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PRINCIPI FONDAMENTALI
ARTICOLO 1
Primo articolo costituzione= primi 5 principi fondamentali
“L'Italia è una Repubblica democratica, fondata sul lavoro. La sovranità appartiene al popolo,
che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione”.
Sancisce il principio repubblicano, lo definisce (la sovranità appartiene al popolo).
L’art. 1 della Costituzione ci indica 5 principi.
Al primo comma:
• Il principio Repubblicano (L’Italia è una Repubblica, la sovranità appartiene al popolo)
• Il principio democratico (L’Italia è una Repubblica Democratica)
• Il principio lavorista (fondata sul lavoro)
Al secondo comma:
• Il principio della democrazia diretta (la esercita nelle forme della Costituzione)
• Il principio della democrazia rappresentativa (e nei limiti della costituzione)
Principio Repubblicano—> significa come ci dice il secondo comma dell’art. 1 (utilizzando
un concetto che viene dalla dottrina dello Stato) che la sovranità appartiene al popolo.
Principio democratico—> significa che le decisioni politiche, nei paesi democratici
vengono prese secondo la regola della maggioranza. Impone che le decisioni politiche siano
assunte secondo la regola della maggioranza.
Parlando di maggioranza è importante aprire una piccola parentesi per avere chiarezza su
che cosa significa maggioranza.
Maggioranza= decisioni collegiali, corpi elettorali.
Il concetto di maggioranza ha un implicito riferimento ad un collegio: cioè un collegio
composto da più persone (almeno 3) che decidono secondo questa regola. Normalmente
alla parola maggioranza si accompagna un aggettivo, distinguendo la, partendo dal basso:
1)Maggioranza relativa= non è neanche una maggioranza, è l’indicazione di una forza
superiore per numero alle altre. Il partito di maggioranza relativa, ad esempio, è il partito che
ha il maggior numero di parlamentari. La maggioranza relativa è riferita ad un numero di voti
ottenuti a prescindere da un ulteriore conseguenza in termini decisionali. Si tratta
semplicemente del partito o della proposta che hanno ricevuto più voti o più seggi. Non va
enfatizzata perché la rilevanza giuridica è abbastanza tenue.
2)Maggioranza semplice= metà + 1 dei votanti, purché siano presenti al voto la metà + 1
degli aventi diritto al voto (art 64 cost). Qui inizia la rilevanza giuridica. Meta +1= numero
necessario ad assumere le deliberazioni.
3)Maggioranza assoluta= maggioranza nella quale quorum costitutivo e quorum
deliberativo coincidono. Vale la metà + 1 dei votanti tra tutte le persone aventi diritto al voto.
4)Maggioranza qualificata= è una frazione numerica superiore alla maggioranza assoluta.
Si rapporterà quindi al numero dei componenti. Si basa sul numero degli aventi diritto di
voto, non sul numero dei votanti.
Art 79→ “L'amnistia e l'indulto sono concessi con legge deliberata a maggioranza dei due
terzi dei componenti di ciascuna Camera”.
2/3 dei componenti è maggioranza qualificata
Quorum costitutivo: la metà più uno degli aventi diritto al voto
Quorum deliberativo: la metà più uno dei concorrenti
Facciamo l’esempio prendendo a riferimento la camera dei deputati formata da 630 deputati.
Alla Camera sono presenti nella seduta odierna del 20 ottobre 2020, 400 deputati.
→ Per poter deliberare ai sensi dell’art. 64 terzo comma devono esserci la metà +1 dei
componenti,
essendo 400 (più della metà) allora essi possono deliberare.
Se fossero presenti anziché 400, 315 non vi sarebbe il quorum costitutivo poiché non
sarebbe presente la metà + 1 dei componenti.
Se fossero presenti 430 deputati, essendo più della metà ma non inferiori, potrebbero
deliberare.
Se poniamo che oggi alla camera fosse in discussione una modifica del regolamento
parlamentare: Secondo il primo comma dell’art. 64 dovrebbero votare a favore 316 perché è
comunque, sempre, la metà + 1.
Perché altrimenti se votano 315 a favore e 1 contrario non è raggiunta la maggioranza
assoluta.
Questo perché la maggioranza assoluta (a differenza della maggioranza semplice che è
variabile) è sempre data da un numero superiore alla metà + 1.
La maggioranza semplice può scendere anche al di sotto a seconda del numero dei
presenti, ma non è detto che con la maggioranza semplice si possa approvare tutto per
esempio non si può approvare la modifica regolamentare (secondo cui serve la maggioranza
assoluta, normalmente più alta).
• Se sono presenti 629, 315 è la maggioranza semplice.
