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MAMMIFERI

Ordine: Rodentia

Famiglia: Muridae

- Arvicola subterranea

o Arvicola comune ( )

Specie erbivora attiva tutto l’anno. Si nutre principalmente di radici (radicicola). La presenza della neve la aiuta alla mimetizzazione e scava

gallerie per protezione, anche dei nidi. Chionomys (Microtus) nivalis

o Arvicola delle nevi ( )

Orecchie ben saldate alla testa, forma generalmente tozza. Abilissima scavatrice granivora (erbivori), sia nella neve che nella terra, viene

cacciata tutto l’anno dall’ermellino. Clethrionomys glareolus

o Arvicola rossastra ( )

Specie attiva tutto l’anno. Tra le arvicole, è la più granivora (le altre sono erbivore o si nutrono di radici perché sono terricole). Questa è

arboricola. Si nutre scortecciando di netto i pini, con ritagli rettangolari e regolari.

o Apodemus sylvaticus

Topo selvatico ( )

o Apodemus flavicollis

Topo selvatico dal collo giallo ( )

Famiglia: Gliridae

- Glis glis

o Ghiro ( )

Attacca giovani piantagioni di abete rosso, con cortecce tenere e facilmente masticabili. Anche in questo caso attacca i cimali. Scorteccia la

pianta per dissetarsi, in particolar modo in annate secche. Prediligono anche piante a corteccia liscia (quindi spesso sono latifoglie) ma in

questo caso non causano danni troppo gravi. Presente anche nelle quercete. Attivo solo nella bella stagione, passano l’inverno in letargo, anche a

diversi metri di profondità sotto terra, alla base di ceppaie. Sfruttatore di semi e di frutti durante l’estate, in alcuni casi può passare l’inverno in

baite e case isolate. Caratteristici i grandi occhi neri, contornati da una mascherina circolare nera di pelo. Cacciato dalla martora. Attivo

principalmente di notte. Esegue generalmente un parto all’anno, ma in condizioni di grande disponibilità di cibo (annate di pasciona) possono

farne anche due perché riesce ad accelerare lo svezzamento.

Moscardinus avellanarius

o Moscardino ( )

È il più piccolo ghiride europeo. Partente stretto dei ghiri, molto attivo in estate, grazie alle sue piccole dimensioni può sfruttare quasi tutti

gli organi riproduttivi della pianta. Forma due tipi di nidi: uno riproduttivo, dove si accoppia e partorisce, e un altro dove passare l’inverno, a

terra. In primavera diventa sfruttatore di fiori (ricchi di zuccheri), in particolare su infiorescenze o su fiori di rosacee. Sempre grazie alle sue

piccole dimensioni, riesce a saltare da un’infiorescenza all’altra e grazie alle sue lunghe vibrisse è anche uno dei pochissimi mammiferi

impollinatori europei. In estate diventa sfruttatore di frutti, mentre in autunno è sfruttatore di semi. Può attaccare anche le cortecce del

nocciolo. Predato principalmente da martora, donnola e faina.

o Eliomys quercinus

Topo quercino ( )

Attacca il larice, spesso causa scortecciature spiralate attorno ai cimali. Generalmente si trova in querceti (dal nome) ma attacca il larice

perché sono stati piantati i larici dove non doveva esserci, ed è facilmente attaccabile dal topo. I danni possono essere confusi con lo scoiattolo

(fanno scortecciature simili) ma raramente attaccano il larice. Tra i gliridi, è il meno vegetariano: si può nutrire anche di piccole uova. Esegue

un parto all’anno. Va in letargo invernale sotto terra. Se l’inverno è particolarmente rigido, l’animale non si sveglia e muore nel sonno. Durante il

letargo, il metabolismo rallenta drasticamente (da 120 battiti al minuto arriva a 3-4 battiti al minuto) per cui è altissimo il rischio di trombosi.

Famiglia Sciuridae

- Sciurus vulgaris

o Scoiattolo ( )

Scortecciano prevalentemente gli abeti rossi. Il danno è simile al topo quercino ma le scortecciature non sono spiralati, ma hanno forma più

rettangolare. Attivo tutto l’anno, specie prevalentemente diurna, raccolgono una grande quantità di semi di grandi dimensioni durante

l’autunno. Durante l’inverno si nutre di semi (amidi), una volta finite le scorte, a fine inverno, inizia a nutrirsi di giovani germogli di conifere e

microsporofilli (polline, ricco di proteine); si ha così un cambio di dieta, che coincide con la necessità di nutrirsi di alimenti più ricchi per

permettere all’embrione di svilupparsi. Il nido è grande, con accesso infero (sopra è ricoperto per protezione dalla pioggia). Predilige spazi non

troppo fitti, e per spostarsi scende a terra e si arrampica in un altro albero. Predato da aquila e gufo reale.

o Marmotta (Marmota marmota)

Terzo roditore più grande in Italia. Parente stretto dello scoiattolo (entrambi nativi italiani). Animale coloniale (colonie di tipo familiare),

principalmente erbivoro (raramente si comporta da predatore attaccando uova di uccelli che nidificano a terra). Rallentamento dell’attività

corporea durante l’inverno (letargo invernale che avviene in camere sotterranee). Le camere vengono imbottite di erba secca durante l’estate (che

diventerà fieno), per aumentare la concentrazione termica. Il fieno servirà a fine inverno agli animali svernanti come primo nutrimento al

risveglio (risveglio primaverile precoce, le praterie sono ancora ricoperte di neve oppure l’attività vegetativa non è ancora ripresa). Si ha una

suddivisione dei ruoli all’interno della colonia familiare: in particolare i più anziani, fanno da sentinella all’entrata della tana e ha il compito di

individuare il pericolo.

