Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
TSH, ACTH, LF e FSH.
Predisposizione razza: PT, spitz, lupo cecoslovacco.
Trasmissione autosomica recessiva in alcune razze.
Segni clinici
Durante le prime settimane di vita l’ipofisi può essere di dimensioni
normali.
Ritardo nella crescita (solitamente diagnosticato intorno ai 2-5
mesi)
Permanenza di pelo secondario lanuginoso
Cute iperpigmentata e coperta di scaglie
Infezioni batteriche secondarie – piodermite
Criptorchidismo bilaterale/monolaterale o assenza di
ovulazione per mancanza di gonadotropine
Malformazioni dell’articolazione atlanto-assiale, compressione del midollo spinale a livello cervicale
Rallentamento dei nuclei di ossificazione
Associazione ad altri disordini endocrini: ipotiroidismo
Diagnosi
Nonostante la diagnosi possa sembrare banale, altre malattie endocrine e non possono causare ritardi della
crescita.
Dosaggi ormonali
IGF-1 plasmatico bassi livelli sono indicativi di ridotta secrezione di GH. È il più usato
T4 sierico spesso ridotto per carenza secondaria di TSH
Stimolazione del GH
Test che serve a verificare la risposta dell’ipofisi a uno stimolo diretto. Si misura il GH a tempo 0 e dopo la
somministrazione di un farmaco stimolante (es. GnRH, clonifica, xilazina).
GH a T0
GH 30-60 minuti post-somministrazione
Il risultato normale è un GH aumentato di 2 a 4 volte rispetto al valore basale.
Diagnosi genetica
Test genetico per cercare la mutazione del gene LHX3, che codifica per un fattore di trascrizione
fondamentale per lo sviluppo dell’ipofisi anteriore. Identificato nel PT.
Diabete mellito canino
Il diabete mellito canino è una malattia endocrina comune nel cane, con una prevalenza del 1% nei centri di
referenza. Caratterizzata da iperglicemia persistente, risultato di un deficit nella produzione e azione
dell’insulina.
Nell’uomo esiste il diabete giovanile e il diabete senile che sono rispettivamente insulino-dipendente (tipo 1)
e non insulino dipendente (tipo 2).
Nel cane la forma più frequente è simile al tipo 1 dell’uomo ipo-insulinemia persistente quindi vi è
necessità di insulina esogena.
Istologicamente si ha una riduzione del numero e delle dimensioni delle isole di Langherans pancreatiche,
del numero delle beta-cellule, vacuolizzazioni e degenerazione delle stesse.
Le cause non sono ancora chiarite, si pensa a causa genetiche e ambientali.
In cani diabetici è stata osservata un’associazione con specifici aplotipi/genotipi del MHC di tipo 2. Questi
aplotipi sono simili tra le razze predisposte al diabete, suggerendo un’influenza genetica comune.
In particolare sono state identificare variazioni genetiche in:
Regioni VNTR sequenze di DNA ripetute che possono influenzare l’espressione genica
Polimorfismi nel gene dell’insulina canino
Azione dell’insulina
Cause di deficit della produzione di insulina
Perdita delle beta-cellule (idiopatica)
Congenita ipoplasia/atrofia delle beta cellule
Perdita delle beta cellule associate a pancreatite/infiammazione
Esaurimento funzionale delle beta cellule/glucosio tossicità-insulino resistenza
Insulino resistenza
Antagonismo all’azione insulinica da parte di altri ormoni e spesso esacerbato dalla presenza di
infezione o infiammazione
Diestro/gravidanza
Malattie endocrine concomitanti (cushing, ipotiroidismo, acromegalia)
Iatrogena
Intolleranza ai carboidrati associata a obesità
Infezioni/infiammazione
Malattie concomitanti: CKD, malattie cardiache
Iperlipidemia
Deficit di recettori insulinici
Tipi di diabete
Tipo IA immunomediato: infiltrazione linfocitica che causa insulite, presenza di autoanticorpi sierici
diretti a componenti pancreatici
Tipo IB deficienza idiopatica
Cause secondarie di DM
Malattie pancreatiche pancreatite
DM transitorio
Condizioni di insulino-resistenza: diestro, gravidanza, farmaci come glucocorticoidi
Infiammazione/infezione sistemica
Progesterone azione GH simile
Fenomeno della honeymoon nel cane diabetico
Si osserva un eccellente controllo glicemico con dosi molto basse di insulina esogena <0.2 UI/kg per
iniezione. Questo avviene grazie alla funzionalità residua delle cellule beta pancreatiche.
Tipicamente associato a DM di tipo I ma obesità e insulino resistenza (meccanismi del tipo 2) possono
essere presenti. nei cani però non è mai stata dimostrata una progressione da insulino-resistenza a diabete
vero e proprio.
Patogenesi diabete mellito
Deficit di insulina diminuito utilizzo di glucosio, aa, acidi grassi e aumento della glicogenolisi e
gluconeogenesi
Iperglicemia non vi è assorbimento intestinale di glucosio; metabolismo degli eritrociti, reni e
cervello
Soglia renale di assorbimento >190mg/dl fino a 220mg/dl dopodiché si ha glicosuria
Si osserva spesso PU/PD e un bilancio energetico negativo con conseguente polifagia.
