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La relazione tra normalità e patologia secondo Freud

Secondo Freud, anche nella scelta dei primi partner siamo guidati dal rapporto con le figure primarie, i primi oggetti d'amore, ma le relazioni dei primi anni di vita riflettono l'importanza degli stadi precedenti.

Tra normalità e patologia, secondo Freud, sono presenti gli stessi processi mentali, le stesse funzioni e le stesse strutture. Tuttavia, la patologia si contraddistingue per un minor equilibrio tra le strutture e un maggior disequilibrio.

Ad esempio, possono verificarsi delle fissazioni in una fase, come il bambino che non riesce a staccarsi dall'allattamento o i bambini che non riescono ad attraversare lo spannolinamento. Inoltre, possono verificarsi delle regressioni, cioè bambini che proseguono negli stadi ma poi tornano indietro. Ad esempio, ricominciano a farsi la cacca addosso nonostante avessero già imparato ad utilizzare il vasino.

Quindi, ciò che accade nella patologia ha a che fare con un disequilibrio maggiore rispetto alla normalità.

questo tipo di movimenti. Ciò che succede nella patologia adulta, secondo Freud, è che quello che non abbiamo attraversato bene in passato, torna sotto forma di sintomi. Tanto che l'analisi consisteva nel recupero dei ricordi rimossi in quell'epoca e la rielaborazione di quello che era accaduto in quel periodo.

Lo sviluppo della personalità (io, super Io)

La psiche, la mente, è costituita, secondo Freud, da tre istanze psichiche attraverso le quali scorre l'energia psichica: l'Es, il Super Io e l'Io. Sono delle aree ben distinte ma non sono realtà fisiche, sono istanze psichiche cioè dei modi di essere e di sentire della nostra mente. Come avviene lo sviluppo della personalità?

Tutti i nostri processi mentali avvengono grazie alla relazione tra le tre istanze che si sviluppano progressivamente e che sono in comunicazione tra loro.

Es, quando il bambino nasce è totalmente, tanto è vero che per Freud

L'es è una rappresentazione del caos, di tutto ciò che è istinto, primordiale o inconscio.

L'es funziona secondo il principio del piacere e non conosce né negazione, né contraddizione. Perciò è caratterizzato dalla ricerca immediata di soddisfazione del desiderio e della pulsione.

L'es permane anche negli adulti e si presenta nei sogni notturni, nell'immaginazione e nei comportamenti impulsivi.

L'io deriva dall'es e nasce dall'incontro con la realtà e la spinta dell'individuo ad adattarsi alle richieste del contesto.

Il principio di realtà funziona secondo il l'individuo ricerca soddisfazione ai propri bisogni e pulsioni tende conto dei vincoli posti dalla realtà. Il bambino crescendo capisce di non essere onnipotente, di non poter controllare tutta la realtà. Di conseguenza subisce delle frustrazioni che se si presentano in dose moderata sono promotrici dello

sviluppo (per esempio,limiti, regole,…). Se però le frustrazioni sono eccessive si rischia un blocco, se al contrario non ve ne sono si rischia diessere dominati dai comportamenti istintuali.

super IoIl ha il ruolo di censore, di giudice e ha come funzione quello di controllare gli istinti. In qualche modo media tral’io, -‘es e la realtà. Compare intorno ai 4-5 anni, nel momento della risoluzione del complesso di Edipo quando il bambinointeriorizza le regole. Il super Io è composto da due parti:

  • Coscienza, parte che individua gli aspettavi negativi e lì punisce con sensi di colpa o comportamenti autolesionisti. Il super Io, secondo Freud, punisce anche più severamente dei genitori stessi;
  • Ideale dell’io, ri ette le aspettavate dei genitori su di noi. Non è la parte che punisce ma quella che valorizza eincoraggia.

Per qualcuno è maggiore la parte più punitiva, a seconda delle esperienze individuali.

Anche se per Freud dovrebbe essere maggiore la parte che ci incoraggia e che conosce i propri limiti. Tema natura-cultura ruolo preponderante della biologia Freud rispetto al evidenziava un (maturazione biologica dell'individuo). Accanto a questa però è estremamente importante come si pone il contesto sociale nel dirigere lo sviluppo. Interazionista. Per questo Freud è considerato 21fl fi fi fi fi ffi

Margaret Mahler (1897-1985): la nascita psicologia del bambino Margaret Mahler fu una psicoanalista ungherese. Inizialmente in realtà ebbe molta di coltà nell'accedere al circolo psicoanalitico, in quanto alla sua origine si presentava come particolarmente elitario. Questo implicava che l'accesso fosse garantito solo se si fosse stati psicoanalizzati direttamente da qualcuno che era stato psicoanalizzato da Freud. Si trasferì quindi a Vienna si sposò e acquisì il cognome del marito. Probabilmente a causa dello scoppio

Della guerra, e della sua religione, fu costretta a trasferirsi negli Stati Uniti dove lavorò nell'ambito delle psicosi infantili. Prendeva cioè in carico bambini con patologie psichiche anche piuttosto gravi.

Le sue ricerche in ambito psicologico si sono basate fondamentalmente sull'osservazione dei bambini nei primi 3 anni di vita. Durante le sue osservazioni si rendeva invisibile ponendosi dietro a uno specchio in modo da poter osservare la relazione tra mamma-bambino senza rappresentare una distrazione, lasciandoli quindi soli all'interno della stanza.

