Anteprima
Vedrai una selezione di 20 pagine su 92
Appunti di Psicologia dinamica Pag. 1 Appunti di Psicologia dinamica Pag. 2
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Psicologia dinamica Pag. 6
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Psicologia dinamica Pag. 11
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Psicologia dinamica Pag. 16
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Psicologia dinamica Pag. 21
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Psicologia dinamica Pag. 26
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Psicologia dinamica Pag. 31
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Psicologia dinamica Pag. 36
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Psicologia dinamica Pag. 41
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Psicologia dinamica Pag. 46
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Psicologia dinamica Pag. 51
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Psicologia dinamica Pag. 56
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Psicologia dinamica Pag. 61
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Psicologia dinamica Pag. 66
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Psicologia dinamica Pag. 71
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Psicologia dinamica Pag. 76
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Psicologia dinamica Pag. 81
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Psicologia dinamica Pag. 86
Anteprima di 20 pagg. su 92.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Appunti di Psicologia dinamica Pag. 91
1 su 92
D/illustrazione/soddisfatti o rimborsati
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Estratto del documento

Nota Bene

51 - nella K. c'è un passaggio dal concetto di desiderio al concetto di angoscia: per F. il motore della vita psichica è il desiderio, per la Klein è l'angoscia. È uno spostamento radicale perché non è una questione filosofica ma cambia il modo in cui incontro il pz in seduta.

L'analisi (non solo con i bb) non ha una finalità pedagogica con i bb: la cura e il prendersi cura non ha nulla a che fare con l'educazione. Anche questo dispone la figura e il ruolo dell'analista in un altro modo.

La Klein, per prima, ha l'intuizione di occuparsi dei bb molto piccoli sostituendo le libere associazioni dell'adulto con il gioco: usa come tecnica privilegiata dell'analisi infantile il gioco.

A seguito di diversi tentativi, elabora così il setting pensato per l'analisi infantile: "Nel 1923 la Klein aveva già perfettamente elaborato i principi dell'analisi infantile."

Apprestò uno scenario adeguato ai bb. Le sedute analitiche del bb dovevano aver luogo regolarmente, in tempi ben definiti (50 min ogni volta per 5 volte alla settimana). L'attrezzatura della stanza era stata specificatamente pensata in funzione del bb. Doveva contenere soltanto mobili semplici e lisci: un tavolino e una sediolina per il bb, la poltrona per l'analista e un piccolo divano. Parete e pavimento dovevano essere lavabili. Ogni bambino poteva disporre di una scatola di giocattoli esclusivamente per sé da usare durante il trattamento e comprendeva casette, figure umane (maschili e femminili e preferibilmente in due misure), animali domestici e selvaggi, materiale accessorio come forbici, pezzi di corda, matita, carta plastilina e la camera doveva poi essere fornita di un lavabo. La scelta dei giocattoli è importante perché il libero gioco del bb è l'equivalente delle libere associazioni dell'adulto (il bb non sa esprimere).

Ciò che sente quindi non è possibile pensare alla parola come principale strumento e veicolo di significati nella comunicazione, ma le azioni che il bb fa attraverso i personaggi scelti nel gioco sono il corrispettivo delle libere associazioni). I giocattoli non devono suggerire un gioco prestabilito. Come nell'analisi dell'adulto l'analista non deve influenzare il tema delle associazioni, non deve influire sul tema del gioco nel bambino. Le figure umane debbono essere di due misure per rendere più facile la rappresentazione dei ruoli di adulto e bb, ma non devono indicare nulla di specifico. Pare che giocattoli molto piccoli si prestino particolarmente all'analisi del gioco, forse perché la piccolezza li rende adatti a rappresentare il mondo interno. Winnicott, nel presentare lo scritto della K. sulla tecnica del gioco alla società psicoanalitica britannica, disse che considerava l'innovazione di utilizzare giocattoli piccoli.

introdotta dalla Klein, il più significativo progresso nell'analisi infantile. I giocattoli piccoli permettono al bb di esprimersi liberamente perché può servirsene nel modo più aderente alla sua fantasia". Nella psicoanalisi dei bb, la Klein dice che anche un bb molto inibito nel gioco darà un'occhiata ai giochi, li registrerà e noterà e come in cui si avvicinerà o non ad essi darà modo di gettare uno sguardo d'insieme sulla sua vita psichica. Ebbe questa idea rivoluzionaria: il bb esprime il suo mondo interno attraverso ciò che fa nel gioco, attraverso il modo in cui si approccia al contesto e agli elementi presenti nel setting. Il significato dell'inibizione del gioco sta nel fatto che il bambino inibito non può esprimere liberamente la sua fantasia poiché imbrigliato da una forte angoscia che non gli consente di esprimere liberamente la sua vita psichica. NB: non possiamochiedere a un bambino di associare liberamente. È importante riflettere sul fatto che la K. si sia adattata ai pz che intendeva trattare. W. ne farà un principio teorico, ma la Klein ha mostrato un'apertura e una flessibilità perché estende il metodo adattandosi al funzionamento psichico dei suoi piccoli pazienti. Scopo dell'analisi era quindi quello di liberare l'immaginazione e la vita fantasmatica del bambino attenuandone l'angoscia e consentirgli di esprimere più liberamente e con più efficacia la sua vita psichica. Solamente interpretando l'angoscia espressa dal bambino nel gioco si può ottenere una maggiore libertà di espressione della fantasia. Scopo dell'analisi era legare l'analisi alla realtà: rendere più aderente la vita di fantasia del bb alla realtà. L'analisi fa esperienze con i bb, ma si addentra anche nell'analisi di pz adulti psicotici, che finoad allorasi pensava che l'analisi non potesse raggiungere e non potesse occuparsene poiché al tempo si riteneva che il pz psicotico non potesse sviluppare un transfert e quindi investire libidicamente l'analista perché troppo immerso in una condizione di narcisismo (che non prevede la presenza e il contatto con l'oggetto). La Klein scardina anche questo e si avvicina anche all'analisi di psicotici, schizoidi, paranoici, maniaco-depressivi e si addentra in un territorio dell'analisi e della psiche che non era stato pensato in quel modo. Tutta la teoria della Klein riguarda il primo strutturarsi dell'Io, quindi si concentra soprattutto sull'analisi degli stati primitivi della mente, nella ferma convinzione che sia i bb che gli psicotici si potessero e si dovessero analizzare. Elabora un impianto teorico che eredita da Freud ma che modifica creativamente. All'interno di questo impianto teorico ci sono alcuni concetti fondamentali e

