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RELAZIONE TRA MADRE-BAMBINO
Scrive Mahler: Per quanto la madre possa adattarsi al figlio e per quanto possa
essere sensibile ed empatica o no, è nostra ferma convinzione che la capacità
adattiva del bambino e il suo bisogno di adattamento (per ottenere
gratificazione) siano assai maggiori di quelli della madre, la cui personalità è
già stabilita in modo solido e spesso rigido. Secondo Mahler diventano importanti i
tratti della personalità della madre, i suoi atteggiamenti e il suo stile di
essere con il bambino. Nuovi ampliamenti al modello pulsionale, pur
lasciando centrale la ricerca di piacere, sono stati così apportati da Margaret
Mahler, nel tentativo di perfezionare il concetto di realtà. Mahler pone
l'accento soprattutto sull'individuo che progressivamente si relaziona con
l'ambiente, "venendo a patti" con la realtà umana.
SVILUPPO INTRAPSICHICO DEL BAMBINO
Mahler fonda la sua visione dello sviluppo all'interno della relazione madre-
bambino. Mahler nell'idea di sviluppo si differenzia rispetto a Freud, per il quale meta
evolutiva resta il conseguimento del primato genitale. Mahler parla di uno sviluppo che
procede da una condizione di fusione simbiotica tra il bambino e la madre fino
all'acquisizione di un'identità stabile e indipendente.
L'intero processo evolutivo è denominato da Mahler PROCESSSO DI SEPARAZIONE-
INDIVIDUAZIONE, oppure di NASCITA PSICOLOGICA e comprende il periodo che va dal
quinto mese di età fino al trentesimo-trentaseiesimo mese. La nascita psicologica
dell'individuo chiamata processo di separazione-individuazione consiste
nell'instaurarsi di un senso di separazione da, e di rapporto con, un mondo
di realtà che riguarda soprattutto l'esperienza del proprio corpo e l'oggetto
di amore primario.
Con il termine di SEPARAZIONE si fa riferimento alla differenziazione
del bambino dalla madre. Il neonato, immerso nella madre in uno
stato di fusione, ne emergerebbe progressivamente.
Con il termine di INDIVIDUAZIONE si fa riferimento alla formazione
dell'individuo in seguito all'assunzione di caratteristiche specifiche
e proprie.
CONFLITTO NEL BAMBINO
Il bambino di Freud è in conflitto a causa delle opposte richieste che lo sollecitano:
pulsionali, da un lato, sociali, dall'altro. Con Mahler il bambino acquista la dimensione
di un essere umano in lotta per emanciparsi dalle cure materne e diventare individuo
con un'identità. Il conflitto, in Mahler, si sprigiona tra due desideri: l' aspirazione ad
esistere libero e svincolato dai primitivi oggetti d'amore, l'altro desiderio è avvertito in
senso opposto, come una spinta a rifondersi con l'oggetto, restaurando la condizione
primitiva. In questo processo, i genitori assumono un ruolo di grande importanza.
LA FIGURA DELLA MADRE
Negli scritti di Mahler, la madre non è un semplice oggetto libidico, ma è un
oggetto dotato di personalità, che ha una importante ripercussione sullo
sviluppo del bambino. Tuttavia, per Mahler i ruoli assunti dai genitori continuano
a dipendere dagli investimenti sia libidici sia aggressivi del bambino.
I LAVORI SULLE PSICOSI INFANTILI
Gli interessi di Mahler nei suoi primi lavori sono rivolti alle psicosi infantili;
pertanto la sua attenzione si è focalizzata sui processi che descrivono il percorso
evolutivo libidico e relazionale del bambino, contrassegnato progressivamente
dalla consapevolezza di "essere separato" dalla madre, fino alla formazione
dell'identità e all'acquisizione del senso di un Sé autonomo. Mahler, nello
studio delle sindromi autistiche e simbiotiche, ha notato non soltanto
l'incapacità del bambino di adattarsi agli stimoli materni, ma anche
l'impossibilità di sperimentare una separazione, cioè di uscire da "un'orbita
simbiotica". Secondo Mahler questi bambini non hanno la capacità di usare la
madre come orientamento nel mondo della realtà.
Il bambino autistico mostra paura di fronte a un'intrusione
materna, esprimendo difficoltà a stabilire qualunque forma di
rapporto.
Il bambino con sindrome simbiotica si comporta come se si trovasse
immerso nella madre, oppure come se la madre fosse una parte di
sé, mostrando incapacità a staccarsi da lei: in questo caso, la madre non
è un oggetto né distinto né esterno. Lo stato simbiotico indica una
condizione intrapsichica in cui manca il senso della propria entità e
quindi dell'identità.
Nell'autismo infantile e nella psicosi simbiotica è assente il senso di
consapevolezza, seppur primitivo, del proprio essere. Dallo studio di tali
psicopatologie Mahler ha concepito la sua visione di sviluppo ordinario, ipotizzando
che la normale separazione-individuazione sia il primo requisito cruciale per lo
sviluppo del senso d'identità.
