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Altri antibiotici che agiscono sulle vie metaboliche del batterio

Sulfonamidi

L'acido para amminobenzoico (PABA) è utilizzato dal batterio per produrre acido folico, che poi viene usato per la sintesi delle purine e delle pirimidine. La sulfanilamide ha una struttura simile a quella del PABA e quindi inibisce la crescita batterica. Questo antibiotico non è tossico per l'uomo in quanto non abbiamo una via biosintetica dell'acido folico e in realtà è un antimicrobico perché viene sintetizzato ed è usato come chemioterapico.

Antivirali e antimicotici

Trovare molecole attive contro i virus o contro i funghi è più difficile in quanto non hanno caratteristiche specifiche per cui si può sintetizzare una molecola che ne inibisce la sintesi.

Antivirali

In particolare i virus utilizzano le strutture dell'ospite, come la polimerasi e quindi non è possibile usare un antivirale che agisce inibendo la polimerasi.

Perché bloccherebbe la duplicazione del DNA in tutte le cellule. Si agisce quindi sulle fasi di infezione:

  • Adosrbimento: fase in cui il virus si lega al recettore sulla cellula ospite
  • Disassemblaggio
  • Assemblaggio
  • Replicazione Antimicotici

Per i funghi è difficile trovare molecole attive antimicotiche in quanto le cellule fungine sono eucariotiche e quindi molto simili alle nostre cellule. Ma le cellule fungine hanno una parete cellulare che contiene sostanze specifiche, di cui si inibisce la sintesi con gli antimicotici.

La ricerca di nuove molecole porta spesso alla formazione di antibiotici non utilizzabili perché troppo tossici per l'uomo. Ma queste molecole possono essere usate per esempio come antitumorali (vincrastina, vinblastina, taxolo).

Resistenza agli antibiotici

Esistono due tipi di resistenza:

  • Resistente all'antibiotico Intrinseca: il batterio è indipendentemente dalla sua presenza. Questo è il caso dei batteri

Gram negativi, resistenti alla vancomicina per la presenza della membrana esterna. In questo caso quindi la cellula non ha il target dell'antibiotico, l'antibiotico potrebbe non riconoscere bene il target, efflusso (l'antibiotico viene buttato fuori dalle pompe a bassa permeabilità ed efflusso). Le pompe ad efflusso possono essere specifiche o polispecifiche. Nel primo caso sono in grado di trasportare solo un tipo di antibiotico e nel secondo caso più antibiotici.

Estrinseca o acquisita: questa si sviluppa nella popolazione a partire da un certo momento. Si sviluppa quindi una mutazione per cui il batterio diventa resistente all'antibiotico e l'antibiotico mette in evidenza la resistenza.

Un esempio di resistenza acquisita è quella dei batteri resistenti ai beta lattamici grazie alla presenza dell'enzima beta lattamasi. La beta lattamasi infatti idrolizza l'anello beta lattamico. Particolare è l'acido clavulanico.

Questo ha una struttura molto simile alla penicillina ma non è un buon beta lattamico. L'acido clavulanico viene riconosciuto dalla beta lattamasi perché mima la stessa struttura del beta lattamico e quindi l'enzima batterico non attacca l'antibiotico. Quindi un farmaco che presenta sia il beta lattamico, sia l'acido clavulanico diventa resistente anche ai batteri resistenti.

Meccanismi di antibiotico resistenza:

  • Riduzione della permeabilità all'antibiotico
  • Inattivazione dell'antibiotico (beta lattamasi)
  • Modifica del bersaglio molecolare dell'antibiotico
  • Efflusso
  • Sviluppo di vie metaboliche alternative

Fattori che premettono la diffusione della resistenza:

