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TEORIE MODERNE SUL GIOCO

Teoria dello sviluppo cognitivo: Il gioco è espressione dell’egocentrismo

 infantile e si inserisce nel ritmo dei processi di assimilazione e di accomodamento,

configurandosi come attività di assimilazione, attraverso la quale la realtà esterna

viene progressivamente interiorizzata e vengono arricchiti gli schemi di

comportamento presenti (Piaget, 1962) 55

Teorie psicodinamiche: il gioco procura in forma simbolica, gratificazioni negate

 dalla realtà, favorendo comportamenti adattivi alla stessa e assicurando un

adeguato equilibrio emotivo (Freud, 1920)

Teorie socio-culturali: Tra gioco e cultura vi è una reciproca influenza. Il gioco è

 connesso con la cultura e contribuisce alla socializzazione dei bambini, così come è

per loro contesto di apprendimento. La cultura è espressa o impersonificata nel

gioco, che promuove la socializzazione e la comunicazione (Huizinga, 1938).

IL GIOCO SECONDO PIAGET - # in quanto attività caratterizzata dal semplice esercizio di

strutture già disponibili, # prevale l’assimilazione. # Il gioco è lo strumento principale per

favorire lo sviluppo mentale del bambino, in quanto è mezzo per facilitare l’apprendimento #

attraverso l’esposizione a nuove esperienze. fornisce nuove possibilità di attività fisiche e

mentali, permettendo al bambino di adattarsi al mondo circostante. L’autore ipotizza un

modello stadiale per lo sviluppo dell’attività ludica, 3 stadi che corrono parallelamente ai

diversi livelli di sviluppo cognitivo ed emotivo.

Gioco sensomotorio - nelle fasi iniziali dello sviluppo (fase pre-verbale)

Prevale 

Caratterizzato da instabilità e ripetitività su reazioni impulsive e quasi automatiche a

Basato

stimoli esterni Attività senso-percettiva e motoria, tesa alla conoscenza del proprio corpo, di

quello materno e del mondo circostante, sotto forma di oggetti manipolati.

Gioco simbolico - Caratterizza il secondo anno di vita Si basa sul “far finta” Implica il

  

pensiero rappresentativo Si struttura a partire dai ruoli connessi alle esperienze dirette del

bambino, come la vita familiare, oppure indirette, come ruoli di personaggi estrapolati da libri e

TV.

Gioco con regole - # Caratterizza la seconda infanzia (6-7 anni) governato da una

 È

norma interna al gioco, a volte negoziata, ma sempre liberamente accettata e intimamente

condivisa Presuppone e prepara alla organizzazione sociale e alla disciplina collettiva È

 

generalmente competitivo e concordato sui criteri per decretare i vincitori.

IL GIOCO SECONDO VYGOTSKIJ - considera il gioco uno strumento della mente che

aiuta il bambino a controllare i suoi comportamenti; # la funzione del gioco è di

aiutare il bambino a sviluppare l’autoregolazione, # aumentare la separazione tra

pensiero e azione e sviluppare le abilità necessarie per ottenere un più elevato

funzionamento cognitivo. Pensiero e azione non sono più simultanee: i comportamenti

sono guidati non più dagli oggetti, ma dal pensiero. Il gioco apre una zona si sviluppo

prossimale, perché contiene tutte le tendenze evolutive in forma condensata, #

diventando esso stesso una fonte di sviluppo. L’autore sottolinea il valore educativo

del gioco: esso può servire a insegnanti ed educatori per promuovere lo sviluppo del bambino

. Viene valorizzata la componente

nell’area cognitiva, sociale, emotiva, motoria e linguistica

affettiva del gioco: . L’immaginazione

la radice dell’attività di finzione è infatti emozionale

ha origine nel momento in cui al bambino è chiesto di dilazionare il raggiungimento

immediato del piacere: insorgono desideri che, irrealizzabili nella realtà, sono appagati

creando una realtà alternativa, di fantasia.

LE TEORIE SOCIOCULTURALI: IL GIOCO SECONDO HUZINGA - lo pone al centro di

un’articolata riflessione sulla storia delle idee e delle culture; il gioco costituisce,

rispetto alle diverse società umane, un’invariante culturale, # cioè un fenomeno comune

. Si arriva a sostenere che la

nella sostanza, ma caratteristico nelle forme via via assunte

cultura è gioco, si manifesta cioè nelle forme proprie del gioco. Il gioco caratterizza

l’uomo in quanto animale culturale e la cultura sorge in forma ludica. Le caratteristiche

dello spirito ludico sono: il gioco comandato non è un gioco alla vita

libertà: isolamento

ordinaria: costituisce una sfera di attività con finalità tutta propria non ha altri fini

disinteresse:

se non la ricerca dell’immediata di soddisfazione di bisogni e desideri)

presenza di regole e di elementi di mistero.

tensione/aspettativa/incertezza: 56

IL GIOCO SECONDO FREUD I

- bambini ripetono nel loro gioco tutto ciò che, nella vita reale

ha destato grande impressione in loro, e in tale modo essi abreagisono la forza dell’impressione

Freud assegna al gioco una funzione di

e diventano, per così dire, padroni della situazione.

catarsi, # sottolineando come esso possa aiutare il bambino a liberarsi dai sentimenti negativi

. Le teorie psicoanalitiche

causati da eventi traumatici e sostituirli con esperienze positive

sottolineano come il bambino piccolo è a conoscenza della sua incompetenza e

apprende che deve appoggiarsi ad altre persone per soddisfare i suoi bisogni. Questa

realizzazione di dipendenza spesso porta con sé la paura dell’abbandono. Il gioco può

aiutare il bambino a ridurre questa paura e il senso di vulnerabilità → gioco del

rocchetto (1920).

