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GOTI-LONGOBARDI-FRANCHI
Goti entrarono in Italia nel 498 guidati da Teodorico che voleva eliminare Odoacre che aveva
deposto Romolo Augustolo (476 caduta Impero Romano d’Occidente)
astio, bega, nastro, melma, stecca, strappare
Longobardi (568-774) oltre 200 parole
toponimi, tra cui Gualdo e Fara
guancia, gruccia, stinco, zazzera
verbi: arraffare, russare, scherzare, truffare
Franchi (774 al X Secolo) un’élite che si insediò ai vertici del potere civile e militare
bosco, guanto, dardo, biondo
L’italiano deriva non da latino classico degli scrittori ma da latino volgare = un’astrazione che
unisce in maniera convenzionale il latino parlato il luoghi differenti in epoche diverse
mescola due componenti:
- una sociolinguistica sincronica = livelli d’uso
- una diacronica = i mutamenti nel corso del tempo
Per la conoscenza del latino quotidiano sono importanti
- trattati di agricoltura, cucina, medicina
Satyricon pulcher, formosus, bellus > 0, hermoso, bello
- testi letterari (come il di Petronio )
- scritture occasionali (graffiti, pareti delle case di Pompei)
Chi ha scritto il documento voleva scrivere in italiano o in latino?
≠ Giuramenti di Strasburgo 14 febbraio 842 d.C.
primo documento intenzionalmente redatto in volgare dell’area romanza. Vi è la
consapevolezza di un’altra lingua.
EPISODIO: gli eserciti di Carlo il Calvo e di Ludovico il Germanico (nipoti di Carlo Magno) si
giurano l’uno nella lingua dell’altro
schierano gli uni di fronte agli altri e i due comandanti
l’alleanza contro Lotario. Perciò Carlo il Calvo giura in tedesco e Ludovico il Germanico utilizza
invece il francese.
c’è addirittura una definizione tecnica della lingua:
“Ludovicus iuravit in rustica romana lingua ” romana = romanza, rustica = volgare > antico
francese “totisca lingua
mentre Carlo il Calvo giura in ” > antico tedesco
I PIÙ ANTICHI DOCUMENTI
Appendix Probi 100-500 d.C. di un certo
grammatico Probo
lista di 227 righe composta da due colonne nella colonna A ci sono parole che si trovano nel
vocabolario latino scritte correttamente, mentre nella colonna B ci sono parole diverse, non
corrispondenti alla buona norma del latino classico (spesso forme vezzeggiative). Non si può
dire che siano errori! Queste grafie riflettono piuttosto la forza di queste "deviazioni"
all'epoca, mentre il grammatico sentiva l'esigenza di combatterle.
speculum non speclum (“specchio” deriva da speculum)
columna non colomna (“colonna” deriva da colomna)
masculus non masclus (“maschio” deriva da masclus)
hostiae non ostiae (la lettera “H” veniva messa per ragioni etimologiche, ma poi appunto
sparisce )
NB il latino volgare esistette come orale, per scrivere si usava il latino ormai diverso da quello
dei classici e designato come latino medievale.
GRAFFITO DELLA CATACOMBA DI COMMODILLA 500-600 oppure
850 d.C.
È in una cappella sotterranea, la «cripta» dei santi Felice e Adàutto, la cui scoperta avvenne nel
1720. Subito dopo, una frana rese impossibile l’accesso al locale e nessuno entrò più nella
catacomba fino all’inizio del secolo scorso (1903), quando l’iscrizione fu finalmente segnalata
agli studiosi.
La cappella fu usata come luogo di culto fino al 850dc, poi i corpi dei due santi furono spostati
e il luogo probabilmente abbandonato > l’iscrizione può essere avvenuta insieme agli affreschi
oppure dopo l’abbandono.
INTERPRETAZIONE in seguito al Concilio di Tours, si stabilì che una parte della messa
dovesse essere pronunciata mentalmente (prassi osservata fino al Concilio Vaticano II 1966).
Si pensa che possa essere un promemoria/invito.
Non dicere ille secrita a (b)boce Non dire quelle/le cose segrete a voce (alta)
a bboce = elemento più importante di tutti
In latino c’era VOX, VOCIS, invece qua addirittura abbiamo già la B, cioè l’esito comune a molte
betacismo
zone della Romània in cui la V diventa B
b piccola > qualcuno aggiunto una piccola b davanti alla parola in quanto evidentemente si
a raddoppiamento
pronunciava raddoppiando la consonante e legandola alla che la precede
fonosintattico .
ille = aggettivo dimostrativo. Ille
Il latino non aveva gli articoli. dobbiamo considerarlo come aggettivo
dimostrativo (=quelle cose segrete) o come articolo (= le cose segrete)? Secondo molti questa è la
prima attestazione dell’articolo nei volgari, ma chi ha scritto non poteva scrivere “LE” in quanto non
esisteva ancora questa forma e ha fatto riferimento alla GRAMATICA, il latino.
ISCRIZIONE DI SAN CLEMENTE fi ne 1000 d.C
si trova a Roma nella Chiesa di San Clemente. L’iscrizione narra del miracolo di San Clemente
Passio Sancti Clementis:
dal Sisinnio ordina ai suoi servi di trascinare in prigione san Clemente,
ma questi si è liberato e i due servitori non stanno trascinando il santo, ma una pesante
colonna, senza avvedersene.
Vicino alle figure possiamo notare delle iscrizioni (come i moderni fumetti), vi è dissenso tra gli
studiosi a chi attribuirle, una possibile interpretazione è:
SISINNIO: "Figli di puttana, tirate!"
GOSMARIO: "Albertello, tira!".
ALBERTELLO: "Poniti dietro a lui col palo, Carboncello!".
