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DISERBO E PIANTE INFESTANTI

Una pianta viene definita infestante se è indesiderabile in quanto interferisce con il lavoro dell'uomo, ad esempio intralciando le macchine, provocando rischio d'incendio oppure ostacolando la circolazione di acqua. Le piante infestanti possono essere tossiche per uomo o animali o per la vegetazione coltivata dato che possono produrre sostanze tossiche e possono ospitare insetti dannosi o comunque che sono vettori di malattie. Esercitano competizione nei confronti delle colture provocando danni alle stesse e diminuendone la resa. La competizione può riguardare acqua, luce o elementi nutritivi. La disponibilità di luce può essere diminuita da piante a crescita rapida che ombreggiano la coltura, causando una diminuzione della fotosintesi e dell'accrescimento. La competizione per l'acqua porta a cali della resa e varia in base al tipo di apparato radicale; è strettamente correlata alla competizione per.gli elementi minerali. La competizione è influenzata dalla sensibilità della specie e della varietà coltivate e dalla specie infestante, in quanto alcune specie sono più dannose di altre e l'entità del danno è tanto maggiore quanto più la specie infestante e quella coltivata si assomigliano. La densità della coltura e delle malerbe influiscono sul danno: la densità di malerbe che ha un effetto negativo sulle malerbe varia con la specie ed è stata definita una soglia al di sotto della quale non è necessario agire perché non si hanno danni significativi. Per quanto riguarda invece la densità della coltura, maggiore è la densità, maggiore è la difesa che viene esercitata dalla coltura stessa. È importante considerare anche il periodo nel quale l'infestante agisce: ogni coltura ha un periodo critico o sensibile nel quale i danni che l'infestante crea.

La competizione tra piante

La competizione tra piante è un fenomeno comune in agricoltura e giardinaggio. Le piante competono per risorse come la luce solare, l'acqua e i nutrienti presenti nel terreno. Questa competizione può influenzare la resa e la qualità finale delle colture.

La competizione tra piante è determinata sia dalla data di semina o trapianto che dalla durata del ciclo di crescita delle piante. Altri fattori che influenzano la competizione includono l'ambiente, come il pH del terreno e la temperatura, e la tecnica colturale, come la fertilizzazione, l'irrigazione e il drenaggio. Ogni specie vegetale è più o meno adatta a un determinato ambiente.

La lotta contro le infestanti

La lotta contro le infestanti può essere effettuata utilizzando metodi diretti o indiretti. I metodi indiretti sono principalmente accorgimenti che possono essere adottati dagli agricoltori.

Uno dei metodi indiretti è la rotazione delle colture, che riduce la presenza di infestanti grazie all'utilizzo di colture che sopprimono le erbe infestanti attraverso il loro sviluppo o le tecniche colturali che richiedono. La bruciatura delle stoppie è un altro metodo indiretto che offre un doppio vantaggio: l'effetto della temperatura sui semi delle infestanti e l'aumento del pH del terreno grazie alle ceneri.

È importante adottare metodi efficaci per la lotta contro le infestanti al fine di garantire una buona crescita e resa delle colture.

Il letame e le alte temperature generate dalla fermentazione uccidono i semi che possono essere presenti. Le sementi utilizzate dovrebbero essere selezionate il più possibile per evitare contaminazioni di sementi estranee. La pacciamatura, ovvero l'utilizzo di film di etilene, impedisce alla luce di raggiungere il suolo e di conseguenza i semi di infestanti non crescono. Può essere utile anche sfalciare le aree inerbite vicine alle colture prima dello sviluppo dei semi e, nel caso di infestanti rizomatose, non utilizzare motozappe.

I metodi diretti possono essere meccanici, ovvero le lavorazioni, fisici, biologici e chimici. I metodi fisici includono pacciamatura, sommersione (utilizzata nelle risaie), siccità, utilizzo di calore umido, fuoco, ecc. I metodi biologici riguardano l'utilizzo di specie vegetali competitive o di insetti che infestano le malerbe, fertilizzanti azotati e la giusta epoca di semina.

Per quanto riguarda i metodi chimici si fa riferimento ai...

diserbanti o erbicidi, che sono prodotti fitotossici che consentono di combattere le infestanti o limitarne lo sviluppo. Possono essere totali o selettivi, a seconda che distruggano tutta la vegetazione o salvaguardino la specie coltivata, distruggendo solo le malerbe: per gli erbicidi totali è importante la persistenza d'azione, che invece può danneggiare le colture successive nel caso di erbicidi selettivi. Gli erbicidi vengono applicati, prima della semina o del trapianto, prima dell'emergenza o dopo l'emergenza. Gli erbicidi applicati post-emergenza possono agire per contatto, uccidendo i tessuti vegetali nel punto in cui entrano in contatto con la malerba, oppure in modo sistemico, nel caso in cui hanno azione più lenta e vengono traslocati dal punto di contatto al sito nel quale devono agire. La caratteristica più importante degli erbicidi è la selettività: devono essere in grado di danneggiare alcune specie in maniera maggiore

Rispetto ad altre. La selettività può derivare dal mancato contatto tra diserbante e coltura (s. da contatto), dalla diversa capacità di trattenuta del diserbante da parte delle diverse specie (s. di ritenzione), dalle differenze di assorbimento, dalla diversa traslocazione dei diserbanti sistemici nei tessuti o dalla diversa capacità delle varie specie di metabolizzare i prodotti (nel caso della selettività intrinseca).