IL GIOCO SECONDO WINNICOTT - Il gioco è universale e appartiene alla sanità, porta alle

relazioni di gruppo, può essere una forma di comunicazione in psicoterapia, facilita la crescita e

. Il gioco è un’attività molto eccitante per il bambino, l’emozione è

pertanto la sanità

data dalla precarietà insita nella influenza reciproca, nella mente del bambino, tra ciò

che è soggettivo e ciò che è oggettivamente percepito. Il gioco permette il passaggio

dalla dipendenza all’autonomia # e permette di instaurare soddisfacenti rapporti

affettivi con le altre persone, grazie ai cosiddetti oggetti o fenomeni transizionali, sostitutivi

della figura materna, fonte di sicurezza e ricchi di valenze affettive Il gioco in sé è un

.

fenomeno transizionale, che gravita tra il mondo interno e quello esterno. La paura

dell’abbandono dell’oggetto d’amore porta il bambino al primo uso dei simboli e delle prime

forme di gioco. Come la madre, l’oggetto transizionale è dal bambino contemporaneamente

amato e odiato e dimostra di sopravvivere agli attacchi distruttivi del bambino: non sparisce ed

è sempre pronto all’uso che il bambino vuol farne. Inoltre consente al bambino di stare da solo,

di sopportare l’angoscia della separazione e di tenere vivo nei momenti penosi il ricordo della

madre fonte di nutrimento, calore e affetto; permette al bambino di esercitare una forma di Vi

controllo sul mondo e quindi costituisce una modalità di esplorazione dei rapporti Io-mondo.

è una linea diretta di sviluppo dai fenomeni transizionali al gioco, dal gioco al gioco

condiviso, e da questo alle esperienze culturali.

IL GIOCO SECONDO MEAD, BATESON E BRUNER - hanno focalizzato l’attenzione

soprattutto sulla funzione del gioco nella realtà interpersonale.

IL GIOCO SECONDO MEAD - Considera il gioco una condizione sociale in cui emerge il

Sé. # Si riferisce soprattutto al gioco simbolico e ai processi di assunzione di ruolo.

Giocando il bambino si confronta con gli altri, cogliendo somiglianze e differenze. Il

gioco comporta due processi sociocognitivi: di ruolo: riguarda l’azione

L’assunzione

. Nel gioco il bambino si finge un

di prospettiva: riguarda l’immaginazione

L’assunzione

altro e ottiene risposte dall’ambiente: si crea un processo di azione e reazione che

permette di consolidare le nozioni di Sé e Altro. Il Sé rappresenta il centro delle diverse

prospettive e ha la funzione di dare senso ai ruoli e agli scenari immaginari. Tutte le forme di

gioco traggono origine dal mondo sociale, anche quando il bambino gioca da solo.

IL GIOCO SECONDO BATESON - Considera il gioco una palestra per l’esercizio delle

abilità metacomunicative. # Alla base del gioco vi è un paradosso: tutti i messaggi scambiati

in quella cornice comunicativa non corrispondono al vero. Tutto ciò che si dice o si fa nella

cornice “questo è un gioco” assume un significato letterale che consiste nel comunicare su

.

qualcosa che non esiste, es: gioco di finzione Il giocatore si muove in una “zona crepuscolare”

. Il bambino

in cui si incontrano fenomeni diversi quali il gioco, l’arte, la magia, la religione, ecc

giocando impara l’arte della metacomunicazione, che poi utilizzerà in altri contesti,

diversi e distanti dal gioco.

IL GIOCO SECONDO BRUNER - Ha analizzato il rapporto tra gioco e strategie di

soluzione dei problemi. # Ha osservato in diversi contesti più o meno strutturati bambini in

età prescolare, per verificare quali fossero le situazioni più efficaci dal punto di vista delle 57

capacità cognitive e sociali attivate. I risultati suggeriscono che le attività strutturate

presentano un grado superiore di complessità cognitiva e possono motivare efficacemente i

bambini alla ricerca e all’esercizio di strategie di soluzione dei problemi. Diversamente, le

attività meno strutturate ( ) richiedono abilità sociali quali la

es manipolazione o lotta per finta

coordinazione di ruoli e l’alternanza dei turni e sono più indicate per rafforzare le competenze

sociali.

IL GIOCO NELLA PRIMA INFANZIA

PIAGET - la prima forma di gioco è di puro esercizio, basato sull’imitazione e sulla

ricerca di piacere. Dalla nascita ai 2 anni circa, il bambino mostra una gran quantità di

comportamenti copiati da modelli, senza ancora riuscire ad attribuirvi un preciso

significato (qualità definalizzata del gioco). Il bambino fa esperienza degli oggetti e

delle persone attraverso le sensazioni corporee e i movimenti. È infatti una fase di

gioco sensomotorio, basato su sperimentazioni uditive, visive, tattili. I bambini piccoli

il gioco è

manipolano gli oggetti, li portano alla bocca, li scuotono, li lasciano cadere per terra:

una continua esperienza di apprendimento e per quanto le azioni ripetitive possono

apparire senza scopo, per il bambino sono fondamentali.

Il comportamenti ludico è innato o appreso? PIAG

Dettagli
Publisher
A.A. 2023-2024
103 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher LisiBisi di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e delle relazioni interpersonali e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università telematica "e-Campus" di Novedrate (CO) o del prof Del Pero Alice.