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Si parla invece di interiorizzazione delle norme del gruppo, quando accediamo ai giudizi e ai
comportamenti altrui per giustificare i nostri. Può inoltre accadere che ci conformiamo agli
altri perché ce l'hanno chiesto (conformismo pubblico), o perché non potevamo fare
altrimenti (acquiescenza, obbedienza a chi riteniamo abbia l'autorità per imporci un dato
comportamento). In ogni caso, gli esseri umani, con solo la loro compresenza si influenzano
a vicenda incidendo sui nostri comportamenti.
→ →
Paradigma sperimentale di Ash Il paradigma di Asch, elaborato negli anni cinquanta a
seguito di una serie di esperimenti, postula che con una media di una su tre, la risposta data
da un individuo a una domanda è conformata alla risposta data dalla maggioranza, anche
quando l'individuo crede che tale risposta sia sbagliata. Asch prova quindi che la gente si
conforma a quello che pensano gli altri anche se questo è in palese contrasto con la propria
percezione del mondo (soprattutto di fronte a un pubblico). Le ragioni del conformismo
risiederebbero nelle risposte che ognuno si dà a due domande che tutti ci poniamo prima di
esprimere un giudizio di fronte agli altri: la mia opinione è corretta? Gli “altri” ci approvano?
Accettare il giudizio degli altri significa accettare implicitamente l'ipotesi che gli altri abbiano
più informazioni di noi. Viene definita pressione informazionale, quella che fa sì che gli
individui accettino le opinioni del proprio gruppo. Un ulteriore motivo per cui conformarsi
risiede nel bisogno di piacere e di essere accettato (pressione normativa). Nel primo caso
(problema di informazione) cambieremo le nostre opinioni in maniera profonda; nel
secondo caso invece (norme sociali), solo superficialmente.
Più un gruppo è coeso, più i suoi membri tenderanno a mantenere saldi (conformandosi) i
valori e le norme sociali. La grandezza del gruppo è anche determinante, Asch provò che un
numero inferiore a tre membri, sarebbero troppo poco, e al contrario, superiore a quindici
membri sarebbero in troppi.
Esperimento: Il protocollo sperimentale prevedeva che 8 soggetti, di cui 7
collaboratori/complici dello sperimentatore all'insaputa dell'ottavo (soggetto sperimentale),
si incontrassero in un laboratorio, per quello che veniva presentato come un normale
esercizio di discriminazione visiva. Lo sperimentatore presentava loro delle schede con tre
linee di diversa lunghezza in ordine decrescente mentre su un'altra scheda vi era disegnata
un'altra linea, di lunghezza uguale alla prima linea della prima scheda. Chiedeva a quel punto
ai soggetti, iniziando dai complici, quale fosse la linea corrispondente nelle due schede.
Dopo un paio di ripetizioni "normali", alla terza serie
di domande i complici iniziavano a rispondere in
maniera concorde e palesemente errata.
Il vero soggetto sperimentale, che doveva rispondere
per ultimo o penultimo, in un'ampia serie di casi
iniziava regolarmente a rispondere anche lui in
maniera scorretta, conformandosi alla risposta
sbagliata data dalla maggioranza di persone che aveva
risposto prima di lui. In sintesi, pur sapendo
soggettivamente quale fosse la "vera" risposta giusta,
il soggetto sperimentale decideva, consapevolmente e pur sulla base di un dato oggettivo, di
assumere la posizione esplicitata dalla maggioranza. Solo una piccola percentuale si
sottraeva alla pressione del gruppo, dichiarando ciò che vedeva realmente e non ciò che
sentiva di "dover" dire.
Nell'esperimento originale di Asch, il 25% dei partecipanti non si conformò alla maggioranza,
ma il 75% si conformò almeno una volta alla pressione del gruppo (ed il 5% dei soggetti si
adeguò ad ogni singola ripetizione della prova).
→ Influenza formativa e informativa: Si parla di influenza sociale informativa quando un
individuo, trovandosi in situazioni ambigue, confuse, incerte, assume il comportamento degli
altri come fonte di informazioni e si adegua a tale comportamento. Quando parliamo di
influenza sociale normativa ci si riferisce alla tendenza che hanno gli individui a conformare
le proprie opinioni e i propri comportamenti al modo di agire e di pensare delle persone che
stanno loro intorno al fine di venire accettati e apprezzati dagli altri. A differenza
dell'influenza sociale informativa, la pressione normativa porta a un'acquiescenza pubblica,
ma non a un'accettazione privata.
→ Sherif e l’effetto autocinetico: Muzafer Sherif era interessato a sapere quante persone
avrebbero cambiato le loro opinioni per allineare al parere
di un gruppo. In un suo esperimento, i partecipanti sono
stati collocati in una stanza buia e ha chiesto di fissare un
piccolo punto di luce a 15 piedi di distanza. Essi sono stati
poi richiesti di stimare quanto si spostasse. Non c'era in
realtà alcun movimento, ma l'esperimento si basava su un
inganno visivo noto come effetto autocinetico. Il primo
giorno, ogni persona percepiva diverse quantità di
movimento, ma dal secondo al quarto giorno, una
medesima stima veniva concordata su cui i partecipanti concordavano. Sherif propose
questo quale simulazione di come norme sociali si sviluppino nella società, fornendo un
tessuto comune di riferimento per le persone.