Quali passaggi il bambino medio emerge dalle nebbie dello stato di simbiosi, si separa dalla madre e prosegue fino a consegnare il senso della propria entità e identità? Cioè: attraverso quali processi un bambino, che si presume viva in uno stato simbiotico extra-uterino che rispecchia per certi versi la vita intrauterina, diventa una persona?

Il bambino, secondo Mahler, nasce in uno stato di simbiosi con la madre. Significa che il bambino in qualche modo non è in grado di riconoscere se stesso come un individuo con una propria identità. Infatti, secondo la psicoanalista, la nascita biologica del bambino non corrisponde alla nascita psicologica. La nascita psicologica, infatti, non è un evento ma un lungo processo intrapsichico che avviene in interazione con la madre e che continua per tutto l'arco della vita.

Per Mahler, il fine ultimo dello sviluppo è il raggiungimento e la costruzione di un sé separato dalla madre e autonomo dal mondo reale, e non, come riteneva Freud, il raggiungimento di una sessualità adulta.

Le fasi dello sviluppo psicologico, secondo Mahler, sono:

  1. Autistica normale;
  2. Simbiotica;
  3. Separazione-individuazione suddivisa in:
    • Differenziazione;
    • Sperimentazione;

Riavvicinamento;

  • Individuazione.
  • Fase autistica normale fase autistica normale,

La prima fase dello sviluppo psicologico prende il nome di propria dei bambini molto piccoli.

Nei bambini molto piccoli normali esiste una barriera agli stimoli, nei confronti del mondo esterno, utile per potersi formale.

Inoltre i neonati, secondo la Mahler non sono ancora capaci di percepire attraverso gli organi di senso. Il ne di questa fase è quello di mantenere e impedire la rottura di questo stato di omeostasi. La vita del bambino è segnata da ritmi digrati cazione e giusti cazioni dettati dalla madre.

Il neonato percepisce la madre come una parte di sé, non riesce quindi a distinguere la propria identità da quella materna.

Stern fu uno di quegli studiosi che mosse una forte critica nei confronti della fase autistica normale. Riteneva infatti che nonvi fosse alcuna barriera agli stimoli, i neonati sono in grado di percepire ed elaborare gli stimoli sin dalla nascita.

Tanto è vero che presentano anche delle preferenze per alcuni stimoli come per esempio le configurazioni di volti umani, la voce materna, l'imitazione delle espressioni facciali. Il bambino è quindi in contatto con la madre fin dalla nascita. Fase simbiotica La fase simbiotica è la fase che vede il bambino e la madre come due esseri racchiusi da una membrana. La maturazione fisiologica, secondo la Mahler, riduce la barriera agli stimoli, aumentando nel neonato la sensibilità agli stimoli stessi. Il bambino ha in questa fase una consapevolezza confusa del mondo: percepisce la madre, ma la confonde con sé. Non è ancora in grado di promuovere una distinzione netta delle due identità. In questa fase, inoltre, inizia l'organizzazione dell'esperienza grazie allo sviluppo delle funzioni dell'Io, specialmente della memoria. Le esperienze memorizzate vengono classificate in buone o cattive, ovvero in esperienze che soddisfano oinesperienze che a aticano, che fanno stare male. Anche la fase simbiotica è stata soggetta a diverse critiche. In particolare ci si è chiesti se esiste davvero una fase in cui non siamo in grado distinguere, riconoscere, noi dagli altri. Inoltre, secondo alcuni, il concetto di simbiosi come incapacità di distinguere il sé dall'altro è errato. Per simbiosi si dovrebbe invece intendere una dipendenza della regolazione dei propri stati interni da un ambiente umano che modula e regola (concetto ancora attuale). Significa sostanzialmente che quando nasciamo non siamo capaci di vita autonoma ed è quindi necessario per il bambino un regolatore esterno. Fase di separazione-individuazione separazione-individuazione. Successivamente la fase autistica e quella simbiotica, inizia il vero e proprio processo di Per separazione si intende l'emergere dalla simbiosi con la figura materna; mentre per individuazione si intende lo sviluppo di una propria identità.

di un proprio sé. La madre reagisce in modo differente a seconda della fase: funge da Io ausiliario nella separazione e media il rapporto con il mondo esterno nella fase di individuazione.

La fase di separazione-individuazione è quindi a sua volta suddivisa in 4 sottocategorie:

1. Differenziazione dal 4° al 10° mese

Il bambino diventa sempre più vigile, l'attenzione viene data sempre di più verso l'esterno. Si aspetta avidamente la gratificazione da parte della madre. Il bambino è ormai in grado di differenziare la madre dagli altri e da sé stesso. La differenziazione tra la madre e gli altri secondo la Mahler è un aspetto importante dal momento che la figura materna riscopre un ruolo centrale. Il bambino comincia quindi ad esplorare stimoli più lontani dalla madre.

2. Angoscia dell'estraneo.

A 6 mesi compare la cosiddetta angoscia dell'estraneo. Se infatti fino a un momento prima il

il bambino inizia a mostrare una certa resistenza nel passare da una persona all'altra. Questo è un segno di sviluppo normale, poiché il bambino sta iniziando a sviluppare un senso di attaccamento e preferisce stare con le persone che conosce meglio, come i genitori o i caregiver primari. È importante rispettare i desideri del bambino e non forzarlo a passare da una persona all'altra se non si sente a suo agio. Questo periodo di transizione può durare per un po', ma con il tempo il bambino si abituerà a stare con altre persone e tornerà a essere più socievole.
Dettagli
Publisher
A.A. 2021-2022
42 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher matildelui di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Psicologia dello sviluppo e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Parma o del prof Gandolfi Carolina.