Utili per orientarsi nel suo sistema teorico-clinico. Uno dei concetti principali che riprende da Freud e che rielabora è quello di angoscia di morte. La K. è stata molto criticata per essersi molto concentrata su questo aspetto, anche se lei stessa non sopportava alcune radicalizzazioni del suo pensiero che si erano diffuse nel mondo psicoanalitico. Un'idea fondamentale da lei espressa sull'angoscia di morte è che il neonato nasce con un suo portato di angoscia di morte, che quindi è un'angoscia primaria presente e avvertibile dal bb sin dalla nascita. NON nasce dal terreno dell'esperienza, quindi non è solo risultato delle frustrazioni dei bisogni del corpo, ma il bb nasce con una dotazione costituzionale dell'angoscia di morte (oltre che della libido). Sottolinea il ruolo dell'angoscia di morte, sin dalla nascita, come il motore primo e principale dello sviluppo. La Klein è molto fedele all'idea del dualismo.

Il testo parla dell'angoscia di morte secondo la prospettiva di Freud e di Klein. Freud sostiene che l'angoscia di morte non esista alla nascita, mentre Klein sottolinea il ruolo che essa assume fin dalla nascita come la più primitiva delle angosce. Secondo Klein, l'angoscia di morte si esprime come timore di distruzione dall'interno e viene avvertita come annientamento dal neonato. La Klein diverge da Freud sull'idea dell'angoscia di morte alla nascita e nel suo saggio del 1948 espone le ragioni per cui non considera la paura della morte come un'angoscia primaria. Freud basa la sua opinione sul fatto che nell'inconscio non esiste nulla che possa corrispondere al concetto di annientamento della vita.

Precisa che nulla di simile alla morte è stato mai provato e conclude che la paura della morte debba considerarsi come un che di analogo a quella dell'evirazione. Io non condivido questa opinione semplicemente perché le mie osservazioni analitiche mostrano che nell'inconscio la paura dell'annientamento della vita esiste. È mia convinzione che il senso di pericolo suscitato dall'operare interno della pulsione di morte è la causa prima originaria dell'angoscia e questo deriva dall'esperienza accumulata con le analisi dei bambini piccoli". Questo è un passaggio fondamentale per la comprensione del modo in cui la K. concepisce la vita psichica. L'istinto di morte, cioè l'angoscia di morte, va incontro sin dall'inizio a due destini: in parte viene estroflessa/deplessa all'esterno (proiettato all'esterno) agganciandosi ad un oggetto; in parte viene rivolta all'interno e convertita.

in aggressività. La quantità di pulsione di morte presente nel bb ed anche l'intensità con cui ha necessità di proiettare la sua aggressività è un corredo biologico, è una quesitone costituzionale, che determina il grado in cui l'Io è capace di tollerare l'angoscia.

Sostiene che altre fonti dell'angoscia primaria, oltre alla pulsione di morte, sono: il trauma della nascita e la frustrazione dei bisogni del corpo. Il concetto di trauma della nascita viene ripreso dalla teoria di Otto Rank per cui il bb alla nascita, quindi al passaggio dall'ambiente intrauterino a quello esterno, è esposto a una serie di sollecitazioni da cui ha necessità di difendersi perché c'è uno stravolgimento e un caos marasmatico dovuto alla differenza di ambiente e all'entrare in contatto con stimoli nuovi a cui deve adattarsi. Secondo la Klein, inizialmente il mondo esterno viene percepito come

un pericolo, cioè come qualcosa che altera molto l'equilibrio del bb e che richiede un graduale adattamento. Pulsioni e loro destini, Qualcosa di molto simile lo aveva già scritto Freud in cui sostiene che il senso originario dell'odio sta a indicare la relazione che l'Io ha col mondo esterno, che inizialmente è straniero e portatore di stimoli. Freud scrive che: "L'esterno/l'oggetto/l'odiato sarebbero a tutta prima identici. Qualora l'oggetto si riveli in seguito fonte di piacere esso viene amato e anche incorporato. L'odio, come relazione nei confronti dell'oggetto, è più antico dell'amore, e scaturisce dal ripudio primordiale che l'Io narcisistico pone al mondo esterno come sorgente di stimoli". Freud, nella sua concettualizzazione dell'angoscia, non riteneva che il bb alla nascita potesse fare esperienza dell'angoscia di morte; non può concepire la propriamorte perché non ne ha fatto esperienza e non può avvertirne il pericolo (l'angoscia nasce in seguito alla frustrazione). Per la K., l'angoscia è una dotazione presente fin dalla nascita, viene avvertita come paura di annientamento e
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
92 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/07 Psicologia dinamica

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher giulituna di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dinamica nello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Fabozzi Paolo.