Successivi esperimenti si basavano su situazioni più realistiche. In un compito
d'identificazione per testimonianza oculare, ai partecipanti veniva mostrato un sospetto, e
poi, in una sequenza, ma collettivamente, altre immagini raffiguranti sospetti. Veniva
lasciato un secondo per riconoscere il primo sospetto: un compito difficile. A un gruppo è
stato detto che il loro contributo sarebbe stato molto importante e sarebbe stato utilizzato
dagli operatori legali. Per l'altro gruppo era semplicemente un processo. Essere più motivati
a trovare la risposta giusta aumentava la tendenza a conformarsi. Coloro che volevano
essere più precisi si conformavano nel 51% del tempo rispetto al 35% di quelli dell'altro
gruppo
→ Milgram, conformismo e obbedienza: Nel 1961 dallo psicologo statunitense Stanley
Milgram fu condotto un esperimento con lo scopo di studiare il comportamento di individui
ai quali un'autorità scientifica ordinava di obbedire anche in conflitto con i propri valori etici
e morali. L'esperimento cominciò tre mesi dopo l'inizio del processo a Gerusalemme contro
il criminale di guerra nazista Adolf Eichmann. Milgram concepiva l'esperimento come un
tentativo di risposta alla domanda: "È possibile che Eichmann e i suoi milioni di complici
]
stessero semplicemente eseguendo degli ordini?" . L'esperimento consisteva nel far colpire,
anche dietro pressanti sollecitazioni crescenti di uno scienziato, rappresentante dell'autorità,
con una scossa elettrica sempre più intensa, in realtà inesistente, chi commetteva degli
errori e che fingeva di provare grandi dolori.
Nonostante i 40 soggetti dell'esperimento mostrassero di essere recalcitranti a provocare
dolori su individui inermi e protestassero verbalmente, una percentuale considerevole di
questi obbedì pedissequamente allo sperimentatore in vivo contrasto con i propri principi
morali. Questo stupefacente grado di obbedienza, è stato spiegato in rapporto ad alcuni
elementi, quali l'obbedienza indotta da una figura autoritaria considerata legittima, la cui
autorità induce uno stato eteronomico, caratterizzato dal fatto che il soggetto non si
considera più libero di intraprendere condotte autonome, ma strumento per eseguire ordini.
I soggetti dell'esperimento non si sono perciò sentiti moralmente responsabili delle loro
azioni, ma esecutori dei voleri di un potere esterno.
→ L’influenza minoritaria, Moscovici: Secondo la teoria elaborata da Serge Moscovici nel
1976 ed esposta nel libro Social influence and Social change la caratteristica fondamentale
che distingue l'influenza della minoranza da quella della
maggioranza sta nel fatto che la prima può aver luogo solo in
condizioni di antagonismo mentre la seconda può realizzarsi
anche in un contesto collaborativo. Ciò è strettamente
collegato alla nozione di gruppo minoritario, che viene
definito tale non in senso meramente quantitativo ma in
relazione al rapporto di subordinazione nei confronti di un
gruppo dominante, la cosiddetta maggioranza normativa.
La minoranza che voglia diventare influente deve innanzitutto enunciare una posizione
chiara e alternativa rispetto a quella sostenuta dal gruppo dominante e deve poi rimanervi
saldamente fedele, opponendosi per tutto il tempo alle pressioni della maggioranza.
L'unica risorsa che ha a disposizione per affermare la propria posizione è quella di darsi uno
"stile di comportamento" coerente e unanime, capace di attrarre interesse e stima
dall'esterno: ciò significa che da un punto di vista diacronico il comportamento deve essere
ripetuto in modo sistematico e non contraddittorio e da un punto di vista sincronico la
minoranza deve essere compatta nell'espressione della propria posizione.
L’interazione nei gruppi
Si parla di gruppo quando gli individui che ne fanno parte hanno per lo meno la potenzialità
di avere tra di loro delle interazioni, e quando tra i membri vi è un'interdipendenza. Quindi
non è la somiglianza o la diversità che decide se due individui appartengono allo stesso
gruppo, ma l'interazione sociale. Secondo Lewin non è rilevante la grandezza del gruppo,
ma la sua articolazione, pertanto occorrerebbe utilizzare
modelli in scala ridotta dei gruppi sotto esame. Le
definizioni di Lewin però sono molto restrittive e portano a
considerare solo gli aspetti principali dei gruppi,
tralasciando tutte le altre interazioni minime (per Lewin, i
viaggiatori di un aereo non costituiscono un gruppo). Non
sono da intendere gruppi le categorie sociali (donne,
bambini, pensionati, ecc.), ne il pubblico o la folla. Sono
invece gruppi i team, le squadre, i gruppi di lavoro, la
famiglia, le istituzioni (scuola, chiesa, ecc.)
I gruppi sociali sono quindi distinguibili per grandezza (anche una coppia di fidanzati è un
gruppo) e durata (in una famiglia entrano nuovi membri, mentre altri si perdono), per scopi
e valori. La struttura sociale di ogni gruppo si basa sul fatto che ogni membro abbia al suo
interno uno status, ovvero una posizione più o meno duratura, lungo una scala gerarchica.
Secondo la teoria delle aspettative circa lo status, questa collocazione avviene a seguito di
quelle che sono le aspettative del gruppo circa le capacità e le competenze dei singoli
membri. In alcune organizzazioni lo status e i ruoli sono espliciti e definiscono in maniera
chiara i comportamenti possibili. A seguito di