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Una MADRE CHE NON SA RIFLETTERE AL BAMBINO IL SUO Sé, cioè

del bambino, OSTACOLA sia il processo di INTEGRAZIONE sia quello

di PERSONALIZZAZIONE, COMPROMETTE IL SENSO DI

ONNIPOTENZA, DANNEGGIA nel piccolo la fiducia nella propria

CREATIVITA; in una parola, pregiudica la capacità del bambino di

fare esperienza della propria realtà e di entrare autenticamente in

relazione con il mondo degli altri. Ricordiamo che l'assenza di una

relazione con la realtà esterna sarebbe, secondo Winnicott, il

problema centrale della psicopatologia. In caso di imperfezioni e di

fallimenti materni nel processo di rispecchiamento del bambino, il dubbio

dell'amore della madre diventa costante e può spingere l'individuo alla

costante ricerca di "specchi" che lo approvino e lo rassicurino. Al contrario,

una madre che rifletta con esattezza i desideri del bambino, consente a

quest'ultimo di sentirsi in sintonia con se stesso e con i propri bisogni. La

condizione del bambino di sentirsi in sintonia con Sé stesso e con i

propri bisogni diventa un requisito essenziale sia per un soddisfacente

sviluppo delle abilità intellettuali sia per la maturazione della

capacità di essere solo. Quando avviene correttamente il processo di

rispecchiamento del bambino nella madre, il bambino interagisce in un

ambiente in cui si sente libero di muoversi autonomamente, sapendo

di poter contare su una presenza solida; inoltre, è dalla presenza di

un oggetto interno "buono" che consegue la capacità di essere solo. Il

bambino che ha instaurato un rapporto di fiducia nei confronti di un

ambiente sentito benevolo, anticipa in un'età molto precoce la

capacità di essere solo, manifestando di saper essere solo alla

presenza di un'altra persona. La MADRE deve anche saper essere una

PRESENZA NON IMPEGNATIVA, cioè una presenza che non avanza richieste.

Soltanto quando il bambino è solo (cioè: solo alla presenza di qualcuno)

che può scoprire la propria vita personale. In seguito, il bambino,

rinunciando alla presenza esterna della madre, istituisce un

ambiente interno. Se lo stadio dell"'Io sono" fa riferimento a un ambiente

contenitore, capace cioè di proteggere e di fornire sostegno; lo stadio dell"'Io

sono solo", indica un momento evolutivo successivo, poiché comporta nel

bambino la consapevolezza di una madre buona, attendibile e comprensiva,

che continua a esistere anche quando non è fisicamente presente.

In cammino verso la realtà

La madre sufficientemente buona di Winnicott permette al bambino

di sperimentarsi come onnipotente e creatore; questa esperienza,

che fa sentire il bambino in un mondo affidabile, diventa

fondamentale per uno sviluppo soddisfacente e di uno stabile Sé.

Come avviene il cammino verso la realtà

All'inizio la madre risponde nello stesso attimo in cui il

 piccolo sta evocando l'oggetto del bisogno, e, con l'offerta

del seno, suscita il momento dell'illusione. Ciò che la madre deve

proporre, affinché l'illusione insorga, è quella piccola parte del

mondo che il bambino, attraverso lei, riesce a conoscere, dunque

il mondo che è offerto al bambino dalla madre deve essere

comprensibile, vale a dire corrispondente alle sue possibilità di

conoscenza. Winnicott identifica in questa corrispondenza il

fondamento per lo sviluppo del futuro atteggiamento

scientifico.

La perfetta rispondenza della madre ai bisogni del

 bambino gradualmente viene meno e così il piccolo

apprende che il mondo della realtà si sottrae alla sua

onnipotenza creatrice, favorendo una graduale consapevolezza

dei propri limiti e del proprio potere evocativo. Non appena il

bambino concepisce di essere separato dalla madre, la

madre tende a modificare il proprio atteggiamento: è come se

essa ora si rendesse conto che il piccolo non si aspetta più la

situazione in cui c'è una comprensione quasi magica del bisogno.

È come se essa sapesse che l'infante ha acquisito una nuova

capacità: quella di dare un segnale che la guidi a rispondere ai

suoi bisogni.

Qualora non si organizzi uno stato di preoccupazione materna primaria

Una madre che si adatti al bisogno del bambino assicura la sua

 continuità di vita

Una madre che ritardi la sua risposta al bisogno del bambino,

 oppure una madre che anticipi la sua risposta interrompe la

continuità dell'essere del bambino. Le DEFICIENZE MATERNE

generano un'esperienza di ANNICHILIMENTO, ossia si

ripercuotono sul bambino come una MINACCIA ALL'ESISTENZA

PERSONALE DEL SE.

Inizi della coscienza di Sè

Winnicott pone nella fase in cui il bambino acquista la consapevolezza

di essere un'unità, distinguendo il "me" dal "non-me", gli inizi della

coscienza di sé, e quindi di un'identità personale. Nel descrivere la

nascita e l'organizzazione del mondo interno, Winnicott è debitore agli scritti

di Klein: tutto quello che è esperito come buono è conservato, quello invece

che è sentito come cattivo è eliminato. La novità di Winnicott consiste nel

non attribuire ai processi interni un'importanza decisiva nel discriminare

quel che è buono oppure cattivo, considerando egli prioritaria la relazione

che il bambino instaura con gli altri.

