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FERITE

Soluzione di continuo che tende a guarigione spontanea

PROTOCOLLO OPERATIVO:

  • Proprietario anamnesi e eventualmente si possono dare dei consigli per intervenire nell'immediato prima che il proprietario riesca a arrivare nella nostra struttura. Una volta arrivato in clinica, si valuta il paziente e eventualmente si procede alla sedazione
  • Sedazione (non sempre necessaria, dipende dall'indole del paziente e dal tipo di procedura)
  • Tricotomia ci consente di esporre meglio i margini perché potrebbe essere un tessuto potenzialmente necrotico che non permette di evidenziare correttamente i margini, soprattutto se ci sono ferite da morso. Si usa la tosatrice, non il rasoio che va troppo in profondità. Bisogna tener conto che la testiera della cicatrice si può scaldare se usata a lungo e può causare dolore all'animale se passata su una zona già infiammata. Le testine devono essere dedicate: quelle per il lavoro sporco

quelle per le chirurgie in cui bisogna ridurre al minimo le contaminazioni. Si possono usare delle creme che riducono l'azione lesiva della tosatrice perché comunque anche la tosatrice può avere una potenziale capacità lesiva.

❖ →Scrub se ci dovesse essere una ferita molto ampia e molto sporca si potrebbe come primo step mettere l'animale sotto l'acqua corrente perché la pressione del rubinetto ci permette di rimuovere molto sporco. Poi si deve valutare la vitalità dei tessuti, procedendo poi al debridment.

❖ →Debridbent asportazione di materiale necrotico. Quando c'è una ferita non chirurgica il corpo mette in atto dei meccanismi che cercano di arrestare il sanguinamento periferico, oltre a ciò, siccome c'è stato un trauma, localmente si avrà anche una soluzione di continuo che a sua volta è responsabile di una zona di necrosi. E inoltre, quasi sicuramente quella ferita è

anche contaminata. Quello che dobbiamo fare è ripristinare la circolazione, eseguire dei lavaggi e delle metodiche che consentano di ridurre la contaminazione. Se c'è molto sporco e la ferita è ampia si può come primo step usare l'acqua corrente e poi si utilizzano dei disinfettanti. Dopo di che si valuta la vitalità del tessuto e quanto profonda deve essere la nostra azione per ripristinare la vascolarizzazione del tessuto (si rimuove il tessuto necrotico finché non c'è sanguinamento). Si utilizzano dei bisturi oppure dei cucchiai di Volkmann che sono delle raspe che grattano via il tessuto.

Medicazione

Bendaggio

Materiali:

  • Tosatrice
  • Disinfettante (se la cute è integra si può usare la clorexidina al 4%, se la cute è discontinuata non perché è troppo aggressiva, vale anche per il betadine. Anche l'acqua ossigenata va usata con criterio perché ritarda la

cicatrizzazione).

Set chirurgico base (bisturi, forbici, porta aghi, pinze a mano)

Garze

Fili da sutura

Pomate (se necessarie, non sempre)

Kit bendaggi (non sempre) → puliti, meglio ancora se sterili

Quando dobbiamo GESTIRE UNA FERITA, il principio da seguire affinché guarisca è che questa sia vascolarizzata e in asepsi. Se il tessuto non sanguina, dobbiamo metterlo in condizione di farlo!

Bisogna valutare la possibilità di posizionare dei sistemi di drenaggio che hanno la funzione di evitare la raccolta di materiale sieroso. Quando la pelle si stacca dal sottocute, si forma liquido infiammatorio (sieroma) che può diventare ascesso che poi può anche diventare flemmone! → si nota una certa distanza tra i punti nella parte centrale. Colore giallognolo/violaceo questi colori ci danno la percezione della vitalità del tessuto (questo colore non è ottimale). Nella seconda e terza foto, la ferita si apre sempre di più.

questo perché probabilmente sotto ci sarà infezione/scarsa vascolarizzazione e quindi la ferita non riesce a cicatrizzare. In questi casi si può andare a riaprire tutto, ottenendo un aspetto molto più vitale, (il tessuto deve sanguinare!), si disinfetta con diversi sistemi possibili. Quando ci sono delle placche è sempre un po' più problematico perché i batteri si poggiano sulla placca creando un film dove non arrivano gli antibiotici e quindi è difficile andare a risolvere questa condizione; è importante l'azione meccanica che facciamo con i disinfettanti, dobbiamo insistere fino al sanguinamento per favorire la guarigione. Poi si chiude la ferita. Siccome il margine è necrotico, anche esso deve essere sottoposto a debridement ma questo comporta una riduzione del tessuto a disposizione per chiudere la ferita. Esistono delle tecniche di PLASTICA RICOSTRUTTIVA. La cosa più semplice da poter fare èintenzione− Chiusura secondaria perché c'è un'area di necrosi− Chiusura a lembo perché la ferita è troppo estesa− Chiusura con sutura a punti separati perché la ferita è irregolare− Chiusura con sutura continua perché la ferita è lineare− Chiusura con graffette perché la ferita è superficiale− Chiusura con cerotto perché la ferita è piccola e superficiale− Chiusura con colla chirurgica perché la ferita è superficiale e non è necessaria una sutura− Chiusura con bendaggio compressivo perché la ferita è sanguinante− Chiusura con sutura intradermica perché la ferita è superficiale e non è necessaria una sutura esterna.primaria secondaria grande tensione− Chiusura secondaria  La groppa è una zona in tensione− Chiusura per seconda intenzione quindi non si riesce a farla guarire perprima ma si può cercare di farla guarireper seconda o di optare per unachirurgia plastica. In genere, si lasciaguarire per seconda. Quando la ferita si è ridotta, si può intervenire anche con lasutura (non obbligatorio) una ferita di questo  in situazioni come questetipo è molto più estesa bisogna andare in profondità perdella precedente ma si verificare se c'è ancora del tessutotrova in un distretto molto vitale. Si può optare per dellepiù elastico quindi si può chiusure parziali sfruttando unaintervenire chiudendo guarigione per secondalaferÈ importante essere in grado di distinguere tra la colorazione di un tessuto vitale ela colorazione di un tessuto non vitale. Quando il tessuto non è vitale, bisognafare il curetage finché non si ha un tessuto vitale (rosso vivo!) Ci possono essere dei casi in cui ci sono SEVERE ESPOSIZIONI. In questi casi si interviene facendo una medicazione dell'area, rimuovendo le zone di necrosi, se ci sono, fino ad avere un tessuto rosso con buona vascolarizzazione. TIE OVER.