• Quando si arriva a 316, lì parte la maggioranza assoluta (perché c’è anche la metà + 1 dei
componenti)
La maggioranza qualificata nell’ipotesi che sia in discussione l’approvazione della legge di
amnistia o di indulto è di 420. (poiché i 2/3 di 630 sono 420)
Principio lavoristico—> la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e
promuove le condizioni per rendere effettivo questo diritto. Nominato nell’articolo 1 e
declinato nell’articolo 4. Il lavoro è l’unico possibile strumento di distinzione tra i cittadini, la
Costituzione non vuole pari capacità economiche ma vuole giustificare le differenze
economiche sulla base del lavoro, cioè è assicurato a tutti una posizione dignitosa di
partenza perché tutti devono avere pari opportunità e il fondamento del lavoro è quello che
distingue la nostra condizione. Il fondamento del lavoro è l’unico possibile elemento
distintivo della condizione economica dei cittadini, fermo una dignitosa posizione di partenza
che la repubblica deve assicurare a tutti.
Art 4→ “La Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni
che rendano effettivo questo diritto.
Ogni cittadino ha il dovere di svolgere, secondo le proprie possibilità e la propria scelta,
un'attività o una funzione che concorra al progresso materiale o spirituale della società.”
Principio della democrazia diretta—> vi sono nella Costituzione istituti di democrazia
diretta che sono essenzialmente costituiti dal referendum abrogativo (art. 75 Cost.), dal
referendum costituzionale (art. 79 Cost.) e poi vi sono altri istituti di democrazia diretta (art.
132 e 133 Cost.)
Principio di democrazia rappresentativa—> significa che le grandi democrazie moderne
sono incardinate in questo principio poiché non è possibile pensare che tutte le decisioni
politiche siano prese con referendum.
Ogni membro del parlamento ha un mandato di rappresentanza nazionale.
La regola è quella dell’espressione della volontà politica tramite il principio della democrazia
rappresentativa però, tuttavia, a questa regola si accompagnano anche previsioni di istituti di
democrazia diretta quali il referendum.
Quando i due principi vengono in conflitto il principio di democrazia diretta, se esercitato
secondo i canoni tradizionali, prevale sulla democrazia rappresentativa.
E’ evidente che la Costituzione, come vedremo, non intende contrapporre questi due
principi, ma intende, invece, coordinarli. Ci sono ipotesi nelle quali ritiene possibile il ricorso
a questi istituti a determinate condizioni che vedremo, quando però la Costituzione consente
l’espressione del principio della democrazia diretta e lo stesso è stato, secondo le regole
costituzionali, azionato, lo stesso non può essere contraddetto dal processo di democrazia
rappresentativa, ma deve prevalere su quest’ultimo perché la sovranità appartiene al popolo.
(Cioè, la Costituzione prevede come ordinario metodo di decisione politica l’adozione del
principio della democrazia rappresentativa, tuttavia prevede la possibilità che accanto a
questo principio operi anche, nelle ipotesi che la Costituzione consente, il principio della
Democrazia diretta. Quando queste ipotesi sono integrate secondo quanto la Costituzione
prescrive, è evidente che il principio della democrazia diretta, prevale su quello della
democrazia rappresentativa. Ma solo nelle ipotesi considerate e ammesse dalla costituzione
perché appunto la sovranità appartiene al popolo che in primis la esprime in questo modo.
ARTICOLO 2
“La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili dell'uomo, sia come singolo, sia nelle
formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede l'adempimento dei doveri
inderogabili di solidarietà politica, economica e sociale”.
I principi che ci porta l’art. 2 della Costituzione sono 3:
• Il Principio Personalista (La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili
dell'uomo)
• Il Principio Pluralista (sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità)
• Il Principio Solidarista (e richiede l'adempimento dei doveri inderogabili di solidarietà
politica, economica e sociale)
Prima problematica
La Costituzione parla di diritto naturale o positivo (artificiale)? Naturale.
Il principio personalista oltre a essere espresso come principio dei diritti inviolabili dell’uomo,
pone dei problemi “Interpretativi”: Bisogna sottolineare che la Costituzione ci dice
relativamente a questi diritti che la Repubblica riconosce questi diritti e riconoscendoli li
garantisce. Si fa riferimento a diritti preesistenti riconosciuti dalla Costituzione, che non
può limitarli, quindi non tutelarli, proprio perché preesistenti come entità pregresse la
Costituzione li riconosce.
La Costituzione usando questo verbo “riconoscere” si presta ad una interpretazione
giusnaturalista.
Seconda problematica
Cosa intende la Costituzione quando parla di diritti inviolabili? Sono un numero chiuso o una
clausola aperta?
Tra queste due prospettive prevale la seconda. Si tratta di una clausola aperta perché ci
sono diritti che magari non sono espressamente previsti dal successivo titolo I nei rapporti
Civili della Costituzione ma che si ricavano, magari, dal coordinato disposto di queste
disposizioni e comunque riguardano aspetti della persona umana che integrano un diritto
inviolabile che si è affermato nell’evoluzione dei tempi.
Es. noi non troveremo mai nella Costituzione il diritto alla Riservatezza (o diritto alla privacy),
ma nonostante ciò, nonostante non sia espressamente previsto nella Costituzione, non
significa che questo diritto non ci sia e non sia inviolabile.
Se i diritti inviolabili fossero solo quelli espressamente citati e disciplinati dalla Costituzione,
il diritto alla vita non s