Quando l’organismo è in uno stato di deficit energetico cronico si attivano meccanismi catabolici per
compensare la carenza di energia disponibile:
Metabolismo proteico
Diminuzione sintesi proteica
Aumento proteolisi
Aumento aa liberi usati per aumentare la gluconeogenesi iperglicemia
Si ha come conseguenza una perdita di massa magra dimagrimento
Metabolismo lipidico
Aumento mobilizzazione dei trigliceridi rilascio di acidi grassi liberi (NEFA) nel plasma
NEFA fegato beta-ossidazione acetil-co A
L’acetil co-A nel ciclo di krebs produce ATP. Se vi sono in eccesso si ha sviluppo di corpi chetonici
chetoacidosi.
Conseguenze metaboliche
Chetoacidosi diabetica (grave, emergenza!)
Iperlipidemia
Lipidosi epatica (spt gatti)
Il diabete mellito è segnalato in animali di età compresa tra 5 e 12 anni, vi è una predisposizione genetica in
alcune razze: australian terrier, standard Schnauzer, Fox terrier, Samoideo.
Anamnesi
Sintomi principali da indagare:
PU
PD
Polifagia
Perdita di peso
Altre condizioni spesso presenti:
Pancreatite
Chetosi
Lipidosi epatica
Cecità improvvisa: cataratta diabetica (l’iperglicemia non trattata danneggia i vasi sanguigni
retinici, contribuendo alla formazione di cataratta)
Vomito, letargia, anoressia, debolezza (DKA: chetoacidosi diabetica): è una condizione grave che
può svilupparsi quando il corpo, a causa della carenza di insulina, inizia a utilizzare i grassi come
fonte di energia, producendo corpi chetonici e dando acidosi
Esame clinico
I segni clinici possono variare a seconda della durata della malattie e della risposta del cane al trattamento.
Se il diabete è diagnosticato da tempo, potrebbero comparire complicanze. Vi possono essere poi patologie
concomitanti che possono influire sui segni clinici.
I cani diabetici spesso sono sovrappeso o obesi nonostante polifagia perché vi è una perdita di energia e
massa muscolare.
Vi possono essere segni neurologici: debolezza posteriori (neuropatia diabetica che causa danno ai nervi
periferici), atassia, atteggiamento plantigrado
Diagnosi
Principali segni:
Glicemia: superiore a 200mg/dl, importante la persistenza, un solo valore isolato elevato può essere
causato da stress (. Valore normale nel cane 80-120 mg/dl.
Se lieve (100-180mg/dl) si considera sintomatica ma senza glicosuria.
Glicosuria: glucosio nelle urine poiché il rene non riesce a riassorbire completamente il glc. Tipica
del giabete non controllato
PU/PD
Chetonuria/chetonemia: la chetonuria è la presenza di corpi chetonici nelle urine, segno che il corpo
sta usando i grassi come fonte di energia a causa della mancanza di insulina. La chetonemia è la
presenza di corpi chetonici nel sangue, un livello superiore a 3.8 mmol/l è indicativo di chetoacidosi
diabetica.
Fruttosamina: indicatore utile per valutare la glicemia media nel corso delle ultime 1-3 settimane.
Valori elevati suggeriscono un diabete non ben gestito.
Emoglobina glicata: HbA1c misura la quantità di glucosio legata all’emoglobina, dà un idea del
livello glicemico a lungo termine (2-3 mesi).
Cause di iperglicemia
Cause di glicosuria
Gestione di DM canino
Diagnosi
Valutazione ematobiochimico ed esame delle urine
Esame ultrasonografico
Sospensione farmaci ‘diabetogeni’
Terapia insulinica
Gestione terapeutica dei problemi concomitanti
Dieta pasti regolari correlati con insulina
Sterilizzazione
Esami collaterali
Terapia
Risoluzione sintomi clinici e normalizzazione peso corporeo
Buon controllo glicemico: 120-250mg/dl
Fruttosamine: 350-450 micromol/l
Emoglobina glicosilata
Controlli
Monitorare glicemia prima e dopo i pasti per valutare la risposta al trattamento.
Misurare la glicemia pre e post-prandiale ogni 2-3 ore durante la giornata curva glicemica. sensibilità
insulinica
Insulina
Inefficacia della terapia insulinica
Dieta
È importante che la dieta somministrata a un cane diabetico sia appetibile consumo regolare per evitare
fluttuazioni di glicemia.
L’insulina è un ormone anabolico per cui i diabetici trattati aumentano facilmente di peso l’obesità rende
il controllo glicemico più difficile, per diminuire il peso è consigliabile aumentare la fibra insolubile, usare
alimenti low fat ed evitare zuccheri semplici.
Suggeriti 3 pasti al giorno. Diabete mellito felino
Prevalenza 0.25-1%.
80% dei casi presenta diabete tipo 2 distruzione per neoplasia o pancreatite nel 20%.
Fattori a rischio sono: obesità, predisposizione di razza (es. siamese), infezioni o malattie croniche,
trattamenti con steroidi.
Ogni chilo in più di peso corporeo comporta una diminuzione del 30% della sensibilità all’insulina.
Anche in questo caso si verifica una insulino-resistenza: diminuzione della sensibilità all’insulina.
La sensibilità insulinica è la capacità di una dose di 1 unità di insulina (UI) di ridurre la concentrazione di
glucosio nel sangue. Nei gatti con DM c’è una riduzione della sensibilità insulinica di circa 6 volte rispetto
ai gatti sani maggiore produzione di glucosio da parte del fegato e diminuzione dell’utilizzo periferico del
glucosio.
La riduzione dell’escrezione insulinica è spesso in relazione anche a danni delle beta-cellule.
L’obesità comporta una infiammazione cronica con au