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QUINTO CAPITOLO
Dimensioni delle relazioni:
• Dimensione strutturale: si riferisce alle risorse tecniche e fisiche necessarie per realizzare un certo prodotto
o servizio
• Dimensione comportamentale: considera gli aspetti sociali, psicologici e comportamentali che qualificano
→
le relazioni tra attori organizzativi questa dimensione attribuisce rilevanza a elementi quali le motivazioni,
i valori e la cultura
• Dimensione informativa: si focalizza sulle informazioni e sulle conoscenze scambiate attraverso le relazioni
tra gli attori
• Dimensione contrattuale: si riferisce al complesso di regole e istituzioni che definiscono la ripartizione di
diritti e obblighi tra gli attori che partecipano all’organizzazione (impatto del pilastro regolativo delle relazioni)
→
Gestire le relazioni Approccio meccanico
L’enfasi viene posta sulle dimensioni strutturale e contrattuale
Le relazioni assumono rilevanza in termini di:
- Intensità (forza delle connessioni)
- Frequenza (ritmi di scambio e velocità con la quale si svolgono le relazioni)
- Incertezza (definizione della distribuzione di probabilità associata ai diversi eventi possibili)
→
Gestire le relazioni Approccio comportamentale
L’enfasi viene posta sulle dimensioni comportamentale e informativa
Le relazioni assumono rilevanza in termini di:
- Contenuto (oggetti, informazioni, conoscenze)
- Caratteristiche delle variabili che descrivono il comportamento degli attori: motivazioni, competenze,
potere, leadership
UNITÀ ORGANIZZATIVE
Un’unità organizzativa è un insieme di attori, risorse e attività che concorrono a una performance comune,
contribuendo al raggiungimento di un “obiettivo parziale” dell’organizzazione coerente con il suo obiettivo
generale
Bisogna mettere dentro la stessa unità organizzativa attori, attività, risorse che sono hanno queste
caratteristiche:
▪ Interagiscono tra loro con maggiore intensità e frequenza rispetto a quanto avviene con attori e attività
appartenenti ad altre unità
▪ Condividono risorse di varia natura (spazi, risorse materiali, conoscenze)
▪ Concorrono ad un risultato comune (es: un prodotto/servizio, un’attività di supporto)
▪ Sono assoggettate alla responsabilità su comuni indicatori di performance/risultato
▪ Condividono gli stessi meccanismi di coordinamento per regolare le relazioni che avvengono all’interno
dell’unità
Criteri alternativi di specializzazione delle unità:
▪ Basata sugli input: guidata dalle caratteristiche tecnico-economiche del processo di produzione e
trasformazione realizzato dall’organizzazione
La specializzazione basata sugli input determina una divisione del lavoro e delle responsabilità tale per cui
ciascuna unità ha come obiettivo il controllo e lo svolgimento di una fase del processo di trasformazione
caratterizzata da omogeneità nelle conoscenze e nelle tecniche impiegate
Queste unità specializzate prendono il nome di Funzioni
Funzione = unità organizzativa che contiene al proprio interno attori organizzativi e risorse (attività) che si
riferiscono alla medesima porzione del processo produttivo
→
Definizione libro insieme di attività omogenee sotto il profilo della tecnica; costituisce il
presidio organizzativo corrispondente alle diverse fasi del processo operativo tipico d’impresa
L’organizzazione delle attività per funzioni è la più diffusa perché è la più conveniente
▪ Basata sugli output: guidata dalle caratteristiche di varietà e variabilità dell’ambiente transazionale con il
quale l’organizzazione interagisce
Determina una focalizzazione delle unità incentrata su uno specifico risultato che genera valore per
l’organizzazione attraverso l’interazione con l’ambiente transazionale
Queste unità specializzate prendono il nome di Divisioni
Divisione = unità organizzativa che comprende attività interdipendenti al fine della realizzazione di un
output di valore per l’organizzazione →
L’organizzazione delle attività per divisioni porta a delle duplicazioni (di risorse) si addice alle imprese di
grandi dimensioni
Specializzazione per input Specializzazione per output
Scelta del criterio di specializzazione (come capire se scegliere input o output)
Ci sono diverse variabili da considerare:
▪ Incremento nella varietà e nel numero delle relazioni con aree distinte dell’ambiente transazionale: tanto
più numerosi sono i prodotti e i mercati serviti da un’impresa, tanto più diviene opportuna una
focalizzazione dei manager di primo livello su singole combinazioni prodotto/mercato (cioè sulle divisioni)
Es: sono un’industria dell’abbigliamento che ha uomo-donna-bambino e magari con posizionamento diverso
Le unità di primo livello sono le unità organizzative che dipendono direttamente dal vertice dell’organizzazione e
i cui responsabili rappresentano il primo livello gerarchico della struttura
▪ Incremento nella variabilità e nel dinamismo delle relazioni esterne: la necessità di gestire le interazioni
tra attività attraverso unità “auto-sufficienti” aumenta se si verificano nell’ambiente transazionale esterno
situazioni che rendono poco prevedibili e programmabili le relazioni tra le attività interne
Quanto più cambia il contesto e l’ambiente (dinamismo), tanto più è preferibile che ogni area contenga
tutto quello che serve per raggiungere gli obiettivi (collegamento Lawrence e Lorsch)
Vantaggi e svantaggi
Specializzazione per input:
▪ Vantaggi: orientamento all’efficienza, possibilità di realizzare appieno le potenzialità offerte dalle economie
di specializzazione e di apprendimento →
▪ Svantaggi: sviluppo di orientamenti e di obiettivi parziali da parte dei responsabili delle unità l’attenzione
esclusiva da parte dei manager
Specializzazione per output:
▪ Vantaggi: miglior controllo dei risultati complessivi, relativi a un prodotto o a un mercato
▪ Svantaggi: minori possibilità di realizzare economie di scala e di specializzazione; aumentano i costi legati
alla duplicazione di risorse
L’efficienza è la regina di tutte le scelte organizzative
Quali attività assegnare a ciascuna unità?