Esiste una procedura: il Consiste nel fare dei punti che creano delle asole e nel coprire la ferita con delle garze che saranno asciutte nella parte superficiale; poi si usano dei lacci fatti passare nelle asole che bloccano le garze. Molto funzionale. Richiede 1,5-2 mesi. Va fatta diverse volte al giorno (richiede almeno 10 min). Consente di gestire ferite molto ampie.

MEDICAZIONE

Va effettuata giornalmente. Bisogna tenere in considerazione l'indole del soggetto e quanto dolore prova durante la medicazione.

Bisogna mantenere umida la ferita, si usano garze imbibite con soluzioni fisiologiche o con del disinfettante. Poi si può pensare di mettere una pomata. Ma soprattutto la

ferita va coperta! È importante fare il monitoraggio ogni 48h al massimo. Si utilizzano:
  • Garze imbibite con prodotti o esistono delle garze medicate (connettivina)
  • Eventualmente anche pomate
  • Cotone
  • Vetrap (terribilmente elastico - dopo 48h ci possono essere dei problemi di vascolarizzazione. Consiglia di aprirli prima di usarli e di riarrotolarli per allentarli un po' e poi usarli)
Prima si copre con la cotonina e poi si mette vetrap. Bisogna preparare prima questi materiali! Non bisogna avere perdite di tempo mentre si lavora. Bisogna comunque tenere a mente che sono fasciature protettive, non bisogna stingere troppo! Quanto bisogna stingere si impara con l'esperienza. L'importante è sapere che la fasciatura va rimossa e, nel momento in cui viene rimossa, bisogna trovare una situazione che non deve essere peggiore di quella che si aveva prima della fasciatura. Il bendaggio non deve essere neanche troppo lento perché se scende, strozza equindi rappresenta comunque un problema per la circolazione. Esistono delle reti che permettono di fasciare delle zone piuttosto estese come il torace (intorno al collo e altorace si consumerebbe troppo vetrap e si rischia di stringere troppo). FOTOCHIRURGIA RICOSTRUTTIVA Quando? - Quando si ha una ferita troppo estesa - Quando non si può far guarire la ferita per prima Queste metodiche hanno la funzione di far guarire la pelle il prima possibile (sia per ridurre il rischio di infezioni, sia per un discorso estetico che interessa al proprietario). La cute è costituita da una zona superficiale, man mano che si scende c'è il sottopelle, il derma e poi ci sono i vasi sanguigni che si approfondano nel derma e che sono la struttura su cui dobbiamo appoggiarci affinché i tessuti possano guarire. Tra l'uomo e gli animali c'è una differenza per quanto riguarda la vascolarizzazione. Negli animali c'è un unico peduncolo vascolare che sil creare una V con due incisioni e poi sollevare il lembo cutaneo creando una Y. Questa tecnica permette di rilasciare la tensione e ridurre il rischio di necrosi. Un'altra tecnica utilizzata è la plastica a Z, che prevede di creare due incisioni a forma di Z e poi sollevare il tessuto cutaneo. Anche questa tecnica permette di rilasciare la tensione e favorire la vascolarizzazione del tessuto. È importante anche prendere in considerazione la direzione delle linee di tensione della pelle, in modo da suturare i difetti seguendo queste linee. Questo favorisce una migliore guarigione e riduce il rischio di deiscenza. In conclusione, la corretta posizione del paziente, l'utilizzo di cuscinetti per prevenire la caduta della pelle, l'utilizzo di tecniche per rilasciare la tensione e la sutura seguendo le linee di tensione sono tutti elementi fondamentali per ottenere un buon risultato nella chirurgia plastica.
Dettagli
Publisher
A.A. 2022-2023
75 pagine
2 download
SSD Scienze agrarie e veterinarie VET/09 Clinica chirurgica veterinaria

I contenuti di questa pagina costituiscono rielaborazioni personali del Publisher martina16. di informazioni apprese con la frequenza delle lezioni di Medicina operatoria e studio autonomo di eventuali libri di riferimento in preparazione dell'esame finale o della tesi. Non devono intendersi come materiale ufficiale dell'università Università degli Studi di Teramo o del prof Tamburro Roberto.