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Estratto del documento

GEOTECNICA

  1. CLASSIFICAZIONE DEI TERRENI
  2. STRUMENTI DI STUDIO DEI TERRENI
  3. MODELLAZIONE COSTITUTIVA
  4. SPERIMENTAZIONE IN LABORATORIO
  5. APPLICAZIONI
  6. OPERE DI SOSTEGNO
  7. FONDAZIONI

CAPITOLO 1 - CLASSIFICAZIONE DEI TERRENI

Nascono dalla disgregazione delle rocce lapidee

  • Deposizioni tormente
    • depositi alluvionali
    • depositi eolici
  • Deposizioni lacustri
    • avvengono lentamente
  • Depositi di eruzioni vulcaniche

Nei terreni ho:

  • Granuli solidi
    • amorfi
    • cristallini
    • organici
    • inorganici
  • Fluidi interstiziali
    • liquidi
    • gas

Scheletro solido di un terreno = insieme dei granuli solidi (compreso porosità)

  • Struttura dello scheletro → dipende dalla disposizione dei granuli
  • Compattezza dello scheletro → dipende dalla forma dei granuli
  • Struttura cubica → la + aperta (granuli tondi di dimen. tutti uguali)
  • Struttura esagonale → la + compatta

Condizioni di Stato

Prendiamo un'unità rappresentativa del terreno:

  • Volume
    • V = Vs + Vw + Vg
  • Peso
    • P = Ps + Pw

Rapporti tra volumi:

  • Porosità n = Vv / Vs 0 ≤ n < 1
  • Indice dei vuoti e = Vv / Vs e1 > 0
  • Volume specifico v = Vs + Vw / Vs 1 < e
  • Grado di saturazione SR = Vw / Vv * 100 0 ≤ SR ≤ 1

σyx = τzx x avere equilibrio alla rotazione rispetto all'asse y

Idem sulle altre facce del cubo

il TENSORE È SIMMETRICO ➔ servono solo 6 numeri, non 9

Una matrice simmetrica 3x3 ha 3 INVARIANTI ➔ se cambio il sistema di rif. non variano

  • TRACCIA della matrice = somma dei termini della diagonale principale
  • TENSIONE NORMALE MEDIA in un pto non varia = σmx = σxyz/3
  • DETERMINANTE della matrice
  • Somma dei determinanti degli orlati di 2° ordine

Sistema di riferimento PRINCIPALE dello stato di sforzo

σx 0 0 0 σy 0 0 0 σz

➔ solo tensioni normali

  • bastano 3 numeri per definire lo stato di sforzo + 3 coseni direttori ➔ definite le direzioni principali ➔ 6 numeri
  • (ma in laboratorio conosco le direz. princ.)

DECOMPOSIZIONE DELLO STATO DI SFORZO

σx σx−σm τxy σyy = σm + τyx σy−σm + σz τzy τyz σz−σm simmetrica (trac.)simmetrica
  • COMPONENTE ISOTROPA
  • COMPONENTE DEVIATORICA
  • Stato di sforzo uguaule in tutte le direzioni
  • (es. fluidi, solidi stati) di sforzo isotropi
σm 1 0 0 0 1 0 0 0 1 I➔ può essere definito da uno scalare

NB: non ammette tensioni tangenziali

Componente isotropa = compressione del terreno ➔ non provoca rottura ➔ legata alla componente deviatoria (stato di taglio)

• Eu = Ea + 2Eτ ➔ invariante legato alla DEFORMAZIONE ISOTROPA ➔ legata a "p"

• Eε ➔ invariante legato alla comp. DEVIATORICA, cioè alle distorsioni superfiali ➔ legata a "q"

TENSIONI LITOSTATICHE

  • Legate al peso proprio del terreno ➔ aumentano con la profondità e la compattezza
  • Comportamenti del terreno non lineari ➔ ΔS dipende da ΔF e Fo
  • È importante sapere da dove parto (tensioni litostatiche)
  • ≠ comportam. lineari, ΔS non dipende da ΔF

Considero un generico stato di sforzo in un generico p.to del terreno:

{σij} = | σx τxy τxz |

           | sym σy τyz |

           | ••         σz |

Il terreno e fermo ➔ ci deve essere equilibrio tra le forze applicate al sistema

Uso le EQUAZIONI INDEFINITE DI EQUILIBRIO (aka traslazione, quelle alla rotaz. le ho già usate x dire che la matrice è simmetrica e ridurre da 9 a 6 incognite)

  • X: ∂σx/∂x + ∂τxy/∂y + ∂τxz/∂z + X = 0 ➔ forze di massa in direzione X
  • Y: ∂τxy/∂x + ∂σy/∂y + ∂τyz/∂z + Y = 0 ➔ PROBLEMA STATICAMENTE INDERTERMINATO



 ➔ INTERAMENTE IPERSTATICO
  • Z: ∂τxz/∂x + ∂τyz/∂y + ∂σz/∂z + Z = 0

X semplificare il problema e renderlo isostatico introduco delle ipotesi:

  • Hp: piano di campagna orizzontale e infinitamente esteso
  • terreno omogeneo o stratificato orizzontalmente
  • ➔ ogni piano verticale è un piano di simmetria ➔ non ha tensioni tangenziali
  • ➔ ogni piano verticale è un piano principale dello stato di sforzo ➔ lo è anche il suo ⊥
  • ➔ le incognite si riducono a 3 ➔ PROBLEMA STATICAMENTE DETERMINATO

CAPITOLO 3 - MODELLAZIONE COSTITUTIVA

1. COMPORTAMENTO ELASTICO

modello della molla

  • configurazione deformata dopo applicazione di una forza F

Caratteristiche:

  • REVERSIBILITÀ DEGLI SPOSTAMENTI → se rimuovo la forza la molla torna in dietro
  • IMMAGAZZINAMENTO DI ENERGIA → la molla quando compressa immagazzina energia, dovuta al lavoro compiuto nell'applicare la forza, e la utilizza x ritornare allo stato iniziale
  • BIUNIVOCA L’RELAZIONE F-S → a ogni spostamento corrisponde un solo valore della forza e viceversa

NB: Il comportamento elastico non è solo lineare, ma anche non lineare

2. COMPORTAMENTO PLASTICO

modello del pistone con morsetto ad attrito

  • la forza cresce, ma finché non supera la forza di attrito Ff il pistone non si muove
  • F - Ff = 0, cioè F = Ff → FUNZIONE DI PLASTICIZZ. lo spostam.

Caratteristiche:

  • IRREVERSIBILITÀ DEGLI SPOSTAMENTI → se rimuovo o diminuisco la forza il pistone non torna indietro, rimane fermo in quella posizione
  • DISSIPAZIONE DELL’ENERGIA PER ATTRITO → attrito genera energia termica → trasformazione di energia che il sistema non è in grado di immagazzinare
  • RELAZIONE F-S NON BIUNIVOCA → a uno spostamento non corrisponde una forza sola, ma no, e viceversa

INCRUDIMENTO

  • Ff cresce con S INCRUDIM. POSTIVO
  • F - Ff = 0 INCRUDIM. NEGATIVO
  • Ff si riduce con S → S

NB per l'incrudimento la relazione c'è sempre F = Ff = 0

ma Ff = Ff (S)

man mano che il pistone si sposta aumenta l'attrito, quindi aumenta la forza Ff necessaria per farlo spostare

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
29 pagine
SSD Ingegneria civile e Architettura ICAR/07 Geotecnica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher ac_18 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Fondamenti di geotecnica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Fontanella Enzo.