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FROMM
Freud e Marx
Visione che Fromm ha di Sigmund Freud
Fromm presenta Sigmund Freud come un pensatore radicale che ha
superato i confini del pensiero del suo tempo, un pensatore tuttavia
profondamente radicato nei pregiudizi e nella filosofia del suo
periodo storico e della sua classe.
Freud e la società borghese
Freud certamente non rivoluzionò i presupposti ideologici della
società borghese e non rifiutò il suo ordinamento sociale, al contrario
riteneva che quel tipo di società borghese e capitalistica fosse la
più evoluta, e non un'espressione di struttura sociale fra molte altre.
Visione dell'uomo in Freud prima del 1920
La visione dell'uomo in Freud è sostanzialmente quella illuministica,
cioè di un uomo macchina generato dalla forza della materia, secondo
il dogma del materialismo borghese, e quindi fisiologicamente
governato. Secondo Freud i fenomeni psichici, pertanto, sarebbero
produzioni di processi fisiologici, e la sessualità costituirebbe l'anello
di congiunzione tra fisiologia ed energie psichiche. L'uomo di Freud
è mosso da oscure forze biologiche nell'insaziabile tentativo di
soddisfare gli impulsi libidici e aggressivi ed egli ha bisogno degli
altri, per soddisfare tali impulsi, dunque è anche un essere sociale.
Secondo Freud l'uomo per natura è privo di legami, egli è costretto per
soddisfare le sue necessità a creare relazioni con il prossimo, e di
conseguenza è indotto a rinunciare a gran parte dei suoi impulsi,
accogliendo le richieste della società.
Visione dell'uomo in Freud dopo il 1920
La concezione dell'uomo tende a mutare in Freud intorno al 1920.
Dopo tale periodo al conflitto tra esigenze istintuali ed esigenze sociali si
sostituisce il conflitto tra istinti di vita e istinti di morte. Da un lato,
in Freud abbiamo l'uomo dominato da forze inconsce che determinano il
suo comportamento, dall'altro, l'uomo che non può sfuggire al bisogno
di distruggere, perché la tendenza distruttiva è radicata nella sua
costituzione biologica. La visione dell'uomo come creato dai propri
processi chimico-fisiologici, suggerisce a Freud di cercare nell'uomo
stesso sia le cause del proprio male di vivere sia la cura. Il male
dell'uomo è la potenza dell'irrazionalità, la cura è nel potere della
ragione in quanto capace di comprendere l'irrazionalità rendendo
conscio l'inconscio. La civiltà è fondata sulla repressione dei desideri
istintuali, e in definitiva sulla nevrosi.
Visione dell'uomo in Fromm
Fromm propone una diversa concezione dell'uomo: quella di un individuo
che vive in gruppo e nel gruppo forma la propria personalità con valori e
conoscenze condivise. Il suo funzionamento psichico risulta condizionato
non esclusivamente da forze inconsce ma anche, in un'ottica marxista, dal
momento storico, dai principi economici, dall'organizzazione sociale e
culturale.
Uomo in Freud vs uomo in Fromm
All'uomo di Sigmund Freud, espressione della logica del capitalismo, Fromm
affianca l'immagine dell'uomo di Karl Marx, e secondo tale concezione Freud
avrebbe parlato non dell'uomo naturale ma dell'uomo alienato, o estraniato,
cioè di un uomo quale espressione di precise forze sociali.
Concetto di alienazione, Hegel
Il concetto di alienazione risale al filosofo Friedrich Hegel: l'uomo
sarebbe diventato estraneo a se stesso, sperimentandosi non più come
soggetto delle proprie azioni ma ritrovandosi soltanto in quel che
produce, dunque l'uomo non sarebbe più in contatto immediato con
se stesso ma soltanto mediante gli oggetti creati.
Concetto di alienazione, Marx
Marx estende il concetto dell'alienazione al MONDO DEL LAVORO: il
prodotto del lavoro è estraneo a chi lo produce. L'alienazione
dell'operaio nel suo prodotto significa non solo che il suo lavoro
diventa un oggetto, qualcosa che esiste all'esterno, ma che esso esiste
fuori di lui, indipendente da lui, a lui estraneo, e diventa di fronte a
lui una potenza per sé stante; significa che la vita che egli ha dato
all'oggetto, gli si contrappone ostile ed estranea. Nell'alienazione del
lavoro, l'uomo si estranea sempre più da se stesso, dagli altri e dalla
stessa vita. All'origine del disagio psichico non ci sarebbero i desideri
istintuali o gli impulsi distruttivi, ma malattia dell'uomo diventa
l'alienazione da sempre presente in tutte le società ma
particolarmente sviluppata nella classe operaia del sistema
capitalistico. La cura non è nella comprensione e nel controllo
dell'inconscio, rafforzando il debole Io mediante la terapia psicoanalitica, ma
è nel SOCIALISMO nel cui sistema l'uomo diventa soggetto delle
proprie forze. Marx parla di ESSENZA DELL'UOMO che non coinciderebbe
più con quel che l'uomo esprime di sé, anzi tal espressione sarebbe una
forma alterata e modificata della vera natura umana.
