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La routine di mungitura
Da una buona routine di mungitura dipende sia l'efficienza di prelevare il latte che l'igiene della mammella. Di conseguenza è un controllo che il veterinario dovrebbe fare in sala di mungitura.
Il mungitore deve essere un addetto formato che sia capace di rapportarsi a questi animali con dimestichezza.
Prima della mungitura si devono preparare il locale, avviare l'impianto di mungitura, preparare i materiali per la disinfezione della mammella, cambiare il filtro del lattodotto usa e getta e bagnare il pavimento della zona di mungitura per evitare sporco appiccicoso dovuto a eventuali perdite di latte.
Nella zona d'attesa devono essere identificate le "vacche problema", cioè quelle che hanno mastiti conclamate o vacche trattate con farmaci, perché queste vacche vanno munte per ultime.
Si deve anche prestare attenzione all'orario della mungitura, perché le vacche sono...
estremamente abitudinarie. L'ordine di mungitura ideale è: primipare, vacche sane fresche, il resto della mandria e le vacche problema per ultime (passaggio fondamentale). Il tempo di mungitura medio per vacca deve essere idealmente tra 7 e 10 minuti e il tempo di emissione del latte è tra 5 e 8 minuti per capo (al giorno d'oggi la selezione sta cercando di avvicinarsi il più possibile ai 5 minuti). Gli animali entrano in sala di mungitura e la prima manualità dell'operatore è l'eliminazione dei primi 3 getti di latte da tutti i capezzoli: questo consente di eliminare il residuo del disinfettante alla fine della mungitura precedente, elimina un po' di cellule di sfaldamento che tendono ad accumularsi nel tempo (pulizia del canale e dello sfintere del capezzolo) importante all'interno di un contenitore e non a terra!! e questo consente anche di massaggiare la mammella per favorire la scarica di ossitocina. Dopodiché sideve lavare e asciugare (con la carta) la mammella (lavaggio premungitura che consente di igienizzare la mammella) con spruzzatori esterni con un liquido detergente che ha un'azione di emulsionare e pulire efficacemente (no disinfettanti pre mungitura) o con pre-dipping cioè l'immersione del capezzolo in un liquido detergente e si applicano i prendicapezzoli entro 1 minuto circa da queste manualità per sfruttare al massimo la scarica di ossitocina. (NON si lava MAI l'intera mammella perché se no si porta tutto lo sporco verso i capezzoli e sarebbe controproducente). Alla fine, c'è la sgocciolatura o trazione, si abbassa la leva che abbassa il gruppo mungitore che tira la mammella e poi avviene il distacco dei prendicapezzoli. È importante evitare la sovramungitura, che è la prima causa di ipercheratosi del capezzolo e predispone all'insorgenza di mastiti. Per ultimo avviene la disinfezione della mammella e dei.gruppi di mungitura con prodotti registrati e approvati per non recare danni alla cute dei capezzoli e per non lasciare residui nel latte. Il post-dipping (immersione) è la tecnica più usata (gli spruzzatori non sono più utilizzati). Per agevolare il controllo che tutti i capezzoli siano disinfettati sono aggiunti coloranti ai disinfettanti. Inoltre, nei disinfettanti c'è anche una sostanza sigillante che crea un sottile film che protegge il capezzolo nelle prime ore quando rimane aperto dopo la mungitura. IL CONTROLLO DELLA MASTITE Il latte viene controllato almeno mensilmente dall'associazione allevatori, che fa i controlli di cellule somatiche (di cui l'80% sono globuli bianchi e il resto sono cellule di sfaldamento) e della carica microbica totale. Già questo consente di avere il dato collettivo e individuale delle condizioni sanitarie della mammella. Al giorno d'oggi nelle stalle più grandi e avanzate anche in sala diMungitura c'è spesso, abbinato ai variflussometri un contaglobuli automatico che conta e fa una stima delle cellule somatiche per singola vacca.
CMT: California Mastitis Test. Ci sono 4 spazi per i 4 capezzoli in cui viene raccolto un po' di latte, qui c'è una sostanza che lisa le cellule somatiche e un colorante che reagisce con il materiale nucleare che determina una colorazione violacea e una gelificazione (più ci sono cellule somatiche e più diventa viola intenso e gelificato). Ci sono delle scale che permettono, in modo occhiometrico, di identificare rapidamente le mastiti subcliniche.