FASI DELLO SVILUPPO INTRAPSICHICO DEL BAMBINO
FASE DI AUTISMO NORMALE,
1. corrispondente allo stadio di
"narcisismo primario". Questa prima fase corrisponde alla condizione
psicologica del bambino nelle prime settimane di vita e per
spiegarla Mahler ricorre all'analogia proposta da Freud
dell'uccellino rinchiuso nel guscio del proprio uovo: il neonato
funziona come un sistema chiuso, ed è indifferente agli stimoli
esterni. Gli organi di senso nelle prime settimane di vita del
neonato non opererebbero, e ciò costituirebbe una vera barriera
protettiva contro le sollecitazioni dell'ambiente. Soddisfare i bisogni,
riducendo la tensione, costituirebbe, durante le prime settimane di vita, la
più importante funzione psichica. L'esperienza del neonato è, dunque,
concentrata nel mantenere, o nel ristabilire, il proprio equilibrio
omeostatico, mediante meccanismi fisiologici. Il neonato, tuttavia,
mostra alcune sensibilità agli stimoli esterni che generano
risposte; su queste sensibilità fluttuanti agisce l'agente di cure
materne che, contrastando l'innata tendenza alla "regressione
vegetativa", favorisce i contatti con l' ambiente e ne promuove la
consapevolezza. Intorno alla quarta settimana, il bambino diventa
più vigile e sensibile agli stimoli esterni, acquistando una vaga
consapevolezza della figura materna. In questa fase il bambino e la
madre formano un sistema unitario, un'unità duale.
FASE SIMBIOTICA NORMALE
2. a partire dal secondo mese di vita
compare la risposta del sorriso alla forma del volto umano. Il termine
SIMBIOSI designa lo stato di fusione somatica e psichica tra l'Io del
bambino e la madre. Secondo Mahler, nei casi di grave disorganizzazione
intrapsichica, chiamati psicosi simbiotica infantile, lo stato di fusione
del bambino con la madre regredirebbe l'Io. Durante questa fase si
depositano le prime tracce mnestiche riferite alle qualità di
piacevole, doloroso, buono, cattivo. Nella fase simbiotica normale le
immagini del Sé corporeo e psichico e le immagini della madre
emergono dalle tracce di sensazioni emotive (o isole mnestiche)
collegate alle rispettive percezioni. Con la maturazione delle funzioni
autonome dell'Io, in particolare delle possibilità mnemoniche, hanno
inizio le prime forme dell' organizzazione dell'esperienza del
bambino. Secondo Mahler la simbiosi è ottimale quando la madre
permette e favorisce il contatto visivo con il bambino, specialmente
mentre lo allatta al seno o col biberon, mentre gli parla o canta. Secondo
Mahler, soltanto a partire dalla fase simbiotica normale è possibile parlare
in termini psicologici del bambino: con la risposta del sorriso il bambino
inizia a percepire l'oggetto della soddisfazione dei suoi bisogni, sebbene sia
ancora compreso nell'unità duale simbiotica. Gradualmente, il bisogno
si trasforma in desiderio affettivo di legame con l'oggetto. Importanti
per la formazione del nucleo del Sé sono le sensazioni interiori del
bambino, che si depositano, qualificando la "sensazione del Sé",
fondamento del "senso d'identità". Autismo e simbiosi sono
precursori necessari affinché s'inneschi il processo di separazione-
individuazione.
3. FASE DI SEPARAZIONE-INDIDIVUAZIONE
a. SOTTOFASE DELLA DIFFERENZIAZIONE (è la prima
sottofase del processo di separazione-individuazione) si
sviluppa intorno ai cinque mesi di età. In questa fase si
instaura il sorriso specifico, cioè preferenzialmente rivolto
al viso materno, che è prova del legame che si è stabilito
tra il bambino e la madre. Il bambino è più attivo e
partecipante: inizia a esplorare il proprio corpo come
quello della madre, tirandole i capelli e toccando le varie
parti del suo viso. L' esplorazione sia visiva sia tattile dei
volti avviene anche con le altre persone come a voler
paragonare il viso materno a quello di altre persone.
Quando il bambino sviluppa familiarità con il volto
materno da gioioso diventa serio alla presenza di volti
non familiari. Indicativi sono gli sforzi che un bambino
tenuto in braccio compie per allontanare il proprio corpo
da quello della madre, come se volesse sporgersi e
guardare meglio intorno a sé. Nella prima fase di
separazione individuazione nel bambino è emersa la
consapevolezza di una distinzione tra sé e la madre. Egli
è come "emerso", trovandosi in un mondo da esplorare e pieno
di oggetti che affascinano. In questa fase il bambino è in grado
di distinguere tra sé e oggetto ed è in grado di discriminare tra
la madre e gli altri, come dimostra la reazione di fronte agli
estranei. Mahler non concorda con Spitz, secondo cui intorno ai
sei mesi comparirebbe l'angoscia nei confronti degli estranei.
Mahler sostiene che l'angoscia si manifesterebbe soltanto nei
casi in cui il bambino non abbia sviluppato una positiva fiducia
di base; al contrario, in caso di esperienze soddisfacenti con la
figura materna, si manifesterebbe soprattutto un
comportamento esplorativo motivato dalla curiosità. Il
prolungarsi della fase simbiotica può ritardare la
sottofase di differenziazione. In uno sviluppo ottimale,
non appena è raggiunta la capacità motoria, il bambino
tenta di scivolare giù dalle ginocchia della madre,
sostando oppure giocando ai suoi piedi. La conquista della
locomozione, tuttavia, non comporta necessariamente la
consapevolezza nel bambino di essere separato dalla madre.
SOTTOFASE DELLA SPERIMENTAZIONE (è la seconda
b. sottofase del processo di separazione-individuazione)
che comprende due distinti periodi, ognuno inaugurato dalla
comparsa di n