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DIFFERENZIAZIONE A UNA CONDIZIONE DI DIFFERENZIAZIONE DALLA
MADRE. Il neonato, nascendo ricreerebbe con la madre una
situazione di fusione a livello psicologico, come se entrasse in un nuovo
ambiente formato dalle capacità empatiche del caregiver. Gli scambi
affettivi fra madre e bambino costituiscono il primo "sistema di
comunicazione", inaugurando ogni movimento evolutivo.
La madre per il bambino
La MADRE diventa per il bambino un vero AMMINISTRATORE DEL SUO
SISTEMA PERCETTIVO. La MADRE funziona quindi come un "IO AUSILIARIO",
regolando l'afflusso di stimoli e governando le esperienze. Stimoli privi di
significato si trasformano grazie agli schemi interattivi tra madre e
bambino, in segnali provvisti di senso. Secondo Spitz la madre invia
"segni e segnali" usando un "SISTEMA SENSORIALE TOTALE", cioè attraverso
il ritmo, il contatto, la pastura, la tensione del proprio corpo. Senza questo
dialogo, "il bambino non è capace di vita". La "BUONA" MADRE deve dunque
essere in grado di ENTRARE EMPATICAMENTE in contatto con le esigenze del
suo BAMBINO. Si prefigura così la madre capace di adattamento al suo
bambino, qual è descritta da Winnicott. Nella ripetizione, ossia nella
sequenza azione-reazione-azione delle relazioni madre-bambino, il
bambino gradualmente arriva a identificare e a distinguere le
differenti sensazioni e, infine, a riconoscere, con il formarsi delle prime
tracce mnestiche, segnali ed esperienze. In questo modo, Spitz
aggiunge al classico sviluppo psicosessuale dominato dalle vicissitudini della
libido e della scarica pulsionale, lo sviluppo di una crescente
organizzazione delle funzioni dell'lo, con riferimento alla relazione
con l'oggetto libidico.
Capacità dell’Io si dispiegano in una sequenza di livelli di integrazione
Spitz propone un nuovo progetto in cui le capacità dell'lo si
dispiegherebbero, nel progressivo costituirsi delle relazioni oggettuali, in una
sequenza di nuovi livelli d'integrazione. Ogni livello, o stadio, presenta una
specifica strutturazione delle funzioni dell'lo; in altre parole, si assiste alla
comparsa di precisi comportamenti, definiti INDICATORI, la cui apparizione
rivelerebbe l'avvenuta formazione di ORGANIZZATORI PSICHICI, che
segnano momenti di svolta evolutivi critici.
Il principio di costanza
Spitz elabora il suo modello evolutivo facendo riferimento al PRINCIPIO DI
COSTANZA, secondo cui scopo dell'apparato psichico è di mantenere la
TENSIONE DELL'ENERGIA VICINO AL LIVELLO ZERO. Ogni ECCITAZIONE
provoca UN'AZIONE finalizzata alla RIDUZIONE DEL LIVELLO DI
TENSIONE DELL’ENERGIA, fino alla quiescenza. Questo comporta che tra
MATURAZIONE E CAMBIAMENTI dovuti allo sviluppo vi sia una SINCRONIA.
Nel caso si manifestino ASINCRONIE tra questi due processi, si avrebbe un
PERIODO CRITICO, in cui le azioni utilizzate per scaricare l'energia non
sarebbero più efficaci. Tale condizione spingerebbe il soggetto a ELABORARE
NUOVE STRATEGIE, sia per scaricare la tensione accumulata, sia per
ristabilire l'equilibrio e un nuovo livello di sincronia. Gli ORGANIZZATORI
EMERGEREBBERO in concomitanza dell'apparizione delle asincronie,
stimolando l'organizzazione psichica a elaborare NUOVE CONDOTTE
ADATTIVE. Il bambino viene dunque al mondo in uno stato di non-
differenziazione, e questo comporta l'assenza di oggetti e l'inesistenza
di relazioni oggettuali, elementi che si svilupperanno nel primo anno
di vita, con la costituzione dell'oggetto libidico.
Spitz individua, in questo processo evolutivo, tre stadi dell'organizzazione
psichica STADIO PREOGGETTUALE:
Lo stadio preoggettuale coincide con la fase, denominata da Freud,
del narcisismo primario. Il bambino non si differenzia
dall'ambiente, e le sue funzioni non sono ancora psicologiche
ma fisiologiche; non percepisce alcun oggetto del mondo
esterno e le sue prime sensazioni sono cenestetiche, ossia
riferite all' equilibrio e alla sensibilità profonda. Il segnale di
nutrizione è pertanto riconosciuto soltanto nel momento della
fame. Verso la fine del secondo mese, il bambino, nei momenti
di fame, mostra di percepire la persona che gli si avvicina: si
calma e inizia a muovere la bocca. Per la prima volta, il neonato
risponde a uno stimolo "esterno". Il suo primo interesse si
sviluppa per il volto umano, seguendolo con gli occhi nei suoi
movimenti, mentre non mostra concentrazione per altri oggetti. Il
volto della figura materna costituisce il più antico segnale
depositato nella memoria del bambino.
