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Dopoguerra: il completamento della riforma
Dopo la guerra si ha il completamento della riforma:
- Nel 1947 la vigilanza sulle aziende di credito passa al Comitato Interministeriale per il credito e il risparmio, con una vigilanza diretta da parte della Banca d'Italia (non si ha più l'ispettorato);
- La Banca d'Italia mantiene la sua funzione monetaria;
- Matrimonio e divorzio tra la Banca d'Italia e il Tesoro: lo Stato emetteva titoli del debito pubblico che venivano allocati sul mercato nazionale e internazionale, ma la parte di titoli che non veniva venduta doveva essere obbligatoriamente acquistata dalla Banca d'Italia, in cambio di carta moneta. Quando ci si accorge che l'inflazione è ingestibile, la Banca d'Italia si rende autonoma e non compra più titoli del Tesoro.
Evoluzione della regolazione finanziaria
Le prime forme di regolazione finanziaria riguardavano più che altro le...
caratteristiche dell'emissione monetaria. Nel corso dell'800, man mano che i depositi acquistavano importanza rispetto all'emissione di banconote per le banche, anche la regolamentazione si spostò verso i depositi bancari. La Grande Depressione e la Seconda Guerra Mondiale bloccano il processo evolutivo dei sistemi bancari. I governi introdussero rigide norme e regolamentiper stabilizzare i sistemi bancari e indirizzare il credito verso i settori favoriti. Le crisi bancarie tra le due guerre produssero importanti cambiamenti, al fine di ridurre il rischio di nuove crisi e di ridurne il costo:- i governi introdussero regolamenti più ampi, come controlli sui tassi di interesse e limitazioni sul tipo di attività bancaria consentita, per cercare anche di ridurre la concorrenza tra le banche.
- i governi svilupparono meccanismi di supervisioni più stringenti
- molti paesi riorganizzarono le proprietà delle
banche
Riordinamenti bancari
Nei Paesi Occidentali si ha quindi un maggiore intervento dello Stato nel settore del credito, soprattutto dagli anni '30 e l'attività bancaria registra una grande crescita tra gli anni '50 e '70. Si registrano così molte nazionalizzazioni in ogni Paese:
- Gran Bretagna: nazionalizzazioni nell'ambito dell'energia, dei trasporti, delle telecomunicazioni e si ha la nazionalizzazione anche della banca d'Inghilterra. Tuttavia, il sistema bancario rimane molto libero perché la Banca d'Inghilterra non esercita controllo e né ordina ispezioni (fa solo raccomandazioni);
- Francia: nazionalizzazione della Banca di Francia e delle 4 principali banche di deposito;
- Germania: scioglimento delle banche commerciali private, rimpiazzate da banche statali o cooperative;
- Italia: dopo la Seconda Guerra Mondiale, si ha la creazione degli istituti di credito speciale (che si finanziano con emissione
più importante era solo la stabilità della moneta (un'assicurazione fino a 100.000 lire non valeva niente se l'inflazione faceva perdere valore). Da un punto di vista economico, l'organizzazione della struttura economica in Italia ha portato negli anni '50 al miracolo economico italiano, grazie ad una tradizione di industria privata in grado di emergere in ambito internazionale. Le banche in questo periodo si democratizzano, ossia sviluppano il settore retail, ma allo stesso tempo continua il processo di concentrazione delle maggiori banche e la specializzazione inizia ad attenuarsi, iniziando ad emergere una prima forma di despecializzazione. Si ha despecializzazione negli USA, ma anche in Italia (anche se la legge bancaria del '36 non lo prevedeva) che permisero a molte banche di credito ordinario di dare vita ad istituti di credito speciale, ma anche a sezioni autonome per l'esercizio del credito a lungo termine. A partire dagli anni '70,
il rallentamento economico contribuisce a rallentare la stabilità bancaria, ma molte situazioni di fragilità delle banche furono risolte tramite operazioni di salvataggio (bail out) oppure attraverso fusioni e riforme regolamentari. Ultimi 30 anni del '900 Nessun Paese era preparato allo scoppio di crisi finanziarie e bancarie (che avranno impatto anche sulle crisi più attuali). Il punto di partenza sono gli shock petroliferi degli anni '70 e la crisi economico-finanziaria in Europa. Gli shock petroliferi creano una situazione drammatica dal punto di vista economico, che porta a numerosi fallimenti. ❖ nel 1974 si ha il fallimento della banca tedesca, Bankhaus Herstalt, che avrà ripercussioni a livello mondiale; ❖ tentativi di armonizzazione per rimediare alla deregolamentazione: nel 1974 si ha il G10 dei maggiori Paesi industriali del mondo (anche se sono 11 Paesi perché viene inclusa anche la Svizzera) con il patrocinio della Bancainternazionale per la ricostruzione e lo sviluppo (BIRS) e si costituisce il comitato permanente di Basilea. Questo comitato ha 2 obiettivi:
- prevenire le crisi ed evitare la diffusione dei fallimenti bancari (che possono provocare problemi all'economia di questi paesi industrializzati);
- regolare il mercato mondiale degli scambi.