ALLEVAMENTO DEI BOVINI DA CARNE
La Francia ha il patrimonio bovino maggiore in Europa con 20 milioni di capi. Poi si collocano Germania 13 milioni, Regno Unito 9 milioni. La diffusione principalmente in questi paesi è dovuta al fatto che storicamente in questi paesi ci sono elevate disponibilità di aree per il pascolo e disponibilità foraggere.
facilmente utilizzabili dagli animali. Diversamente, le aree mediterranee hanno meno territori a disposizione e meno indicati per l'allevamento dei bovini.
La Francia, in assoluto, è il principale paese implicato nella produzione di bovini da carne. In questo paese gli allevamenti si basano principalmente sul pascolo ancora oggi. L'allevamento al pascolo viene usato principalmente per i riproduttori e per i vitelli fino allo svezzamento. Gli animali all'ingrasso vengono ingrassati nelle stalle.
In Italia ci sono 6 milioni di bovini, le vacche (femmine) sono in totale 2,2 milioni di cui 1,8 milioni da latte; per cui circa 350-400 mila vacche da carne che producono circa 400 mila vitelli l'anno e quindi il resto sono animali da ingrasso prevalentemente di importazione (la condizione più frequente è che il vitello sia nato all'estero e allevato e macellato in Italia, se no anche nato e allevato all'estero e poi macellato in Italia).
l pascolo. Queste razze sono selezionate per la loro capacità di produrre carne di alta qualità e sono adatte alle condizioni climatiche e ambientali dell'Italia. Le stalle in Italia sono generalmente di piccole dimensioni e sono gestite da allevatori che si dedicano alla produzione di carne. Gli allevatori cercano di ridurre i costi di produzione utilizzando tecniche di allevamento efficienti e cercando di ottenere il massimo rendimento dai loro animali. Nonostante l'Italia non sia un grande produttore di carne, la qualità della carne italiana è molto apprezzata a livello internazionale. La carne italiana è conosciuta per il suo sapore e la sua tenerezza, grazie alle razze selezionate e alle tecniche di allevamento utilizzate. In conclusione, l'Italia non è un paese prevalentemente produttore di vacche da carne, ma la produzione di carne di alta qualità è comunque presente grazie alle razze selezionate e alle tecniche di allevamento utilizzate dagli allevatori italiani.duplice attitudine per la produzione del cacio cavallo). Inoltre, si allevano razze straniere prevalentemente francesi limousine e charolaise. Si ingrassano principalmente tori di limousine, charolaise e garonnese/bionda d'Aquitania (che nasce dalla sintesi di tre ceppi di cui uno era il garonnese).
Il vitellone bianco dell'Appennino centrale sono vitelloni nati dalle razze bianche italiane: chianina, marchigiana e romagnola. Rientra in un consorzio di produzione che si chiama "le 5 R" cioè le 5 razze bianche e la piemontese non rientra in questo perché non è di ceppo podolico.
La piemontese ha la caratteristica della ipertrofia somatica muscolare che determina la doppia coscia tipica di questa razza e inoltre in origine ha una matrice di sangue di zebù proveniente dall'India.