STADIO DELL'OGGETTO PRECURSORE:
Lo stadio dell'oggetto precursore segna il passaggio dallo stato
di non-differenziazione delle sensazioni della percezione di
contatto alla condizione delle percezioni a distanza. A
favorire il passaggio è la persistenza delle tracce mnestiche,
che rendono possibile il riconoscimento di configurazioni
rappresentative. Inoltre, vi è la comparsa del PRIMO
ORGANIZZATORE, che si manifesta mediante L'INDICATORE
DELLA RISPOSTA DEL SORRISO, che è anche la prima risposta
sociale del bambino. Nella risposta prodotta dal bambino al
volto dell'adulto, si può identificare il primo indizio di un
comportamento attivo, poiché tale risposta è rivolta a un
oggetto ed esprime un'intenzionalità. Il lattante reagisce col
sorriso al viso umano a condizione che l'adulto gli presenti il
viso di fronte, in modo che gli occhi siano ben visibili; inoltre il
viso deve essere in movimento. Questo SORRISO, che
compare INTORNO AL TERZO MESE, è chiamato
INDIFFERENZIATO, poiché il bambino risponde non a uno
specifico volto, ma piuttosto a un'immagine anche
disegnata, purché siano tracciati gli occhi, il naso e la bocca. Il
bambino, dunque, non riconosce l'oggetto libidico, che
nutre e protegge, ma una semplice forma (gestalt), priva di
qualità essenziali. "Per queste ragioni abbiamo chiamato
questa gestalt oggetto precursore". Il bambino, se pure non
riconosca la persona che si prende cura di lui e non la
distingua dalle altre immagini, inizia a percepire in modo
discriminativo e, in particolare, avvia con la madre una nuova
forma di dialogo, che da biologica diviene esperienza
sociale. Possiamo vedere nell'indicatore del sorriso un primo
movimento verso la realtà e l'evocazione o l'anticipazione di
una situazione gratificante. Spitz osserva nella RISPOSTA DEL
SORRISO la formazione di UN IO RUDIMENTALE, capace di
operare una prima integrazione di diverse linee evolutive,
come percezione, memoria, attenzione. In questa nuova
struttura psichica si può collocare l'inizio del pensiero, delle
relazioni sociali e della capacità di entrare in empatia con l'altro.
Uno dei comportamenti più importanti che il bambino manifesta in
questo periodo - e che segna il passaggio dalla passività
all'attività - è l'imitazione in forma Iudica dei propri suoni. Il
bambino riproduce i suoni che lui stesso ha provocato, facendo eco
a sé stesso. DOPO IL TERZO MESE e quindi dopo la risposta del
sorriso all'avvicinarsi dell'adulto, segue che il bambino manifesta
dispiacere quando l'adulto si allontana. Le esperienze di
gratificazione legate alle tracce mnestiche dell'oggetto gratificante
renderanno, INTORNO AL SESTO MESE DI VITA, il bambino
consapevole di una persona specifica, con le qualità
dell'oggetto libidico. Il bambino non sorride più a tante le
persone, ma distingue la madre da tutte le altre. Di fronte
alla persona estranea, infatti, il bambino adotta un
comportamento originale: mostra timidezza, abbassa gli occhi,
si nasconde sotto una copertina, attivamente respinge
l'intruso fino a ricorrere al pianto disperato. Questo
fenomeno è chiamato da Spitz L'ANGOSCIA DEGLI OTTO MESI.
L'angoscia dell'ottavo mese, o angoscia dell'estraneo, è il
nuovo indicatore, testimone di avvenuti cambiamenti
interni e di una rinnovata organizzazione psichica. Poiché il
bambino non evita l'estraneo a causa di un'esperienza precedente
sgradevole, la ragione del suo comportamento è da Spitz
attribuita alla delusione del piccolo di non rivedere la
madre. Il SECONDO ORGANIZZATORE PSICHICO, indicato dal
COMPORTAMENTO D'ANGOSCIA, manifesta il consolidamento
di una vera relazione d'oggetto.
1. STADIO DELL'OGGETTO PROPRIAMENTE DETTO:
Il riconoscimento della madre e la preferenza mostrata nei
suoi confronti dimostrano che la madre è diventata l'oggetto
libidico. La madre è ora la persona con qualità specifiche e
con la quale il bambino ha instaurato un rapporto di assoluta
preferenza. Sono gli scambi attivi e intenzionali che
avvengono tra madre e bambino ad arricchire l'Io, con
l'attivazione delle sue funzioni, e a delimitarlo rispetto all'Es e
al mondo esterno. In particolare, tra madre e bambino si
stabiliscono nuove forme relazionali e un diverso modo di
comunicare. Con io sviluppo delle ABILITÀ DI LOCOMOZIONE,
l'esperienza tattile si riduce, e ai messaggi comunicati dalla madre
per contatto fisico subentrano forme di comunicazione a
distanza. La madre, infatti, di fronte all'indipendenza del bambino
ricorre sempre di più ai gesti e alle parole, soprattutto per
limitare la sua intraprendenza. Cambiano dunque gli scambi fra
madre e bambino, e muta la loro relazione. La madre non è più
disponibile come prima ad appagare tutti i bisogni del
piccolo, ma ne impedisce le iniziative, impartendo ordini e
soprattutto proibizioni. Per Spitz, il segno di diniego,
accompagnato dalla parola "No!", rappresenta il primo concetto
astratto che si cristallizza nella vita mentale del bambino. Inoltre,
costituisce l'indicatore della formazione del TERZO
ORGANIZZATORE PSICHICO. Il bambino, infatti, si appropria,
INTORNO AI QUINDICI MESI, dei movimenti di DINIEGO E DEL
SEGNO DEL "NO!" compiuti dalla madre. Il "No!" materno è
un'aggressione che sospende l'azione del bambino,
causando dispiacere e conflitto; tuttavia, a provocare
dispiacere è I' oggetto libidico, per cui al bambino, per uscire
da una situazione penosa, non resta che identificarsi
all'aggressore, cioè alla madre, imitando i gesti e dicendo,
a propria volta: "No!". In questo modo, egli si appropria dei
primi simboli semantici condivisibili con l'adulto. Non è
insolito osservare bambini che, in seguito all'identificazione
all'oggetto libidico frustrante, rivolgano la loro
aggressività, con attacchi diretti, contro oggetti del mon