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APPROCCI DI MISURAZIONE

- approccio degli stock RATIO gestionali interni, posso calcolarli o non calcolarli perché rientrano nella libertà

gestionale del liquidity risk manager nella composizione dei suoi tool di misurazione, ma nell’ambito

dell’approccio degli stock abbiamo due indicatori che obbligatoriamente, con una certa frequenza, vanno

calcolati seguendo anche le indicazioni date dalla vigilanza per alimentare il numeratore e il denominatore di

questi rapporti. Il principale limite dell’approccio degli stock è la riclassificazione di bilancio: questa visione

dicotomica delle poste di bilancio tra attivo fisso e attivo prontamente liquidabile, tra passivo volatile e

passivo stabile, porta a creare delle zone grigie dove confluiscono tutta una serie di asset e liability del

bilancio della banca che non sono sicuramente né fissi e né volatili ma che hanno i connotati di ambedue le

porzioni di bilancio in oggetto, motivo per cui, se il principale limite è la riclassificazione di bilancio, una errata

classificazione porta di per sé ad una valutazione errata dei liquidity ratio calcolati, e questo vale per i

liquidity ratio interni, perché quelli regolamentari hanno dei tool di calcolo previsti dalla vigilanza

specificando quali posti inserire al numeratore e al denominatore, e queste sono posti indicate in via

omogenea per tutti gli intermediari. Ma un altro limite dell'approccio degli stock è dovuto al fatto che, il

problema dei rischi di liquidità della banca, a ben vedere, analizzando bene la grandezza, la risorsa liquidità, si

intuisce che per sua natura non è una grandezza stock based, che si presta ad essere fotografata in un certo

momento storico attraverso degli stock ratio (che per sua natura non è uno strumento di misurazione più

adatto a calcolare il perimetro del problema della liquidità perché la liquidità, intesa come grandezza, è una

quantità che fluisce tra l’attivo e il passivo di bilancio, difficilmente catturabile in un ottica stock based, la

liquidità, fisiologicamente, è un problema di discrepanza, un GAP, tra flussi di cassa in entrata e uscita, e

sicuramente, la migliore rappresentazione di una risorsa di una grandezza, come quella che ha tutta la natura

multidimensionale trasversale della liquidità, motivo per cui l’approccio degli stock è utilizzato nella pratica

operativa, è imposto anche dalla vigilanza prudenziale attraverso il rispetto del LCR e NSFR, ma di fatto, non

realizza una compiuta e veritiera misurazione del problema del funding liquidity risk, motivo per cui chi lavora

su questa porzione di rischio della banca ha quasi l'obbligo di affiancare alle misure stock based, le misure del

funding liquidity risk secondo l’approccio dei flussi di cassa. L’approccio dei flussi di cassa si trova a misurare il

problema del funding su un certo orizzonte temporale/time bucket, è il GAP tra i flussi di cassa in entrata e

uscita.

l'ideale è accostare l’approccio stock based alla misurazione dei flussi di cassa che di fatto contrappone i flussi di cassa

in entrata con quelli in uscita su diverse fasce di scadenza, verificando se quelli in entrata sono sufficienti a coprire

quelli in uscita, misurando un gap di liquidità positivo, pure se quelli in uscita sono maggiori di quelli in entrate e

quindi si verifica un gap di liquidità negativo, che sono poi la base concettuale di partenza per approntare le leve

operative sulla liquidità, per mitigare quel gap, come smobilizzare gli asset prontamente liquidabili, ricorro

all’interbancario/BCE per il finanziamento di ultima istanza, ogni fonte di funding ha una diversa leva operativa per

rapinare il gap di liquidità, ha un suo costo, un suo modus operandi e il rifinanziamento verso la BCE è tecnicamente

quello più costoso, anche perché dal punto di vista operativo è un rifinanziamento collateralizzato, posso chiedere

quelle linee di liquidità alla BCE overnight, o a più a lungo termine se presento in banca centrale i cosiddetti

COLLATERAL STANZIABILI: strumenti finanziari considerati come garanzia elegible dal regolamento sul sistema

europeo delle banche centrali, quindi tecnicamente quella fonte di funding ha anche un modus operandi e anche un

costo sicuramente più articolato rispetto a quelli che sono le fonti di funding alternative.

- L’approccio dei flussi di cassa supera la visione dicotomica legata all’approccio degli stock, prova a calcolare

su diverse fasce di scadenza i gap di liquidità, ma per fare questo deve fissare qual è l'orizzonte temporale di

riferimento di questa misura, deve costruire tecnicamente uno scadenzario, anche chiamato maturity ladder

che suddivide l'orizzonte temporale di analisi di misurazioni in diverse fasce di scadenza. Esistono diverse

maturity ladder con orizzonti temporali differenti: operativa, che parte dal time bucket del intraday e arriva ai

12 mesi, anche 18, esiste la maturity ladder strutturale che parte dall'intraday e arriva su un orizzonte

temporale più lungo, esiste una maturity ladder a 5 e oltre anni che è un ladder che viene costruita per

essere inserita all'interno del bilancio d'esercizio nella tavola dedicata sulla liquidità.