Famiglia: Istricidae

- o Hystrix cristata

Istrice ( )

Più grande roditore Europeo ed Africano, può superare i 20kg di peso. In qualche luogo viene ancora cacciato per le carni. Durante il giorno

rimane nascosto in tane, non scavate da lui ma riadattate per la sua comodità, mentre è più attivo di notte. In Italia è una specie protetta.

Tendenzialmente non è aggressivo, ma se si sente in pericolo si mette di schiena ed inizia a muovere la coda, dove sono presenti aculei

particolari fatti di cheratina. Questi aculei, quando sfregano l’uno contro l’altro, emettono un tintinnio che serve a spaventare il predatore. In

rari casi può caricare. Si nutre di foglie, bacche, noci, ma può anche rosicchiare ossa per reintegrare il calcio nel sangue e per affilare i denti.

Non va in letargo, ed i cambiamenti climatici gli stanno permettendo di colonizzare territori più a nord. La femmina ha i capezzoli in posizione

laterale, quindi allatta rimanendo a pancia in giù.

Ordine: Carnivora

Famiglia: Canidae

- Canis lupus

o Lupo ( )

Da noi è presente la sottospecie italiana “Canis lupus italica”, che è tendenzialmente più piccolo rispetto al lupo normale. Specie molto

opportunista, che gli permette di sopravvivere anche in situazioni estreme. Specie protetta. Abilissimo predatore, tuttavia se ne ha l’occasione

evita la fatica e si nutre di carcasse. Molto territoriale, può diventare molto aggressivo anche verso individui della stessa specie se non si

sottomettono al branco. La numerosità di popolazione dei lupi si basa sul numero di branchi, e non sul numero di individui (un branco può

essere composto anche solo dal maschio e dalla femmina dominanti). Predano soprattutto piccoli di cinghiali ma possono predare anche

animali da bestiame in montagna. Tende ad uccidere più prede di quelle che gli servono, ma non nasconde le prede (è un modo per marcare il

territorio e indicare la potenza del branco). La coppia alfa, all’interno del branco, è molto stabile, mentre il resto dei membri cambia più

facilmente (se la coppia dominante è debole tendono anche a sostituirli o ad abbandonare il branco). Il concetto di coppia alfa è talmente

importante che la femmina dominante per urinare alza la zampa come il maschio, mentre i maschi DOMINATI urinano accucciandosi come le

femmine. Caratteristica è la banda di pelo nero lungo le zampe anteriori.

Vulpes vulpes

o Volpe ( )

Della famiglia dei canidi. Si trova dalle praterie di alta quota (frequentatore occasionale dei cespuglieti) fino alle zone marittime.

Estremamente polifaga, prevalentemente carnivora, la dieta varia molto a seconda della stagionalità. I giovani si allontanano relativamente

presto dai genitori per andare a trovare un loro territorio. Marcano il territorio con escrementi (sempre posti ben in vista, al contrario di altri

canidi), le feci hanno forma di una banana con una parte iniziale ingrossata e la parte terminale sottile ed allungata. Altra traccia evidente è la

pista (impronta simile a quella del cane, con 4 polpastrelli dove è sempre visibile l’unghia), la traccia è sempre costituita da due impronte

parallele. Attiva tutto l’anno, si riproduce in periodo invernale. Partorisce in tana dai 2 ai 5 cuccioli (nudi, sordi e cechi, altissime cure parentali,

coppie stabili tra maschio e femmina) all’inizio della primavera. Una volta che i cuccioli sono gradi, la coppia si separa. Ha un habitus invernale

dalla pelliccia molto folta ed un habitus estivo dalla pelliccia più rada e corta. Può essere infetta dalla rabbia silvestre quando va a caccia di

piccoli roditori e ne diventa portatrice sana. Il virus si diffonde attraverso liquidi corporei (saliva, sangue ed urina) e per questo si diffonde

facilmente. Nei primi stadi causa una paralisi parziale della bocca (per questo gli animali rabbiosi sbavano molto: non riescono a deglutire la

propria saliva). Diventa un problema quando si avvicinano ai centri urbani, anche perché la volpe non ha predatori naturali che possono tenere

le popolazioni sotto controllo. Sono state istituite delle campagne anti-rabbia attraverso delle vaccinazioni.

Famiglia: Felidae

- Felis sylvestris

o Gatto selvatico ( )

Assieme alla lince, è l’altro felide presente in Italia. Specie di distribuzione Europea, strettamente forestale. Molto simile al gatto domestico,

più grande (arriva a 7-8kg) ma non sono parenti perché derivano da un antenato differente. La coda presenta sempre un ciuffo nero in punta e

a seguire tre bande nere. Caccia all’agguato, abilissimo predatore di piccoli mammiferi e uccelli, attivo tutto l’anno. In alcuni casi si può

comportare da super predatore ai danni della martora. Ex specie monogama, anche la femmina è territoriale. In passato a rischio di estinzione

dai nostri territori, ora di nuovo in espansione. Un parto all’anno, in tane abbandonate da altri animali, fa dai 3 ai 4 cuccioli a parto.

Lynx lynx

o Lince ( )

Specie molto delicata, nei nostri territori era presente una nostra sottospecie alpina, che si è estinta diversi anni fa. Specie ora protetta, è

riuscita (anche grazie a reintroduzioni) a colonizzare nuovamente territori da cui era scomparsa. Molto territoriale, con forte dimorfismo

sessuale (femmina più piccola rispetto al maschio, pesa circa 17kg in confronto al maschio che può superare i 30kg). Tendono a formare coppie

stabili, anim

Dettagli
Publisher
A.A. 2024-2025
116 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/05 Zoologia

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher anna3andrea di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Zoologia forestale e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Padova o del prof Faccoli Massimo.