Transizione dal principio di piacere (dipendenza assoluta) al principio di

realtà (dipendenza relativa)

Nella fase di passaggio da una condizione di DIPENDENZA ASSOLUTA a una

di DIPENDENZA RELATIVA si può scorgere una transizione dal PRINCIPIO DI

PIACERE al PRINCIPIO DI REALTA. Il passaggio dalla dipendenza assoluta

a quella relativa è una condizione di crescita ed è un passaggio

doloroso per il bambino, poiché il principio di realtà ostacola nel bambino

la spontaneità creativa. Inoltre, tale passaggio presenta il rischio che il

bambino subisca una disillusione che interrompa il senso di continuità

dell'essere. L'iniziale illusione di onnipotenza è per il bambino un'

esperienza reale e affinché sia EVITATA UNA BRUSCA DISILLUSIONE,

Winnicott, tra la realtà interna e la realtà esterna, pone un VISSUTO

INTERMEDIO. Si parla abitualmente di PROVA DI REALTA, e si usa distinguere

tra APPERCEZIONE E PERCEZIONE. Dunque Winnicott postula l'esistenza,

nel bambino piccolo, di uno stato intermedio tra la sua incapacità di

riconoscere e di accettare la realtà e la sua crescente capacità di

farlo: questo stato intermedio rappresenta una zona in cui fantasia e

realtà si mescolano in un'unica realtà in cui il bambino può scoprire

il mondo esterno come "non-me", attraverso atti creativi. Questa zona

intermedia viene anche chiamata SPAZIO POTENZIALE ovvero una zona

posta tra l' onnipotenza allucinatoria e la scoperta della realtà oggettiva.

I fenomeni transizionali

Con il contributo dello spazio potenziale Winnicott offre alla

psicoanalisi il suo apporto più importante. Egli parte dall'osservazione

dell'uso che il bambino fa dapprima del proprio POLLICE e in seguito

dell'ORSACCHIOTTO (orsachiotto definito PRIMO POSSESSO NON-ME), per

arrivare a descrivere un PASSAGGIO dalla mano "maneggiata" nella bocca

alla mano che maneggia un oggetto. Winnicott ha introdotto i termini

oggetto transizionale e fenomeno transizionale per disegnare un'area

intermedia di esperienza tra il pollice e l'orsacchiotto, tra l'erotismo

orale e la vera relazione d'oggetto.

FENOMENI TRANSIZIONALI: In un momento dello sviluppo, che

 può aver inizio intorno ai quattro mesi, il bambino si appropria di

oggetti "diversi-dal me" che sono a portata di mano, come un

lembo di lenzuolo o di coperta, e li porta alla bocca, li

succhia, oppure li stringe durante la suzione del pollice;

egli può anche utilizzarli per accarezzarsi, mentre con la

bocca produce rumori di vario tipo. All'interno di tali

fenomeni si osserva la tendenza del bambino a prediligere un

oggetto che diventa importante soprattutto nei momenti in cui

deve difendersi dall'ansia, come accade quando deve

addormentarsi.

OGETTI TRANSIZIONALI: il bambino durante i fenomeni

 transizionali scopre e usa un oggetto o una copertina

soffice, e questo diventa un oggetto transizionale. Questo

oggetto progressivamente acquista sempre più

importanza. Il bambino vive l'oggetto transizionale come parte

di sé, non separandosene; la sua non disponibilità genera, nel

piccolo, stati di intensa angoscia. Nel caso l'oggetto fosse lavato,

precisa Winnicott, perderebbe il suo valore sia per l'alterazione di

una sua qualità, sia per la sospensione dell'esperienza del

bambino. Non esisterebbero sostanziali differenze tra

maschi e femmine e, in alcuni casi, l'uso degli oggetti

transizionali non è manifesto, oppure è la persona della madre a

essere utilizzata come oggetto transizionale. L'uso dell'oggetto

transizionale non svanisce ma si prolunga, in diverse

forme, in molti aspetti della vita dell'individuo.

La relazione con l'oggetto transizionale assume precise

qualità: L'oggetto diventa un possesso del

 bambino sul quale egli esercita i suoi diritti.

È trattato con amore, ma ciò non

 impedisce che sia smembrato.

Deve sopravvivere alle manifestazioni di

 aggressività.

È insostituibile, salvo che non sia il

 bambino a cambiarlo con un altro

oggetto.

Normalmente ha caratteristiche di

 morbidezza, e ciò offre l'impressione di

emanare calore.

È un oggetto del mondo esterno, ma non

 è sentito tale dal bambino, se pure non sia

un'allucinazione.

Perde con il tempo significato. L'oggetto

 transizionale perde il suo significato in

conseguenza del diffondersi dei fenomeni

transizionali nell'area intermedia di

esperienza, tra realtà psichica interna e realtà

esterna. Winnicott considera la SALUTE come

un'espressione della capacità dell'individuo a

vivere in quest'area intermedia, in cui sogno

e realtà sono felicemente coniugati.

Dunque, l'oggetto transizionale

È un INDIZIO OSSERVABILE della

 TRANSIZIONE da una condizione di fusione tra

"me" e "non-me" a una condizione di

separazione del soggetto dalla realtà,

informa che una RELAZIONE ha avuto INIZIO

 CON IL MONDO ESTERNO

attesta l' avvenuto passaggio dal CONTROLLO

 ONNIPOTENTE, cioè magico, a quello<

Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
15 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/07 Psicologia dinamica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher SoMane2001 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dinamica e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli studi di Torino o del prof Rollé Luca.