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Lo sviluppo dell'attaccamento

1) 0-3 mesi

Il bambino si orienta verso qualunque persona e produce i segnali di cui è dotato quali il pianto, il sorriso, le vocalizzazioni allo scopo di indurre l'avvicinamento, la prossimità e il contatto di qualunque essere umano, senza distinzione.

Si tratta di comportamenti che hanno la funzione biologica di assicurare benessere, sicurezza e protezione poiché rappresentano dei richiami che soddisfano il bisogno di cure e di vicinanza.

Successivamente, il bambino comincia a riconoscere non solo sulla base di indizi olfattivi, ma anche visivamente, le persone che si occupano di lui.

2) 3-8 mesi

Persiste un atteggiamento amichevole verso tutte le persone.

Il bambino comincia a distinguere coloro che si prendono cura di lui da tutti gli altri (capacità di discriminazione):

  • appare sempre più in grado di discriminare tra figure familiari e persone sconosciute;
cominciare a orientarsi verso le figure familiari e, in particolare, verso quella che si prende cura di lui. L'orientamento e la produzione di segnali verso una o più persone discriminate è sempre più evidente (reazioni differenziate nei confronti di una o più figure preferenziali): il bambino sorride più frequentemente e più specificamente alla vista della madre piuttosto che a quella di altre persone oppure cessa di piangere solo quando viene preso in braccio dalla madre e non da altre persone. 3) 8 mesi - 2 anni: Il bambino impara a camminare e amplia notevolmente il proprio repertorio comportamentale. Prende l'iniziativa del contatto fisico e mantiene un contatto preferenziale con la figura di attaccamento, mentre le altre persone familiari diventano figure di attaccamento secondarie. In questa fase si manifestano l'ansia da separazione e la paura dell'estraneo che indicano il timore di

esserelasciato solo e segnalano la capacità del bambino di riconoscere e di preferire la propria figura diattaccamento.› I comportamenti si organizzano intorno ad una figura specifica e si struttura il legame di attaccamento veroe proprio, orientato e preferenziale.› Il set goal in questa fase è: mantenersi “abbastanza vicino” alla madre, usarla come base sicura per leesplorazioni quando la minaccia ambientale è al minimo ed esibire proteste per la separazione o segnali dipericolo quando è necessario.

2 anni in poi› Si stabilisce un rapporto reciproco, non più unidirezionale, fra il bambino e la madre.› Il bambino ora può cominciare a pensare ai genitori come persone separate, con propri scopi e progetti, edescogitare modi di influenzarli.› Dopo i 3 anni la maggior parte dei bambini diventa sempre più capace di sentirsi sicuro in ambiente estraneoe con figure di attaccamento

secondarie.› Questa capacità stabilisce le basi sulla quali la diade madre-bambino può costituire un rapporto reciproco piùcomplesso.

Attaccamento = richiesta di cura- Sussiste uno stretto legame tra attaccamento ed emozioni: l’espressione di emozioni (paura, collera, tristezza,gioia ecc.) è il modo principale di modulare le richieste di vicinanza. (Liotti, 1996, p. 65)- L’attaccamento, pur avendo base innata, non è totalmente determinato da variabili innate.› Grande importanza rivestono infatti i fattori ambientali (imprinting) e l’interazione con il caregiver:contatto con una figura specifica (madre).

La relazione madre-bambino diventa il prototipo delle relazioni di attaccamento che il soggetto potràinstaurare nel corso del ciclo di vita.› MODELLI OPERATIVI INTERNI (MOI): Insieme di memorie e aspettative riguardanti tanto il sé delbambino quanto gli atteggiamenti dei genitori nei suoi

confronti.à schemi cognitivi interpersonali riguardanti la conoscenza di sé-con-l’altro; interiorizzazione dellerelazioni di attaccamento; costrutti interpersonali (Liotti, 1996).

