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H
proteina ma rimane legato a lungo alla catena stampo del DNA e questa molecola ibrida RNA – DNA
attira su di sé un complesso macchinario di ricombinazione genetica in cui l’attore principale è AID.
Citochine diverse influenzano in processo di CSR favorendo lo switch verso una determinata classe.
3. Gene conversion – si basa sul rimpiazzo di interi blocchi di sequenza delle regioni variabili con
segmenti che provengono dal locus VDJ o da altri pseudogeni
Sia l’ipermutazione somatica che il class switch recombination necessitano per avvenire di linfociti T , che
FH
sono le uniche T ad avere accesso ai follicoli B dei linfonodi avendo upregolato CXCR5. Questo processo
semplicemente diversifica il repertorio anticorpale: invece di ottenere cellule figlie che hanno tutte lo
stesso identico recettore, avremo cellule figlie con un BCR leggermente differente. Saranno quelli con
maggiore affinità a legare l’antigene e a ricevere segnali di sopravvivenza le uniche a sopravvivere, le altre
vanno in apoptosi.
I linfociti B originano nel midollo osseo, luogo in cui avviene anche la maturazione senza la presenza
dell’antigene. Quelli che riconosceranno gli antigeni presenti nel midollo osseo o gli antigeni di membrana
verranno deleti. Questa selezione è meno stringente di quella negativa timica e avviene solo per i linfociti B
auto reattivi. I linfociti B migrano agli organi linfoidi secondari dove completano il processo di maturazione
montando in membrana IgD. Nel momento in cui andranno a coesprimere anche IgM allora verranno
definiti maturi. Si attua quindi la migrazione nel sangue e tra gli organi linfoidi secondari.
Durante la maturazione le cellule assumono una serie di ruoli fondamentali per lo sviluppo del linfocita B:
- Le cellule progenitrici esprimono FLT3 che riconosce FLT3L (fattore di crescita a cui sono sensibili
anche le DC)
- Le cellule stromali secernono chemochina CXCL12 o SDF1 che riconoscono CXCR4 che trattiene i
linfociti dentro il bone marrow
- Durante la common lymphoid progenitor è cruciale la produzione di IL7
- Altre componenti importanti sono date dai complessi VCAM1 – VLA4 e SCF – KIT
- I segnali delle cellule stromali permettono di abbandonare il midollo osseo e migrare in periferia
L’assemblamento del pre – BCR, permette di trasmettere il segnale di sopravvivenza, il quale per essere
trasdotto usa la BTK, una chinasi importante per la malattia clinica delle Bruton x – linked
agammaglobulinemia, la quale non permette appunto la trasduzione di suddetto segnale; questo segnale
va a upregolare la produzione di IL7R che recepisce IL7.
La cellula prende il nome di Small PreB quando torna in uno stato quiescente riducendo le proprie
dimensioni e upregolando RAG1 e RAG2. Se la catena leggera si appaia a quella pesante allora la cellula
continua nel suo sviluppo, se questo non avvenisse allora si prova a far ricombinare con l’altro allele. Se
nemmeno l’altro allele è idoneo, viene utilizzata l’altro tipo di catena leggera e anche qui si avranno di
conseguenza 2 possibilità.
Quando si è riusciti a montare il BCR allora questo viene espresso in membrana sotto forma di IgM e si
inizierà la migrazione dal midollo al sangue.
Le cellule B mature presentano bassi livelli di IgM e alti di IgD, al contrario delle immature. La maturazione
può anche avvenire nella milza.
La selezione negativa è l’unico tipo di selezione che avviene nel processo di maturazione dei linfociti B, che
può dare origine a diversi tipi di cellule B:
1. Linfocita idoneo: la selezione va a buon fine e si ha un BCR non reattivo con gli antigeni del midollo
2. Linfocita non idoneo: il BCR riconosce un antigene multivalente presente nel midollo osseo, ma
può provare a riarrangiare l’altra catena nel processo di receptor editing.
3. Anergic B cell: il linfocita riconosce un antigene singolo solubile che non essendo multimerico non
dà un forte legame e quindi non genera un segnale di eliminazione ma uno di anergia. Si tratta
quindi di una cellula spesso presente in periferia che si mantiene quiescente a causa del
programma genetico attivato.
4. Clonally ignorant B cell: linfociti potenzialmente auto reattivi in quanto posseggono un alto
potenziale auto reattivo.
I linfociti B di cui abbiamo discusso finora sono i linfociti B2 o linfociti B follicolari, ovvero quelli che
incontrano l’antigene all’interno del linfonodo e per la maggior parte si sviluppano all’interno del centro
germinativo. Questi rappresentano più del 95% dei linfociti B. le altre 2 categorie di linfociti sono le B1 che
si formano nell’embrione prima dei B2, si trovano nelle cavità sierose, e i linfociti B della zona marginale
della milza, chiamati marginal zone B cells. Questi ultimi si trovano appunto nella milza, presentano un
repertorio di BCR molto più ristretto dei B2, sono spesso reattivi contro gli antigeni self, esprimono solo IgM
con il marcatore CD5 e non sono in grado di fare class switch. Non hanno necessità di usare CD4 per
differenziare e si pensa possano avere un ruolo nella fase precoce di alcune infezioni batteriche.
Fino al 30% dei linfociti B circolanti esprime CD5.