  • Prescrizione non eseguita correttamente
  • Uso di antibiotici per il trattamento di infezioni virali
  • Uso di antibiotici negli alimenti e negli allevamenti intensivi
  • Diffusione di microbi resistenti negli ospedali
  • Uso di

antibiotici ad ampio spettro 4714 ott 2022

Potenziali alternative o adiuvanti degli antibiotici

Adiuvanti

  • Permeabilizzante: molecola che destabilizza la membrana esterna e la rende più permeabile al passaggio degli antibiotici. Questo tipo di adiuvante può essere utile nel caso di resistenze intrinseche, come nel caso della vancomicina e dei batteri Gram negativi. Anche gli oli essenziali hanno capacità permeabilizzante, ma si prestano poco all'utilizzo terapeutico in quanto contengono molecole caustiche.
  • Inibitori delle pompe a efflusso
  • Inibitori della lattamasi (acido clavulanico)

Alternative

Farmaci di antivirulenza

Questo tipo di farmaci limitano la diffusione dell'antibiotico resistenza in quanto non sono diretti all'uccisione dell'organismo ma ne bloccano il potenziale patogenetico e quindi vanno ad inibire quei tools che il batterio utilizza per infettare.

La resistenza a un antibiotico è già presente nelle

popolazioni naturali oppure può essere acquisita per mutazione o trasferimento genico. La presenza degli antibiotici impone una forte pressione selettiva che seleziona gli isolati, cioè tutti quelli che resistono, che possono così moltiplicarsi liberamente. Tutte le generazioni successive saranno resistenti all'antibiotico.

I farmaci di antivirulenza non possono sviluppare antibiotico resistenza perché i batteri resistenti non vengono uccisi, né eliminati. Per cui non si selezionano i resistenti ma si disarmano.

Il limite di questa terapia è che per sviluppare i farmaci bisogna conoscere bene la biologia di quell'organismo; comunque spesso vengono utilizzati in aggiunta all'antibiotico e servono per bloccare il quorum sensing della cellula.

Quorum sensing: è il sistema di comunicazione della cellula e funziona in modo semplice. Una cellula produce dei segnali che regolano altre cellule.

Fagoterapia

Consiste nell'utilizzo dei batteriofagi,

Virus dei batteri, per uccidere i batteri, ma questa ha grossi limiti. Quando sono stati scoperti i batteriofagi, si è subito pensato che potessero essere usati come agente terapeutico. Per la prima volta vennero usati su quattro bambini affetti da dissenteria e si racconta che i bambini erano guariti. Dopo vennero usati su lacerazioni superficiali e per la prima volta c'è un documento scritto che attesta il funzionamento della fagoterapia.

Inizialmente venivano assunti per via orale, poi anche per via rettale, aerosol e endovena.

Con l'avvento degli antibiotici lo studio sui batteriofagi viene quasi completamente abbandonato, tranne qualche eccezione (Cuba, Polonia...)

Limiti:

