavoro tu lavoranosempre nello stesso posto → è impossibile licenziare in questo caso.surplus → nelle imprese che hanno domanda di lavoro alta c'è un alto surplus → ma è perso untriangolo biancole altre imprese invece hanno una perdita di surplus ovvero pagano il lavoro più di quanto il lavoroproduce → triangolo rosso → e triangolo blu surplus posi vo.

(per chi ha la domanda bassa) Quindi così ci sono meno investimenti. In questo caso i lavoratori sono più contenti, i produttori sono meno contenti e si produce di meno. Rinunciando a chiudere dei posti di lavoro che producono poco, si rinuncia anche a spostare i lavoratori dove produrrebbero di più. Quindi la produzione è più bassa. Le stagioni cambiano con certezza. In generale, la domanda e la produttività del lavoro sono soggette a shock, cambiano in modo imprevedibile. Si sa che cambiano, ma non si sa come, quando e perché. Di mobilità del lavoro c'è sempre bisogno, è efficiente dal punto di vista sociale riallocare il lavoro. Il salario potrebbe essere più alto nei settori o regioni dove la produttività è cresciuta e così si incoraggia la mobilità. Il costo dello spostamento è compensato dal salario, ma non basta perché i lavoratori non sono

assicura → la stabilità del posto di lavoro è un pregio → e per i lavoratori non assicura i costi di mobilità e le fluttuazioni del reddito da lavoro fanno fluire il consumo → i lavoratori stanno peggio. La protezione dell'impiego → quanto viene protetto l'impiego che effettivamente si ha? Ci sono pregi e difetti → se licenziare è più costoso e complicato ● si licenzia di meno e si assume di meno ○ gli effetti sull'occupazione sono ambigui ● Per dato salario in media l'occupazione è molto simile, varia di meno presso ciascuna ○ impresa. Salario fisso e costo fisso ai lavoratori piace. ○ rendere più complicati i licenziamenti può attenuare le crisi. ● riduce la mobilità dai lavori meno produttivi ai lavori più produttivi → quindi c'è meno ● produttività complessivamente nell'economia. Più è alta la protezione dell'impiego e più è alta.sulla probabilità di trovare lavoro.

complessiva ma solo su alcune par della popolazione come i giovani che vedono un solo effe o e non entrambi.bassa nei paesi in cui c'è alta protezione dell'impiego → perché non perdi i pos di lavoro (maschi trai 25-50 anni) → al contrario dove c'è bassa protezione.donne (25-50) → protezione e disoccupazione donne 25-50 → la disoccupazione femminile è più alta nel caso in cui la protezione sia più alta. → la donna non perde il lavoro ma si dime e, quindi non glifrega niente della protezione.i regimi di protezione dell'impiego hanno effe sulla disoccupazione non in generale, ma solo percer gruppi demografici→ a volte posi vi e a volte nega vi.hanno effe anche sui FLUSSI DI ENTRATA E USCITA IN DISOCCUPAZIONE →entrata → da occupa a disoccupa● uscita → da disoccupa a occupa●flusso di entrata nella disoccupazione → i paesi con bassa protezione dell'occupazione sono

quelli incui è più probabile che la gente diven disoccupata.

flusso di uscita dalla disoccupazione → disoccupa che trovano lavoro entro un anno → nei paesi incui la protezione è bassa, è alta; nei paesi in cui la protezione è alta è molto bassa. → difficile diventare disoccupa , ma una volta che si è disoccupa è difficile trovare lavoro.

quindi se ci sono alte protezioni dell'impiego la durata della disoccupazione è più lunga → quindila durata della disoccupazione è diversa tra paesigrafico → più la protezione è bassa e più è corto il periodo di disoccupazione, e viceversa.

salari rigidi, informazione imperfe a e merca finanziari imperfe .se un lavoratore è licenziato non trovano facilmente lavoro; non possono indebitarsi per finanziare lamobilità → la protezione del impiego ha quindi valore per i lavoratori, ma riduce la

produzione e redditi degli altri fa ori → ci sono dei pro e dei contro. La regolamentazione del mercato dei prodotti/servizi. In Italia i tassi sono fortemente regolamentati → i mercati in Italia erano più regolamentati rispetto ad altri paesi. Grafico → asse orizzontale protezione dell'impiego / asse verticale regolamentazione del mercato → se si ha alta protezione dell'impiego di solito si ha anche alta regolamentazione del mercato, e viceversa. Perché? Le imprese devono proteggere i lavoratori dal licenziamento → ma sono meno profittevoli e a rischio chiusura. Se l'impresa chiude si licenzia → se le imprese devono proteggere i lavoratori, allora vorranno avere meno concorrenza → cioè la regolamentazione sulla concorrenza (aprire quando sono aperti anche gli altri e non a caso). Finché c'era alta regolamentazione dell'impiego c'era anche alta regolamentazione dei prodotti. Le imprese ne hanno.

bisogno per evitare di chiudere, perché per proteggere i lavoratori hanno bisogno di profi più al .se un lavoratore viene licenziato non può andare a fare un lavoro a caso come il tassista → i lavoratori vogliono essere prote se il mercato è molto regolamentato e quindi non gli aiutaa cambiare lavoro.la protezione dell'impiego piace ai lavoratori occupa → è un pregio perché i lavoratori occupa nonsono neutrali al rischio di perdere il lavoro → è difficile trovarne un altro.la protezione del lavoro piace tanto di più quanto è più difficile aggiustarsi (cioè tanto più gli altrimerca sono regolarizza e più i lavoratori occupa vogliono essere prote ).la protezione non piace ai proprietari di impresa → è una contrarietà economica → i vincoli riduconol'efficienza e riducono i profi .la flessibilità = precarietà → la

La flessibilità aumenta l'efficienza, ma è un altro modo di vedere la precarietà. È un problema quando i mercati finanziari sono imperfetti. I pro e i contro non sono sempre gli stessi, dipende dall'economia e dagli obiettivi delle regole dei vari paesi. Dipende da come sono fatte le politiche, da care risorse economiche, regimi di protezione dell'impiego e rigidità dei salari. Riducono la precarietà, ma quando spiace la precarietà ai lavoratori? Spiace di meno se i mercati (di case, servizi, finanziari ecc.) funzionano meglio, è quindi più facile cambiare lavoro; debito e risparmio proteggono il consumo dalle fluttuazioni del reddito da lavoro. La rigidità riduce la produttività, ma non sempre nello stesso modo, di quanto? Di più se la domanda di lavoro è più instabile. Più la domanda di lavoro è

instabile tanto più è importante consentire la
Dettagli
A.A. 2021-2022
132 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/01 Economia politica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher valeryolivetti di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Economia del lavoro e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Bertola Giuseppe.