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MONOSSIDO DI CARBONIO (CO) RECETTORI
1. RECETTORI IONOTROPICI -> sono solitamente proteine multimeriche (costituite da diverse subunità proteiche). Ogni subunità attraversa la membrana plasmatica e contribuisce alla formazione del poro del canale ionico. Quando il neurotrasmetttitore si lega al sito recettoriale, il canale ionico si apre e viene innescata una risposta.
2. RECETTORI METABOTROPICI -> non hanno un canale ionico come parte del recettore. Consistono in una singola molecola proteica con sette domini.
LA CORTECCIA CEREBRALE
La corteccia cerebrale è costituita dagli emisferi cerebrali, responsabili di funzioni superiori come il movimento pianificato e finalizzato. Anatomicamente la corteccia ha un’organizzazione complessa e irregolare. La superficie è molto irregolare per la presenza di:
Solchi: sono delle fissure e Giri: regioni convesse delimitate dalle fissure.
La spiegazione di questa complessità è che si sia sviluppata per
mantenere in un volume ridotto un numero elevato di neuroni. La corteccia è suddivisa in quattro lobi: frontale, parietale, temporale, occipitale.
LOBO FRONTALE
I lobi frontali sono i più grandi tra i lobi cerebrali e sono fondamentali per la pianificazione e l'esecuzione dei comportamenti acquisiti e intenzionali; sono anche la sede di molte funzioni inibitorie. Nei lobi frontali vi sono numerose aree funzionalmente distinte:
- La corteccia motoria primaria, che controlla tutte le parti mobili sul lato controlaterale del corpo. Così, danni alla corteccia motoria di un emisfero provocano debolezza o paralisi prevalentemente sul lato controlaterale del corpo.
- La corteccia frontale posteroinferiore sinistra (area di Broca) controlla la funzione espressiva del linguaggio. Lesioni in quest'area causano afasia (produzione alterata di parole).
- La corteccia frontale orbitale contribuisce a modulare i comportamenti sociali.
- La corteccia frontale mediale è importante
Per l'arousal e la motivazione. La corteccia frontale dorsolaterale elabora le informazioni acquisite più recentemente -> memoria di lavoro.
LOBO PARIETALE
Il lobo parietale è la sede della percezione e dell'elaborazione degli impulsi somatosensoriali. La corteccia somatosensitiva primaria integra gli stimoli somestesici per il riconoscimento e il richiamo della forma, della superficie edel peso. La corteccia somatosensitiva primaria di un lato riceve tutti gli input somatosensoriali dal lato controlaterale del corpo. Lesioni del lobo parietale anteriore possono causare difficoltà nel riconoscimento degli oggetti mediante il tatto (astereognosia).
I lobi frontale e parietale dello stesso emisfero sono separati da un solco chiamato scissura di Rolando che divide due aree precise: la corteccia motoria primaria, nel lobo frontale, che controlla l'attività dei muscoli; la corteccia somatoestesica primaria, nel lobo parietale, che raccoglie le
informazioni tattili e pressorie. LA CORTECCIA SOMATOSENSORIALE La corteccia somatosensoriale primaria riceve impulsi dai recettori tattili e pressori dai propriocettori dei muscoli e articolazioni, e dai recettori termici e dolorifici. L'homunculus sensitivo rappresenta la corteccia somatosensoriale, coinvolta nella sensibilità tattile, della temperatura e del dolore. Le informazioni sensoriali, dopo essere passate per il talamo, arrivano in questa area per essere elaborate e permetterci di percepire il mondo e le sensazioni corporee. Zone maggiormente sensibili come la bocca, caratterizzate da un maggior numero di recettori, sono rappresentate più grandi nel disegno. LOBO OCCIPITALE I lobi occipitali contengono: corteccia visiva primaria e aree di associazione visiva. LOBO TEMPORALE I lobi temporali sono necessari per la percezione uditiva, per la comprensione del linguaggio, per la memoria visiva, dichiarativa (fattuale) e per l'affettività. In questo loboÈ presente l'area di Wernicke, essenziale per la comprensione del linguaggio.