Si hanno le prime linee guida (non leggi) per scambiarsi informazioni sulla regolazione interna agli Stati e per collaborare tra istituti centrali in merito alla vigilanza.
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Accordi di Basilea
- BASILEA 1: assomiglia al progetto di legge di Nitti, ossia legare l'attività della banca alla disponibilità di patrimonio e riserve. Questo accordo definisce:
- il coefficiente di solvibilità (ponderazione delle attività con patrimonio e rischiosità) = 8%
- Patrimonio di base (capitale + riserve ordinarie) = CET1
- Patrimonio supplementare = CET2
- BASILEA 2: individuazione della rischiosità dei prestiti
valutando i parametri delle imprese. Questo ricorda quel tentativo di individuare il meritevole di credito nelle banche di credito mobiliare.
3. BASILEA 3: rafforzamento dei parametri in base alla liquidità della banca.
Al contempo si ha il processo di integrazione europeo. Nell'ottica della costituzione dell'Unione Europea, si inseriscono le direttive CEE:
- PRIMA DIRETTIVA (1973): coordinamento delle disposizioni legislative, regolamentari e amministrative riguardanti l'accesso all'attività degli enti creditizi e il loro esercizio
- SECONDA DIRETTIVA (1989): ha l'obiettivo del mutuo riconoscimento dell'attività bancaria nei paesi membri, dando la possibilità a tutte le banche di operare in tutta la CEE con le stesse modalità cui sono autorizzate nel Paese d'origine. Quindi, si voleva uniformare i sistemi bancari dei vari paesi europei perché un'unione economica presupponeva un'unione anche dei
Sistemi bancari. La vigilanza bancaria per le banche con sede all'estero avviene da parte dell'autorità di vigilanza competente per il territorio. Questa seconda direttiva comunitaria favorisce il diffondersi della banca universale, la quale svolge operazioni di raccolta e di impiego di fondi di qualsiasi natura e durata, servizi di consulenza e amministrazione di patrimoni.
Le due direttive, oggi non più in vigore, costituiscono l'embrione di una legge bancaria comunitaria con lo scopo di armonizzare le norme dei singoli Stati in merito all'autorizzazione per la costituzione, l'operatività e la vigilanza degli enti creditizi nei Paesi membri e per promuovere la libera prestazione di servizi bancari in Europa.
Riordino degli anni '90 - la legge Amato Carli
La legge Amato-Carli (1990) avvia la privatizzazione delle banche pubbliche, smantellando così la foresta pietrificata che aveva sino ad allora ingessato il mercato del credito.
Le innovazioni tecnologiche e finanziarie innalzano la concorrenza tra gli intermediari e si riduce la presenza pubblica negli assetti proprietari delle banche (liberalizzazione dei movimenti di capitale). Ogni banca diventa contendibile rispetto alle altre, spariscono gran parte degli istituti (molti vengono assorbiti dai maggiori) soprattutto le banche territoriali, a parte le casse rurali che ottengono una loro norma particolare essendo imprese a mutualità prevalente (diventano BCC). Le banche popolari si sono organizzate tra loro o sono state assorbite da banche SpA, si sono formati gruppi bancari di grandi dimensioni, si sono create anche specializzazioni nei gruppi bancari (il sistema diventa organicamente strutturato).
Testo unico delle norme in materia creditizia e bancaria del 1993 (TUB)
Il Testo Unico Bancario (TUB), creato nel 1993 e entrato in vigore dal 1° gennaio 1994, raccoglie le norme relative al settore del credito, sostituendo tutta la legislazione bancaria.
italiana fatta fino ad allora:
- dalla banca istituzione si torna alla banca impresa, avente come oggetto la raccolta del risparmio tra il pubblico e l'esercizio del credito;
- cancella la specializzazione funzionale delle banche e ricostruisce la banca universale (banca mista);
- la forma giuridica delle banche può essere: SpA, BCC (Banca di Credito Cooperativo);
- viene conservata la separazione tra banche e industria: le banche possono investire nelle imprese non finanziarie, ma le imprese non possono detenere più del 15% del capitale delle banche;
- Si rende obbligatorio un sistema di assicurazione dei depositi -> rafforzamento della vigilanza prudenziale.
Nel 1998 viene emanato il TUF che regolamenta l'offerta dei prodotti nel campo della gestione del risparmio.
A seguito dell'introduzione del TUB si hanno dei grandi cambiamenti in poco meno di 10 anni:
- il numero di banche attive passa da 1100 a 829 (di cui 200 nuove) con la forma di gruppi
- creditizi;
- si articola il settore dell'intermediazione finanziaria;
- il credito bancario aumenta fino all'81% del PIL;
- diminuiscono le sofferenze delle banche;
- aumenta significativamente il patrimonio del.