L’attivazione dei linfociti B comporta la differenziazione di alcuni linfociti B in plasmacellule che producono
molti anticorpi con svariate funzioni difensive, tra cui:
- Meccanismo di neutralizzazione: gli anticorpi agiscono legandosi al patogeno e impedendo che
questo riconosce il recettore
- Meccanismo di opsonizzazione: gli anticorpi vengono riconosciuti da Fc receptor presente sui
fagociti i quali sono indotti a fagocitare sia anticorpo che il batterio a cui è legato
- Meccanismo ADCC: riguarda i linfociti atipici chiamati Natural Killer che usano come apparato
effettore lo stesso dei linfociti T citotossici ma non presentano il TCR, bensì il Fc receptor
- Attivazione del complemento: le IgM circolano sotto forma di pentameri planari ma quando
riconoscono l’antigene si appiattiscono modificando la conformazione della regione costante della
IgM. Per l’IgG avviene un fenomeno analogo solo quando 2 IgG sono molto vicine.
Gli immunocomplessi sono pericolosi perché possono depositarsi nei glomeruli, nella cute o in altre regioni
dando problemi come l’attivazione del complemento. Quando ci sono anticorpi in circolo questi possono
portare alla deposizione di molecole del complemento come C3b.
Gli eritrociti presentano CR1, che lega C3b.
Ci sono 2 modalità di attivazione dei linfociti B:
1. Attivazione timo dipendente: richiede linfociti CD4 che aiuta il linfocita B grazie all’interazione
CD40 – CD40L. questa modalità avviene più raramente, ed è indotta da 2 classi di antigeni: la prima
formata da attivatori policlonali come LPS che lega TR4 sulla membrana dei linfociti portando alla
produzione di IgM, e dagli antigeni multivalenti che se vengono visti in periferia sono in grado di
crosslinkare il BCR e attivare il linfocita B in modo da poter produrre Ig senza l’aiuto del T helper.
2. Cooperazione tra linfociti B e T helper: una volta riconosciuto l’antigene con BCR, B si attiva sotto il
controllo delle cellule T. le cellule B hanno la capacità di processare e presentare antigeni nel
contesto di MHC2, ma non tutti gli antigeni, solo quelli riconosciuti dal proprio BCR. In questo modo
ogni cellula B è in grado di presentare MHC2 unici. L’antigene viene internalizzato dopo il legame
con BCR e viene processato tramite via esogena in modo simile a quanto avviene per le DC. Una
cellula B richiede dosi di concentrazione 10k volte inferiori. Il contatto BCR – CD4 si svolge dentro il
follicolo, grazie a CXCR5 che riconosce CXCL13. Questi linfociti T vengono chiamati helper follicolari
che hanno questa caratteristica grazie al fattore trascrizionale Bcl6. Avvenuto il contatto si
producono IL4 e IL21.
Il centro germinativo è una struttura micro anatomica che si colloca nel follicolo B e si forma solo in risosta
a immunizzazioni dovute a esposizioni antigeniche. I primi patologi avevano distinto 2 zone all’interno del
centro germinativo, una scura e una chiara. Nella scura avviene la proliferazione dei linfociti B e la
ipermutazione somatica. I linfociti B dopo aver proliferato e mutato il recettore nell’area scura, migrano
nell’area chiara dove vengono selezionati per l’antigene. Quelle che sono selezionate rientrano nella zona
scura, proliferano e mutano ulteriormente il loro BCR per migrare nuovamente nella zona chiara. Quello
che gli permette di migrare sono programmi genetici che vengono attivati e inducono l’espressione o no di
un recettore chemochimico che si chiama CXCR4.
Nella zona chiara ci sono altre cellule importanti come le FDC, TFH e una popolazione di macrofagi
chiamata tingible body macrophages che fanno fuori tutte le cellule apoptotiche.
Sono state scoperte delle cellule che presentano delle caratteristiche sia dell’immunità innata che di quella
adattativa. Sono una popolazione eterogenea composta da linfociti innati e cellule linfoidi innate; la
differenza tra queste due famiglie sta nel fatto che le linfoidi innate o ILC non hanno alcun tipo di TCR,
mentre il linfociti innati hanno TCR invarianti o semi invarianti. Il loro tipo di TCR è γδ oppure αβ semi
invarianti.
Cellule linfoidi innate ILC si sviluppano nel midollo osseo. Il precursore esprime il fattore trascrizionale Id2
e si differenzia in 3 tipi: se sono presenti sia IL15 che IL7 allora si parla di ILC1, mentre se lo stimolo è dato
solo da IL7 allora si può avere un differenziamento tra ILC2 e ILC3.
- ILC1: esprime tBet, produce IFNγ sotto stimolo di IL12 e IL18. Svolge funzioni di difesa
principalmente contro virus e batteri intracellulari. Se iperattivata dà vita a malattie infiammatorie
intestinali come il morbo di Crohn
- ILC2: esprime GATA3, produce IL5 e IL13 ed è coinvolto nella risposta allergica o parassitaria
- ILC3: esprime RORγ, produce IL17 e IL22 e serve a mantenere l’omeostasi epiteliale, andando a
produrre CXCL13, reclutando linfociti B, in modo da differenziare le cellule mesenchimali in cellule
stromali dando il via alla formazione follicolare, producendo CXCL19 e CXCL21 che recluteranno i
linfociti T. se iperattivata dà malattie polmonari o psoriasi.
Le cellule natural killer NK si trovano nel sangue e negli organi linfoidi, e sono molto abbondanti che nel
fegato e nell’utero gravido. Sono in grado di secernere perforine e granzimi. Derivano da un precursore
linfoide Id2 positivo, che si differenzia in precursore pro NK grazie ai segnali derivati da IL15 e FLT3L. IL15 ha
un ruolo nell’omeostasi e nella sopravvivenza delle NK anche durante le fasi successive della maturazione.
La maturazione e la selezione delle NK avviene grazie a un equilibrio di due classi di recettori: gli inibitori e
gli attivatori.
I recettori inibitori sono quello che