ERIK ERIKSON

GLI STADI DELLO SVILUPPO PSICOSOCIALE

  • Gli stadi dello sviluppo psicosociale sono 8 stadi, ognuno caratterizzato da una sfida, o crisi, peculiare.
  • La soluzione alla crisi influisce sul modo in cui l’individuo affronta lo stadio successivo.
  • Se la crisi dello stadio precedente non è stata superata in modo adeguato la persona è ostacolata nellarisoluzione positiva delle crisi successive.
STADIO CRISI PSICO-SOCIALE RELAZIONI SOCIALI SIGNIFICATIVE MODALITÀ PSICO-SOCIALE
I Fiducia / Sfiducia Figura materna Dare / Avere
II Autonomia / Vergogna o dubbio Genitori Trattenere / Lasciar andare
III Iniziativa / Senso di colpa Famiglia Fare, tentare e giocare / Non fare
IV Industriosità / Inferiorità Scuola e vicinato Agire
fare assieme agli altri / Isolarsi V FASE Identità / Confusione dei ruoli Gruppo dei pari, associazioni Essere sé stesso / Non essere VI FASE Intimità / Isolamento Amici, partners Trovarsi in un altro / Perdersi in un altro Cooperazione / Competizione VII FASE Generatività / Stagnazione Lavoro Prendersi cura di qualcuno / Trascurare gli altri VIII FASE Integrità dell'Io / Disperazione Tutto il genere umano Essere attraverso l'essere stato / Non riuscire a fronteggiare il non-essere 1) FASE: 0-1 anni neonato: Fiducia fondamentale vs Sfiducia - Nella relazione con l'adulto che si prende cura di lui, il bambino sviluppa un senso di fiducia o di sfiducia nel fatto che i suoi bisogni fondamentali saranno soddisfatti (nutrimento, calore, pulizia e contatto fisico) → VIRTÙ POTENZIALE: speranza 2) FASE: 1-3 anni seconda infanzia: Autonomia vs Vergogna e dubbio - Il bambino apprende l'autocontrollo come strumento perrendersi autosufficiente (controllo sfinterico, deambulazione, mangiare da solo) oppure sviluppa un senso di vergogna e di dubbio sulla propria capacità di essere autonomo. VIRTÙ POTENZIALE: volontà 3) FASE: 3-6 anni età del gioco: Iniziativa vs Senso di colpa- Il bambino è desideroso di cimentarsi in ciò che fanno gli adulti, ma la sua intraprendenza e i tentativi di essere indipendente possono procurargli dei sensi di colpa. VIRTÙ POTENZIALE: fermezza dei propositi 4) FASE: 7-11 anni età scolare: Operosità vs Senso di inferiorità- Il bambino sviluppa immaginazione, curiosità e nuove capacità di apprendimento oppure, al contrario, sviluppa un senso di inferiorità, se non riesce, o pensa di non riuscire, a padroneggiare i vari compiti. VIRTÙ POTENZIALE: competenza 5) FASE: 12-20 anni adolescenza: Identità vs Confusione- L'adolescentecerca di capire chi è, in che cosa consiste la sua unicità come persona, se vuole avere un ruolo significativo nella società, come può definire per sé stesso un'identità sessuale, etnica e professionale. Attorno a queste decisioni possono sorgere sentimenti di confusione. VIRTÙ POTENZIALE: fedeltà 6) FASE: 20-30 anni inizio dell'età adulta: Identità vs Isolamento - Il giovane adulto ricerca la vicinanza e l'intimità con una persona affettivamente importante, oppure evita le relazioni e si isola dagli altri. VIRTÙ POTENZIALE: amore 7) FASE: 30-65 anni età adulta: Generatività vs Stagnazione - L'adulto sente il bisogno di essere produttivo – per esempio creando oggetti, sviluppando idee o allevando dei figli – oppure diventa stagnante o inattivo. VIRTÙ POTENZIALE: cura 8) FASE: >65 anni tarda età adulta: Integrità vs Disperazione - La persona anziana riflette sulla propria vita e cerca di trovare un senso di integrità e soddisfazione, oppure sperimenta disperazione e rimpianti. VIRTÙ POTENZIALE: saggezza

maturità: Integrità vs Disperazione- L'anziano riconsidera tutta la propria vita e cerca di darle un senso riflettendo sulle mete raggiunte; oppure dubita e si dispera per le mete mai raggiunte e per i desideri rimasti inappagati.

VIRTU' POTENZIALE: saggezza

LA TRANSIZIONE ADOLESCENZIALE- L'adolescenza è quel periodo di transizione tra l'infanzia e l'età adulta e corrisponde ad un arco di tempo piuttosto ampio:

  • nelle femmine inizia tra i 10 e i 12 anni;
  • nei maschi comincia tra gli 11 e i 13 anni;
  • in entrambi i sessi finisce verso i 18 anni.

Caratteristiche della fase adolescenziale

Caratteristiche socioculturali dell'adolescenza- I limiti temporali dell'adolescenza sono relativi, determinati dalla cultura e dall'appartenenza sociale.

Studi sull'adolescenza- Il padre fondatore della ricerca scientifica sull'adolescenza è Hall. Secondo lui si tratta di una fase

turbolenta e problematica, poiché connessa ai cambiamenti biologici.- Al suo pensiero si contrappone quello dell'antropologa Margaret Mead, la quale ha mostrato come i cambiamenti adolescenziali siano un "prodotto" culturale molto importante. Margaret Mead studiò, infatti, i giovani delle isole Samoa (Oceano Pacifico), dove la cultura è molto diversa da quella occidentale, e riportò le sue scoperte nel saggio "L'adolescenza in una società primitiva". I samoani ricevono sin da piccoli un'educazione alla sessualità e alle relazioni sociali e di gruppo, che gli consente un passaggio alla vita adulta non contrassegnato da conflitti e disagi.

Compiti di sviluppo (Havinghurst, 1952)- L'adolescenza deve affrontare alcune sfide, identificate da Havinghurst nel 1952 e denominate compiti di sviluppo:

  • instaurare relazioni nuove e più mature con coetanei di entrambi i sessi:
  • acquisire un
ruolo sociale femminile e maschile:
  • accettare il proprio corpo e usarlo in maniera efficace;
  • conseguire indipendenza emotiva dai genitori e da altri adulti;
  • raggiungere la sicurezza di indipendenza economica;
  • orientarsi verso e prepararsi per un'occupazione o una professione;
  • prepararsi al matrimonio e alla vita familiare;
  • sviluppare competenze intellettuali e conoscenze necessarie per la competenza civile;
  • desiderare e acquisire un comportamento sociale responsabile;
  • acquisire un sistema di valori e una coscienza etica come guida al proprio comportamento.
Cambiamenti somatici: la pubertà Ci sono tre fasi che caratterizzano i cambiamenti somatici nell'adolescenza: la fase prepuberale, la pubertà e la fase postpuberale e della tarda adolescenza.
  • Nella fase prepuberale (1 o 2 anni prima della pubertà) iniziano a manifestarsi alcune lievi modificazioni corporee caratterizzate da un arrotondamento delle

e

Dettagli
Publisher
A.A. 2019-2020
16 pagine
SSD Scienze storiche, filosofiche, pedagogiche e psicologiche M-PSI/04 Psicologia dello sviluppo e psicologia dell'educazione

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher andrecarbo99 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Scienze precliniche e biomediche umane e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Milano o del prof Vegni Elena.