  • non sono raccomandati per uso sistemico (intramuscolo, endovena)
  • inefficaci contro i patogeni batterici intracellulari
  • il trattamento è limitato da range
  • batteriofagi lisogenici, quindi il fago sta dentro alla cellula
  • selezione di ceppi BIM
(bacteriophage insensitive mutant): i batteri diventano dell'antibioticoresistenti ai fagi, con lo stesso meccanismo di resistenza. Per contrastare gli ultimi due punti si possono utilizzare cocktail di fagi, ovvero una miscela di più batteriofagi che utilizzano lo stesso ospite. I cocktail si fanno anche con gli antibiotici e servono per curare rapidamente un'infezione. La resistenza ai batteriofagi avviene tramite mutazione del gene che codifica il recettore:
  • proteine che mascherano il recettore
  • mascheramento dovuto a ingombro sterico
  • ostruzione da LPS
  • modifica di LPS
A seguito però di una coevoluzione, se il batterio sviluppa resistenza, il fago si adatta e può per esempio avere enzimi che degradano le proteine di mascheramento e riescono quindi comunque ad arrivare al target. Repurposed drug Si prendono tutti i farmaci disponibili, non necessariamente antibiotici, e si verifica se hanno attività antibiotica. Per questi farmaci siè già dimostrato che non sono tossici. Inoltre il brevetto dei farmaci è un brevetto d'uso quindi se si scopre che un determinato farmaco ha potere antibiotico, si fa un nuovo brevetto per uso antibiotico. Un esempio è l'aspirina, inizialmente brevettata come antinfiammatorio. Dopo si è scoperto avere un effetto anticoagulante e si è fatto un nuovo brevetto. Biofilm e antibiotici I biofilm sono difficili da eradicare in quanto gli antibiotici non riescono a penetrare in profondità e comunque arriverebbe con una concentrazione molto bassa, non sufficiente ad uccidere i batteri. Inoltre quei batteri spesso sono anche dormienti e quindi metabolicamente inattivi. Questo va a creare i ceppi persistenti. Nel caso dei biofilm non si dice MIC, ma MBEC (minimal biofilm eradication concentration). Esportazione e secrezione delle proteine Come già osservato, le membrane batteriche rappresentano una barriera atta a bloccaretotalmente il flusso di macromolecole dall'interno all'esterno della cellula, e viceversa. Tuttavia, tali membrane sono anche sede di numerosi processi metabolici svolti da proteine sintetizzate nel citoplasma le quali devono essere trasportate ed inserite nelle membrane o nel periplasma. Inoltre, molte altre strutture come capsule, pili e flagelli, ma anche proteine al pari di tossine, sono situate o secrete all'esterno della parete cellulare. Per rispondere a queste esigenze, i batteri hanno evoluto svariati sistemi per il trasferimento di proteine e composti dal loro sito di sintesi, ovvero il citoplasma, all'interno o attraverso la membrana. Si calcola che i 2/3 delle proteine sintetizzate da un microrganismo unicellulare vengono secrete o esportate. Per esportazione si fa riferimento al trasferimento di una proteina da un compartimento cellulare ad un altro, e quindi nella maggior parte dei casi dal citoplasma allo spazio periplasmatico. Con il terminesecrezione si fa invece riferimento al trasporto di una proteina all'esterno della cellula. Nei batteri Gram positivi i due termini si equivalgono. C'è poi un altro tipo di trasporto, che è la traslocazione, ovvero il trasferimento di una proteina da una cellula ad un'altra. Esportazione nei Gram negativi Nei Gram negativi sono stati individuati vari sistemi di esportazione delle proteine nello spazio periplasmatico: - sistema SecA/B - sistema SRP - sistema TAT Sistema SecA/B Questo sistema è un sistema generale che sfrutta la presenza di un segnale amminoacidico all'ammino-terminale della proteina. Questo segnale, dopo l'esportazione, viene riconosciuto da una proteina chiamata SecA, che si lega alla proteina da esportare e la guida attraverso il complesso proteico SecB. Una volta raggiunto l'esterno della cellula, la proteina viene rilasciata. Sistema SRP Il sistema SRP (Signal Recognition Particle) è coinvolto nell'esportazione di proteine di membrana. Questo sistema riconosce specifici segnali di ancoraggio presenti nella proteina da esportare e la guida verso il complesso proteico SRP. Una volta raggiunto il complesso SRP, la proteina viene trasferita al complesso di traslocazione della membrana, dove viene inserita nella membrana stessa. Sistema TAT Il sistema TAT (Twin-Arginine Translocation) è coinvolto nell'esportazione di proteine che contengono una sequenza di due residui di arginina. Questo sistema permette l'esportazione di proteine completamente ripiegate, mantenendo la loro struttura tridimensionale. La proteina da esportare viene riconosciuta da un complesso proteico chiamato TatBC, che la guida attraverso il complesso TatA. Una volta raggiunto l'esterno della cellula, la proteina viene rilasciata. Questi sono solo alcuni dei sistemi di esportazione delle proteine nei batteri Gram negativi. Ogni sistema ha caratteristiche specifiche e permette il trasporto di proteine diverse.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
140 pagine
SSD Scienze biologiche BIO/19 Microbiologia generale

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher Vale.swimmer di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Microbiologia e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Roma La Sapienza o del prof Prosseda Gianni.