Un’ulteriore scelta che riguarda le unità organizzative consiste nel decidere quali attività assegnare a ciascuna
di essere e, quindi, come tracciare i confini tra le unità specializzate
Confine = limite che definisce l’estensione delle attività di un’unità organizzativa rispetto ad altre unità della
medesima organizzazione o rispetto all’ambiente esterno
Il processo di progettazione che interessa i confini delle unità può essere costruito come una sequenza logica
che parte dall’analisi delle attività di base, intese come componenti elementari dei processi di trasformazione
e supporto attraverso i quali l’organizzazione consegue i propri obiettivi →
Poi si identificano i principali parametri per effettuare l’aggregazione delle attività a diverse unità viene
attuata una procedura decisionale di tipo economico, incentrata sulla valutazione comparata di costi e
benefici associati a soluzioni alternative di aggregazione
Costi e benefici sono esprimibili attraverso due dimensioni principali:
1) La possibilità di realizzare ECONOMIE di vario tipo nelle attività di trasformazione
2) I costi necessari a realizzare il COORDINAMENTO nelle attività di interazione
1) ECONOMIE
▪ Economie di scala: sono riduzioni dei costi medi unitari che si verificano all’aumentare del volume della
produzione e derivano da una molteplicità di fonti: indivisibilità tecniche (che spingono verso l’aumento
dimensionale delle unità) ed effetti di dimensione (rendono conveniente l’espansione dimensionale di
un’unità)
(Es: macchinario)
▪ Economie di specializzazione: all’aumentare della quantità prodotta diventa conveniente utilizzare risorse
dedicate (macchinari, competenze) su specifiche fasi
La specializzazione consente di sviluppare e mettere a frutto adeguatamente conoscenze e capacità delle
persone
La specializzazione applicata alla divisione di attività complesse in attività semplici favorisce la realizzazione
di economie di apprendimento
▪ Economie di raggio di azione: si realizzano quando la stessa risorsa può essere impiegata profittevolmente
nella realizzazione di diversi output (es: rete commerciale)
▪ Economie di rendite da specificità: una risorsa o un’attività ha più valore se viene combinata con un’altra
particolare risorsa o attività (es: gruppo di ricerca)
- La combinazione di questi quattro parametri economici porta a risultati che non sono prevedibili ex ante
- Cambiano la tecnologia, le competenze o i gusti dei consumatori, questi parametri economici possono
diventare più o meno rilevanti e possono cambiare di intensità
2) COORDINAMENTO
Come ci si coordina dentro l’unità organizzativa?
• Coordinamento attraverso feedback: si basa sullo scambio diretto di informazioni e conoscenze tra gli attori
coinvolti in una relazione e si sviluppa in senso sia verticale sia orizzontale
Due versioni: →
Gerarchia in senso stretto (supervisione diretta) si collega con la burocrazia di Weber
▪ È un coordinamento “a vista” che si sostanzia in ordini, direttive e controlli che si muovono in senso
verticale e orientano il comportamento degli attori organizzativi
▪ È efficace se chi dà ordini ha l’autorità formale (cioè sia legittimato a farlo) ed è in possesso delle
conoscenze e delle informazioni necessarie per prendere una decisione o affrontare un problema
▪ Costi crescenti al crescere della complessità (dimensione)
Es: capo-squadra che sovraintende al lavoro di un gruppo di operai
Mutuo adattamento
▪ La relazione si sviluppa in senso orizzontale tra attori che operano allo stesso livello gerarchico
▪ Gli attori si muovono nell’ambito dell’autonomia di cui dispongono nell’organizzazione e il raggiungimento
degli obiettivi avviene attraverso la reciproca interazione e comunicazione
▪ Risparmio di energia direzionale
Es: gruppo di ricerca nel laboratorio di un’azienda farmaceutica
• Coordinamento attraverso standardizzazione: definisce condizioni di azione e parametri di riferimento
stabili (stantard, appunto) cui ci si deve attenere nell’esecuzione di attività e nell’assunzione di decisioni
Routine come