Esistono tante maturity ladder che è uno strumento di misurazione che sposa l’approccio dei flussi di cassa e che può

essere costruito su diversi orizzonti temporali. La meno utile è quella che si trova nel bilancio, perché è la meno

esplicativa. Questa ladder, scadenziario, non è altro che una tabella dove vado a mettere sulla prima riga e sulla mia

colonna tante fasce di scadenza chiamate anche overnight che arriva ai tre mesi, e per ogni fascia di scadenza, bisogna

scrivere, per le diverse poste attive/passive di bilancio. Questa è una ladder semplificata perché sta ipotizzando che

nell’attivo di bilancio abbia soltanto finanziamenti, titoli e contanti, e nel passivo abbia raccolta retail, wholesale

funding, obbligazioni, impegno ad erogare fondi. Per ogni posta attiva e passiva di bilancio bisogna immaginare i flussi

in entrata e in uscita corrispondenti. Dove sta la difficoltà della costruzione della ladder? le difficoltà operative sono le

seguenti: tante volte, le ladder che oggi costruiscono le banche sono ancora martellate un po' in maniera artigianale.

Le difficoltà che si incontrano:

- La granularità delle fasce di scadenza, perché più è strette l’ampiezza di queste fasce di scadenza, qui per

esempio c'è una fascia che dura una settimana, poi la seconda settimana. Potevo scrivere overnight e poi

direttamente un mese, in questo secondo caso, l’ampiezza delle fasce di scadenza è meno granulare. La

granularità delle fasce di scadenza impatta sulla facilità di compilazione di questo scadenzario, perché meno

granulari sono fasce di scadenza più semplice è individuare i flussi di cassa corrispondenti, più granulari sono

le fasce di scadenza, più complesso è individuare i corrispondenti flussi di cassa in entrata e in uscita. Quindi il

primo problema tecnico: individuare la granularità delle fasce di scadenza;

- altro problema tecnico importantissimo, che fa delle ladder uno strumento ancora embrionale, in fase di

sofisticazione dal punto di vista statistico matematico: è la prospettiva forward looking della misurazione dei

flussi di cassa di media lunga scadenza: se queste fasce di scadenza arrivano a 18 mesi, a 2 anni, devo saper

progettare i flussi in entrata, in uscita, fino a 3 anni, per le mie attività e passività di bilancio, e questo

approccio forward looking è ovviamente completamente diverso dall'approccio retrospettivo, backward

looking dell’approccio degli stock based che abbiamo visto prima. Gli stock based liquidity ratio si basano sul

bilancio, sulle grandezze di bilancio, ad una certa data storica. Ragione per cui, necessariamente, queste

grandezze e quelle del liquidity ratio sono backward looking. Anche per limitare questa criticità, hanno la

necessità di affiancare all’approccio dei flussi di cassa, tra le difficoltà tecniche però c'è anche la visione

forward looking, che richiede necessariamente la costruzione della ladder

- Stimare a tutte le date dei flussi di cassa: perché se ho titoli in bilancio per 800, nella colonna titoli sulle

diverse fasce di scadenza devo scrivere flusso di cassa legato probabilmente al pagamento in entrata di quel

titolo che ho in portafoglio, non è la dimensione stock based della grandezza di bilancio corrispondente,

perché la stima dei flussi di cassa su tutte le attività e le passività di bilancio è di per sé un problema oggettivo

dovuto al fatto che esistono tanti attivi e passivi di bilancio della banca tra i quali i corrispondenti flussi di

cassa sono facilmente stimabili e computabili, perché, ad esempio, lo strumento in portafoglio, un titolo

obbligazionario che ha una certa cedola in entrata mensile/semestrale, quindi facilmente riesco a individuare

il flusso di cassa in entrata o in uscita. Ho un mutuo in portafoglio con un piano di ammortamento, quindi il

piano di ammortamento mi definisce per vincolo contrattuale, per clausola contrattuale, i flussi di cassa in

entrata la banca, però questo non è vero su tutti gli attivi e passivi di bilancio della banca. Pensate ad

esempio il caso in cui la mia banca, ha concesso al cliente Mario Rossi un credito di firma, e nella ladder devo

ipotizzare un flusso di cassa corrispondente a quel credito di firma, quindi devo stimare il flusso di cassa in

uscita e in entrata per quella forma tecnica di prestito.

Altro esempio: mutui concessi alla clientela con opzione di pre payment, opzione di rimborso anticipato: devo stimare

tutti i flussi di cassa, magari fino ad una certa data posso seguire il piano di ammortamento, ma poi c’è l’opzione di

rimborso anticipato: e non lo so quando questi mi rimborserà in via anticipata, eserciterà l’opzioni implicite in quelle

condizioni contrattuali.

Questi esempi servono a capire che la stima dei flussi di Cassa di per se è una tecnicaliti molto complessa rispetto alla

quale, la pratica operativa ha due vie: la prima, stima i flussi di cassa secondo le indicazioni contrattuali a disposizione,

quindi costruisco quello che si chiama la adjusted maturity ladder (ladder contrattuali) oppure la not adjusted

maturity ladder, che non considera tutte le opzionalità implicite in tante forme attive, passive, di bilancio.

L’adjusted maturity ladder significa tener conto, per ogni fascia di scadenza, eventuali flussi di cassa legati alle opzioni

implicite nelle diverse forme contrattuali, quindi riuscire a stimare tecnicamente, realisticamente, il possibile

comportamento del cliente implicito in quel prodotto banca

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
142 pagine
SSD Scienze economiche e statistiche SECS-P/11 Economia degli intermediari finanziari

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher t.luigil di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Risk management e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Pisa o del prof Volpi Alessandro.