LE AREE ASSOCIATIVE
Tre tipi di aree funzionali:
Aree motorie -> La corteccia motoria primaria genera i movimenti volontari del corpo; le aree motorie associative contribuiscono alla pianificazione e all'esecuzione delle attività motorie complesse.
Aree sensoriali -> Le aree sensitive primarie ricevono gli stimoli somestesici, uditivi, visivi e gustativi dal talamo, che riceve stimoli da organi sensoriali specializzati e recettori periferici. Le vie olfattive bypassano il talamo e si dirigono direttamente alle aree specializzate della corteccia. Gli stimoli sensoriali vengono ulteriormente processati nelle aree associative correlate a una o più modalità sensoriali.
Aree associative -> Le aree associative rappresentano la regione della corteccia dove avviene il processo di integrazione responsabile delle funzioni superiori. Si possono distinguere due tipi fondamentali di
aree associative:
- Aree associative unimodali: elaborano una modalità e vengono suddivise in vari sottotipi (aree associative di primo, secondo, terzo ordine).
- Aree multimodali: sono aree nelle quali convergono più modalità provenienti dalle aree unimodali e sono la regione associativa posteriore, la frontale e la limbica.
L'USO DELLA REALTÀ VIRTUALE NEL PAZIENTE NEUROLOGICO
Recenti studi hanno dimostrato l'efficacia della Realtà Virtuale (VR) come strumento utile per lavalutazione e la riabilitazione di pazienti neurologici.
La Realtà Virtuale (VR) consiste in una simulazione multisensoriale e interattiva di scenari che interessano la vita reale con l'ausilio di un computer. Le situazioni ricreate sono generalmente tridimensionali e riproducono oggetti ed eventi reali.
Da un punto di vista tecnologico è possibile individuare tre tipi di realtà virtuale:
- Rv - Non Immersiva -> produce nell'utente il
Rv - Semi- immersiva -> sostituisce il casco con un monitor standard/ parete interattiva o una serie di monitor (Cave) che permette grazie a speciali occhiali, una visione tridimensionale al paziente, che avrà l’impressione di vedere il mondo attraverso una finestra o un muro.
Rv - Immersiva -> in grado di produrre un senso di assorbimento e «immersione» sensoriale nell’ambiente tridimensionale creato dal computer. Tale sensazione si determina attraverso un dispositivo di visualizzazione, di norma un casco; uno o più sensori di posizione (tracker).
Interagire con un ambiente virtuale offre i seguenti vantaggi: Simulazione scenari ecologici di vita, Riconoscere obiettivo e performance, Maggiore conoscenza e consapevolezza, Incremento Motivazione ed Interesse.
ll feedback aumentato che si ottiene attraverso esercizi effettuatiin ambiente virtuale, consente di sviluppare la "Consapevolezza dei risultati" dei movimenti effettuati e la "Consapevolezza della qualità" dei movimenti stessi con ripercussioni positive a livello cognitivo e motorio. L'esperienza interattiva virtuale incrementa l'autoefficacia del soggetto, facendo sperimentare un ruolo attivo in ambienti simili al reale. La VR rappresenta un promettente approccio nella neuro-riabilitazione nella Sclerosi multipla, può essere usata per potenziare gli effetti delle terapie convenzionali. Nel caso del Parkinson, i pochi studi pubblicati sulla VR mostrano un ruolo potenziale di questo strumento di riabilitazione nel PD. La VR può essere un valido strumento per potenziare la riabilitazione cognitiva e motoria dei pazienti post-ictus. LA NEUROPLASTICITÀ La neuroplasticità è la capacità del nostro cervello di modificarsi grazie alle interazioni con l'ambiente esterno. Anche il
Il cervello adulto ha la capacità di creare nuovi neuroni, di riprogrammare le proprie reti neurali e di superare danni derivanti da traumi o malattie.
Il SNC riceve stimoli che possono indurre cambiamenti nei processi di neuroplasticità con possibile ri-acquisizione della funzionalità motoria e cognitiva (Riabilitazione con metodi tradizionali o innovativi).