Società capitalistica Freud vs società capitalistica Marx
Se dunque per Freud la società capitalistica a lui contemporanea
rappresentava la forma più alta e più sviluppata di struttura sociale, per
Marx è il capitalismo che ha esasperato al massimo grado la malattia
dell'uomo, cioè la paralisi psichica provocata dall'alienazione. La psicologia
dinamica di Marx è basata sulla supremazia della relazione dell'uomo col
mondo, con gli altri e con la natura, e contrasta con quella freudiana, basata
sul modello di un uomo isolato.
Marx istinti costanti e istinti relativi
Marx distingue gli istinti in:
1. Istinti costanti, cioè fissi: possono subire trasformazioni per
l'azione delle condizioni sociali nella forma e nella direzione ma
non nella natura. Un esempio sono sesso e fame, che sono due
istinti che non variano.
2. Istinti relativi: non hanno un'origine naturale dunque non sono
qualità della natura umana ma sono generati dall'organizzazione
sociale. Un esempio è l'impulso dell'avarizia (o appetito relativo)
che è causato da una specifica struttura sociale, come quella
capitalistica.
Impulso e passone in Marx
In Marx, l'IMPULSO è inteso non come tensione che cerca un oggetto in
vista della scarica, ma come propensione alla lotta per raggiungere
uno scopo. L'uomo è dotato di facoltà tese alla conquista
dell'oggetto con cui entrare in contatto. L'impulso è principalmente
radicato nel bisogno dell'uomo di esprimere le proprie facoltà nei
confronti del mondo, piuttosto che nel suo bisogno di usare il mondo per
soddisfare le proprie necessità psicologiche. In ogni facoltà umana è
insita dell'energia che vuole esprimersi: le facoltà umane si
esprimono come passione, vale a dire come lotta sotto l'aspetto di
tendenza, di capacità, o di impulsi. Le facoltà umane sono in
relazione con il mondo della natura in modo attivo, cioè passionale.
Gli impulsi dell'uomo esprimono una necessità interna dell'uomo di
essere in relazione con gli altri e con la natura. Se il rapporto con gli
altri e con la natura è privo di PASSIONE, cioè se l'uomo non è in
relazione con l'oggetto in modo attivo, allora avviene la perdita di se
stesso, della sua natura umana, disumanizzandosi. L'uomo, per
essere umano, ha bisogno di essere in relazione con il mondo, e per
funzionare in modo umano deve far riferimento a una precisa
struttura sociale. L'uomo per svilupparsi completamente deve poter
soddisfare non una singola passione: dipende dalle circostanze di vita
se egli ha la possibilità di svilupparsi come uomo completo, oppure
di sviluppare una sola qualità diventando un individuo mutilato. La
malattia mentale è considerata da Marx come il predominio (cioè
alienazione) di una passione. Secondo Marx se tu ami senza suscitare
una amorosa corrispondenza, cioè se il tuo amore come amore non
produce una corrispondenza d'amore, se non fai di te stesso un uomo
amato, il tuo amore è impotente, è un'infelicità.
Divisione di Marx in bisogni naturali, genuini, utili VS i bisogni immaginari,
assoggettanti, dannosi
Marx distingue tra:
1. Bisogni naturali, genuini, utili:
2. Bisogni immaginari, assoggettanti, dannosi: sono bisogni
creati nell'uomo artificialmente da parte di altri.
La psicoanalisi freudiana, secondo Fromm, non avrebbe mai potuto fare una
distinzione tra bisogni umani e disumani, poiché il suo modello di uomo è
"l'uomo alienato" i cui bisogni sono indotti dallo sviluppo industriale, dunque
secondo Fromm nella visione di Freud l'aumento del numero dei bisogni è
considerato indice di progresso.
Confronto tra Freud e Marx nel rapporto con l'oggetto, cioè con l'altro
1. In Freud, la sessualità è al centro delle relazioni umane per
il suo carattere di estremo piacere come fonte ispiratrice
dei comportamenti dell'individuo
2. In Marx, centrale è il concetto di amore nel rapporto
dell'uomo con il mondo esterno. Fromm, interpretando il
pensiero di Marx, scrive che la relazione dell'uomo con la
donna è la relazione più naturale di un essere umano con un
altro essere umano. Marx individua, secondo Fromm,
nell'Eros, di cui la sessualità è una manifestazione, la passione
fondamentale dell'uomo. Con il termine Eros, precisa
Fromm, Marx intende la specifica attrazione maschio-
femmina ed Eros e l'amore della vita sono le due pulsioni
centrali dell'uomo non alienato. L'uomo libero di
esprimere la propria natura umana, vale a dire non
costretto in strutture sociali in cui governa l'avidità,
realizzerebbe l'amore per la vita. Quel che l'uomo vive a
livello di coscienza è il prodotto di precise condizioni
economiche e sociali.
Confronto tra Freud e Marx riguardo alla guarigione, prendere coscienza
3. Marx NON aveva interesse per la guarigione
o dell'individuo, o meglio per le masse degli individui
alienati dal sistema sociale che si stava affermando in
Europa.
prendere coscienza di una realtà disumanizzante
o rappresentava l'unica via per trasformare la
società in modo che si ponesse in una relazione
umana con l'uomo.
4. Freud aveva interesse per la guarigione dell'individuo.
o prendere coscienza era condizione per un
o cambiamento sul piano individuale.
Pareri di Fromm riguardo a mancato riconoscimento di Marx e i limiti di
Freud 5. Secondo Fromm quand