SAN CLEMENTE: "A causa della durezza del vostro cuore, avete meritato di trascinare sassi"
traite, dele, fili dele
Quello che importa è che vi sono espressioni tipicamente volgari
pute in bocca ai servi e a sissinio e un latino nobile di San Clemente.
PLACITI CAMPANI 960-963
sono 3 documenti scritti in volgare, in dialetto dell’area campana. CAPUA - SESSA
AURUNCA – TEANO
conservati nella Biblioteca di Montecassino
PLACITI = decisioni di un giudice in cui sono raccolte le testimonianze giurate
ATTO DI NASCITA DELLA LINGUA ITALIANA = PLACITO CAPUANO 960 d.C.
possesso di certe terre,
riguarda il processo per il le quali erano contese tra:
ABBAZIA DI MONTECASSINO abbazia del Lazio che possedeva terre nel Meridione, abitata dai
benedettini
UN PRIVATO - un certo Rodelgrimo
Questo signorotto locale decide di rivendicare un suo terreno che veniva però coltivato dai
monaci dell’Abbazia. In quell’epoca però esisteva il diritto di usucapione che prevedeva che
se una persona non coltivava il proprio terreno per più di 30 anni, la proprietà diventava
automaticamente di possesso di coloro che la coltivavano, i quali avevano dunque il diritto di
possederla. In mancanza di documenti, la prova è affidata alle testimonianze orali. Tre
testimonia pronunciano la formula che poi nell’atto viene riportata in volgare così come era
stata detta:
Sao ko kelle terre, per kelle fini que ki contene, trenta anni le possette parte s(an)c(t)i Benedicti
So che quelle terre entro quei confini che qui [sulla carta] si contengono, le possedette per trent anni
la parte di San Benedetto [l’abbazia]
Notiamo che si tratta di un dialetto originario della Campania
saccio
SAO = quelle
KELLE =
NB A rigore, oggi, dopo la piena valutazione del graffito della catacomba di Commodilla, si
Placito capuano
potrebbe sostenere che il non ha più lo stesso valore di un tempo, in quanto ha
perso il suo primato cronologico. In realtà questo documento mantiene grande fascino e
notevole importanza per diverse ragioni: 1. la sua datazione è molto precisa, in quanto risulta
dal documento stesso, trattandosi di un verbale relativo a una causa giudiziaria; 2. la scelta del
volgare nelle formule spicca con grande evidenza, poiché il resto del documento è in latino, il
tipico latino giuridico dell’epoca.
POSTILLA AMIANTINA 1087
un frammento di poche righe è una postilla scherzosa e familiare a un atto notarile redatto da
un tal notaio Rainerio
la carta riporta la donazione di coniugi Miciarello e Guadrada al monastero di Abbadia San
Salvatore, sull’Amiata.
Ista cartula est de caput coctu ille adiuvet de illu rebottu qui mal consiliu li mise in corpu
Questa carta è di Capocotto: essa lo aiuti da quel ribaldo che gli mise in corpo un cattivo consiglio
caput-coctu
- = testa calda, ubriaco = Miciarello.
rebottu
- sembra derivare dal francese ribaut, quindi ribaldo, parola che indica il
Malvagio, il Diavolo.
–u coctu, ribottu, consiliu corpu
- finale in di e che rivela una conservazione ancora tipica
dell'Amiata
Mal, li e corpu
- sono termini di natura volgare.
Altri documenti
CARTA OSIMANA, CARTA FABRIANESE, CARTA PICENA
CARTA PISANA > XI-XII sec un elenco di spese navali per l’armamento di una squadra
navale
PRIMI TENTATIVI DI LETTERATURA ITALIANA
Un vero e proprio sviluppo della letteratura italiana si ebbe nel 120 a partire dalla scuola
poetica alla corte di Federico II, la Scuola siciliana, LA PRIMA AD USARE UN VOLGARE ITALIANO
PER COMPORRE VERSI D’AMORE. Non mancano però anche in precedenza documenti che un
carattere poetico: Indovinello veronese e Carta ravennate.
Oltralpe si erano già affermate la letteratura francesce in lingua d’oil e quella provenzale in
lingua d’oc.
INDOVINELLO VERONESE IX sec.
Primo testo di carattere poetico, non letterario certo, ma ritmico
Testo che si trova a Verona, ma che viene dalla Spagna e una volta arrivato a Verona qualcuno
ci ha scritto reca in alto due frasi
Se pareba boves alba pratalia araba & albo versorio teneba & negro semen |seminaba
+ gratias tibi agimus omnip(oten)s sempiterne d(eu)s
La terza riga presenta una formula canonica di benedizione in latino, alcuni la considerano
“Ti ringraziamo onnipotente eterno Iddio”
scritta da un’altra mano ed esterna all’indovinello
Fa riferimento all’immagine dell’amanuense che scrive, bianca è dunque la pagina, nero
è l’inchiostro, la penna è come un aratro, le dita sono simili a buoi che tirano l’aratro
medesimo.
pareba araba seminaba
- al posto di paraba vs , > sono invece in -aba
versorio
- ha forma latina, ma corrisponde al dialettale perché in Italia settentrionale indica
l’aratro
alba
- parola di linea germanica blanco = bianco, parola che però non era ancora entrata in
uso?? Era latino?
pratalia
- sembra addirittura un neutro plurale (IPOTESI).
Non si sa se è un brutto latino o se è il primo tentativo di scrivere in volgare (dialetto di Verona
e dintorni) per cui non si può attribuire all’Indovinello il titolo di primo documento della lingua
italiana.
CARTA RAVENNATE 1180-1220
contiene dei veri e propri versi d’amore e fa balneare l’idea che già prima dei Siciliani in Italia