Un'altra razza che ultimamente ha acquisito importanza numerica è la Bianco Blue Belga, anch'essa affetta da iperplasia muscolare che viene
usata principalmente per la produzione di carne macinata o per la preparazione di prodotti lavorati come hamburger o salsicce. Classificazione in base alla razza dei bovini da carne: a) Razze italiane: come la marchigiana, la chianina, la piemontese, la limousine, ecc. b) Razze straniere: come l'angus, il charolais, il hereford, il simmental, ecc. Classificazione in base alla qualità della carne: a) Carne di prima qualità: caratterizzata da un elevato marmorizzazione e tenerezza. b) Carne di seconda qualità: caratterizzata da una marmorizzazione moderata e tenerezza media. c) Carne di terza qualità: caratterizzata da una bassa marmorizzazione e tenerezza. Classificazione in base al taglio della carne: a) Tagli di prima scelta: come il filetto, la costata, la fiorentina, il roast beef, ecc. b) Tagli di seconda scelta: come la bistecca, il controfiletto, la fesa, ecc. c) Tagli di terza scelta: come la carne per spezzatino, la carne per brasato, ecc. Queste sono solo alcune delle categorie e classificazioni dei bovini da carne, che possono variare a seconda dei paesi e delle tradizioni culinarie.sapida. Corrispondente femmina del vitellone. Viene macellata a circa 600 kg di peso finale. Altre categorie particolari sono: - I vitelli a carne bianca sono vitelli di razze da latte (frisona, bruna, jersey) macellati prima degli 8 mesi di età (6 mesi di solito) a un peso di 200-250 kg alimentati con latte ricostituito e con un'integrazione di alimenti fibrosi per legge. - Baby beef o vitellone leggero è prodotto con animali da latte o loro incroci (con un potenziale di crescita non rilevante) che viene macellato intorno ai 300-350 kg. Si chiama anche barley beef perché veniva utilizzato molto l'orzo nell'alimentazione di questi animali. I bovini da carne come resa al macello di media hanno il 65%, i migliori di piemontese arrivano anche a 70-75%. Le vacche da latte a fine carriera rendono il 40-45% perché hanno poco muscolo, un rumine molto sviluppato. Esistono diverse tipologie di allevamento: - Allevamento da riproduzione delle vacche da carne - Allevamento da ingrasso dei vitelli - Allevamento da ingrasso dei vitelloni - Allevamento da ingrasso delle vacche da latte - Allevamento da ingrasso dei tori da riproduzione Queste sono solo alcune delle categorie di bovini presenti nell'allevamento e nell'industria della carne.periodo estivo. Inoltre, vengono utilizzati integratori alimentari per garantire una corretta nutrizione degli animali. L'ALLEVAMENTO DEL VITELLO A CARNE BIANCA Questo tipo di allevamento si concentra sulla produzione di vitelli destinati alla produzione di carne bianca. Gli animali vengono allevati in modo intensivo, con l'utilizzo di mangimi specifici per favorire la crescita rapida e la deposizione di grasso nella carne. Le strutture di allevamento sono moderne e dotate di sistemi di controllo ambientale per garantire il benessere degli animali. L'ALLEVAMENTO DEL VITELLONE Il vitellone è un animale giovane, generalmente maschio, che viene allevato per un periodo più lungo rispetto al vitello a carne bianca. Questo permette di ottenere una carne più saporita e di qualità superiore. Anche in questo caso, l'allevamento è intensivo e prevede l'utilizzo di mangimi specifici per favorire la crescita e lo sviluppo muscolare dell'animale. L'ALLEVAMENTO DEL BABY BEEF Il baby beef è un animale giovane, generalmente maschio, che viene allevato per un periodo ancora più lungo rispetto al vitellone. Questo permette di ottenere una carne ancora più pregiata e di alta qualità. Anche in questo caso, l'allevamento è intensivo e prevede l'utilizzo di mangimi specifici per favorire la crescita e lo sviluppo muscolare dell'animale. L'ALLEVAMENTO DELLE VACCHE A FINE CARRIERA Le vacche a fine carriera sono animali che hanno terminato il loro ciclo produttivo e vengono allevate per la produzione di carne. Questo tipo di allevamento è meno intensivo rispetto agli altri, ma comunque prevede l'utilizzo di mangimi specifici per garantire una corretta alimentazione degli animali. La carne ottenuta da queste vacche è generalmente utilizzata per la produzione di prodotti lavorati come hamburger e salumi.; molto diffuso, soprattutto nelle zone rurali. Durante questo periodo, gli animali vengono portati a pascolare nei campi e prati, dove possono nutrirsi di erba fresca e vegetazione spontanea. Questa pratica permette di ridurre i costi di alimentazione degli animali, in quanto si sfrutta la disponibilità di foraggio naturale. Inoltre, il pascolo favorisce il benessere degli animali, che possono muoversi liberamente e svolgere comportamenti naturali. Durante il periodo estivo, quando le temperature sono più elevate, è importante garantire ai pascolatori un'adeguata ombra e acqua fresca per evitare il rischio di colpi di calore.