L'efficacia d'azione degli erbicidi è determinata da fattori ambientali, fattori intrinseci dei prodotti utilizzati e fattori relativi alle piante da trattare. Le condizioni ambientali possono alterare i diserbanti, fino a renderli inefficaci contro le infestanti e tossici per le piante coltivate. Temperature alte ne aumentano la tossicità, mentre basse temperature basse ne attenuano l'attività. Le piogge possono vanificare gli effetti di erbicidi applicati post-emergenza perché vengono dilavati;

velocità di applicazione dell'erbicida, si può verificare un dilavamento dell'erbicida stesso, riducendo così la sua efficacia. Inoltre, la presenza di sostanze organiche nel terreno può legare l'erbicida, rendendolo meno disponibile per agire sulle piante infestanti. È importante considerare anche la temperatura ambientale durante l'applicazione dell'erbicida. Alcuni erbicidi possono essere meno efficaci a temperature molto basse o molto alte. Inoltre, l'efficacia dell'erbicida può variare anche in base alla specie di piante infestanti presenti nel campo. Per ottenere i migliori risultati, è consigliabile seguire attentamente le indicazioni riportate sull'etichetta dell'erbicida, in modo da utilizzarlo correttamente e nel momento più opportuno. Inoltre, è importante tenere conto delle condizioni ambientali e delle caratteristiche del terreno per massimizzare l'efficacia dell'erbicida e ridurre al minimo gli effetti collaterali sulle colture coltivate.quantità d'acqua che cade, si incorre nel fenomeno del ruscellamento: l'erbicida in questo caso viene disciolto nelle acque di scorrimento o assorbito dalle particelle presenti nell'acqua torbida per essere poi trasportato via. L'erbicida che si trova sullo strato superficiale del terreno può volatizzarsi, ovvero passare allo stato aeriforme (volatilizzazione). Il diserbo può legarsi alle particelle del terreno in modo reversibile. La degradazione è l'unico processo attraverso cui il diserbante viene eliminato completamente dal terreno, disgregandosi in acqua, anidride carbonica e sali minerali. Una volta assorbito, l'erbicida è poi degradato dai processi metabolici della pianta: è importante conoscere i tempi di assorbimento per stabilire un tempo minimo tra diserbo e raccolta. Gli erbicidi diventano pericolosi nel momento in cui lasciano residui tossici nei prodotti destinati all'alimentazione oppure quando si.accumulano nell'ambiente. In genere i rischi sono bassi perché si lascia sempre il tempo dopo l'applicazione affinché possano essere degradati. Tuttavia, sono stati definiti un limite di tolleranza e un intervallo di sicurezza. Il limite di tolleranza è la quantità massima di principio attivo che può essere presente negli alimenti, espressa in ppm. L'intervallo di sicurezza è il tempo che deve intercorrere tra trattamento e raccolta. Altri danni causati dagli erbicidi usati in modo persistente sono dati dalla formazione di una flora di sostituzione, ovvero di una vegetazione in grado di resistere ai diserbi. DIFESA: LOTTA ANTIPARASSITARIA Le perdite di resa, sia qualitativa che quantitativa, sono spesso dovute a patogeni, insetti o malattie funginee e possono arrivare ad un calo della resa del 20% nel caso delle malattie funginee e del 25% nel caso degli insetti. Le malattie nelle piante sono causate da virus, batteri e

funghi.I virus, non essendo mobili, e i batteri si affidano a vettori per raggiungere i succhi cellulari, quindi è necessario combattere il vettore, e penetrano nelle piante attraverso ferite da insetti o dovute ad attività dell’uomo.I patogeni fungini sfruttano il vento, l’acqua e le spore, che sono immesse nell’ambiente in modo attivo, e sono trasportate da macchine, uomini e zoccoli di animali.Lo sviluppo delle malattie dipende da condizioni ambientali, condizioni della pianta, caratteristiche del patogeno e grado di resistenza.Le condizioni ambientali favorevoli allo sviluppo delle spore sono le stesse che favoriscono a germinazione dei semi, in particolare a germinazione delle sporte è favorita da alte temperature ed alti livelli di umidità.Le condizioni in cui si trova una pianta influiscono sullo sviluppo delle malattie, ma non c’è una condizione generale che le rende più o meno suscettibili. Ci sono infatti malattie

che si sviluppano meglio su piantedeboli, mentre altre preferiscono piante in crescita attiva. Anche l'età della pianta e le condizioni nutrizionali vanno tenute in considerazione: in genere, alti livelli di fosforo favoriscono le infezioni, mentre alti livelli di potassio ne diminuiscono l'incidenza.

Le caratteristiche del patogeno determinano un diverso grado di sviluppo della malattia. Per quanto riguarda i funghi, l'infezione dipende dall'entità dell'inoculo, che varia con il ceppo. Per i virus e i batteri, l'entità dell'infezione varia con l'entità del danno attraverso il quale penetrano.

Ogni genotipo colpito ha un diverso grado di resistenza, che varia a seconda del patogeno e non è perenne, in quanto i patogeni sono in grado di sviluppare mutazioni che consentono loro di colpire il vegetale: la genetica sfrutta le mutazioni per inserirle nei genotipi coltivati.

I parassiti animali includono inetti,

nematodi, acari, miriapodi, molluschi e vertebrati. L'insetti si suddividono in dannosi, utili e indifferenti. L'entità del danno che possono causare dipende dalla porzione di pianta che colpiscono, dallo stadio dannoso dell'insetto.

Dettagli
A.A. 2019-2020
28 pagine
SSD Scienze agrarie e veterinarie AGR/04 Orticoltura e floricoltura

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Liz.stone.1206 di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Agronomia e coltivazioni erbacee e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Parma o del prof Fabbri Andrea.