Il SN a seguito di dinamiche vascolari, infiammazioni o patologici può andare incontro a invecchiamento -> La stimolazione ambientale può stimolare il cervello favorendo la neuroplasticità.
La neuroplasticità è l'abilità del cervello di imparare e adattarsi all'ambiente attraverso la creazione di nuove connessioni. Avviene lungo tutto l'arco della vita.
Legge di Hebb -> neuroni che scaricano insieme si cablano insieme, si coordinano. Qualsiasi coppia di cellule o sistema di cellule che sono ripetutamente attive allo stesso momento tendono a diventare associate.
Così che l'attività di una, facilita l'attività dell'altra.
GLI EFFETTI DELLO SPORT SULLE FUNZIONI COGNITIVE
L'attività fisica produce effetti immediati e a lungo termine sulla persona, benefici sullo stato mentale e sullo stato corporeo.
Effetti sulla condizione psicologica:
- Diminuzione dei livelli tensori;
- Aumento dell'autostima;
- Aumento della self efficacy;
- Incremento di relazioni positive;
- Miglioramento dello schema corporeo.
Effetti sulla condizione cognitiva:
- Mantenimento delle funzioni esecutive;
- Funzione neuroprotettiva, attraverso alcune modificazioni -> Aumento del flusso sanguigno cerebrale con conseguente aumento della vascolarizzazione (sia come aumento del numero di capillari che come aumento del numero delle connessioni tra sinapsi neuronali);
- Aumento della capacità dei neurotrasmettitori (serotonina, noradrenalina e dopamina), con effetti sul funzionamento cognitivo ed in particolare sulla memoria di lavoro;
Cambiamenti nelle funzioni elettriche nella corteccia cerebrale con modificazioni nelle funzioni cognitive;
Diminuzione dell'atrofia cerebrale;
Incremento della neurogenesi (mediante influenze sulle proteine che stimolano la crescita neuronale, in particolare il fattore neurotrofico dell'ippocampo).
Con il termine NEUROPLASTICITÀ ci si riferisce al cambiamento che si verifica nel cervello come conseguenza di un'esperienza. Questo cambiamento implica il trasferimento di determinate funzioni ad aree cerebrali diverse da quelle originariamente ad esse deputate.
In passato i ricercatori pensavano che le diverse aree del cervello umano fossero predefinite e immutabili e che la produzione di neuroni cessasse dopo l'età dello sviluppo, ad eccezione delle strutture dedicate alla memoria, le quali continuano a produrre neuroni anche da adulti. Questa convinzione faceva del cervello un organismo che, una volta raggiunto il suo pieno sviluppo, diveniva statico.
aumento della consapevolezza dell'importanza della cura del proprio corpo e della salute. Negli ultimi decenni, il concetto di benessere è diventato sempre più centrale nella società, portando alla nascita di nuove discipline come la medicina integrativa e la medicina olistica. La medicina integrativa si basa sull'idea che la salute sia un equilibrio tra corpo, mente e spirito. Questo approccio considera l'individuo nella sua totalità e cerca di integrare le terapie tradizionali con quelle alternative, come l'omeopatia, l'agopuntura e la medicina naturale. La medicina olistica, invece, si concentra sull'individuo nel suo insieme, considerando non solo i sintomi fisici, ma anche quelli emotivi, mentali e spirituali. Questo approccio mira a trattare la causa profonda del disturbo anziché solo i sintomi superficiali. Entrambe queste discipline si basano sulla convinzione che il corpo abbia una capacità innata di guarigione e che sia possibile stimolarla attraverso una serie di pratiche, come la dieta, l'esercizio fisico, la meditazione e la terapia del suono. In conclusione, la medicina integrativa e la medicina olistica rappresentano un nuovo modo di concepire la salute e il benessere, mettendo al centro l'individuo e la sua capacità di autoguarigione. Queste discipline offrono un approccio più completo e globale alla cura del corpo e della mente, promuovendo uno stile di vita sano e equilibrato.